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Full text of "Gabinetto armonico : pieno d'istromenti sonori"

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GABINETTO 
ARMONICO, 


Pieno d° Iftromenti fonori 
INDICATI, E SPIEGATI, 
LIGNE g 05 Coraggio D R E° I 
FILIPPO BONANNI 
°° Della Compagnia'di Gresù 
Ore *<Po:B- Rep @ 


AL SANTO RE 


D AVI D. 


Nella Stamperìa di Giorgio Placho, Intagliatore , e Gettatore 
de’ Caratteri a S. Marco. Cor licensa de’ Superiori . 


LA 


vb-« 


Imprimatur. 5 


Si pidebitar” Rio Patri Sacri Palatii_ Ap. p: 
+ Magifiro. "4 


—. MNuntius Baccari Ep. Bojonen Vicefgerens. 


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 MDIVEDAZIAIZAA 


SANTISSIMO PROFETA. 


E antico è il Coftume , che 
l'Autore delli libri da lui 
| .. compotti, gl’offerifca a qual- 
che Perfonaggio sò perche la materia del- 
la Compofizione convenga alla di lui con- 
dizione , overo perche la qualità di chi 
ofterifce, obblighi a dimoftrare con l' of- 
ferta l’ ofequio che deve alla Perfona, a 
cui fi offerifce ; non farà perciò ftimata 
temerità , fe dopo avere io fatto un Ca- 
talogo di diverfi Stromenti fonori, e Mu- 
‘ _ #2 ficali, 


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ficali in quefto Volume, ardifco di de- 
pofitarlo a’ piedi del voftro Trono Reale, 
ò Santo Profeta : mentre della maggior par- 
te di cli ne fofte Voi il primo Autore; 
acciochè il Coro delli Cantori da Voi de- 
putati a celebrare nel Santuario le lodi dei 
Creatore ; fofle accompagnata la Mufica, 
con la quale 11 Popolo Ebreo arguiffe quel- 
la, con cui in Cielo li Spiriti Beati con- 
tinuamente lodano le Perfone Divine. 

_ Che fe Voi, 65.Profeta, invitafte più 
volte nelli voftri Salmi tutte le Creature 
a fervirfene in canto non diffimile , ave- 
te ftimolato ancor mead offerire ognimio 
penfiere ; ed ogni mio fofpirto per mezzo 
voftro al Datore d’ognibene, onde gli fia 
più gradita l'offerta: e mentre la Divina 
Providenza mi.conftituì in ftato; in cui 
fono tenuto in diverfe ore del siorno a 
ripetere li Cantici, e Salmi da Voi com- 
pofti , non potendo accompagnare la'vo- 
ce con il fuono delli Stromenti,che ‘Voi 
già ufafte , almeno per la voftra intercef® 
fione ottenga accompagnarli con ‘sl’affet- 

ti; tutti accordati conla Regola della Ra- 
I gione; 


gione ; onde fupplifcano quelli al fuono, 
e ne rifulti una doppia Armonia grata 
all' Altilimo. I 

E fe nel voftro Salterio armato di die- 
ci corde riconobbe S. Agoftino li dieci 
Commandamenti della Legge data a Moi- 
sè , ottimamente in efla fi addita, doverfi 
a lui tutti gl'affetti del cuore, e tutte le 
operazioni dell’ Uomo. 

Quefta dunque, qualunque fia pic-. 
cola fatica , depongo a’ piè delvoftro Re- 
gio Trono , acciochè offerta per mezzo 
voftro , ò S. Profeta, al Datore d’ ogni be- 
ne , ne ottenga ciò , che nel Mare fl ve- 
de, mentre quefto accoglie nel fuo feno, 
non folamente ogni gran fiume, ma an- 
che ogni piccol rivo , quantunque torbi» 
do , quali tutti da lui traffero l'origine,e 
in effo felicemente perduti trovano quel- 
la quiete , che girando per la terra , al- 
trove non ebbero ; onde pofla io dire co- 
me Voi dicefte nel voftro Salmo . Ir pa- 
ce în id 1pfum dormiam , & requieftam. 


MICHAEL ANGELUS 
TAMBURINUS 
Prapofitus Generalis Societatis Jesu. 


Um Librum, cui titulus.; Gabizetto Armonico è P. 
i Philippo Bonanni Societatis notre Sacrdote con- 
fcriptum, aliquot cjufdem Societatis Theologi 
recognoverint, & in lucem edi pofle probaverint : fa- 
cuitaten facimus, uttypis mandetur; fi iis, ad quos 
pertinet ita videbitur; cujus rei gratia has Litteras 
manu noftra fubfcriptas , & figillo noftro munitas 
dedimus. Roma 6. Augufti 172r- 


Michael Angelus Tamburinus. 


———€yu na 279 fs n Lorient det 


Vendo io infraftritto per commifsione datami dal Rio Pa 
A dre Maeftro Gregorio: Selleri Mro del Sac. Pal. A poftolico 
riveduta la prefénte Opera del Molto R. Padre Filippo 
Bonanni, e non folamente ritrovatala efente da ogni eccezzione 
in materia di Dcgma Catt. e di Coltumi , mà ripiena di. fcelta 
erudizione per illuftrare ancora la Sacra Storia , la giudico de- 
gnifsima d’imprefsione af pari di tante altre Opere , ricevute 
dal pubblico con applaufo ,date in tuce dal medefimo: Autore, 
In fede di che ho fcritta , e fottoftritta la prefente di mano pro- 
pria quefto dì 25. Giugno 1721. in Roma. 
E i) Francefio Bianchini . 


Imprimatur . 


_n__—_——_————rr—F——— — —— _r—_—_—_——___—____r—z te Gua vns0r —_—_—____rrcox tomernatiazi Duotuaprang FETSTA 


Fr. Gregorius Selleri Ord. Prad. S. P. A. Magifter. 


IND 


d.K E 


PD'BLTI Wi 


p Roemio. pag. 1. 
CAPO. I 


Della Varietà degl’ Iftromenti 
Muficali ufati. nel Tempio ; 


e difficoltà nel poterli defcri- 
vere. pag. 9 
CAPO IL. 


Si accenna la Varietà d’alcri Stro- 
menti,e fa difficoltà nel poterli 


defcrivere, 14 
CAPO IIL 
Divifione degl’Iftromenti. 15 
CAPO IV. 


Dell’ ufo degl’ Iftromenti Mufi- 
cali nelli Sagrifitii, e Fefte de- 


gl’Antichi.. 17 

CAPO V. 

Trionficelebrati col fiuono. 20 
CAPO VI. 


Della Mufica nelli pubbliciGio- 
chi,e Felte. 22 


CAPO VII. 
Delli Suoni ufati nella Naviga-° 


zio ne. 24 
CAPO VIII. 
DelCanto ufato nelli Conviti. 25 
CAPO IX, 


Del Suono, e Mufica ufata nelli 
Funerali. 23 


CAPO Xx. 
Del Suono ufato nella Guers 
Fao 33 
CAPO XI. 
Si pondera il Canto Ecclefiafti- 


, conelle ftato della Legge Cri. 
ftiana. a 36 


CAPO XIL 
Staccenna la diverfità della Mu- 
fica e fi efamina di qual for- 
te convenga nelle Chiefe. 38 


CAPO KXIIL. 
Se convenga nella Mufica Ec- 
clefiaftica ufare Iltromenti 
Muficali. 40 


INDI 


Degl'Iftromenti Sonori pers) F; jafo. 


56 


56 


Ul 
58 
58 


59 


I 60 


63 
“6 


65 


I. XIT 
Romba antica EBrea . 45 Corno perla Caccia. 
: 1 L x.IILI 
Soldato conTromba antica, 47 Corno delli Turchi. 
suit a DE XIV. | 
Sonatore di Tromba prefo dal sip ae Turchefco diverfo 57 
. Campidoglio 48 
AV 
| IV. | rombi Cinelè. | 
Tromba doppia 49 sa 
| | 03} v I: 
Y V. Corno da Coi se 
Tromba fpezzataà. * 49 di 1, ge 
XVIL 
VI. {., Cornoraddoppiato. 
Tromba dritta. fpezzata iis] | 
Î | I XVIII 
VIL Buccina Marina . 
Tromba curva. ; $I vili 
XIX. 
VIIL Flauto . Sai 
‘Alera piegita antica + 53: Ce e 
PP Flauto raddoppiato . 
ia a 3 
sffiaba Perfiana. © _ 53 | XXI. 
p v: cs Flauto Traverfier. 
tromba del Madurè. —’‘‘53 XXTI 
Giufolo Paftorale , 
XL 
Lituò antico » 54 


XXIII. 


cirie af 


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- Fifchi diver. 


Oboti 


XXIV.., e XXV... 


x K x II ja n 


è KXXIV 


67- Organo portatile . 


RAF V. 


Fagotto , € mezzo Fagotto: pt rubo LOR 


-Serpentone . 


Zampogna . 


RXVITI, 


XX VI 


ai 


* 8) : 70 


Fifchi, e Zampogne diverfe: 72 


XXIX. 
KKX. 


Piva. 
Mufetta . 
Organo » 


d 
* 


KXXIL 


XXXIII. 
Organo delli Signori Verofpi.$0 


XXXVI. 
Tromba Marina i 


i X x x VII. 0% 
Corno di Aleffandro . 


XXXVIII. 
Trombetta di Ganna. 


XXXIX. 


Ciufolo del SEE a 


X L; 
Tromba di Zueca. < 


XLL 


Spono della Brocca» 


XLIT 


Suono del ge ; 


CLAS- 


81 


_8I 


82 


34 


35 


35 


ni 
Ren 


86 


CLASSE SECONDA 


— ‘Degl Iftromenti Sonori . 


Er la Tenfione'. | 


XLIII 


Cembalo . 


ppi 


Cembalo Verticale . 
KIEV 
Spinetta, 
XL VE 
Tiorba. | 


| XLVII 
Arcileuto . 


XLVIII:. 


Cetera ‘ 
XLIX. 
Pandura. suit 


Cetera Tedefca:; 
LIL 
Chitarra Spagnuola: 


LII 
Lira di Apollo. 

LIIL 
Mandola . 


88 
59 


90 


310 


91 
92 


93 


‘1 97 


97 


97 
98 


99 


i LEVI 
Chitarrino . 
Colafcione . 

LVL 
LVII. 


I Viola, 


Violone . 
VIII 


Accordo. 
LIX. 


Lintercolo, è Sordino . 


LX, 


Chitarone. 
XI 


Monocordo. 


LXII 


| Tromba Marina 


LXIII, 


Salterio Turchefto . 


1O1 


. 102 


103 


103 
- 103 


104 
IV. 


LXIV. CRVITI. - | 
Viola d’ Amore. 110 
LXIX. 


Salterio diverfo . 105 | 
LXV. Violino Turchefco . 150 
Lira Todefca. 107 LXX. | 
LXVI. Salterio Perfiano. 311 
Arpa. 108 
LXVII. ESOXI, — + * 
Violino, 109 Violino Perliano. 111 


CLASSE TERZA 


Degl Iffromenti fonori per 
la Percuffione. 


LXXIL LXXVII. 
a, pano. I 113 Tamburro degl’ Africani. 117 
I LXXIII LXXVII.; e LXXVIIIL2. 
Timpano moderno. 113 Altri Tamburti affricani. 118 
‘-« LOxXHV, LXXIX. 
Tamburro Militare; î 15 Tamburro Perfiano. $18 
LXXV. LXXX. 
Timballo ; 116 Tubo Timpanite. 119 
LXXVL LXXXI O 
Timballo Turchefche - 117 Tamburro Cinefe. __119 
LXXXII. 


LXXXIL I XU 
Tamburo iti: 120  Baccante con Gnacchare. 129 
- LXXXIM ; XVI 
I{tromento ja Vendemie. 121 Itromento delli Cofti . 130 

DOXIV, XCV. 
na 821 Peer 
pri LAI : .Gnacchare delliTurchi..,,,:134 
Crotalo. « ve rg123 XCVI, 

- LKXXVI. | « 
| Tftromenti ti Panciulefthi. seri 32 
Cembalo antico. 0 124800 
3 Pr ra XCVII 
LXXXVII, REA 
RI Spafla penfiere -. 133 
Altri Cembali. 125 a wi 
XCVIIL g: 
LXXXVIH,. Gis OSSA È 
c ‘ Zilorgano . 133 
Cembalo degl'Arment: ‘ 12 i 
e i XCIX. 
e LR pi: cirtiail 
I Iftromento per le Api. 134 
€rotalo degl'Armeni. 127 I x 
DR XO. AL ss ER INT Ortese. 
Itromento di Batàm . 136 
Itromento fagro degl’ Arme- Pe ce de 
I, 28 CI. 
CSR) Altro viverfo : 137, 
Iftromento Affricano? 128 race 
CII. 
6 XCII Altro diverfo. 437 
Altra diverfo . 129 CUI, 


CIII. 
Campanello del Keo. | | 137 
| Sx 
Campanello del Clero. 140 


CV. 
Carroccio . 143 
CYT. 
Organo di Campane. . 143 
CVII 
Campanaccio del Villano: 144 
CVII. 
Verga di sei è 145 
fr a 


Campana delli Creci 145 


CX. 
Altra fimile . 147 
o XI I 
Legno delli Cofti. 147 
CXII 


Crepitacolo di legno per leChie- 


fe. 143 


CXII. 


Altro diverfo.-! ‘©1149 
|CXIV. 

Matracca. | cn Ris 
CXYV s 

Ruota Fiamenga. 159 
GXVI 

Bacioccolo. ISI 
CXVII.: 


Fanciullo con Trich Trach. 153 


CXVIII. 
Altro diverfo . SE 
CXIX: 
Altro diverfo ufaro dalle Nutri< 
ci. 1 152 
CXX. 


 Itromento d’Affricani. 153 


CXXE, 


3 Iftromento detto Marimba. 154 


CXXII. 


Itromento Indiano . 154 
CXXIII. 


CXXIII. 
Trich Varlach. 
CXXIV. 
Indiano in ballo. 
Ser. 
Donna Brafiliana in ballo. 
CXXVI. 
Iftromento del Madurè. 
CXXVII. 
Scabillo degl'Antichi. 
CXXVIII. 
Crotalo delMendico. | 
CXXIX, 


Religiofo fuegliatore . 


155 


156 


156 


157 


157 


158. 


I CXXX. 

Tavola percofla dal Capucci- 
no. 159 
CXXXI. 

Frufta del Cocchiere. 161 
CXXXII. < 
Sonagli adoperati nella Chie- 
far | 163 
CXXXIHI. 

Cuchiari di legno. 163. 

CXXXIV. 
Timballi PerGani. 164, 
CXXXV. 
Spada percolfa.. 164 
CXXXVI. 


I{tromento Cinefe. 164 


Er Gabinetto armonico, altro non intendo fignifi- 
) care che una Camera contiguaall’ erudito Mufeo 
ei del Collegio Romano, in cui fono collocati diverfì 
i (af Iftrumenti fonori, dall’armonìa delli quali, non 
È 25 folamente l’orecchio ne trahe il fuo diletto, ma può 
1, 4 I ì : i 
-LANDII 1a mente reftare erudita, riflettendo ‘alle propor- 
zioni delle note; colle quali fi compone la Mufi- 
ca , che nelle fcienze matematiche ; de inomtiene il primo luogo, 
aniun’ altra è inferiore. | insiloV 
In effo dunque fi vede collocata nella facciata anteriore una 
Grotta, in cui fi efprime quella di Vulcano con li trè ‘principali Ci- 
clopi miniftri di, effo Bronte , Sterope; e Piragmone rammentati. 
da Virgilio nell’ Ottavo dell’ Eneide . roneg sist 
Ferrum éxersebant vaffo Cyelopes in Antro. 
ul Brontefgue, Steropefgue, S nudus membra Pyragmon. 
difsi principali Miniftri , poiche inefla erano molti, come riferì lo 


fteffo Virgilio, ove fcrifle. 


— Ali ventofis follibus aura» 

sAccipiunt , vedduntqgue , alii ftridentia tingunt 
Era lacu, gemitimpofitis Incudibus Antrum, 

Ii inter fcfe multa vi. brachia'tollunt 

In numerura , verfantque tenaci forcipe ferrum : 


(3, Percoffo il ferro fopral° Incudine con i loro Martelli, ne rifulea 

dalli colpi una ben” intefa Armonia, che offervata già) canto dilettò 

Pittagora , allorchè, come fcrifse il P. Daniele Bartoli nel libro pri- 

mo capo 2. della Ricreazione del Savio , cercata in darno fin colà fo- 
A nda 


pra 


198 (2 86 | 

pra i Cielila mifura de’ numeri producitori delle proporzioni armo- 
niche, un dì finalmente fè la'trovò contata , e divifain sèl’Incu- 
dine' di un Fabro; perciotchè offervato il rifponderfi ; che face- 
vano a mote di perfettifsima confonanza trè s che battevano un 
| ferro: ne pofe inbilanciali Martelli, e trovò concordiam ‘docis lege 
ponderum provenire, come fcriffe Macrobio nel libro 2. cap. 1. del 
fogno di Scipione. RT EEC 

Alli colpi di tali Martelli rifponde lavocedell’Ucello nottur- 
no detto Cwcs/s dalli Latini, e da eflo rifvegliati molti altri , ri- 
fpondono colle loro voci. 

Ceffano: tutte quefte alla finfonìa d’un’Organo fituato fotto 
la detta Grotta , che fenza effere toccato dalla mano del fiùio- 
natore ;.rende tre diverfe fuonate , compofte da due infigni Mae- 
ftri di Mufica, cioè Bernardo Pafquini, e Bernardo. Caffi. 

Onde per effe gode l’orechio, el’occhio neammira l’ Artifi- 
cio s_mentre dall’interna difpofizione di ruote:fi muovono li tafti 
a'colpi di benregolata battuta; e danno l'adito al fiato delli Man- 
tick iper cui !rendono il fuono le canne. | 

. Voltandofil’occhio a mano deftra di tale machina; fi vede un 
Cimbalo:verticalé, in cùi fi rendono due Sinfonìe dalle corde di 
metallo; che percoffe con regola. cagionano molto diletto., men 
| tre non v'è mano di fùionatore ; che le perchota; . il I 190°9 

Nella parte oppofta è fituata una machina s in cui: aparifce, una 
Camera nobilmente ornata ; ed in effa.fono:variePerfonéun pal- 
mo alte ,. una delle quali moftra di fuonare un’ Organo; 'ùn’ altra 
un:Cimbalo , duealtre la Tromba, alle quali da regola conile bat- 
tute un’ altra, mentre diverfe fi riguardano afsieme in fegnò d’ap- 
provazione , e di tanto in tanto una prende il tabacco , ed un' 
altra prende diletto nell’odorare un’fiore’,. Mea 

Tutti quefti diverfi.moti fono cagionati da unatuota, che rag- 

irata da mano perita , con la mutazione d’un regiltro, rende dodi- 
ci diverfè finfonìe, con non minore diletto ;..che ammirazione di 
chile ode. ua anal stori Ps dc 

In poca diftanza da quefta machina fi vede efpreffa una grotta , 
ove fi rapprefenta Marfia Paftore!,. chè ‘audace provocò Apollo a 
fuonare.,; come; fingono li Poeti; onde per la fua temeritàifu fcòra. 
ticato .,! e mutato; in Fiume . “Sta egli in atto di fuonare avanti 


Apollo. il:Flauto, ; e girandofi una chiave fi rendono tre dpr | 
UO* 


fuonate, enebfine:di ciafcuna toglie dalla boccat'Iftromento , fic- 
comeidi nuovo l’addatta $ quando deve: variare il fuono + 
Succede al fuono foave di.tal Flauto. vina ftrepitofa finfonia. 
cagioriata da varie Campane collocate nel Piedeltallo: della machi- 
na-fopradetta ; la quale nonomeno diletta dell'altrauo 0 000. 
Poco diftante da quefta: machina è! collocato un Piediftallo, 
con due Statue rapprefentanti due Scimie, che toccate da mano 
peritainun fianco percuote ciafcunaun Tamburro;facendo udire il 
fegno della marciata, che fuole: darfi alli Soldati; girando»in. tanto 
latefta, e 'gl’occhiz e di: quandovia quando aprendo la-bocca In 
atto di ridere. i Dis: siovottoliotta oil on9s Lu 
‘A: quefta amena apparenza! ne fuccede: un’ altra più. ferià 4 
vedendofi il S.David collocato in ùn'Trono, che mentre fi odo- 
no quattro diver finfonie cagionate da! verghe di Metallo per- 
coffe da' piccoli martelli 3imoftra difuonare 1) Arpa 5 ed è accom- 
pagnato' da duePaggi ; cuno delli quali moftra. di fuonare una 
Tromba; e l'altro: il Salterio com moti ‘corrifpondenti alle battute 
di mufica concertata. (> . Dioien o ja iu vite i0 
so CNon meno vaga di; quefta apparenza s'è un’Iftramento non 
difsimile; mentre*diverfè figurine girano © \danzanocattorno ur 
Vitello.di oro:; efrallude a ciò ;;che accadde. nel Deferto!,; quan- 
dorMoisè feparato «dalle Turbe Ebree if tratteneva. con Dio nel 
Monte; i idea Pali: rielim guidor i jogco St 
«130Quefta varietà difuoni mi fuggerìla.varietà degl’Itromenti ;. 
che è percofsi! dalla» mano , vò animati dal fiato; (4° rendono tutti 
fono: diverfo.; Onde fuggerifcono alla:mente quafî infinite. pro= 
porzioni, in ciafcuna»delle. quali, molto ftudio e fatica fi. puòi 
impiegare; perbene :Comprenderle «00 ui inn LU ri a 
\Eòperche' ame noneraipofsibile farne un'efatta ricerca; mi 
contentairatcotne folamente: li momi., è rapprefentarne «in pittura 
la: forma;/efprimendone ciafcunoin mano del Suonatorè proporzio= 
nato jvacciochè fi vedeffe il Paftore imatto: dirfuostare la Zampo- 
gna.) ed il Soldatola Tromba... ss bnò3 rliovsdos9 
"vo In tal modo efprefsi fervirono perornamento del Gabinetto, 
e per trattenimento»erudito ‘anchi li rimira red acciochè quefta 
efprefsione non reftalfe fepolta in'eflo ; furono: fattiturti delinea». 
re, © intagliaré da manoperita} Onde ciaftuno.poteffe. fapere pi 
nome; e l’ufo delle Nazioni, dalle quali i adoperano , de 
3 gie. _ 


eee Rein 


i dì 4 0 

giendone quelle poche notizie, che ‘ho potuto: raccorre.):» 

Potrà. forfe:parere. inutile. 1 affunto , che intraprendo di fpie- 
gare in quefti fogli gl’Iftromenti:da fuono, mentre quefto non è 
altro, "che una leggiera agitazione dell’ Aria cagionata ; ò dalifiato; 
o dalle percoffe:) che prefto!fvanifee, e per così dire :muore' aps 
pena nato. Onde S.Paolo volendo: fpiegare:la vanitài di chi! ope- 
ra fenza l'abito della carità, ‘opera vanamente, diffe nella prima 
alli» Corinti renderfi fimile al fuono» di qualche Iftrumento. 57 
linguis: hominum loguar, © Angeloruna, charitatem autem non babuero 
fetus fum velut Es fonans © Cymbalum tinnieni.Nulladimeno not 
farà meno utile, che dilettevole tale ricerca, ficcome non fù in 
tile la ricerca del Bineo ; e del Balduino:foprate fcarpe degli Ebrei, 
e degli Antichi, nè quella del Solerio fopta il Cappello, epernon 
difcoftarci dal fuono quella di Gafparo Bartolini fo pra il folo Flauto 
| ufato dagl’ Antichi, con pubblicarne umintiero:; ‘e dotto Volume. 

E: vero effere il fuono una leggiera'agitazione «dell’Ariazincui 
fi partorifce , ma però prodigiola., poichè in effa fi cagiona il 
Commercio trà gl’ Uomini colle parole , che. altro non fono; che 
un fuono:;(' come fcrifle'l’erudito;ed eloquente P. Giovanni Rhò nel 
fuo Efamenone nella Orazione 16” n:59.€ imaltri è giocondo:nell’ài- 
monici Iftrumenti,effo ‘canta feroce nelle trombe guerriere 3 vezzeg- 
gia femplice nelle paftorali zampogrie , mugge profonda nelle ma> 
rine conchiglie, ftrepita rifoluto nelli Tamburri, fibila vario ne? 
Flauti languifce foave ne Pifari, fi vibra ‘gagliardo: ne? Cornetti, 
firompe nelle Nacchere,. fi preme rufticale nelle Pive.;: fi tocca 


ftrepitofo sù barbari Tamburini del bronzo 4. fi frange. fonoro nel- 
Je Campane, guizza trillando nelle. tefè corde ; fiaccorda ameno 


megl’ Organi; Che perciò in tal materia non ffimorono- perdutoil 
tempo tanti Interpreti della Sagra Scrittura 3 ce tanti; infigni Autori , 
che di elfo trattarono ; indotti forfe! molti di efsi dal fapere:s che 
nel Cielo gl’ Angeli accompagnano ‘Ja Mufica icon gl’Itromenti; 
come racconta S. Giovanni nel Capo 14. dell’ Apocalifsi, ovvero, 
petche vollero affecondare l'invito delS.Rè David, il quale prin» 
cipalmente nel Salmo 150. invitò: a lodare Dio non folamente con 
fa voce ; ‘ma con il fuono degl’INtromenti; Zazdato cum.( diffe) in 
fono Tuba > baudate cum in. Pfalterio; © Cyibara, laudate cum in 
Tiympano» © Choro» laudate cun in Cherdis è © Organo , laudate 
Resti | cun 


“ 


i mi 5 E 
cum'in Cynbalis bene fonantibus; che fe con tale accompagnamen- 
to di voci fi deve lodare Dio ; «ragion vvole.che riconofciamo € 
fappiamola qualità di tali Htromenti per adoprarli; e tanto più € 
rieceflario;; quanto maggiore è la multiplicità; e varità di efsi mul. 
tiplicati nel decoro degl’anni, e la mulritudine delle voci con le 
quali fono dagli Scrittori indicati. SE i 
Prima però di talericerca, non farà inutile la notizia dell O- 
rigine , e la ftima fattanè dapl’ Antichi, liquali ò ne furono gl 
Autori, è li ufavono in varie funzioni 5 Era per così ‘dire ancora 
Bambino il Mondo creato ida Dio; quando: nacque infieme la Mu- 
ficà, econefsa il fuono, edè curiofo fu quefto propofito 1 Apo- 
logo di Filone Ebreo riferito dal Cardinale Bona nel capo 17. del 
libro fopra il canto Ecclefiaftico; Avendo ( dice egli ) Iddio crea- 
to il Mondo, e coftituitol’ Uomo padrone di effo,, vedendo , che 
tutto erà buono, richiedè uno delli Profeti, acciachè diceffe fe 
vi mancava cofà alcunaze rifpondendo quello, mancarvi qualchuno, 
che fapeffe lodate la di lui Bontà, elodaffe quanto aveva. creato > 
approvò Iddio una tale rifpofta, e fubbito ZZy/icorum genus crea- 
dit 3 gui Denm mivabilem iu Operibus fiuis dulciter decantaret è Dal 
quale:Apologo! fi deduee [ripiglia.il non men dotto, che prudente 
Cardinale ] a folum effe , aut precipuum Mufice ufum divimas lau- 
des refonare. Cid; che ftimò ilfapientifsimo Trifmagiftro in Afde- 
pio, quando diffe ZZuficam fuavitatem ad concinendas Dei, Cele- 
Siumque Zaudes bominibus induliam, ne terrenus Mundus videretar 
snutilior /} vrodulorar: dulcedine carniffct . È 
: Offervando li feguaci di Platone l’innato piacere; che trahe PA- 
nima dalla Mufica, falfamente fi perfuafero aver quella avuta Vori- 
gine da effa, ma untale errore fù dortamente:confutato da Ifidora 
Peleufieta, e da Marfilio Ficino, ed'altri,,nè merita Scipione, che 
fi dia credito alfuo fogno 3 incui andò rintracciando le proporzio- 
ni de’ Pianeti, e con quetti delle cofe fublunari , avendo molti 
feritto dell’ Armonia, che paffa fràle Creature ; e illor Creatore, 
c di efsine apporta un copiofo Catalogo il fopracitato Cardinale 
cap. 17. della fua' Salmodìa. 1...» jivie avagib HO sb 
Laftiando da parte tutte quefte ingegnofe confiderazioni 3. fe 
cerchiamo l’Origine ‘della Mufica., la quale altro non è, come la 
definì il Bulengero cap. 4. lib. 7. de Theatro Zeze modalandi folertia, 


è pure come fcriffe Ifidoro lib. 2. orig. e/t.oeritia modelationum A > 
. ì - . i i & c sa 


‘98 62% 
cantugues ditta Alufica per derivationem aMufisz quas è Iove, & 
Minerva natas elle finxerunt Poete . . arsbibizoncil.a 
 ., Di quefte Mufe feriffero molti, e molto finfero gl’Antichi, 
.delli quali bafti quì addurre Aufonio,, il quale ne riferì: li nomi 
di ciafcuna nelli verfi feguenti 4, 204. 
CLIO: geffa canens tranfaZli; tempora reddit 5 
MELPOMENE tragico proclamat molta bogtu , 
Comica lafitvo gaudet fermone THALIZ sestese rid: OT 
Duleifonos calamos EVTERPE flatibus urgets | n 
 TERPSICORE affetlus evtharis movets imperat, urge. 
Pletlra gerens ERATO > (@ltat. pede. carneine valiu, 
Carmina CAILLIOPE Jibris heroice mandat . È 
VRANIA Celi motus ferutatur >. 0 APra, 
Sienat cuntla mants loguitur: POLIBINIA gela. È 
MUentis Apollinee vis bas movet. undigue Aufasy << ia 
In medio relidens compleClitur omnia, Phoebus. <> >. 
Diodoro Siculo Iftorico:, é Poeta di gran ‘nome trà li (Grei 
ferifle, che Ofiride Dio degl’Egizj dilettandofi molto: della Mu- 
fica riferì nel libro delle Mufe ;. che confermò lo. fteffo, mumero. 
Varrone però riferito da. S. Agoftino diffe i che un'antica Città 
ordinò a .trè infigni Scultori > che ciafcuno efprimeffe trè Mufe 9 
mentre credevano , effere tali di numero :,. .a fine di collocare 
nel Tempio quelle, che foffero ftate Mtimate:.di migliore lavoro, 
e perchè tutte firrono giudicate.ottime, furono elette tutte, ed 
in vece di trè > he numerorono. nove ,. e collocate nel Tempio di 
Apollo, fù a ciafcuna da Efiodo impofto il nome, che fenza rag» 
gione ftimavano effere trè fole s imperochè (dicevano) rifalta 
la Mufica da trè cagioni cioè dalla voce, di quello ,. che canta, 
{econdariamente ‘dal fiato , onde'rifuonano le Trombe, ed altri 
Iftromenti ; «in ‘terzo luogo dalle percoffe, e dall’impulfo,. onde 
rifuonono le cetere, e fimili . Riferifce il Giraldi, che da fopra= 
Cor Città Gi diceva Sicione adducendone il teftimonio .di Au- 
QNiO', VI mr3 stise sh basis, ] 
Tres folas quondam tenziz qua dentera Phabi,:... 
Sed Sicion totidem ternas ex ere Sacravito 0 1}, 
E Paufania riferì, che li fopradetti Artefici, fi chiamavano Ce 
fodoto, Strongilione, e Olimpioftene . Afin Gl- 


sè 7 è@ 

‘@lAntichi Greci l’attribuirono è-Pittagora; allorchè la tro- 
vò contata , e divifa. insù: l’ancudine. di un Fabro, offervato il 
rifpondérfi 3! che facevano a moré ‘di perfettiflima confonanza tre, 
che battevano ‘un ferro ; eltrovòd : Concordiam vocis lege ponde- 
ri provenire, \tome feriffe Macrobio Ul. 7. cop. 1. in Somu. 
Scipionis . i mia ian 0 ani 

‘ Lo fteffo affermò Caffiodoro Vib. de Mufica + Alcuni diflero; 
che Lino Tebano, e Zeto ne foffero gl’Autori, Solino #6/c49.17. 
l’attribuì alli Popoli di Candia. Plutarco ne fece Autore Apollo ; 
Euclide diffe effere [tato .il primo Anfione. 

Mìà rende ‘erronee; e falfe tutte quefte opinioni Ja vera nar- 
rattiva ‘di Mosè; il quale wel cap. 4. delle Gench afferma , che 
Jubal ‘nato dalla ftitpe di Caino avanti il Diluvio » fù il primo 
Inventore della Mufica: Et zomen fratris ejus Fubal , ipfè fuit 
Pater Comentiumi Cytbara;: O Organo. Nafce però dubbio da tali 
parole’ circa. gl’Iftrumenti: Muficali , con li quali tale Inventore 
diede! principio alla Mufica:; poichè , come ‘bene avvertì 1fi- 
doro zel cap.19: delle Origini , per la parola Organum fi può in- 

tendere qnallivoglia Itrumentoi:fonoro » Orgas4 e/ vecabulun 
geuerale vaforum omnium mafitorumo, «e con il nome di Cetera, 
come offervò lo fteffo (752.3. cap. 21: fono fignificate tutte le fpe- 
cie-d’Iftrumienti , Ji quali rendono fuono cori le corde . Vedafi 
. il Pignorio dé Servis pus! mibi 158: ove afferma to fteflo . 

vv Introdotta nel. Mondo con grande Providenza Divina. l’ar- 
monìa degl’Itrumenti muficali, colli quali accompagnate le voci 
delli Cantori, «fi poteffero daquefti: celebrare. le Opere Divine, 
cominciarono li Cantici , allora quando , come fi racconta we) 
cop. 15. dell’Efodo ; edavverù Rabano Mauro wel cap. 41. del lib.2. 
de Inftit. Cleric. Moisè, dopo effere ftato fommerfo nel Mare Fa- 
raone con il fuo Efercito , e il Popolo Ebreo fù il pri- 
mo a cantare le lodi di DIO liberatore , pronunciando quel- 
le parole : Cantemus Domino gloriosè enim bonorificatus ct, © nel 
cap. 15. delli Giudici fi racconta aver fatto il fimile Debora don- 
na infigne con altri molti ; animati dallo Spirito Divino nella 
Sagra Scrittura riferiti . | 

Trà turti dopo Mosè principale fù David, ficcome feguì a 
dire Rabano we) cap. 48. P/allere ufum «Ne pe Afoyfen Darid 
Prophetam in magno Myflerio prodit LA ; hic enim in 1A 

in hoc 


x 3 06 
în hoc manus è Domino fpecialiter vlettus, © Cantorum:Princeps 3 
P/Amorunague Thefaurus effe promerzit > Che perciò il S,.Profeta, 
come riferì Giufeppe Ebreo nellib, 7. cap. 10. dell’ antichità giudai- 
che, perfel?us jam bellis ac periculisz © in altiima pace degens vario 
genere carminunm, Odas, © Flymnos in honorem Dei compo/tit , par- 
Lim trimetro verfu > partim pentametro, inftrumentifque muficis com- 
paratis, docuit Levitas vd pulfam corum laudes Dei decantare > tàm 
fabbatis diebus, quam in ceteris fefivitatibus, e dopo quefta rela- 


zione defcrive alcuni Itromenti da lui adoperati 5 Species autere. 


Inftrumentorum (foggiunfe ) hec fuerunt . Cinnira decem chordarum 
intenditur, © plettro pulfatur , Nabla duodecim Jonos continet,, fed 
digitis cavpitur, cumque his aderant, © Cymbala arca bene magna, 
atgue lata, quod quo fanè de predittorum Infirumentorum natura, 
ne prorfus ignoretur dixifSe fuffciat. i 

Se vogliamo indagare di qual forte foffero li fopraddetti Iftro- 
menti da Giufeppe accennati, trovaremo che NABLIUM fi dice 
da altri PSALTERIUM, come fi legge nel Teforo della lingua 
latina : CINNIRA nell’ Onomaftico Ebreo fi dice CYTHARA A 
parola derivata dal Greco, e originata dall’ Ebreo NABEL » che 
dagl’ Ebrei Tedefchi fi dice PANDURA ; e così li latini dicono 
NABLUM gl’ Ebrei Nabel, il greco Nabla, ma da tutte quefte 
voci non fi può dedurre il vero fignificato. Che perciò fi deve 
concludere, che appreffo gl Ebrei molti farono gl’ Iftromenti mu- 
ficali , delli quali; 0 fe n° è perduta affatto la forma, ò è ftata va- 
riatain modo, che fi rende impofsibile ‘la ricognizione, e defcriz= 
zione di efsi, come meglio nel progreflo fi vedrà. 


CA- 


è 
PORSI A RO TAI DZEII RI SVID TIE GL sais 


TS ) 
vd 


(CAPO PRIMO. 
| Della Var ietà degl [fîromenti Muficali 
© ufati nel Tempio , e difficoltà nek © 
n IL n POETICO] CEEUCY Cost 


HE foffero adoperati molti Itromenti nel Teme 
pio degl’Ebrei,nov fi può dubitare ; poichè come 
notò l’erudito Pompeo Sarnelli a carte 54. della 
I lettera nona» riferifcono S.Gio.Grifoftomo fopra 
74 il Salmo 15c.e Hidoro Peleutiota nel lib. 2. Cap. 
176. ch'era permeffo il fuono col canto nella, 
Chiefa a gl’ Ebrei, come apparifce nel libro 1. 
delli Paralipomeni nel capo 15. € 16.perchè con ciò {i rimediaf 
fe alla loro debolezza. e non foffero allettati dalle Mufiche, che 
fi. celebravano in onore degl’ Idoli dalli Gentili, che perciò fog- 
giunfe Teodoreto fopra il falmo: 50. ufavano Iftromenti loro pro» 
pri. Quali poi, e quanti foffero dalle notizie feguenti fi potrà 
arguire . 3: SPERI | 
Fù curiofo di faperli il P. Atanafio Kircher, che perciò {crif= 
fe nel fuo libro della Mufùrgia tom. 1. cap. 4. del lib. a. d’aver 
letto tutti li libri Ebrei fopra quefta materia per averne la certa 
motizia; e riferì, che di effa ne trattò efattamente il Rabbì Shil- 
te Hagiborim , il quale affermò , che nel Santuario furono 36» 
diver Itromenti , delli quali fù autore il S..Rè David. 4 
moratur David ( dice egli con parole tradotte dal Tefto Ebreo } 
iriginta few Inftrumsentorum pulfandorum notitiam babuiffe . Altri 
me riferiftono ‘22, nel genere d’INtromenti battuti, g Sandias f0- 
B pra 


42 10 2@ 

pra Daniele, ne numerò 36. Il trattato Aruchin Talmudico meri 
ferifce 34., efpecificandone alcuno, la prima Claffe di effi detta 
Neghinoth » comprende gl Itromenti di corde deftritti Colle fè- 
guenti parole. St2/le baggiborim fuerunt Infirwimenta lignea longas 
© rotunda, © fubtus ca multa foramina, tribus Sdi bus conftabane 
ex inteflinis Animalium > © cum vellent fonave cas radebant fides cum 
arcu compatto es piliscaude equine fortiter aftrittis in greco dicitur 
Tricherdon: in latino: 7rifidium . 

Inffrumenta verò Neghinoth fuerunt Pfalterium, Nablium Cy- 
thara . quod idem ef} Alur, Navel, Kinnor , Mighul, Minnim . 
Quali poi foffero quefti > non è cofà facile,a determinarfi, mentre 
non fi fpiegano più chiaramente. Se fi parla del folo Salterio ufa- 
to da David , non fì trova bene fpiegato da alcuno , anzi molti 
credettero, che non foffe vero Itromento da firono » ma folamen- 
te una certa armonia cagionata dalfuono, e dalla voce . Giufep- 
pe Ebreo però afferì, che fignificafe Inftromento di dodici corde, 
e ché fi fuonaffe con le dita; S, Ilario; Didimo, e S.Bafilio con 
Eutimio lo differo Itromento perfettifsimo ,, e fopra tutti gl’ altri 
eccellente ; 5. Agoftino affermò che era, Itromento portato dalle 
mani. del fuonatore, e che avevala teftudine, cioè la parte. con- 
vefsa , in cui fi rifletteva il fiono nella parte fuperiore,, come la 
Cetera l’ha nella parte inferiore; S. Girolamo diffe, che aveva 
figura quadrata con dieci corde; La più commune opinione è che 


fi fuonava conle dita, e fimile all’ Arpa oggidì ufata ; che perso 


ciò ft fuole dipingere il S. David con tale Iftromento , il quale 
flimanp alcuni eflere lo fteflo che il fignificato della parola Né* 
dlium appreffo Ovidio 3. de Arte è | | ! 


Difîe etiam duplici geniali Nablia palma. 
Fevrere > conventuni dulcibus illa modii= 


Ti Scrittori però Ebrei non s'accordano», poiche R; Schilte afz 
ferma , che Nabel foffe IRromento di 22. corde R. Affur di Lo. -Ra 
Kinnor di 32.R.Machul di 6. R. Minnin di trè » Ò quattro , è 
sutti quefti Itromenti erano nel genere Neghinoth; cioè fonori), 
e armati di corde.. | | 

1 . Dopo tale ricerca il P. Kircher ne offervò alcuni in un co= 
dice della libraria Vaticana [come egli afferma; e li di nel 

6; fuo 


È 
Ò 
LI 


. 
e rl 


2 si et | 


Tuo primo Tomo della Mufurgia, benche rozzamente efprefsi , € 
‘fono contrafegnati con li feguenti. Caratteri A. il Salterio B. uno 


detto Cinnor, ©: Machul È. Nimnin. T. Novel N. Thoph O. Zo- 


‘tefelotb P. Guetfe Berafim R. Minagnghinim > e tutti quefti( di- 


ce ) che erano Iftromenti, li quali rendevano fuono percolli, © 


li piega, come qui fi agginge + 
DR B. C pa 


. C. E. I. fono Itromenti di corde , li quali differiva- 
no folamente nella forma , e nel numero di effe , come fi vede 


‘nella Cetera moderna, riella Viola , nel Violone &c. € tutti que- 
ti fi fuonavano con le dita . Altri fi percotevano numerat da 


R. Schilte Haggiborim riferiti dal medefimo Autore con le pa- 
role ebree. e fa 10 Hafahufanim, Hummechilath; Hafchchufan- 
gnaduth , Mashrakitha , Hakithros , Hafchaben, Hafphande- 
rim, Hamingnanghin, Harimphunia, Hamagrapha , Thelmudi- 
ca, Haardaulos, Hatabla , Gutgana, Haiugal, Nataph ., Ha- 
mingnangin; Hazalzaloth &c. tutti quefti, ed.altri molti fi ad- 
ducono dal fuddetto Autore ‘con la fpiegazione d'alcuni pochi, 
e fono li feguenti. i | 
Timpano ebreo detto Toph , fù diverTo quefto nella forma dal 
‘moderno , poichè R. Abramo Hannafe, dice. che era fimile aduna 
barchetta, coperto inuna fola parte di pelle , e fi percuoteva con 
una verga di ferro, ‘0 di legno, eche aveffe origine dall’Egitto 
l’afferma R. Schilte gilborim . 
—_—Il feguente detto Gnefte Berufim è confufo da alcuni Rabbinî 
conl’Itremento derto Crotalo, altri tfimarono effere la Gnacchera, 


altri ilSiftro. Il folo R. Kannafe lo defcriffe fedelmente, dicendo 


effere IRromento da fuono, ma fenza armonia, cioè fatto di due 
legni, uno delli quali era fimile ad unmortaro, l’altro come un 


«‘piftello tondo in'ambedue le parti, € che nel mezzo fi teneva con 


la mano, e fi percuoteva l’orificio ora in una parteorain un’altra. 

Machul Inftrumento da alcuni timato fimile al Siftro, da altri 
Itromento armato dicorde, 0 pure un cerchio pieno di campanelli 
di ‘metallo. 

Il detto Minghinim da molti ficonfonde ton il Salterio da 
altri con il Cimbalo. R. Hannafe ottimamente lo fpiegò con dire: 
Tubulo guedam lignea quadrata , in cujus capite manabrium<eft appre- 
benfioni aptum , fupratabulamverò binc inde funt globuli lignei; ant 
«erci catena ferce , aut etiam fuprasabulom extenfa cherde ex dio 

DESZ infer- 


CT) SO 
inftrti, © cumpercutitur tabula , globuli illi tum inter fe; tam com 
tabula fonumeduntelarifimumi (GG "3a af 

.  Magraphe Temid era un’altro Itromento , con cui erano chia- 
mati li Popoli al Tempio , fieccome li Sacerdoti ; e li Leviti, ma niu= 
no fpiegò di qual materia foffe compofto , nè quale forma avefle, 
ma folamente fi dice, che percoffo, rendeva fuono tale , onde fi 
puoteva udire nella Città di Jerico , che perciò il P. Kircherlo ftimò 
eqivalente alle noftre Campane, ti 

Seguono poi gl'Iftromenti da fiato , de? quali alcuni pochi così 
s'accennano, . fi; | | | 
Uno conteneva molte canne ineguali nella lunghezza, e grof- 
fezza inferite in un legno, nel quale era un canale, per cui fi traman- 
dava il fiato , quando fi vnoleva finonare,. e conle dita fi apriva, e 
chiudeva l’adito a piacere , acciocchè le canne rendeffero il fuono 
nel modo, che ora vediamo pratticarfi nelli Flauti, e fimili. Era 
detto Mafrakitha, ed alcuni ftimarono effere accennato in Daniele , 
ove fi dice: ST audieris fonum fifule ; foprache fi deve avvertire; 
che le fiftole degl’Ebrei erano di trè forti, come afferma il fopradet- 
to P. Kircher a carte 54. del primo Tomo della fua mufurgia, ove 
dice: Z/lule Hebreis ufitate triplicis generis erants primo cornibus 
«Animalium in filulis adaptatis, ut babetur primo Paralip. cap. 25-fè- 
cundò utebantur quodam cenere Tibiarum, quas itidem ex Animalibus 
fici afumebant, ut Gruum, Ciconiarum Bc. Tertio Infirumentis 12 m0- 
dun cornuTauri, vel Capreoli vecurvis, que propò orificium erucile- 
fientia s continuo paulatin incremento ad alterum ufgue cxtremum dila. 

tabantur s provfis fimilia noffris ,guos Cornetti sulco vocant.. 

.. Ma da qual fonte.traeffe quefto Autore tale narrativa, da lui 
non fi dice; onde lafciando ora di determinare qualnumero, e qua 
le diverlità d’Iftromenti da fiato fi ufaffero dagl’Ebrei, accennare- 
mo folamente ciò, che fcriffe Giufeppe Ebreo riferito dal medefimo* 

| Autore a car. 55. cioè che Salomone, avendo infufà da Dio la ftien- 
za di perfettiffima mufica, oltre li molti vafi fatti fabbricare per fer- 
vizio del Tempio, fece comporre quarantamila Iftromenti mufica. 
li, li quali cipartitamente fi adoperavano nelte felte in elfo celebrate, 
(fecondo la diverfità delli cantici; onde fi rendeva perfettiffima ar- 
monìa. Li Rabini Calonimo, e Hannofè afferirono effere ftati li 
Cantici di dieci forti diverfe, a ciafcuna delle quali era deftinato un 
certo numero di perxfetiflimi Iltrumenti s il fuono delli quali era a 
quelli adattato. 2 Ave- 


Aveva apprefatale Idea Salomone dal fuo Padre Rè David, 
ft quale mentre alfifteva all’Arcasfigura mifteriofa delTempio fabbri» 
cato ; poi dal figlio, affegnò gran quantità di Cantori, che v'affifte- 
vano come. fivlegge' nel:primo, delli Paralipomeni cap. 5. ]fi funt, 
quos contitait David fraper cautores Domus Domini , exquo collocata 
ef Arca, O tniniftrabant coram Tabernaculo Teffimonitcumentes , do- 
mec adificaret Salomon Domum Domini in Hierufalem . E poinel me- 
defimo capo, e netfeguente fi numeranotle clafli di talimufici, e la 
varietà degl’Itromenti, con.il fuono delli quali fi accompagnava- 
no le voci nel dare lodi'a Dio . Sq “a sborra 

Furono quefti fagri, e armoniofi riti offervati dal pio Vefcovo 
Trevirenfe Amalario Fortunato nel libro 3. cap. 3.3 ove ferifle: 
Cantorum ordimene fifcopimas ex Davidica infitutione , quando reper= 
canda erat Arca Domini de Domo Obededor in Civitate David; poi- 
chè precepit Darid, st verba dierum narrari > conftituere Levitas de 
Fratribus fuis cantores in Organis Mnficorum, conftituerunt Levite 
Eman y Afaph, Ethan, ut concreparent'in Cymbalis cneis, © poft 
veligqua Afapb autem , ut in Cymbalis perfonaret . Bonanim verò» 
6 Aziel Sacerdotes cancrent tubis jugiter coram Arcam Federis De- 
sini « Lu illo dic fecit David Principem adconfitendum Domino Afaph, 
(5° Fratres ejus , © iterum Eman quoque , © Fudithum canentes tuba, 
© guatientes Ciubala , © omnia Muficorum Organa ad canendune 
Deo & iterum Cantores fili Afaph fiabant in ordine fasijufta prace- 

pium David 6 Afaph © Eman © Fudithbum Prophetorum Regis, 
Cantorum primus Emens extitit_ Hi vevd first qui afllichant cum fikits 
suis de filiis Caatb s Eman, Cantor filius Fabel filit Samuel, filit 
Eleana ; fili Maath , filit Adofai, fili Fohel , fili Azarie, filii Sopha- 
nie fili Thahat, filii Afir, fili Abibafaph , filii Thare > filit Soar, 
filii Coatb, filii Levi, fili Ifracl © fratrescjus , qui ffabant è dextris. 
ejus. | 
In quefta narrativa fi vedono diftribuiti in Cori li Mnfici elet- 
ti dal Rè David , del quale S. Agoftino lib. de Civit. Dei cap. 14. 
fcrille: Erat autem David în canticis eruditus., qui harmoniaw mufi- 
cam non vulgari voluptate y fèd fideli voluptate dilewerit.  — 


CA- 


CAPO IL 


«Si accenna La Varietà di altri 
| I/tr omenti Da la difficoltà di : 
|. poterli deftrivere. 


RI li già accennati Itromenri ufati dagl’Antichi Ebrei, Ii 
quali non fi poffonercon certezza deferivere ; altri molti fe ne 
:_—» poflono riferire ufati da diverfe Nazioni, ‘alle’ quali tutte fù 
fempre grata lamufica, Quefti, è per la fucceffione :deltempo , 
‘Ò per la varietà «delli medefimi s ‘Ò per la memoria perduta sfono 
fi difficili a riconofterfi ; che.in modo ‘alcuno non fi poffono con 
‘certezza nè meno nominare, e molto meno ‘afferire ; fe ‘gl’antichi 
corrifpondono:a quelli nella noftra età adoperati; efempio, ne fia 
run breve Catalogo d’alcuni riferiti dall’erudito Bulengero a.car..3/65. 
del fuo Teatro, ‘alla fpiegazione delli quali certamente’ fi ricerca 
«un Edipo, che -poffa prima indovinare la forma e la qualità di 
:ciafcuno . | Ren 
& SUnt autem , dice egli , que disitis aut pettine feriuntur, Lyra y 
*Cythara, Barbitum, Chelys, Pfalterium ,Organa , Sambuca, Pi, 
€tides ; Forminges , Phenix, Spadix, Lirophenicium , Clapfi- 
‘ambus., Periambus , Jambuca.,. Sitidapfus, Epigoneum , quod 
«habet chordas 40. ‘Simicum.35. Monachordum eft Arabum inven- 
‘tum , Tricordum futharium , loris, & crudo Corio Bubulo apram 
erat, Caprarum Chele, feu ungule prò plettro erant. Piithyra fuit 
quadrangularis ., quidam: ufum faciunt cùm Aftaro , qui later- 
culus erat cubitalis canens per attra&tas pinnas, qua circumnerfes 
fonum efficiebant crotalo fimilem.Et Magadis Tracum,-Pelix eft 
Iftromentum., quod .pfallitur:, Citula Iftrumenti fpecies 5 gallis 
Chrotta,, fpecies tibie Anglice. 

Sin quì.il Burlegero,con pari eloquenza», e dubbiofa Gignifi- 
cazione di voci da poterfi riconofcere li diverfi Itromenti indicati. 
«Senza dunque formare queltioni inutili, e proporre dubbiofe ricer- 
che efporremo quelli Htromenti, delli quali non fi può dubitare 4 
è farà difpiacevole cofa ilriconofcere la forma di ciafcuno dna 
I nel. 


prEN IZ SD i 


EL 
nelle Immagini aggiunte con quelle notizie3 che di ciaftuno faranno 
fuggerite ,, eidalli marmi antichi, e dagl’Autori principali-, liqualà 


fecero di effimenzione + I 
GRA RO Ri 
» Divifione desl Iffromenti 
fonorz. 


Onè quì da effaminare la qualità del faono; effendo quefto 
LN inefplicabile, mentre con un folo ; ed ifteffo Itrumento fi 
può rendere ilfuonoin tono:diverfa ora grave , ora crudo, ora ftre= 
‘pitofo ora foave , fecondo itfiato, olimpulfo, e percoffe , che fi 
danno al medefimo . Bafterà perciò ricordare la divifione di Caflio= 
doro nellibro fecondo de mufica , ove fcriffe renderfì il fuono in. 
trè modi: Organerun aliud percutitur >, alind intenditur, aliud infla- 
tur . Percutiuntur Acetabula anca > vel argentea 3 alli quali fi poffono 
aggiungere anche altre materie: Tenduater Ades, que plettro pere 
cufîe mulcent aurium fenfum » Inffantur Tuba, Calami, Organa Da 
que fpiritu animata în fonum vocis asimantur . SE 
È ’Queftetrè Claffi d'Iltromenti daranno la materia da defcriverfi, 
e procederemo coll’ordine retrogado , efponendo prima gl’Iftro- 
menti s che fi arimanò colfbato, nel fecondo luoga quelli, nelli quali 
le corde, o di metallo, o d'altra materia ftirate, e percoffe rendono. 
l’armonia; La terza Claffe conterrà tuttt quegl' Iftromenti, dalli 
quali per le percoffe fi cagiona qualche fuono, che quantumque non , 
fempre fia armonico , fi rende:però utile in varie occafioni: a chi li 
percuote . “2 
aa LU divifione d’Ifromenti appartiene alla parte della mufica 
chiamata armonica organica , di cui parlando Amalario nel capo. 3- 
dellibro 4. de Divin. offici fcriffe : Triformis eft natura mufice artis 
aut enim per pulfum digitorum fitsut in Pfolterio, Cythara, È" ceteris 
vafîs, que pulfu digitorum tanguntur, aut per vocena, Ul ef} cantuss 
aut per flatum , ficut eft in 7! ubis. Hec enim memorantur in Pfalterio . 
Dicit Pfalmus 32. Confitemini Domino în Cythara , in Pfalterio decer 
chordarum pfallite illi; contate, © Canticum novum bene p/allite ci 
| 20 


SM 16 è | 

in vociferationese aggiunge Amalario: Quando enim P/almos cantori 
genus cxercemus mulica,guod fit per pulfîtm disitorune nam & Plalterit 
volumen nomen è P/alterio mufice artissguando legimus,genus illud exer= 
coemussguod per vocem fitzleCtiomem voces vocuvit Paulus ApololusIenoran= 
tes sinquit, Fefum, © voces Prophetarum, que per omne fabbotuns 
leguntur . Quando refponforia cantamus , quafî per tubam cxsaltamus 
vocem . (70. | 

Da quefta triplicata radice. è incredibile » quanta diverfità 
d’'Itromenti muficali, e quanto vario fia itato fempre l’ufo di effi 
‘appreflo le Nazioni tutte del Mondo; ftimolate molte dalla religio» 
ne, concui vollero accrefcere nelculro delle Dcità fognate la foa- 
vità, e varietà del canto; Altre dalla vaniaà e piacere delfenfo , è 
cui ftudiarono di fodisfare, o altti motivi » de’quali fe ne pottebbe 
regiftrare un.copiofo Catalogo. E acciocchè non fembri detto fen= 
zaragione, non farà fuor di propolito premettere alcuni ufi prati» 
cati deluono, e della Mufica ftata fempre grata a tutte le N azioni, 
benchè barbare, afine di eccitare var) afletti, ò di allegrezza nelle 
fefte Teatrali, o nelli Trionfi , o di furore nelle Battaglie , odime- 
ftizia nelli Funerali, e fimili, come apparirà in alcuni pochi, che 
giferiremo. ci 


ye 7 
‘CAPO IV. 


‘Dell'ufo degl Ifromenti Muficala” 
nelli Sagrificj, e Fefte 
degl’ Antichi . 


I Uanto fi ufaffe dagl’Antichi la Mufica, edil fuono nelle Fefte, 
e Sagrifitii, non può negarlo fe non chi non ha notizia dell’ 
Itorie . Fù antico precetto Divino fatte alli Sacerdoti Ebret 
al celebrarle con tale folennità ; come fi legge nel decimo delli Nu- 
meri V. so. Si quando ( dille ) babebitis Epulum, © dies feftos, © 
calendas, canetis tubis fuper bolocaufum , © pacificis vittimis, ut fnt 
mobisinrecordationem Dei veftri: Mà ciò che per motivo di pietà fù 
înftituito, e voluto fantamente da Dio, col decorfo deltempo dege- 
nerò, e dopo gl’ Ebrei li Gentili, ed Idolatri pratticarono con il 
vizio, e profanità gl’atti della Religione, ritenendo molte pie ufan- 
ze, ma mefcolate col vizio , come avverti Ovidio. 
Fefta dies Veneremgue vocat cantufque morumque ; Uforono 
perciò non folamente il fuono delle Trombe da Dio prefcritte, ma 
diverfì altri Itromenti accennati da Prudenzio him, 2. Apoth. 


© Eecait » © varios jabet obmutefcere cantas — 
Organa, Sambucas, Cytbaras Calamo/gue tubafgue 
Stalta fuperffitio tacuit Bc. 
E Ovidio parlando delle Fefte fatte in onore di Giunone 4 
Faftor. pr i ARA 
Protinus imflexo Berecintbia tibia corne 
Flabit, © Idee fefia parentis crunt, 


Abunt fomimares, © inania Tympana tundent 
AEraque tinnitusere vepulfa dabunt » te 


La fteflo accadeva nelle Felte di Bacco . I e 
! a si 


2 13 è 
Tinipana cum fubito non apperentiarducis © 
Obffupuere fonu, © adunea tibia cornu 
Zinnulague ara fonant Dc. bd 


Così anche Apulejo lib. 1. metam. defcrivendo il fagrifitio 
fatto in onore dellaDea Ifide;racconta laMufica,e li fuoni,con li qua- 
li fù celebrato : Symphonie debine fuaves FiSfule Tibicque modulis 
dulcifime perfonabant. Ibant, 6 dicati magno Serapi tibicines, qui 
per obliguum calamam ad aurem porrettum dexterafamiliarem Templi 
Deique, nodulum frequentabant . Defcrivendo poi li Cantori fog- 
giunfe «Hi capillum detonfi funditusverticem prenitentes, © argeniciss 
imò verò aurcis etiam feflris arsutum tinnitum conftrepentes. 

Conferma tale antico coltume Ifidorolib. 4.orig.c. 20. dicendo: 
Tibias excogitatas in Phrigia ferunt, has quidem diù in funeribus adbi- 
bitas, mox 0 fucris Gentiliumz e Macrobio lib. 2. in fomn;fei p. cap.2» 
Sonos Muficos in facrificiis adbibuerunt, qui apud alios Iyra , vel Cytha= 
va, apud monnullos Tibiis altifgue muficis ont fieri folebant . 
Confermò queft' ufo Aleffandro ab Aleffandro lib. 4: cap. 17..ove 
fcrifle : In Prifcorum Sucrificiis femper inter vefiendum Diis camere fo- 
lebant, quibus Sacrum ficbat, 5 Strabone lib: 10. Cybelis Sacerdotes 
càm tinnitu Cymbalorum, © fonitu Tympanoram facra facere folebant ; 
Offervando talrito M.Antonio Imperadore, fi raconta, che mentre 
fagrificava adoperafle: ZZulieres pheniffas , que im orbem curfitarent ; 
Cymbalague ; © Organa Mufica circum Aras pulfarent » 

Trà li molti Marmi antichi , nelli quali fi rapprefentano li 
Sagrific) celebrati coll’ affiftenza delli fonatori, fingolare è quello 
rammentato dal Bartolini de Tibiis Veterum pag.110. efpofto dal 
Cafali par. 3. cap. 7. de Splendore Urbis Rome, ma più d’ogn’altro 
apparifte nella Colonna Trajana efpofta dal Ciacconio Tab. o. Ove 
fi vede efpreffo un Sagrificio ; a cui affite un fuonatore di doppia 
tibbia , ficcome' un'altro , che fuona la Tromba, ed altri s chefuona- 
no le Trombe ritorte, dicendo il Ciacconio al num. 75. della fua 
fpiegazione 7i2icinas interim, dum peragitur Sacrificium tibiis de mo= 
76 OCCINUNE + | 

Era fi coftante l’affiftenza delli Suonatori nel tempo delli Sa- 
grifitii, che vi era deputato un Collegio di ef per tali funzioni, 
come apparifce in una famofa Infcrizione riferita da! Grutero pag. 
269, ove fi legge, i tata 

< Tibi- 


sp. 


o (RT 
Ò Li 
DS 


4 19 d© 
Tibicines Romani + 
Qui Sacris » 
Publ. praftò funt - 
E un’alttra pag. 175. 
Collegio Tibicinum , © 
Fidicinum Romanorum . 
Qui S. P. P. S 
Tit. Fulius Syranas 
Munis perpetuus , © 
Vbius Tirunnus F. 
H.;G. DD: 
Nelle quali Inferizioni fono fpecialmente da confiderarfi le Jettere 


S.P. P. S., che vengono fpiegate da una di effe , cioè Sacris 


Publicis Prefto funt ; mentre quando fi dovevano celebrare li Sa- 
grifitii erano come principali Miniftri di efsi intimatiad afsiftere, € 
fubito vi andavano con li loro Iftromenti, per accompagnarli con 
gratifsime Sinfonìe ; che perciò erano chiamati Templorum Tibici- 
mes, come fi legge appreffo Firmico cap. 7.del lib. 4. overo Tibicines 
«Sacrorum s come fi legge appreffo Gellio lib. 1-cap. 12. 

Erano perciò molto ftimati tali Miniftri; Onde finito il Sa- 
grificio erano fatti partecipi dopo li Sacerdoti delle Carni fagrifica- 
te. E’ degno di effer quì rammentato un lepido fatto raccontato da 
Livio nel libro 9. cioè , che effendo ftati privati una volta dalli 


Romani di tali cibi li Suonatori, efsi fdegnati ufcirono da Roma, 
e fi ritirarono nella Città di Tivoli, e perche fenza di effi non fi 


potevano celebrare li Sagrifiti , determinò il Senato di mandare 
legati alli Tiburtini, acciochè li rendeffero , ne potendoli indurre 
nl ritorno, mentre fi dichiaravano gravemente offefi , ufarono uno 
{trattagemma con celebrare un folenne Sagrificio > dopo il quale 
fomminiftrarono loro abbondanza di cibi; e bevanda ; Onde ag- 
gravati dal troppo mangiare, ebevere tutti furono foprafatti dal 


- fonno talmente profondo ; che poterono effere collocati in alcuni 


Carri, e condottiad una pubblica Piazza di Roma, ove fvegliati, 

furono pregati a rimanere , ed a ciò indotti fù loro conceduto » 

che ogn’ anno poteflero per trè giorni comparire coronati in fegno 

d’allegrezza, | 

Se fi ricerca qual foffe il motivo d’ accompagnare con la Mu- 

fica 3 € con il fuono li Sagrifitii , afferma Cenforino effere ftata 
a a. una 


42 20 è@ 

una delle cagioni , acciochè li Dei udifferola melodia, e ne traef- 
fero diletto, ma Plutarco de ‘fuperftizione , riferito dal Caufino 
lib. 2.Symb: ZEgipt. Hierogl. 74. afferà , che il principio di tale ufan- 
za fù quando in Cartagine ufarono le Madri di fagrificare li fi- 
gliuoli a Saturno, al quale barbaro coftume tutte erano tenute, 
che perciò chi non aveva Figliuoli era obbligata a comprare qual- 
che Bambino per facrificarlo , e acciochè non fi udiffero li fo- 
fpiri, e li lamenti fi delle Madri, come delli figliuoli fagrificati, 
vollero, che prevaleffe lo ftrepito delli Mufici , e degl’Iftromenti: 
muficali . Coftume barbaro, dopo il quale perfeverò il fuono, 
ò per diletto delli fenfi , è per motivo di Religione , benche 
falfa , € fuperftiziofa, poiche fi offerivano Sagrifiz] alli Dei colfi 
fuoni, mentre fi perfuadevano , che effendo irati fi farebbero 
con quella melodìa placati, onde derifi da Arnobio lib. 7. dicen- 
dos Etiam ne Dii eris Tinnitibus , © quafSationibus Cymbalorum 
afficiuntur è Etiamne Symphoniis quid efficiuni crepitus fcabilorum, 
ut cum eos audicrint Numina, honorificà fecum aftiment aftum, © 
ferventes. animos iterum oblivione deponant; An numquid ut parzuli 
pufiones ab ineptis vagitibus crepitaculis exterrentur? Auditis cadere 
vatione Omnipotentia Numina Tibiarum firidore mulcentur + 


logo” Vee 
Trionfi celebrati col fuono. 


P ©On pompa non minore folevano celebrarfi le fefte inflituità 

in onore degl’ Uomini, quando quefti dovevano ricevere 
fe corone reali 3 e comparire in pubblico trionfanti ; Coftume - 
pratticato fino dall’ anno 3020. dopo la Creazione del Mondo, 
an cui Salomone fù creato Rè d’Ifraele, fecondo it computo di 
Saliano:; fe £i legge il Capo primo del libro Terzo delli Rè, fi 
troverà, che nella Coronazione di effo li Popoli prefenti cecize= 
vunt buccina, © dixit omnis Populus vivat Rex , e poco dopo fi 
dice , © cecinit univerfa multitudo pof} eum ; Populus canentium Ti- 
biiss © letentium gaudio magno, © intonuit Terra è clamore eo- 
yum . Nel cap. undecimo del libro 4. fi racconta 1’ Elezzio= 
ne del nuovoRè fatta da Jojada Sacerdote; fi dice, che - 

: . Vidi 


2 21 0® 

vidit Regem flaniem fuper Tribunal juxta morem > O Cantores, © 
Tubas propè cun, ommemgue Populum Terre letontem, © canen- 
tem tubis. tà 

E fe benein tuttele relazioni di tali fefte fi fa menzione di 
«re foli Ktromenti, cioè Tubarum , Tibiarum, O Bucine , notò 
Y erudito Padre Fortunato Scacchi nel cap. 55- del Mirotecio ter- 
zo, doverfi anche ftimare non effere ftati efclufi molt’ altri I{tro- 
.menti, come poi pratticarono li Gentili, ritenendo coftumi apprefi 
dagl’ Ebrei, e dalla Legge antica ; Ciò fi ha da Apulejo, il quale 
raccontando le fefte fatte in onore d’ Ifide lib. 1. metam. ; lafciò 
| feritto Simpbonie debine fuaves Tibicque modulis dulcifsimis per- 
fonabant . Ibant , © dicati magno Serdpi Tibicines s qui per obliguurt 
calamum ad. aurem porrettum modulum frequentabant . Più chiara- 
mente nellib. 3. Florid. diffe . Vox bominis, ©. Tuba variatior® 
Tibia rudiore tenuior > © Lyra concentu jucundior, © buccina figni- 
ficata longinquior . 
| Ne fi contentavano , che foffero varii gl' IRromenti ; colli 
quali fi applaudiva al Trionfante , ma replicavano Ti Cori dicfft; 
‘onde ficcedendo la pompa del Trionfo , fuccedeffero anche di- 
verfi Sonetori. Il Bulengero nel cap. 28. del lib. fopra li Trionfi 
afferma, che nel quinto luogo feguivano li Trombetti ; Il Pan- 
vino feriffe, che in trè Tuoghi erano tali Suonatori , cioè in fronte, 
poiche precedevano atutti gl’aleri , perciò detti Precentores, fe- 


‘condariamente po? aurea vafa, ch'era il quinto luogo , € poi vi- 
cino al Trionfante, na Il Dulcustita xifiutò talo racconto , dicen- 
do, che vicino al'Trionfante erano non le Trombe, ma li Cita» 
riti, ò Citaredi. Quefta opinione di replicati , e diverfi Cantori, 
ficcome Ia diftribuizione di efsi nella pompa delTrionfo, fù ele- 
gantemente efprefsa da Lipfio , ed in bella fcoltura fi può ve- 
dere aggiunta al fuo trattato nella nuova edizione del Tomo no* 
no delle Antichità Romane ; pubblicate dal Crevio. | 

Bafterà quì l’avere accennato il diletto > che dagl’Antichi fi 
traeva celebrando li trionfi coll’accompagnamento della Mufica; € 
del fuono principalmente di varii Htromenti , dalli quali fi formava- 
no finfonìe all’orecchio gratiffime , ed acciochè fi rendeffe la pompa 
più vaga , e grataalli fpettatori, folevano gli Sonatori eflere fuccinti, 
‘e coronati, come fi vedono appreffo il Panuino, ed altri. 

Tale diletto a baftanze refterà fpicgato in ciò, che racconta 


Na Lucio 


+2 22 0@ 

Lucio Floro, lib. 2. cap. 2. dellafua Iltoria di Duillio , il quale ri- 
portata la vittoria appreflo Lipari : V4er/a, © fugata hoFium elafe 
primum illum maritimum egittriuimphum; e perchè ne concepì un 
piacere indicibile, dice il medefimo Iltorico: Mom contentus unius 
dici Triumphi , per vitamomnem , ubi ù cenarediret pralucere funalia, 
pracinerefibi tibiam juffit > quali quotidietriumpharet . 

La fteffa vanità di Duillio , racconta S. Aurelio vittore de viris 
illuftribus , e Silvio Italico, nellibro fefto , ove fcriffe : Cai zobtur= 
sus homos fuperbia clara, facergque poft epulas Tibicen adeft . 


Gis P* O VI 


Della Mufica nelli pubblici 
Giuochi , e Feste. 


C He fi ufaffe la Mufica particolarmente con il fuono di varj 
i4 Iltromenti nelle pubbliche Fefte ».lo riferì Cicerone nel libro 
primo de Legibus, oveafferma effere prefcritta tale ufanza da legge 
particolare a tutti commune: um Zudi publici è cdm fint ( dice egli) 
Cavea circufque divifi corporum concertationes , curfu, © pugillatione, 
Iuctatione > curriculifque equorum , ufgue ad certam vieloriam circo 
conStitutis cauca, cantu voce s acfidibus, (9 Tibiis dummodo moderata 
fint, uti lege preferibitur: 
elle quali parole fiaccenna effere prefcritti li Suoni, eilcanto 
in modo ; che foffero non confufi, ma regolati colle leggi della 
Mufica, onde riufciffe il concerto di effi grato al Popolo fpettatore, 
e utile a chiunque fi efercitava nelli giuochi. che perciò prima di 
darf principio alli medefimi, fi udiva un’ ottima finfonìa intuonata 
dal fuono di una, overo molte Trombe , al fuono delle quali ficce- 
devano le voci degl’altri Iftromenti Muficali di&ribuiti in Claffi, e 
accrefcevano la melodìa , con cui fi pafceva l'udito , mentre l’occhio 
godeva delcorfo; e delli varii combattimenti di quelli, che nelTea- 
tro ftimolati dal fuono fì efercitavano. i 
Tale ufanza di darfi il fegno per li giuochi con il fuono fù ri- 
ferito dal Bulengero nel capo 17. de Theatro con recitare li veri 
di virgilio pref dal quinto delle Eneidi, | da, i 
| nde 


aa 23 e 
Inde ubi clara dedit fonitum tuba finibus omnes » 
Houdmora,profilvere fuis ferit cibera clamor 
Nauticus Oc 


Così parimente Ovidio diffe < 
Signa Tuba dederant cun carcere prompius utergue 
Emicat Dc, 


Coltume ritenuto fino alla noftra età; come fi vede nelli giorni 
Feftivi,nelli quali fi efercitano con il corfo li Cavallise altri Animali. 
Nè folamente per tal fegno fi ufavono le Trombe, ma in tutto 
jl tempo delli giuochi, durava il fuono fi di effe, come di altri Iftro- 
menti; e ilcanto delli Mufici. Succedè tal coftume di darfi il fegno 
per li giuochi con la voce delle Trombe ; al coftume prima prattica- 
to di darlo con gettarfi una falvietta, è fimile tela da un luogo emi- 
nente del Teatro, come fi riferifce da Paufania, lib. 2. Eliac. citato 
dal Bulengero cap. 26. de Circo, ufanza dice Caffiodoro nel libr. 3. 
varior. proceduta da Nerone, il quale mentre definava nella parte 
fuperiore del Teatro, volendo dare il fegno per li giuochi , 
gettò da una Feneftra una falvietta: 72704 ( dice ) Sizzum dat 
Circumftantibus Nero prandens, fagitante Populo mappam abiici juffit > 
per fencfraii . 
© Datofi il principio dopo il fegno del fuono agli giuochi fi 
profeguiva ilfuono, dal quale fi eccitavono li fpiriti, ò delli Ca- 
valli, che correvano ) ù dogl'Uoniinui, clu iu udiverfe maniere com- 
battevano , come riferì Seneca nella lettera 88. Nor vides quam mal- 
sovun vocibus chorus confiat ? Accedunt tiri , femine interponuntur, 
Tibiefingulorune ilic latent , vox omniune apparent . Onde come notò 
l’erudito Gafparo Bartolini capo 10.del libro 2. de Tibiis Veterum, 
era deputato nel Teatro unluogo detto : Orcheltra, nelquale era 
il Coro delli Sonatori, e Cantori, dal luogo furono nominati Thize- 
lici ,e'parlando di effi Salviano 6: de gubernazione Dei fcriffe: Qus 
locus majores Chriffianoruw copias habet, cauca ne tudi publici, an 
Atrium Dei? Et Tewmplum omne magis feStentur an Theairum. Ditta 
— Evangelicorum magis diligant , an Thymelicorum . 
| Lo fteffo coftume fi pratticava nel Teatro delle Commedie, 
come difufamente dimoftrò il medefimo erudito ferittore nel capo 
citato , ove dimoftra la differenza delli Suoni ufati fecondo la er 
Se it 


fità delleazzioni, e delli giuochi s che dalle Sinfonie fi accompa- 
gnavono che perciò ( dice.egli ) 22% modi Tibiarum, © fabule inge- 
miumtemperabantur , ufgue adeo ut auditis Tibiis Popolus fciret, que 
fabula danda cNet. La fteffa ufanza fi pratticò nelli balli, la fteffa 
nelli gefti degl’ Iftrioni, onde li fpettatori fi ricreavano nonmeno 
nel vedere ; che nel udire. i 


MA POOVII 
Delli fuoni ufati nella Navigazione . 


Qnè Nave, nè legno in Mare, in cui non fiufi qualche Itro= 
mento da fuono , a fine di allegerire comefllo il tedio della 
navigazione; e delle dimore penofè, che fi fanno perle calme; e 
er la mancanza delli venti : Pediano appreffo Cicerone citato dallo 
Scheffero de re nautica pag.180. Sciendure c/t ( dille ) cdm remigibus 
per Symphoniam, cythara, © per afam vocere ideft non prolatam per 
cytharan ; tale finphonia fù detta da Cicerone: Cazzilena nautica 3 
e tale coltume fù avvertito da Iidoro orig. lib. 7. cap. 16., ove 
fcrifle : Siguidem remiges cantus hortatur , ad tollerandos quogue labo- 
res, AMufica animum mulcet , © fnzulorum operum Vision 
modulatiovocis folatur. 
‘Lo fteffo affermò Cenforino cap. 19. Wo facilius fuperent ta 
Goremy velina Navis motu vettore Simphonin adbibetur . 

0 Per tale motivo fino dallitempi antichi fù introdotto il canto 
nelle Navi: Onde appreffo Atenco nel lib. 1 2. fi dice, che tornan- 
do Alcibiade dall’ efilio era nella Nave fogetto: Qui carmen nau- 
sicura canebat 5 e nel medefimo tempo li Naviganti profeguivano la 
battuta, percuotendo le acque conli remi, d'onde procedeva naa 
certa Armonìa di cui molto fi dilettavano li Naviganti. si 

Ne fece teltimonianza Maffimo Tirio nella difertazione. 23.; 
ovediffe: Quidin mufica bona e/t barmonia unum aliguid ef? bar- 
monia multiple» vocumdiftordia în Trivemi unum aliguod eft vox tibie 
multiplex inobedientia ; e nella difertazione 31./# Nuvi ila regia 

gibia, fremitufque hominum, © ftridebat arundo; e parlando Cice- . 
rome di Antonio nella orazione. contro Verre .. A ac profeStus Ans 
zoniys quidim Simphoniasos fervos adducebat per snjurian, quite: Si in 

alle 


ne. Qu 


_____ y_——_ _ vrpeaà(|]@4—.rr—_— 
w er: e 


| È 52 25 2 bio È 
«Cafe uti velle dicebats Silegga lo Schefero de ke Navali ove offer- 


vò varii modi, ed ufi del canto appreflo gl'Antichi nella Navigazio- 
i) bafterd averli accennati pet trasferirci dall’agitazione del 
Mare alle Salesovecon quiete folevano celebrarfi li conviti « 


salino «ppepi 0° VEIL 
Del Canto ufato nelli Convitt : 


El luffo , con cui .gl’Antichi Romani imbandivano le cene + 
feriffe Macrobio lib. 3. Satur. cap. 16. una principale vani- 
ci ufavano'nel portare li-cibi, cioè di fargli accompagnate da Suo- 
natori di variî ftromenti: Adbibebant, (dice ) © aliam vanitatem, qua 
pretiofiores Dapes menjfis inferebantur.folemni quadans pompa vibicini- 
Dies itebantur . Ico cnim cemanie Severo Imperatore obfervatum fuit +. 
Non folamente nel-portarfi le vivande , aggiunfe Ammiano 
{ib. 30! Cdm appenerent ar exquifite cupedie #des ample nervorum arti- 
culato frabiligue fonitu vefultarent 3 fed © obfonit. ftindendi magifter 
(quem | Petronius Scifforem + 5-Carpum 0000 ) Fuvenalis Carptorent > 
Apulejus Diribitoven, manum dextram per edulia circumferebat > at- 
que ad Simphoniamidifcerpebot . Ma mentre a fuono regolato di bat- 
tute muficali divideva il Trinciante {e vivande; guftavano dieffe li 
Convitati, e fi profeguivail canto ; € le Sinfonle ora più , ora meno 
numerofe divocizc di firomentia- E INSOE 
Afferma Plutarco Symph-7. cap. 3. che talvolta fi ufava la 
fola Cetera, e ciò fin dal tempo di Qmero: Cythara jam olim etate 
Homeri edbibito in Conviviis, 6 Amicitiam confuctudinemgue adeo 
antiguam non licet diflolvere fed Cytharedis folis utendum eft , ut lu- 
élum, © funebrew complorationem è cantilenis fiummoveant » camentes 
Gere nominata, Gueque bominibus epulantibus arcomodata funt . 

‘A tale coftume pratricato nella Grecia fiuccedè una fimile ufan- 
za appreffo li Romari, come affermò Livio lib. 9. 724 Pfaltrie. 
Sambucifrieque® convivalia Ludionum obleEtamenta addita fant.Era- 
no perciò tal volta neceffitati anche li Convitati a cantare ; onde vi 
andavano preparati » nè sì facilmente potevano eGmerfì dall’accetta- 
re gl’inviti: tale coftume fi riferifce da Cicerone nella Queftione TU 
feulana 4. Afos epularun hit fuit , ut deinceps qui accamberci caneret 
adTibiam clarorum virorum laudes« Re Ufan- 


| 2 26 2 
Ufanza però più frequentata era,che cantaffero,e fitonaffero per- 
fone aciò deputate , e perite intal’arte, e perl’ordinario.ilcantofi 
formava da fanciulli. e fanciulle, effendo le vocidi.efli più grate all’ 
orecchio. Si hà ciò da Orazio lib.4Od.13.//le virentiss® dotke pfak- 
lere Chie ; e Gellio lib. 19. cap. 9. più chiaramente : Scizi/fi utriu» 
que féxus canentesz 4° p/alentes . Si conferma ciò nell’ Iftrizione 
fepolcrale antica riferita dal Panciroli. 
 dAuxefi Cytbarede 
Conjugi optima 
C. Cornelius Nerifus fecit 
i Et fibi. 7 
In Petronio filegge: Pueri ad pedes x Pucillator cantant în 
spfo quo fungebantur munere paronychia. tollendi © vinum: mini- 
rendi .. Il motivo per cui eleggevano fanciulli perdlcanto ,, non {- 
lamente era per le woci ordinariamente più grate all’orecchie, mà 
perchè, come dice Valerio Maffimo lib. 2. addotto dal Bartolini 
lib. 2. de Tibiis pag. 149. nell’udire le lodi degl’Antenati: Ade 
imitonda Fuventutem alacriorem redderent; ed acciocchè meglio l’ap- 
prendeflero fi cantava tal volta colla fola voce fenza l’accompa- 
gnamento d’Iftromenti. i 
Tanto affermò Varrone lib.12. de vita P.R.appréffo Nonio. 77 
Conviviss Pueri modeftè utcantillarent carmina antiqua, in quibus 
oudes crant majorum , aut affa voce | autcòm tibicinez nella quale pa- 
rola a/Sa voce, fi addita la fola voce a e fiefcludono!sl’Itromenti da 
fuone.:. è. 
i Bene è vero, che perlo più , maffime nelli Conviti folenni fi 
ufavano; ed erano di varie forti; Onde fi formavano finfonìe; 
tanto affermò il Demftero nelle note fopra Rofino lib. 5. cap: 29. 
ove ferifle., che mentre fi mangiava : Orgaza, Tibigyvariague alia in- 
fonabani Infirumenta,precipua tamen memorantur bydraulica ; € poco 
dopo nel.capo medefimo dice, neltempo delle cene: Orgazarii Cho- 
vauless? sbicines,Lyrile,Tympaniftrie,bydraule,Chordacifire în pulpi» 
ris camere folebane; e perchè riufciffe non meno grata la Mufica all’ 
«udito,che piacevole apparenza delli Suonatori,folevano quefti.effere 
coronati 3ò di alloro, è di altre Ghirlande, come riferifce il Pafcha- 
li de Coronis lib, 2, cap. 2.edil Bulengero de Conviviis pag. 3.18. 
‘afferma, che erano di mortella : Cirekrffrebant in Convivijs Cytha- 
rami 9 mirteam coronam. | Di 


ds 27_ 0 ia 
(Di tutto ciò teftimonio fedele fono li marmi antichi, nelli quali 
fi vedonoli Suonatori d’Iftromenti diverfi,e coronati. Fale è quello 
efpofto dal Ferrari de Re veftiaria part. I. pag. 92» da Gio: Battifta 
Cafali de antiquo Urbisfplendore cap.18. pag. 3 20-3 € dallo Scacchi 
Myroth.primo cap. 33., e l’altro del Ferrari part. 1 pas- 1 83. ficco- 
me. anche coronati apparivano li Suonatori nelli Trionfi, come fù 
detto, € fi offerva in quello defcritto da Lipfio neltomo nono delle 
Antichità Romane. 

Tale ufanza fi pratticava anche nelle cene Caftrenfi, come affer- 
ma il Bulengero nel cap- 37. del libro 3. de Theatra : Moris fuit ut 
sempore cene ad T'abernaculum Imperatoris omnes Tibicines, © Corniti- 
nestuba canerent, © buccina ; coftume ritenuto anche fino alla noftra 
età, mentre cin Mare, e in Terra fi fogliono fuonare le T rombe ; 
ed altri Itromenti nel tempo in cui,ò pranzano;ò cenano li Supremis 
e Signori di qualità . | à 

Era crefciuto atal fegno quefto coftume , che trionfava nelli 
Conviti l’inverecondia, mentre, come riferifce il Demftero nelle 
note fopra Rofino pag. 524. coll’autorità di Macrobio nel fecondo 
de’Saturnali : Now modo pueri procatiores bifte adbibiti officiis ; cioè 
nelcanto,e nel fervire li Convitati : Se4 0 puelle, nec defuit squi pfal- 
triamintromitti peteret , ut puella cx indufiria fspra naturam mollior 
canorà dulcedine») © falutationis lubrico exerceret iMecebris phi lofo- 

phantesz Non fi contentavano di pafcere il gufto conli cibi, e l’udi- 
to conla Mufica, mafodisfacevano agl’occhi con oggetti invere- 
condi, ed incitativi all’incontinenza 3 Fù defcritto quefto deteltabi- 
le abufo diffufamente da Filone Ebreo nellibro de vita contempla- 
tiva, tradotto in latino da Pietro Ciacconio come fegue, fi beveva in 
Calici. d’oto: AZini/trantibus formofis mancipiis, nontam ad prefens 

miniflerium quafitis, quam ad exbilarandos afpettu Convivarum oculo: + 
Fx iis minores pueri pincernas agunt, grandiores aquamafferunt , loti 3 

© vitidi , fucatique, acconcinnati , alunt enim Capillitiam velomninò 
intonfi, vel è fronte tantàm prafeStis in Orbem crinibus tenai(fimas can- 

dida/queprecintti tunicas anteriori parte ad genua demiffas >, pofferiore 
adpoplites, utringue mollibus teniis adftritti commi/Suras tunica pro- 

pendentibus ad latere finibus, fic ovnati adffant nutus obfervando quid 
quifque poffalet, adfunt © alii adoleftentes prima lanugine molles ve- 

Siti, qui paulo ante Amatorum fuorum delicia fuerunt È. on 
A ciòfiaggiungevano :: Vuria bellaricrum obfonioruta » condi- 

D 2 s Affgeroe + 


x 23 0 

mentorumque fpecies elaborata è Pittoribus, © Cupedioriis, gaorum, 
cdm nontantàm guftus fatisfacere, verdm etiam oculos exbilarare UA 
ditiss Dc» | a tft | TL collols 

Crefeiuto a tal fegno il luffo ; e la crapula;il Rè Teodorico fag- 
giamente sbandì la Muficadalle Cene,lodato perciò da Sidonio nella 
lettera feconda del primo libro : £d guòd ( dice ) ympanifftrias  Ly- 
riffas, precipuegue P'faltrias procul è Convivio fuo abdicavit Ec.e cid. fi 
richiedeva dalla ragione, mentre con abufo deteftabile erano ado- 
perati per pafcolo dell’incontinenza quegl’Htromenti dalla Divina 
Sapienza; èfuggeriti , è commandati all Uomo, acciochè avete 
in terra qualche melodìa per argomento, € faggio di quella Mufica, 
con cui li Cori Angelici in Cielo benedicono; elodano il Creatore 
dell’Uniyvetfo . 


CAP a 


Del Suono, e Mufica ufata 
I nelli Funerali. 


"On è fcenà in Terra in cui trionfi sllegrezza , e la cra» 
pula, che finalmente non fi trafimuti in Teatro di meftizia 4 
e di pianto. Tale apparato cagiona Ja. morte a tutti icommune; 
mà fe per quefta fogliono fpargerfi lagrime daldolore per la per» 
dita delle perfone più care ; furono: foliti molti d’accompagnaré | 
& loro fofpiri con le voci delfuonoz e del canto. tx ;3 
Fù tale coftume non folamente degl’ Ebrei, mà delli Greciz 
e delli Romani, alli quali, fecondo la più comune opinione, fi 
tramandò dagl’EDrei , e fi arguifce dalla parola Nezias che fignifica 
canto del Funerale ; la quale però alcuni ftimano derivata dal Greco, 
così Polluce, così Pietro Fabro nel capo 2. del libro 3. Tal pa- 
sola fi dice dalli Santi Girolamo, e Cirillo : Carmer lugubre fons 
dati nelle parole di Ezechiele cap.17. in lamentatione excifa Tyri > 
OG o/ument fuper te carmen lugubre; e nelcapo 32. Fili bominis cane 
carmen lugubre fuper multitudinem Aoypti : Se fi cerca di qualfor- 
te foffero tali verfi, tifponde il Sopranis nella Digreffione feconda, 
pag. 448. che erano verfi fciolti fecondo-l’arbitrio di chi li pro- 
nunciava + | "9 Si 


pè ce RE 


ì, 


: 2 29 e# O I 
Si recitàvano quefti prefente il Cadavero, e con ilcanto , come 


fiaccenna nel cap.32-di Ezechiele con le parole F%4 Qominis cane de 
‘appreffo Michea cap. 7- /2 70/4 die fumatur fuper cos parabola, © can- 
tabitur canticum cum fuavitate dicentium Go. 


Era quefto canto nonallegro ma flebile c mefto ; e fi accom- 
‘pagnava dal fuono ; di qual fortefoffe ; e quali ftromenti fi adope- 
raffero in tale funzione, non è fi facile a determinarfi, poichè varie 
fono le relazioni delli Scrittori. Pondertò il Sopranis le parole del 
capo primo del libro 2. delli Rè, ovefidice: Plonzit autem David 
planttum bujufmodi fuper Sat, © precepit , ut docerent filios Fude 
Arcum : e limò, chein tali parole fi debba intendere un'Iftromen- 
o mufico, con cui dovevafi accordare il canto , mà poi foggiunfè , 
che perlo più s'adoperava il flauto,detto 772/42 dalli Latini . Fondò 
la fua opinione nella relazione di S. Matteo cap. 9. dove fcrifle : 
Cum veniffet Fefus in Domum Principis (9 vidiffet Tibicines dixit, 
recedite non eni cf mortua Puella; E Fefto feriffe, MNenia cft Carmen 
quod , in funere laudandi grazia cantatur ad Tibiam ; anche Cicerone 
affermò lo fteffo nel 2. de legibus, dicendo: Honoratorum vIroruH 
Jaudes în concione numerentur > cafqueetiam cantus ad sibiciner profe- 
queturs cui Nomen Nenia; nelle quali parole dice Cicerone : Can- 
tas lugubrii nominati © p 

Il Guthero però ponderandonel Capo 23. lib. 1. de Jure Ma- 
‘niùm un detto di Varrone nel libro 4. de Vita Pop. Rom. , in cui 
dice che la Prefica; cioè la Donna, che foleva cantarelle Nenie., 
mentre cantava ;. Nezzaze: contare folitom ad 7 ibias, © fides, af 
ferma effere folo tale Autore, che afferifca la Cetera nelli Fune- 
rali, mentre da niun'altro, € dal folo Varrone fi racconta; On- 
de (tima; è che erralle } ò che la parola Fides appartenga adal- 
tro fenfo di parole mancanti: folus ‘hic Varro (dice Gurdero) contra 
Aattoruni omnium Fidem s qui Tibias his Cantibus foldm admove- 
rent 3: quare vox illa Fides ad alteram ‘orationis partere trabenda eJt, 
qua peritt.i. ‘Re TP bagi Ù 

Si può confermare l’opinione del Guthero con Autorità di 
Giovanni Nicolai ; il. quale feriffe un erudito trattato fopra il 
pianto folito farfi dalli Greci nelli loro funerali, e nel capo 9. pag 
mihi 118. dice Notandum autem quòd tempore luCtus ad Iyramca- 
sere mon licueritz quia Inftrumentum erat Apollini confecratuni, O 
dicetum. Pean cnim aliaque carmina exbilarantia ad lyram ilo bla 


“2 30 dé 
uti Francifcus Rous Archeolog. Attic. lib. 5. cap. 25. 
—_°——Mà ciò non effer vero univerfalmente, fcriffe il Kirchmanno 
cap. 1.de funeribus Rom. con apportare varie autorità in con- 
trario, poichè Seneca parlando: del Funerale di Claudio dice, che 
erat omnium formofifiimum Claudii fumus, ut foîres Deum efferri . 
Zibicinum , Cornicinum , omnifgue generis Sonatoruni tanta turbn 
tamtus concentus » ut Claudius audire poffet. 

Lo fteffo Autore afferma; che celebrandofi con pompa mol- 
to difpendiofa li Funerali , fecero legge li Decemuiri, in cui, co- 
me riferifce Cicerone nel fecondo de Legibus, fi preferiveva il 
numero di foli dieci Suonatori. 

A tuttaciò allufe Ovidio nel libro 6. delli Fafti . 


Zemporibus Veterum Tibicinis ufas Avoruma. 
Magnus, © in magno Semper honore fuit . 
 Cantabar fanis, cantabat Tibia ludis 
Contabat maftis Tibia funeribus.. 
È poi. Adde quod Adilis pompa , qui funeris srent 
«Artifices folos juflcrit effe decem . 


E con raggione fù fatta quefta riforma; mentre li Funerali, 
non erano meno difpendiofi delle Nozze, e delle Fefte Teatrali. 
Ne fcriffe fopra diciò un’intiero trattato il Kirchmanni. A noi ba- 
fterà riflettere a ciò , che firiferifce nel Jibro 2. delli Rè nel ca- 
po 3. cioè , che il Funerale di Abner: fù con tal pompa celebrato, 
che lo fteffo Rè David l’accompagnò + Così Marco Imperadore, 


{ come.racconta Capitolino: } accompagnò Lucio Vero defonto 


fino a Capua , con cui certamente fù il feguito della Corte Im- 


periale, e la pompa a quella condecente . Nè folamente fi co- 


ftume delli Gentili, mè anche delli Criftiàni, onde riferifce San 
Girolamo defcrivendo il Funerale della B. Paola ; che molti Ve- 
fcovi accompagnarono il di lei Cadavero , e v' intervennero le 
Prefiche lamentatrici con li Sonatori. rfritroy duri 

Mà fe appreffo gl’Ebrei,Greci,eRomani Gentili fit il canto meftò, 
e flebile appreffo li Criftiani fù lieto come frriffe S.Girolamo orat. A 
in Julian.de S.Paula.Ewiz n07 ululatus,nò plunttussut inter feculi bo- 
mines fieri foletfed Populorum linguîs diverfis cxamina concrepabant , € 
poco dopo.dicesche {i repeteva l’47/e/uia.In Epitaphio Fabiolz /a» 

(1 fuel 


' 


CISLIANO ERI NT I 


| ove fi legge wos dazem in capitonis Atei 


sè 31 (e dai; 

gnabant Pfalmi,&-aurota Templorum setta rebodutia în fublimiore qua- 

ticbat Alleluja.Cefsò poi il fuono delle Tibie, ò Flauti nelli Fu- 

nerali delli Criftiani, e fuccedè il fuono delle Campane, mà di 
ciò non è queftoluogo da trattarne . i 

Rimane però l’efame non meno curiolo , che intrigato fo- 

pra la qualità degl’ Ifromenti ufati nelli Funerali degl’ Antichi; 

poiche è gran controverfia trà li Scrittori circa efsi: Alcuni af- 

fermano che fi adoperavano li Flauti, altri le T rombe ; fonda- 

no li primi la lor opinione fopra le parole di S. Matteo al nono, 


ove fi dice, che il Salvatore cune vidiffet Tibicines, avertendo il . 


Sopranis a carte 495- effere differenza trà 7Y2icines, © Tubicinesy 


ciche ili primi fono Suonatori di Flauti li fecondi di Trombe , 
alla quale riflefsione foggiunge, che nelli Funerali delli Giovani. 


fi adoperavano li ‘Flauti, come. fcriffe Lattanzio Interprete di 


Statio lib. (6. Fubet religio ut majoribus moriuis tuba > minori=. 


bustibia vaneretar 5 Onde Stazio + 
T'ibia cui teneros fuctun deducere manes. 
Che perciò fi parla delli Tibicini nella morte della Figliuola 
dell’ Arcifinagogo morta incetà tenera. ae | 
Tale differenzafi anche auvertità da Aulo Gellio nellibro 20. 
; conjettancis îmvenimus fi- 
ticines appellatos > qui ‘apud Sitos canere foliti erant > hoc «ft vita 
FunStos 6 Sepultos, cofque babuiTe proprium genusTube, gua cane- 
rent, ac'cetcrotum Tibicinum proprietate differens, quos Siciniftas 


vulcus dicit == Fis fune mmonamencarii, quafcornicires- Pollucelib.4. 


ait Tbrenis accomodatas Tibias babentes Hi fiticines duplices crant $ 


vel T'ubicines, nam © Tubarum,, © Tibiarum frequens fuit in fu- 
meribus ufus . T'ubicines adbibebantar in Sepultura Nobilium ; Ali 
dicunt in Fuvenum funeribus tantàm ufurpatas ePe Tubas, alii ajunt 


in Plebejorum funeribus Tibias ufurpatas + Inter quos Lattantius 


Grammaticus onde Ovid. lib. 5. Faft. Eleg. prima . 
i Tibia Funeribus convenit iffa eis. 


La tromba poi adoperata nelli Funerali delli Nobili fi argui-. 


{ce da Propertio lib. 4. eleg. ult. 


Et meFte concinuere Tube cum fubita noffrum 
Detraberet le&tofax inimica caput . 


che perciò Silvio in comment. leg.in'Tabul. dice,che nelli Funerali 


delli 


sd I 
delli Nobili 3 mon fi cantavano le Nenie, perchè non fi pote» 
vano udire per lo ftrepito delle Trombe. ent 
Toglie tutti li dubbii il Nicolai a carte 109. ove dîce, che 


le Tibie, e le Trombe erano communi nelli Funerali delli siova- . 


ni, e Vecchi , delli Poveri; e delliRicchi; come anche credè il 
Kirchmanno de’ Funer. Romanor. lib.2. cap. 5. ma con differen- 
za, poichè con la Tromba accompagnavafi la pompa del Fune- 
rale, e li Flauti fi adoperavanò, quando fi cantavano le Nenie 
onde Ovidio 6, Fat. (e 
| _ Cantabat meflis Tibia Funeribus. È | 
Di qual forma folfero li fudetti Iftromenti , non fi può con 
certezza affermare, poichè come notò il Guthero erano di diver= 
fe fpecie , ò percagione degl’ artefici ; che le inventorono ; è 
per li paefi ove erano ufate, è per il fuono vario refo dalla figu= 
ra, ò dalla materia di cui‘crano fabricati.. | |’ 3 7 
Il Kirchmanni afferma nel.libro' 2. cap. s.che le Tibie ufa< 
te nelli Funerali erano: Cieteris Zatiores sy © longiores è quales în 
antiquis fepuleris fculpte videntur , «lo deduce «da Ovidio 5; îl 
— quale nell’Elegia 6. lib. 1. Amor. diffe ;. "AT 


Florida prò meftis Janiatus pluma Capillis. 
Prò lonza refonent cormina veftra tuba. 


. In conformazione diciò fi pud'offervare nella Pittura pofta 
dentro. l’antico Sepolcro. di Ceftio, ricopiata, e impreffa nel di- 
fcorfo fopra del medefimo di Ottavio Falconierio. aggiunta al- 
la Roma del Nardini, ove nella Tavola prima la figura terza tie= 
ne in mano due Tibie di tal forte . "00 

Molto raccontò degl’inventori delle Tibie Salmafio, e mol- 
to ne diffe Stazio ; alcune delle quali faranno da noi a fuo tempo 
efpofte . | RA SI i sl 

Refta per fine il. cercare le cagioni, per le quali erano cele= 
brati li Funerali conl’accompagnamento del canto, e del fuono. 
Il Nicolai afferma, che fi fuonava , acciocchè quelli li quali erano 
aflitti per la morte delli loro Congiunti diftratti da quel diletto, 
meno fentiffero il dolore, e fi fonda nell’ autorità di Polidoro 
Virgilio , che dice lo fteffo nel libro 4. cap. 11. de Rerum In- 
ventoribus. Sedulio con altri nel libro 3. afferma , che. pal Co- 

ume 


CS) 


33 
ftume fi praticava pereccitare gl’aftanti alli lamenti, ove dice » 


Funercofque modos canta lacrimante ferebant 
Tibicines s plansorque frequens confuderat ades è 

Che perciò Euripide ftimò, chela Mufica doveva farfi più tofto 
rielli Funerali, che nelli Conviti, poichè quelti fono di loro na- 
tura allegri, dove che nelli Funerali è bifogno di cercare follie- 
vo al dolore; come affermò il Mureto. Che perciò forfe Tirre- 
no figlio di Ercole, fecondo il racconto di Higino cap. 174- fe- 
ce una legge , in cui fi commandava ; che quando era morto 
qualcuno , fi fuonaffe una concha bucata, e con quella fi chia- 
maffe il Popolo al Funerale. Macrobio però nel lib. 2. in fomn. 
Scip. cap. 3. riferito da Kirchmanno lib.2. cap. 4. de Funer. Ro- 
man. affermò, che fi ufavano le Sinfonie nelli Funerali, perchè: 
Corpore extintto Anime ad Coelum redire credebantar  dulcedine 
Mufice:; che perciò ffimandolo errore fi .aftennero li Criftia ne 
da tal rito; come nota il Baronicall’anno31. 


CAPO X 


| Del fuono ufato nella 
VELA IA a 


Ino dall'anno dopola Creatione del Mondo 1530. prima che 
S Troja foffe edificata dalRè Dardano, furono in ufo le Trom. 
be per la Guerra ;, € ciò per commandamento fatto da Dio a 
Moisè , poichè fi legge nel capo ro. delli Numeri, che parlando 
a Moisè diffe i S7 exierizis a4 Bellum de Terra vefra contra boftesy 
gui dimicant adverfits vos clangetis ulnlantibus tubis Gc. e circa 50. 
anni dopo Moisè, regnando Giofuè, come fupremo Giudice del 
Popolo Ebreo , e volendo Iddio dargli ‘il poffefflo della Città 
di Gierico, gli commandò ; che faceffe fuonare tutte le Trombe 
nel girare le Squadre armate attorno lemura di efla, e fenza al- 
cun fatto di armi, dice ilSagro Tefto, che le mura a quel fuo- 
no //licò corruerunt - 


Ammaeftrati da ciò li Popoli pofteriori furono (ipIE fo- 
E iti 


092 34 © 
ti ufare il fuono nelle Guerre j onde cantò Virgilio. 
re ciere viros, martemqgue accendere cantu. 
e appreffo Dionifio fi legge lib. 20. che: Comgregans verò mili- 
tes». Barbara vefonabat Exercitum excitans tibia Bellone ; poichè 
il fuono rifvegliava li fpiriti delli Soldati, e anche rendeva ani- 
mofì li Cavalli ; onde la zuffa, ela battaglia fuccedeva con vi- 
gore , e più facilmente fi vinceva. Delli foli Macchabei notò 
S.Giovanni Chrifoftomo fopra il Salmo 43..che movendo Guer- 
ra contra Antioco per mantenere le leggi della Patria , avendo 
Dio per guida: C% Aciem dirigeret non adftiverunt Tibicines ut 
ft in altis Caflris, fed Dei fuperne auxilium invocabant , ut ade/- 
fot, opem ferret, © manum praberet. 

Mà quanto è certo, che fi ufaffe il fuono nella Guerra, 
tanto èincerta la qualità degl’Itromenti adoperati oltre le Trom- 
be. L’'erudito Gafparo Bartolini nel fuo trattato de’Tibiis nel ca- 
po quinto del libro 2. copiofamente dimoftra efferfi ufati li Flau- 
ti : 770115 in re militari ( dille ) progrefiui atque vece/ui ficnuns 
datum non provfts ex aliguo ritu Relisionum > neque rei divine » 
gratia , neque etiam , ut excitarentar > atque vibrarentur animi , 
quod cornua , © litui moliuntur , fed contra ut moderatiores  fie- 
vent, quod Tibicinis numeris temperatur . Nibil enim adeò in ag- 
grediendis boftibus , atguein principiis Praliorum ad fuutem, vir- 
tutemque aptius effe > quàm fi permuleti fonis mitioribus non im- 
modicè ferocirent. Che perciò Plutarco lib. 8.de cohibenda ira-. 
cundia attelta : Lacedemoziis pugnaturis concentu Tibiarum iram 
ademptam ; ed Ateneo lib. 14. racconta; che li Popoli Lidi. ave= 
vano nell’Efercito .. £//fulatores, (© Tibicines , atque Feminas Ti= 
bicinas ; Marziano Cappella nel libro 9. riferifce , che li Popoli. 
di Candia ‘folevano combattere con il fuono delle -Cetere , e 
Gellio Autore dell’Iftoria Greca nel libro 1.cap. 11. fcriffe, che 
‘Tucidide., e liLacedemoni infigni Guerrieri; 707 Corzuuz, Fu- 
 barumque fignis, fedTibiarum modulis ufos «fe 3 e poco dopo fug- 
giunfe : cum precinbte igitur Claffes erant © infrutte Acies, 
coptumque in boffem progredi, Tibicines inter exercitum politi camere în- 
ceptabant , ex ibi precentione tranquilla, © venerabili adguandam 
qual militantis mufice diftiphnam vis, © impetus militum, ne /par- 
(î, difpalatigue proruerent exbibebant . sà sima” 
© (Afferma maflimo Tirio nella difertazione 21. che ditale in- 

I Vem 


da 35 
venzione fù Autore Licurgo , volendo , che li Spartani andaffe- 
ro con tripudio , e allegrezza contro gl’ Inimici; Parimenti fi ha 
da Bellonio lib. 3- cap. 13. che li Turchi ufavano nelle Guerre 
un concerto di Flauti e di Timpani. 

Non fù però tale ufanza comune a tutti‘, poiche attefta 
Lipfio nel capo ro. del libro 4. de re militari » che trà tutti gl 
Iftromenti da fuono, tenne il primo luogo in Guerra la Bucci- 
na, e deftrivendola dice , che era un quafi circolo di bronzo 
da cui fi rendeva un gran fuono; Quefta a fino luogo farà più 
chiaramente deferitta, per ora bafti il fapere , che tal’ Iftromento 
era dedicato aMarte, poiche communemente fiadoperava in Guerra 

Ne folamente ‘quefto Itromento fù adoperato in Guetra, 
per rifvegliare con effo_li Spiriti delli Combattenti » mà come 
averti l’ erudito Abate Fabretti de Columna Trajani pag. 202. 
riferifce Vegetio nel libro. 3. cap. 5. efferfi ufati trè principali 
| Itromenti , cioè la Tromba , il Corno ; € la Buccina . 772410 
‘mes effe , qui Tuba, Cornicines , qui ere curvo, Buccinatores , qui 
Buccina committere prelium folent . La Tromba era quella » che 
diretta eS?,la Buccina, que in femetipfam arco circulo fleStitur 514 
corno, quodex Vris agreflibus argento nexum > li quali Iftromenti » 
come notò lo Stencchio, fopra il detto di Vegetio fpefle volte fi 
confondono dalli Scrittori, e il fopradetto Fabretti avvertì, che 
li Corni, li quali ora fono formati di Bronzo, anticamente era- 


no Corni di Bufalo, e che nelle Squadre delli Soldati a piedi fi 
ufavano li Corni, ec in quelle delli Soldati a Cavallo le Trom- 


be, e anche il Lituo, di cui efpofe la figura a carte 204. prefa 
dalla bafe della Collonna Trajana. 

Tal Itromento fi deferitto dal Bartolini cap. ultim. ID. 3% 
Alind Buccine genus dice egli incurvum Litvus veteribus dittum 
ex Fefto gracilem edens vocem quo in bello utchanturz qui co cane- 
Lat Liticen diftus ef, e ne ponela feguente Ifcrizione fepolcrale» 

Al. lulius Viflor - 
Ex Collegio 
e, Liticinum, © Cornicinum . 

poiche fecondo Priftiano lib. 1. Liticen ‘Liticinis diciturex Zs242 
quod cf genus Tube minoris, unde, © foni fint acutioress come fi 
ha da Statio. | 
Et lituis aures circumpulfantur acutis - 

i ra CA- 


n 36 2 
Cirio Pi Gora 


Si pondera il Canto EcclefiaStico nello 
Stato della Legge Criffi ana. 


E folamente forono celebrate molte azzioni dalli Gentili 

con li canti, e li fuoni, mà anche dalli Criftiani, e chi 
voleffe porre in dubbio il canto nelle Chief , impugna» 
rebbe il canto Angelico , del quale diffe S. Luca cap. 2. 13:50 
fubito fatta ef cum Angelo multitudo Militie. Celeftis loudantiune 
Deum , © dicentium Gloria în excellis Deo &c. Di tal canto diffe 
Sant’ Agoftino in Epift. 189. cap. 18. De Hymnis , & Pfalmis 
eanendis  ipfius Domini , © Apoffolorum habemus documenta , & 
excmpla > & precepta . De hac re tam utili ad movendum pie ani- 
mune, © accendendum divine dilettionis affettum varia confitetudo 
eft. Ciò anche fi afferma dal Concilio Toletano 4» cap. 11. De 
FHymnis etiam canendis , © Salvatoris ; © Apoffolorum babemus 
exenplum:, ciò è manifefto per quello , che raconta S. Matteo. 
cap. 26. 30. ove dice, che dopo la cena; Gli Apoftoli bynno di- 
to exiveruntin Adentem Oliveti. Sopra che S. Agoftino in Pfalm. 
72. riflette, che Hymmni Iaudes funt Dei cum cantico, Hymui can- 
tus fimt contimentes laudes Dei, fi fit lau , © non cantetur , non 
ef Hymnus » oportet ergo ut fit bymnus habeat hec tria , © lat& 
den, € Dei, © canticum. . ” 
Da quefto efempio ammaeftrati li primi Criftiani, comincia- 
rono a cantare li Salmi; e gt Inni in lode del Creatore, e per 
decreto di Sant’ Ignazio Vefcovo di Antiochia Coetaneo degli 
Apoftoli fù ftabilito il canto nella Chiefa dopo che, come rac- 
conta Socrate nel libra 9. cap. 8. dell’ Itoria Ecclefiaftica rife- 
rito dal Baronio nell’ Anno 60. vidde gl’Angeli divifi in due Co- 
ri, che cantavano le lodi a Dio: Jomatius Antiochig, que ch in 
Syria, tertius è Petro Apoffolo Epiftopus, qui Apofokis ipfis multàm 
verfatus cit, vifionem vidit Angelorum S.Trinitatem byimnis alterna 
voce decantatis > coluudantium >, © formam canendi in ea vifione 


expreffam Ecclelie Antiochene tradidit ; Unde illa traditio ab e 
AS 


se 37 ali 
bus Eccleliis vecepta ef. Coltume poi pratticato negl' anti fuffe- 
guenti; e fempre inculcato  dalli Santi Legislatori.. Cum c022e767 
ritis.( diffe S. Paolo cap..14.alli Corinti ) quifque veftrum Pfalmum 
babcat,e nel 5. a gl Efefi . Implemini Spiritu Saneto , loquentes 
| vobis metipfis in Plolmis, bymnis, © canticis. Nel capo 3. della 
‘Gerarchia Ecclefiaftica fcrifle S. Dionifio. 2/0lmerum Santta mo- 
dulatio, que omnibus fere Sacerdotibus talibus minifteriis injungitur, 
© fubfantie ratione adheret , ea fummo omnium principalique Mi 
niflerio deefle non debuit . Tertulliano nel libro 2. ad uxorem 28° 
giunfe ftimoli al canto’ delle lodi divine con dire Sonent Inter 
dios Pfalmi, © bymni, © mutuo provocent, quis melius Deo fuo 
cantet talia Chriffus videns, © audiens gaudet . Filone de vita 
contemplativa raccontando li principii delli Decreti Ecclefiaftici, 
non folum ( diffe parlando ‘delli Criftiani ) fubtiliusi intelligurt 
bymos , verum fed ipfî faciunt novos in Deum, ex omnibus cos» € 
metris , © fonisvboneftatis , O fuavi compaze madulantes è unus 
enim ex omnibus confurgens in medio P/almorum honeftis modulis 
intonet . i #3 ra 
E fi certa quefta verità, che fuperflua cofà fi rende Pad- 
durre molte autorità, per provarla quantunque ‘non fiano man- 
cati impugnatori , e detrattori di quefto canto Ecclefiaftico . 

Li Valdenfi con l''éempio-Viclefo vituperarono il canto Ec- 
clefiaftico (come notò il P. Suarez cap. 7. del libro 4. nel To- 
mo: 2,ide- Religione ) afferendo: ciò firfì inutilmiente , quafi che 
Iddio foffe fordo. Onde (dicevano ) con alzare le voci, e re- 
plicare le parole fi perde il tempo. Rifiutò dottamente tale er- 
tore il Suarez, € molti oppofero il lodevole coftume pratticato 
nella Chiefa per molti ragionevoli motivi , VP efame deili quali 
non è da farîì in quefto luogo . Bafterà il riflettere a ciò, che 
riferì il pio 5 edoerudito Padre Edmondo Martenne nel libro 
primo art. 8. della parte feconda de Ritibus antiquis » cioè che 
nelli tempi antichi la printa ordinazione ; che fi pratticava: nel- 
la Chiefà era delli Cartori 3 e! Salmiftt ; li quali però , come 
avvertì. il Baronio nell’ anno 60. non coftituivano un’ Ordine fa+ 
gro diverfo , mà una Claffe di Miniftri deputati per il canto; 
quorum ordo dice il Mattenne , ud. aunis circiter trecentis videtur 
extinttus. In provadi ciò adduce il Concilio quarto Cartaginef® 
dicendofi nel can. 10..2/0/miffa ideft Cantor. poteft alfonso 

Epi- 


de 33 0 

Epiftopi , fola juffione Presbyteri officium fufcipere cantandi , dicente 
fibi Presbytero vide‘, ut guodore cantas corde credas', & quod ere- 
dis operibus comprobes . L’offizio di tale cantore fi defcrive da 
S. Ifidoro de divin. offic. cap: 12.., ove è da offervarfi ; ‘che 
gl’antichi avanti di cantare , dice il Santo, cibis a2Mirebant, 
p/allentes tamen legumina in caufà vocis afiduò utebantur , unde È 
Cantores apud Gentiles Fabarii ditti funt. RARO, 

Perfuafo da quefto antico , ‘e lodevole coftume Lattantio 
nel libro 6. cap. 21. de divin. felt. fù di parere , che fi doveffe 
mantenere nelle Chiefè Criftiane Ja Mufica ; poiche diffe ff v0- 
luptas eft'audire cantus , © carmina; Dei laudes canere; © audire 
gucundum fit, bac cft -voluptas vera, que comes & focia virtutis ef, 
mà per maggiormente ftabilire quefto parere , e da rifletterfì qual 
forte di Mufica convenga nelle Chiefe . | 


CA PO RF. 


Si accenna la diverfità, della Mufica, 
e fî cfJamina ‘qual forte con- 
venga nelle Chiefe. 


Ual fia la differenza del canto.la variazione;e progrefli molti 
diffufamente ne feriffero, e ne compilarono un’erudito di- 
fcorfo il Macri nel fuo Hicrolexico alla parola Cantus , e 
dopo lui l’infigne Cantore Canonico Andrea Adamo da Bolfena 
nella prefazione Iftorica alle fue offervazioni, per regolare bene 
la Cappella Pontificia 5 Onde a noi bafterà accennare ridurfi la 
Mufica a due Claffi, cioè il canto piano', e.organico detto an= 
che figurato . Li, | | itato 2 
: Si cerca dunque dal P. Suarez nel Tomo 2. de Relig. lib. 4. 
fe ‘il canto figurato fia lecito nella Chiefa , Lo negò l’Angelico 
Dottore S. Tomafo nella 2.2. queft. 83. artici 12. fondato nella 
| eftravagante di Papa Giovanni XXII. cap. unico de vita, ed'one- 
ftate Clericorum ; in cui lo proibì. Dell’ifteffa opinione fù il Na- 
varro in Enchirid. cap. 16. num.33. e nel num. 72. affermò, che 


pecchino li Cantozi, li quali nella mefla, e Oflizii Sagri canta» 
no 


mail 
no con canto organico, @ ne adduce varie OpimoNi s particolar- 
mente la detta proibizione, e Cajetano afferma, eflere cofa. mala, 
perchè tali Cantori cantano più» per piacere al-fenfo , che per 
eccitare l'animo a devozione,,.! con che fi.accorda S, Agoftino 
capo 33.delle Confeffioni , ove fi accufa con le feguenti parole: 
Cum mibi accidit, ut me amplius cantus > quàm ves que capitur 
moveats penaliter me peccare confitcor 5 © tune mallene: non audire 
canenterm. Ciò accade ( dice il Suarez, quando nel canto non fi 
ode ciò, che fi canta, mà la folavoce di chi canta; onde di quel- 
la figode, e non delle cofe cantate. 

Con tutto ciò, rifponde il Suarez, non effer cofà per sè ftefla 
illecita, ne proibita, e tale coftume fi prattica nelle Chiefe Cat- 
toliche, anzi nella Cappella Pontificia, Et è cofa-certa, che fa- 
cendofi colla dovuta decenza, fi eccita l'animo a divozione, la 
quale maggiormente fi accende dalla. Mufica,. che dalle fole pa- 
role . E fe bene molte volte accade il contrario ;* ciò non pro- 
cede dalla qualità del canto mà-dalla mala natura , ò di chi can- 
ta, è di chi ode, effendo il canto per sè [telo ordinato a buon 
fine . Quindi li Profeti erano eccitati da varil Itromenti Mufi= 


cali , € fantamente il Profeta David invita in più luoghi delli 
fuoi Salmi a cantare le lodi divine, e accompagnare il canto col 
fuono . | È, e 

“A-ciò fi aggiunge ( dice il fopradetto Suarez ; che_il dilet= 
to della Mufica può effere naturale. e non pendente dalla liber- 
tà , onde. può l'IJomo forvisune bene con eccitare gl’affetti ali" 
amore -delle «cofe :divine ; E fe nell’ Eftravagante di Giovan- 
ni XXII. fi proibito , fi deve intendere effere  ftato folamente 
proibito il modo indecente, e refta approvato dall’ufo continuo 
pratticato “ogni volta, che fi effercita ‘con:lirmodi dovuti ; onde: 
Innocenzo IlI.Iib.1:cap.2. de mift.miffteferifle:Debent Cartores con- 
fonis vocibus, © ffravi modulattone ‘concinere ‘quaterus animus due 
dientium ad devottonem Dei valeant excitare » Imperocchè , come 
notò Rabano Mauro Arcivefcovo di Mogonza lib: 2. de Inft 
Cleric. cap. 48: La Mufica è inftituita nella Chiefa: Mon propter 
Spirituales, fed propter Carnales; acciochè quelli, li quali è ver 
bis non conpunguniur fuavitate modulaminis moveantur 3; che per- 
ciò S. Agoftino nelle fue confeffioni , approvò la confuetudine 


del canto nella Chiefa : Vf per oblebtamenta Auriam infirmior 
ani- 


animus adafeCtum pietatis affurgat, nomipfis famttis dittis religio» 
fiusy © ardentius. moveantur animi ‘noftri , prò fonorum diverfita- 
te cxeitantur magis cum fuavi ; & artificiofa voce cantantur; e fo= 
no degni di riprenfione quelli, li.quali fi. difcoftano da quefte 
fantè'intefizionii, si AoprsaIo»s lavo .inorio 

. © \A ciò deve aggiungerfi, quanto avvettì il dotto Pompeo 
Sarnelli nelle fue lettere Ecclefiaftiche j;\cioè, che quelli, li qua. 
li condannano la Mufica, biafimano la Teatrale, non la mode- 
fta; vituperano l’invereconda; non’ la divotas 4 


vico dI Convenga nella Mufica Ec- 
|! cleftaftica ufarè Iftromenti 
n idzib 6 e san n AMRIECIAE pari tab 


Piso quefto dubbio nella fua Salmodia il dotto 3 e. pio 
‘Cardinale Bona cap. 17. $. 2. e diffe effere ambiguala rifpo-. 
fta. per li diverfi pareri delli Scrittori S. Giuftino Martire nella 
queftione 107. loda il canto, mà efclude ilfuono. Li Santi Gio:. 
Crifoftomo in Pfal. 150 Ifidoro Peleufiota lib.' 2. Epiftola 176.4 
e con eilo S. Tomaffo:2.2. queft.9g1:artic. 2. affermano effere frati 
permefli agl’ Ebrei .a cagione della loro debolezza ; mentre. fi, 
movevano. dalle cofè fenfibili, e quéfto: parere fù feguito da Pa-. 
ludano in 4. dift. 15. da Giuftino ad'queft. 107. citati dal Belar- 
mino. Argomentò l’Angelico Dottore con affumere il detto d’Ari= 
ftotole lib. 8. Polit. capo 6.ove dice: Nor eMe /uftipiendas tibias 
in difciplina, neque aliud artificiofum Inftrumentum y ut Cythara © 
quid aliud tale , fed quecumque faciunt Authores bonos ; e argo= 
‘mentò, fe nella morale difciplina non fi deve ‘affumere il fuono, 
‘molto. più nell’Ecclefiaftica., inte | 
Condannò tali Itromenti, ed il canto con elegante difcor- 
fo S.Aelredo Abate,coetaneo , ‘e difcepolo di San Bernardo, 
ferivendo ;, come fiegue : Unde cefsantibus jam typir, © fisurisa. 
| ande in Ecclefia tot Organa , tot Cymbala, ad quid rogo, terribilis 
ille Follium flatus-y tonitrui potius frazorem quom vocis "Ta SORA 
È URY]= 


- 


s2 41 © 3 
fuavitatera ad quid illa vecis contrattio , © infraGtioY Hicfuccimt, 
ille diftinit, alter fapercinit , alter medias quafdam notas dividit 1) 
incidit « Nunc verè (tringitur , nunc vamgitur, nunc iMpingitur è 
nuni diffufiori fonitu dilatatur . Aliquando , quod pudet dicere > If 
eguimos binnitus cogitur > aliquando, virili vigore depofito, in feminee 
vocis gracilitates accitur, nonungquam artificiofa quadam circumvo- 
lutione torqueturs © vetorgquetur; Vides aliguando bominem aperto 
ores quafi interelufo balitu refpirare , non cantare , 06 ridicolofa qua- 
dam v00s imterceptione quafi minitari Silentium, nunc agones mo- 
sientium s vel extafim patientium imitari . Interim Hiftrionis quibuf- 
dam goftibus ‘totum corpus agitatur , torguentar labia, votantur oculi, 
Judunt bumeri, © 44 finzulas quifqac notas digitorum flexus refpon- 
det ; Et bec ridiculofa diffolutto vocatur religio? rai 
‘a Da quefta belliffima narrativa però fi ha più tofto la defcri- 
zione d'un Mufico da Scena , che di Cantore Ecclefiaftico , nè 
fiefelude dalla Mufica il fuono , di cui parliamo , 2 favore del 
quale non mancano Autori , li quali ftimano doverfi ufare nel 
canto Ecclefiaftico. Riferifce il Baronio all’ Anno 60. num. 36. 
il parere di Prudentio, il quale contro gl Ebrei così canta nell’ 
Apoteofi. Li 1a DI | 


| Quidyuid în ere covo reboans tuba verna remugit, 
Duidguid in Arcano vomit ingens Spiritus hauffu s 
Quidquid caffa chelis > quidquid teftudo refultat 
Orgera difparidus valemrsts yaod confona mifcent 
«ci i AEmula Pafforum , quid reddunt vocibas antra 
e Chriftum concelebrat, Chriflum fonat , omnia Chriftum ,° 
ci nta etiam fidibus Santis animata loquuntur 


Onde S. ‘Agoftino in P£ 32. diffe. Ezfr ad Lyram ; vel Cytha- 
vam canere , © p/allere noveris s sulla inte cadet reprebenfio , Ho. 
breum jufium Regem imitaberis , gui Deo gratus , © acceptus , Euul- 
tate Tuffi in Domino, rettis decet collaudatio , dicit Propheta >» © 
confitemini Domino în Cythara, © pfalterio decacordo —- Ei pfallite, 
e di più dille , /umite P/Umum, © date T'ympanum > P/alterium 
fjucundum cum Cythara ; Or fe a tale Mufica con replicati inviti 
fono ftimolati li Fedeli , ‘convien dire effere ‘convenienti, nella 


Mufica Ecclefiaftica li fuddetti Stromenti. 
I | pe Con- 


I 42 20 ; 

Confiderando il Cardinale Belarmino la qualità del fuono , 
fù di parere non effere per fe fteflo illecito , purche fia mode- 
fto , e moderato , e benche per giufti motivi non fi ufì nella 
Cappella Pontificia, lodevolmente fi prattica altrove , e fi tol- 
lera, affinche ficcome nella Legge Vecchia era follevato dal fuo- 
no l'animo a Dio, così accada nella nuova , e a quefto fine fù 
introdotto 1’ Organo a Tempo di Giuliano Imperadore , come 
fcriffe Stefano Durante lib. primo de Rit. Eccle£ cap. 13. 

Può qui nafter dubbio , fe per Iltromento Mniicale detto 
Organo, s'intenda un’Iftromento particolare , è pure molti altri, 
poiche come auvertì S. Girolamo Epift. 26. ad Dardanum , e IG 
doro lib. 3. orig, cap. 19. Quefta voce fignifica diverfità d’Itro- 
menti, dalli quali fi renda il fuono, è per il fiato, è per l’im- 
pulfo dato dal Sonatore. Mà comunque fia , è certo , che gl 
{{trumenti Muficali , non fono contro la decenza Ecclefiaftica 3 
nè affolutamente proibiti nella Chiefà Criftiana. Ciò fi può de- 
durrc dal Concilio Tridentino fer. 22. cap. de obfèrvandis in 
celebrat. Mille , ove fi dice . «db Ecclefiis verò Muficas cas, ubi 
five Organo, five canta laftivum, E impurum aliquid miftetur Gc 
probibet S. Synodus , nel modo fteffo parla il Concilio Seno- 
nenfe, e di Colonia, e fe nella parola Organo s' intende un’Itro- 


mento Muficale ., certamente milita la ftella ragione in tutti gl' © 


altri , nelli quali fi offervi la gravità , e\decenza conveniente . 
E S. Tomafo, quando rifiutò l'Organo, rifiutò queel'Iftromenti, 
che non fono neceffarii nella Chiefà.,..nè mai affermò effer male, 
nè il detto di Ariftotile ofta , perche gl’ Iltromenti Muficali fo= 
no improprii nella diftiplina , in cui s° apprendono le Scienze, 
non così nelle Chiefe , ove con il fuono fi può eccitare 1 af. 
fetto alle cofe divine, come fi è detto. 

Quindi nella Chiefà primitiva { dice Filone Ebreo-lib. de 
«Vita contemplativa nel riferire li coftumi degl’ Antichi Criftiani) 
«mon folàm fubtilius intelligunt bymnos Veterum, fed ipfi faciunt no- 
‘vos in Deum, omnibus eos de metris , © fonis bonchis fiori Com 
page modulantes. | 

Il Martenne però nel libro primo cap. primo de ritib. anti- 
quis Monachor. afferite , che nelli trè primi fecoli fi recitaro- 


no li Salmi fenza canto, e che dopo fù introdotto da $.Efrem,. 


fecondo la narrativa di Nicefero lib. g. hit. cap, 16, dicendo al 
numi 


=. 


x 43 20 

‘num. so. Cow jém per tria è Chrifo nato fetula fmplex contas, 
| Jroe potius vecitatio nullo modulationis fisco permiffa Chrifti Populos 
“mutriviffet 3 ecce ibi Harmonias quidam Bardefani Hérefiaribe 
bereticus filius mali corvì, malum ovum cum fua prava dogmata , 
‘muficis numeris includeret, © multi ex Syris propier verborma ve- 
nufatem, © fonorum fuavitatem demulfi, paulatim berefés imbibe- 
rent . B. Efrhem ca recocnita carmina catbolicam fidem refonantia 
vencficis Harmonii verfibus oppofuit, clavo fcilicet clavum trudens . 
Ea itaque fuuvi vocem fonorumqgue nexu accommodata fyris audienda 
prebuit , 5 camenda , ab cogue PoiFeriores Ecclefie Cantore: mo- 
dulorum formulas mutuati > magis atque ‘magis cas auxerunt > ©, 
propacarunt . | 

Che foffe anche pratticato poi il canto dalli Monaci antichi 
Jo racconta Calliano lib. 2. cap. 2. Quidam (dice egli ) viceros 
feu tricenos Pfalmos, © bos ipfos untiphonarum melodiis , © 44- 
inventione quarundan modulationum debere dici fingulis notli- 
bus confueverunt + 

E perchè nel progreffo del tempo li Cattolici vedendo ef- 
fere celebrate le loro fefte dagl’Eretici conaccompagnamento , € 
finfonie d’Itromenti muficali, (come riferifte Nocefforo lib. 9. 
cap. 16-) vollero anch’effi con pompa uguale celebrare le proprie , 
opponendo Cerere, a Cetere , Trombe à Trombe: Veluti pila mi- 
nantia pilis ; dice Niceforo , indutligue expugnandis novatorune 
artibùs Chorì Caffrorumi; come fece Flaviano in Antiochia , € 
Crifoftomo in Coftantinepoli, le quali poi degenerarono in Mu- 
fiche Teatrali, e furono abominate; Onde S. Atanafio le sbandì 
dalla faa Chiefa Aleffandrina, e S.Leone Papa ferm. 4. de jeju- 
nio le biafimò dicendo : /nvidivfo fono è © mollibus Ittibus pul- 
fatur ‘auditus, ut animi foliditas iWecebroft modulatione folvatur, 
O Zethalium confuetudine fuavitatum incauta, © parum fabria cor- 
da capiantur 3} € appreffo San Giuftino Martire epift. 10. fi legge 
bandita tal Mufica colle feguenti parole + /2 Ecelefiis fublavus cf 
de talium Ifrumentorum , © velittum chi canere fimpliciter 5 appref- 

o-il medefimo Giuftino l'Autore della queft. 107. afferma : Coz- 
fhictudinem canendi in Ecclefia per Iirumenta inanima fua etate fh- 
bluta fuiffe, © retenture fimplices cantiones > cò quòd cantilene ad 
crepitacula , © Organa, mon viderentur decere Ecclefiam; e ne af- 
fegna una principale ragione, POR (dice ) tali sua à 
2 en= 


n? 44 è i 
Gentilibus adbiberi confucverint in turpibus s de fordidis ufibus , nimi- 
rum inT'heatris conviviis,t9 facrificits;ti deve però fupporre,che nella 
parola Orgara fiano fignificati gl’Itromenti ftrepitofi, e comune- 
mente ufati nelle fefte Teatrali , non quello , che con il vento 
rende il fuono frà tutti gli altri armonico , grave , e devoto, il 
quale, come a fuo luogo fi vedrà fù introdotto nelle Chiefe da 
San Damafo, ò come altri fcriffero, trà quali il Bulengero lib. 2. 
de Theatro, da Vitaliano Sommo Pontefice circa li 660. E fe be- 
ne il S. David fece replicati inviti a lodare Dio col fuono di va- 
sii Stromenti , effendofi coll’ abufo di effì profanata la religione, 
fono ftati ragionevolmente sbanditi dalle funzioni Fcclefiaftiche , 
e ritenuto folamente quel tanto, da cui può conciliarfi la devo- 
‘zione , che perciò il S. Arcivefcovo Carlo Borromeo. nel Con- 
cilio di Milano pag. 31. determinò , che Orgazo tartàm. in Ec- 
clefia locus fit 3 Tibia , Cornua , © religua Mufica inffrumenta exclu- 
dantur. Imperochè, come bene auvertì Giuftiniano in refponfio- 
ne ad quaft. Orthod. 107. Camere fimpliciter mon ei? pueris con- 
veniens, fed cum inonimis Infirumentis camere ) © cum foltatione , 
O crepitaculis. 

Si hà dunque da concludere , doverfi nella Mufica Eccele- 
fiaftica ufare tutti quelli modi, dalli quali fi può eccitare la de- 
vozione , e accrefcere il culto a Dio, trahendo quel folo dilet- 
to, con cui fi concilia la pietà , e venerazione all’ Autore del 
tutto. | 
Che in tal maniera fia approvato da Dio il fuono fi può 
dedurre dal celebre fatto , che accadde a S. Francefco d’AfMfi , 
come fi racconta nel lib. 2. della parte prima delle Croniche, 
ove così fi legge. Stando male S. Francefco, defiderò di fentir 
cantare qualche lode a Dio con qualch’ Itromento; Onde diffe 
a Frà Pacifico, che era ftato gran Poeta al Secolo , che fe bene 
gl’ Uomini di quefto mondo abufavano di quegl’ Ifromenti, che 
erano ftati trovati perlodare Dio, e con i quali tanti Santi l’ave- 
vano lodato, nondimeno gli cercaffe di avere fecretamente una 
Viola, e gli cantaffe per fua confolatione qualche laude fpiri- 
tuale , che non per quefto s’offendeva Dio , e che però crede- 
va che in tal modo fi poteva ridùrre quella fua grande afflizio- 
ne, e gravezza d’infermità a confolazione, ed allegrezza dello 


Spirito, mà rifpondendo Frà Pacifico . ch’ PEliAYEIFUDE pe 
© daliz- 


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dalizzato il mondo ciò facendo, diffe ; ch’ egli aveva ragione, 


e che lafciaffe ftare. Mà. il Signore, che aveva di lui curafpe- 
ciale fubbito gli mandò un’ Angelo , che toccò una Viola con 
tanta, e raledalcezza, quanto da un’ Angelo del Paradifo fi può 
ftimare , che foffe, confolando ad untratto l’anima, e ilcorpo 


afflitto del gran Servo di Dio ; onde-rivolto a Frà Pacifico sche 


non aveva fentito il fuono , e gl altri fuoi Compagni, gli fece 
rendere grazie al Signore per quella gran confolazione, che Sua 


Divina Maeftà fi era degnata dargli . 


E ciò bafti avere auvertito in Generale prima di efporre, € 


{piegare quegl’ Iftromenti , delli quali fattane una raccolta faran- 


no in appreffo indicati coll’ ordine di fopra accennato delle trè 
Claffi , nelle quali tutti fi contengono. Premettendo dunque la 
Claffe di quelli, li quali rendono il fuono con il fiato del So- 
natore, e con il vento artificiofamente prodotto, terrà il primo 


luogo la Tromba. 


L 
Tromba Antica Ebreo. 


Rà tutti gl’ IMtromenti fonori peril fiato, con cuifono ani- 
mati a rendere il fuono , deve tenere il primo luogo la 
Tromba, poiche quefta fi legge ordinata da Dio nelle fa- 


gre carte, quando comandò a Moise nel decimo delli Numeri, 
Fac tibi duas Tubas argenteas dubtiles, quibus convocare poffis mul- 
titudinem > quando movenda frint caffra ; dal quale precetto fi ren= 
de falfa la narrativa, che fi legge nel quarto tomo del Teatro 
della vita humana pag. 1291. cioè, che Pifeo Trojano fù il pri- 
mo Inventore della Tromba di metallo, mentre che anche prima 
del comandamento di Dio a Moisè erano le Trombe di metallo 
ufate , poiche come fi legge nel libto del Levitico al cap. 23. 
num. 24 che Dio diffe a Moisè, a7e7/e /eptimo prima die menfis 
erit vobis Sabbatum memoriale clangentibus tubis , © vocabitr 


° Santlum. 


Soleva queft’ Iftromento nelle Funzioni fagre fuonarfi dalli 


Sacerdoti, come fi può arguire dal comandamento fatto da Dio 
a Gio- 


a Giofuè 3 quando volle dargli il poffeflo di Gierica cap. 6. 
«num. 4. Septies circuibitis Civitatem NI 9° Sacerdotes clangent' bue 
cinis, che perciò fotto. il numero primo. quì fi rapprefenta ‘un 
Sacerdote della legge antica in atto di fuonare Ja Tromba, la 
quale nelle Sagre carte nel capo fopraddetto: fi nomina ora 7bg, 
ora ZBuccinaz onde fi deve intendere: effere lo. ftello: Itromento. 

Non è però certo ,. fela Tuba, è Buccina foffe della forma 
quì efprefla, poiche eruditamente avertì il Guthero de jure ma- 
nium lib. 1. cap. 23.7uZarume genera plura ab Inventoribus , Re- 
gionibus, à fono ,, materia, fisura,, ufit , con tutto. ciò. pare , che 
— non fi pofla dubitare , che foffe di tal forte, mentre Giufeppe 
Ebreo antichiffimo: Scrittore, e perito nell’ antichità Giudaiche 
net lib. 3. di effe al cap. 11. la deférille come fegue, parlando. 
della Tromba ordinata a Moisè. £/ autem talis, loncitudinenz 
quidene habet paulò minus cubitalem crafftudine autem ef Tibia pau- 
lò crafior, cujus os tantàm patebat quantàm ad inf'andum fuffice- 
ret, delinebat inextremitate campanule fimilis quemadmodum tuba,, 
que Afofra vocatur apud Hebreos . Che anticamente foffe ufata. 
dritta fi cava da Giovenale ove diffe. 


Quadrazinta dedit Graccum fententia dotem . 
Cornicini five hic retto cantaverat gre . 


Mà prova più convincente abbiamo nelli marmi ,, e Medaglie an- 
tiche delli Romani, in molti delli quali fi vede la fama ufare la 


Tromba per pubblicare Vittorie. Nella Colonna Trajana fi ve- 


dono anche efpreffe Trombe dritte ,, delle quali Vegetio. nel lib.3, 
della Milizia Romana cap.5. 752, diffe , que diretta ft appella» 
tur, e nelle note fopra la detta Colonna il Ciacconio nella Ta- 
vola nona num. 83. Zu2e dice Inflrumentum tàm eh ex ere cum 
argento, s cavum, © rettum > cujus fonitus în coftris, © prebii © 
Sacris etiam in ufit erat, © Tuba, que diretta e} appellatur . 

Viene da noi efpreffa nell’Imagine efpofta, come fi pudar- 
guire dalla deferizzione di Giufeppe , alla quale fi oppone l’al- 
tra figura , che fegue. 


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: Soldato con Tromba antica + 


foè d'un Soldato, il quale_ftà in ‘atto di fuonare una Trom- 
ba dritta; e corta mà diffimile dalla prima, poiche rermi- 


‘na în una bocca più ampia, e alquanto ripiegata > prefa. 


dalla Colonna Trajana, e pofta dalli ‘Schacchi .nel ..capo 57» 
del Mirotecio 3. ove auverte, che per poter fuonare tale I{tro- 
amento iconveniva adattare alla bocca del medefimo iuna linguet. 
ta, conccui era regolato il fuono. 


La fteffa figura di Tromba efpofe il Bartolino mel libro de 


Tibiis nella Tavola 3. num. 5. | 

Circa tale Itrumento è da ricordarfi la finzione poetica » 
în cui fi dice, che Minerva ricufaffe 1’ ufo della Tromba, per- 
che quando fi fuonava, reftava deformato il volto del Sonatos 
re, mentre «era necellitaro ‘a gonfiare le Guancie . ‘onde la gettò 
per terra ., mà che accorfero molti per raccorla , onde ne reftò 
Tufo di effa in varie funzioni, e a tale deformità fù trovato rio 


medio , mentre come racconta lo fteflo Bartolini nel cap. 3. del 


libro 3. li Suonatori delle "Trombe cingevano le guancie con un. 
legame di pelle ., in cui lafciavano una ‘picciola ‘apertura perda- 


re fiato alla Tromba ., e di tale ufanza ne apporta nella "Tavola 
3. molte efpreffioni in marmi antichi , trà le quali, è l Imagi- 
ne > che noi col numero III. quì efponiamo. ..‘ 


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Sonatore di Tromba prefa dal 
. Campidoglio. .. 


Toè d’un Suonatore nelle Fefte di Bacco prefa da un marmo” 


pofto nel Campidoglio , ‘cinto nelle guancie del fopradetto 
legame, fopra la quale ufanza riflettendo Plutarco de ira, offer- 
vò una doppia utilità, cioè di nafcondere:la deformità del volto, 
e di regolare l’impeto del fiato neceffario per fuonare : Capi/iro 
quodam intesumento ( dice egli ramentando Marfia Paftore') c/r- 
ca cofpiritum, qui vapidè, © violenter perumpebat coercuit, © vul- 
tas Inequalitutem abfcondit. È «©» © | 
°  Hor di tale antico Iltrumento non fù mera invenzione il 
diri dalli Poeti, che dopo eflere ftato gettato da Minerva fù. 


raccolto da molti ; poichè vero è l'effere adoperato in molte: 


funzioni; E ficcome le Trombe comandate da Dio a Moisè fer- 
virono a molte cofé , come notò Monfignor Rocca capo 9. de 
Campanis, cioè per dare il fegno alle Turoe, quando dovevaa 
no trasferirfi da en luogo ad un'altro, quando fi dovevano in- 
timare le battaglie‘, quando fi dovevano celebrare le Fefte , € 
offerire li fagrificii, e fcannare le vittime, così parimente nell 
fecoli pofteriori ebbero, le Trombe idiverfi ufi, (e oltre li già 
detti, fappiamo , che.il Popolo Romano fi radunava al confe- 
glio con il fuono. della Tromba, e che con il fuono della me- 
defima fi pubblicavano gl’Editti delli Principi,le vendite delli be- 
ni, e li Giubilei nniverfali, e quando altro ‘non vi foffe, bafte- 
xebbe faperne l'uf mifteriofo degl’ Angioli in Cielo moftrato 2 
.San Giovanni , come fi racconta nel capo 3. dell’ Apocalifle : 
Et fiptem Angeli , qui bahebant foptem Tubas, preparaverunt fe » 
‘ui tuba canerent ; overo quella, che da tutto il Mondo fi do- 
verà udire avanti l’eltremo Giudizio, quando , come dice San 
Paolo ad Chorint. 15. 52. Cazet enim Tuba, D Mortui refurgent. 
‘Sopra diche caderà occafione più opportuna di farne mag- 
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Tromba. doppia. 


Lla Tromba retta, e femplice ufata dagl’Antichi , fuccedè. 
A l’altra formata dal canale doppio , onde come notò lo Scac- 
chi mifot. 3. cap. 57. fi rende il fuono più grato , e armonico, 
mentre coll’altra più tofto fi eccitava ftrepito, che canto.L'Ima- 
gine quì pofta rapprefenta la di lei forma, come tutto dì fi vede” 
ufata da chi efercita l’offizio di Trombetiere; onde non hà b ifo- 
gno d’effer più difufamente defcritta.. 

Chi ne foffe l'inventore è affatto incerto, benchè Ifdoro 
fcriffe, che Tuba è Tyrrenis primàm inventa ; onde Virgilio 7yr- 
vhenufgue Tube mugire per ethera clanzor 5 mà fe s'intende della 
femplice detta di fopra, chiaramente fi convince la falfità, men- 
tre ., come fi è veduto, fù fino dal tempo di Moisè l’ufo della 
iTromba, fe poi s'intende di quella di cui quì fi parla, dicendo- 
fi, che foffe inventata dalli Popoli di Tofcana, non fè ne hà in- 
dizio certo, mà è probabile, poichè quella di Moisè, come fù 
defcritta di fopra, era dritta, e non piegata . Di quefta fcriven- 
do il Padrc Merfenne pag.104. dellibro 2. Harmonicorum della 
verfione latina, diffe che la lunghezza di efla ftefa uguaglia fet- 
te piedi. 


V. 
Tromba Jpezzata. 


*Quefta compofta di Canale doppiamente piegato un’ altra 
A ne fù aggiunta communemente detta Tromba fpezzata: è . 
quefta compofta di doppio Canale, inferito 1’ uno nell’altro ; € 
foftenuto dalla mano finiftra in modo , che la bocca pofla ani- 


marlo col fiato, la mano deftra ora allunga , ora fcorta la i 
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mobile e con ciò fi ottiene il fuono , che fi defidera dalla 
Mufica, e non fi può ottenere con la Tromba di fopra accen- 
nata . Parlò di quefta il P. Merfenne nel libro degl’ Iltromenti 
armonici, e diffe, che li Francefi la chiamano /@guebute, e ag- 
giunfe, che fe foffero le volute di.effo pofte in linea retta , fa- 
rebbe la lunghezza di quindici piedi . Deferiffe quel’ Iltrumen- 
to anche lo Scacchi mirot.3.cap.54., e affermò, che tal forte di 
‘Tromba fù ufata dagl’ antichi Egiziani, fondato sù le parole di 
‘Apulejo » ilquale nellibro fecondo delle Meramorfofi ,' dice par- 
Jando delli Sagrifizii celebrati in onore dalla Dea Ifide 3 /bant, 
© Zibicines dicati magno Serapî Tibicines qui per obliguum cala- 
mum ad aurem porrettum , dextera familiarem Templi , Deique mo- 
dulum frequentabant ; e della parola, per obliguum calamumi ar= 
guifce tal forte di Trombaripiegata, e dall’altre: Dexwzera fami- 
liarem Templi Deigue modulum frequentobant > ftima fignificarfi 


il moto della mano, che oraallungava, ora accorciava la Trom- 


ba. Dextera extendente ( dice egli ) vel retrabente Tube canales mu- 
| ficales foni ab ca edebantur, in caque extenfione è & vetrablione Ti- 
Dicines modulabantur; ene pone la figura a cart. 674», nella quale 
‘però non apparifce alcuna fpezzarura sed è intutto fimilea quel- 
Ja oggi dì ufata communemente, e da noiefpofta al numero IV. 
ftimò perciò il Bartolini efferfi ingannato lo Scacchi , poichè 
(dice ) di tal forte di Tromba fpezzata non fe ne vede alcuna 
efpreflione antica , onde la ftimò moderna : Quod Wrumentum 
(fono parole di lui ) pag. 220. zec dum mibi cx veteribus bauri= 
re licuit > licet nofiris temporibus illud Tube genus cxtare,; at- 
que in uf clfe non ignorem. “"S 
Al che noi portiamo aggiungere la Sinfonia, che fi fà nella 
mole Adriana in Roma , ora detta Caftello S. Angelo in alcune 
fefte principali dell’anno in una loggia eminente efpofta verfo il 
Ponte detto Elio da Elio Adriano, che lo fabbricò, da quattro Suo- 
natori di quefte Trombe fpezzate , accompagnati col fuono di 
due altri detti communemente corni , delli quali a fio luogo fi 
parlerà. Ufano una fimife Ginfonìa gl’iftefli fuonatori, qualunque 
volta il Senatore, e Confervatori di Roma: offerifcono Calici d’ar= 
gento nelle Chiefè, ove fi celebra la fefta di qualche Santo, peran- 
ticha confuetudine a quelto fine dal medefimo Senato ftipen= 


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«Tromba dritta fpezzata. 


Uole anche ufarfi la Tromba dritta d’ un folo Canale fpez- 

zato in modo che inferita una parte dentro l’altra, ora fcor= 
tandofi ; ora allungandofi fi cagiona il fuono più , ò meno 
acuto , ò grave , fecondo che ricercano le regole della Mufi- 
ca, e fi ufa particolarmente da perfone abitanti nelli Villaggi. 


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Tromba curva: 


Uò nafcere un’altro dubbio circa Ja Tromba ufata dalli Sa- 

cerdoti Mofàici, eftimarfi, che non foffe dritti come la de- 
fcriffe Giufeppe Ebreo; mà curva, mentre che in più luoghi del- 
la Sagra Scrittura, parlandofi di effa con il Telto Ebreo, in luo- 
go delle parole; Sacerdotes tollent fîpiem buccinas &c. fi dice Sa- 
cerdotes offumentfeptem tubas Arietinas; € raccontandofi la cadu- 
| ta delle mura di Gierico dopo il fuono delle Trombe fi agiunge, 
O fuit inprotrabendo in corna arietino , lo fteffo fenfo notò lo 
Scacchi eflere nel Tefto Greco: Et festem Sacerdotes accipient fe= 
prem cornicina:.» Dalle quali parole può nafcere doppio dubbio ; 
il primo è circa la materia ; il fecondo circa la forma , cioè fe 
foffero veramente Cornaibovine , è ‘di altro animale , ò pure 
di Metallo , mà fabbricato in forma curva, e fimilé al Corno. 
Che foffero di materia Cornea , non vi è Autore, che l’afferi- 
fca , mà bensì di Metallo 3 come chiaramente fi dice nel com- 
mando fatto da Dio a Moisè, perchè formata forfi in forma cur- 
va, e fimile al Corno dell’ Ariete , perciò prefèro la denomina- 
zione da tal forma; e furono chiamate anche con il nome di 
como, ficcome di Tromba, e di Buccina , ciò fù offervato da 
-Giufto Lipfio nel libro 4. de milizia Romana Dial. 10. dicendo , 
che la buccina foffe così detta dalla forma, e materia del Cor- 

pre: G g7 no 


“2 (52° G@ 
no bovino; New etate Varronis buccina fiebat ex materia metal 
lica, © tamen corna dicebatur; e fi diceva, a Duccinandi forma ; 
cioè dalla bocca del Suonatore , mà lo Scacchi, ftimò , che tal 
voce fia originata dal corno bovino per là vacuità , che tiene . 
Vegetio nel lib. 3. de re ‘militari cap. 3. afferì, che foffe di me- 
tallo. Buccina ef, que infemet aereo circulo flettitur , che perciò 
li Suonatori di effa fi ‘dicevano: /Zwestores +. Onde Statio ‘lib: s. 
de Tebais. der bets È 


Tala apud Grajos quos ere vecuruo 
Stridentes acuere tube... 
E Virgil. lib. 7. Eneid. Seed 
AEreague aflenfà confhirant cornua vauca: 


Sicchè apparifce, che la materia era di' metallo la forma era del 
Corno, cioè curva, e di modo, che piegando fi andava fem- 
pre slargardo, come il Corno deftritto da Ovidio. 


Cava buccina famitur illi 
Tortilis in latum,que turbine creftit ab imo: 


E? come il Corno dell’ Ariete non perfettamente tondo, mà curuo 
in modo , che partendo dalla bocca del Suonatore , e rivolto 
fotto il braccio, fi ripiega dietro alla fpalla, d’ onde torna ver- 
fo il Suonatore . Tutto ciò apparifce nella Colonna Trajana. 
Tab. b. c.10.num. 57. , ed in molti altri marmi antichi , uno 
delli quali è nella Tavola 3. del Bartolini al numero 5., e fidi- 
moftra dalla noftra Imagine fotto il numero VII. , ficcome nel 
la pompa trionfale defcritta. da Giufto Lipfio se in molti altri 
luoghi apparifce. ori SORIA 


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Abtra piesata antica. 


‘FE Stromento di tal forma ufato ‘idagl’ antichi Ròmani ; perche 
eta incommodo nel portarlo , e foftenerlo ; fi reggeva fopra 
una fpalla., principalmente quando era: grande, con una tra- 

verfa a quella unita, come'apparifce nelli Sepolcri antichi pub- 

blicati da Pietro Santi Bartoli, e dalli marmi del:Bartolini ., di 

Giufto Lipfio ; ‘ed altri, dalli quali fi è prefa la. figura fotto 

quefto numero efpolta. ‘ars ba; 


ib; 


Ei so corno) sa 
Tromba Perfiana... 


N EI Libro delli Viaggi per la Perfia defcritti da Engelberto 
Kemfero, oltre li varii Itromenti, che di fiato, e di per= 
coffe fi afferifcono ufarfi in quel Regno, molti delli quali, 
ò niente, è poco diferifcono dagli vfati in Europa, uno fe ne ac- 
cenna, ed è qnello efpreffo nell’Imagine quì pofta , cioè una 


‘Tromba lunga più della ftatura del Sonatore, per cui fi richiede 
‘molto fiato , e fi adopera ordinariamente in guerra. 


, Oi ir Priore Legoraig dig slom PU 
so Tromba del Madurè....;..- 
3 .\ Litra poco diffimile: fi adopera nel Regrio del Madurè ; € 
£ quando fi ufa fuole il Sonatore tenerla alzata:verfo il Cie- — 


& SEUBONE non nel modo: quì efpreffo nella carta ». perche cera 
incapace di tale efpreffione ; E perche-fi è nominato! tal Paefenon 


°. farà fuori di propofito: darne qui una breve. notizia.! < 


Mella parte dell’ Indie Orientali bagnata dal Gange è vin 
i = SR “. « Me 


| si e 
ampia Provincia nominata dalla Città Capitale Madurè fituata frà 
il Malabar verfo Occidente, e la Perfia verfo Oriente, confor- 
me fcriffe il Baudrand nel fuo Onomaftico geografico . Ivi fono 
gli abitanti Idolatri, e perche in clima molto catdo , fono di co- 
lore bruno fimile a quello delta Cannella , ufano folemente per 
vefte una tela , che decentemente li cuopre , fcendendo dalla 
cintura fino fotto alle ginocchia, e la parte Superiore refta ignu- 
da, ficcome le gambe, e li piedi, con li quali folamente le per- 
fone nobili ufano un zoccolo di legno, che prendono per unpi- 


rolo con le due prime dita, chiamato Pe4acurary « E nelle lingua . 


Portughefe Zamaraos , fogliono dipingere la nndità con un co- 
lore bianco , cominciando dalla fronte, in mezzo di cui formano un 
quadrato , poi nel petto, e nelle braccie, e in diverfe maniere, 
come fi è efpreffo nell’Imagine . Non efcono mai in pubblico 
con il capo fcoperto, mà fempre lo cuoprono con una tela mol- 
to fottile, chiamata Az0/y , e con un’ altra maggiore molte 
volte raggirata detta 7e/eypagu . Alcuni però ufano tal volta 
un Gibbone , e alcuni Nobili una Vefte tonga fottile di bam- 
bace . Celebrano le loro felte con danze, e fuoni, fimili molti 
agl’ Europei, e altri da loro inventati . Bafti quì aver efpofta là 
lunga tromba da loro ufata» Feo TA 


Lituo antico. 


N fimileIftromento ritotto verfo la bocca di effo 5 mà di 


mole più piccola fi chiamò dagl’ Antichi Lituo , fe bene 
— da alcuni fi confonde con la Buccina, nulladimeno da effa è dif- 
ferente . Si veda la figura quì efpofta , che tiene il Lituo della 
forma prefa dal Fabretti dalla Bafe idella. Cotonna Trajana 5 € 
nel fio volume. la pofe a carte 204 Una fimile:fi vede nella Ta- 
vola terza: ,; fotto il numero 4. di Gafparo Bartolini » il quale 2 
carte: 228. afferma averla ‘prefa da ‘un marmo antico efiftente nel 
Giardino dell'Avvocato Ronconi in Roma con la feguente In> 
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Liticinum Cornicinum. 


e aggiunge, che Zitwus appellata eft virga brewis in parte que ro- 


 buffior erat, jucurva qua facrificiorum minifiri ufî funt.. Tale figu- 


ra fù pubblicata in ftampa da Francefco Bartoli figliuolo del fa- 


‘ ‘mofo Bartoli trà le Pitture delle Grotte di Roma nella Tavola 3. 


ove le note di Michel’Angelo Caufei dicono, che di tal Colle- 
gio parlando Vegetio nel 2. al capo y. difle 7i2icimes Cornicines , 6° 
Buocinatores , qui Tuba, vel ereo Cornu , vel buccina committere 
prelium folent. Il Lituo diverfo dalla Tromba era proprio I{tru- 
mento della Cavalleria ,il quale rendeva un fuono acuto, di cuî 
fcriffle Lucano nel primo: Stridor Lituum, fatto a foggia del Li- 


tuo augurale , dal quale , è verifimile , che pigliaffe il nome + 
Un tal Iftromento da fono fù deftritto da Seneca in Ocdipo. 


Sonuit veffeno claficume cous 
—. Lituufgue adunco ftridulus contuò 
Edidit ere. | 


Tal’ IMtromento ufato principalmente nelli Sagrificii dice il 
Bartolini effere ftato inventato dal Baftone di tal forma, con cui 
Romolo difegnò il contorno della Città di Roma, Fefto lo defi- 
nì , dicendo </f genas buccina incurve,unde vox gracilior exiret ; 
onde Statio fexto Theb., 0° Yituis aures circumpulfantur acutis ; 


‘benchè fia cofa dubbiofa, @ tal forte d’Iftromento fonoro abbia 
‘avuta l'origine dalbaftone, o verga-degl'Arufpici, ripiegato in 


‘una eftremità , ò pure quefto procedeffe dal Lituo fonoro. Fù 


| ‘moffo tal dubbio da Aulo Gellio. nel capo 8. del libro primo , 


dicendo: Veruntamen pari forma , ©. poriter incursum ef. 


suuene 


XII, 


92 56 2© 
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Corno per la Caccia: 


L contrario rendefi il fuono rauco dal corno; è fia quefta 
di Bue, quale fù adoperato dagl’ Antichi , € adeflo an- 
che fi ufa dalli Paftori per convocare gl’Armenti , Ò fia formato 
di bronzo di figura fimile, come fi efprime nella feguente figu= 
ra, c ufato ora nella caccia. Nel tempo di Romolo ferviva il 
corno bovino per convocare li Cittadini Romani al configlio è 
come fi cava da Propertio nella eleg. 1, del lib. 4» 
|_-__! Dwuccina cogebat priftos ad verba quirites . n 
Varrone de lingua latina , citato nel teforo di effa fcrifle: 
Cornaa diccbuntur > que nunc tube vocantur , © quia glia nunc 
funt ew are, tune fiebane è bubulo corna ; al quale coftume allufe 
Virgilio 3. Eneid. razco /trepuerunt coruza canta, per fine quì fi 
uò riflettere all’ etimologia adotta da Ifidoro; il quale ftimò 4 
che la parola Buccina fignifichi lo fteflo, che il corno derivato 


dalla voce » quafi dicefle vocizare, pis 
| SRO ARABA. ARCO e 
uc Corno delli Turchi. 


‘YL cornetto all’ antica , non è' più in ufo. Era quefto lungo 
:f palmi trè , e un quarto, forato a piramide in modo ; che 
la bocea ultima era in diametro oncia una si e mezza ; © nella 
cima la bocca era d’un minuto, e mezzo. Nella verga erano fei 
buchi. fopra, e.uno fotto. Era quelto confueto a gl’Ebrei, e fù 
defcritto da S.Paolino parlando di alcuni fonatori nella venuta 
di Niceta Veftovo . 
Labra terit'calamis variogae masiffra 

Temperat arte fonos arouta foraminafatu 

Mobilibufgue vegit digitis , clauditque , aperitque 

Ut rapidasvice dulcefcat vedeatque cavernis 


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Tromba Cinese-— 


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Queft’ Iltromento anticamente fi fabbricava non folamen te 
dilegno, come filegge appreflo Filofttato lib. 5. de Vita Apollo- 
; Fhianei ‘citur preterca hec tibi ;d ex aura aurical- 
nii Thianei. 4% igitar preterca hec tibia > quos . 
coquez Aut CONVOVANI > AR Afinorum eruribu: compatta SD e 
Tali buchi dagl’ Atutòridfoho \detti/caverne >. € per efli St- 
donio chiama tal’ Iromento , e fimili multi foratiles e multijo- 


SI SLOT : LIPe e INTSSILI LA, e 
No di tal forte fi'ufa dalli Turchi; e ricerca molto fiato 

per effere animatosal fuono , la figura. quì efpofta prefa 
dali imagine ftampata in Parigi per ordine :!di ‘Monsù di Ferra- 
jol Ambaftiadore del Rè ‘alla Porta, e pubblicata nel:1712,; CON 
fa quale -G rapprefenta 1° accompagnamento di una Spofa @ cafà 
dello Spofo,lo dimora; Siccome una! Tromba Indiana 5 ufata 
nella Provincia di Goa , ed altri luoghi dell’ Indie Orientali ; 
fuol’effere lunga fette ,/e otto palmi Romani, e rende fuono rau- 


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co, € ricerca molto fiato ; onde da pochi fi ufa. 
“Tromba Cinefe. 


IUTEI corteggio fatto al Rè della Cina affatoriumerofa dice 
‘Gio: Francefto Gemelli ‘nel Tomo 3. delli fuoiviaggi, pre- 
cedono alcuni Trombetti:, li quali fuonano suna Tromba fatta 
di legno molte ftimato dalli Cinefiy è cerchiato «di cerchi d’oro, 
la groffezza non eccede un palmo , che a poco a poco dilatan- 
doli , forma una Campana ; la lunghezza è di palmi trè. 


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H I XVI. 


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Wai. io Aol yy L vo 
iv Altro Corno;da Caccia... 

PU ada 9, gota : A MISI Do OIUSITCNTtiI nz giteb 
\ Abbricato «col progreffo':del'tempo il corno di metallo , e 
mutata la materia di effo, fù anche variata la forma, ufan- 
dofi dalli ‘Cacciatori , e dalli Corriéri , fi per darfi avvifo da 
quefti alli Miniftri delle Pofte, e per animare da quelli li Cani, 
e fvegliarfi le Selvaggine, Si fabbrica di metallo, acciochè fia 
il fuono più chiaro ve anche fi fabbrica ripiegato . come fi ve- 
de nell’imagine , quì pofta; acciochè diventi maggiormente gra- 
tosiche' perciò. appreflo il duGange fi legge : Corano inflare di- 
cuntur: ‘uenatores: » Afferì il Panvino de. ludis Circenfibus lib. 2. 
cap.85i:che anche gli ‘antichi Romani melli Trionfi ufaffero.. B7e- 
ves tibicinulas., quarum did-ufus apud Romanos fuit ; fuole tale fpe- 
icie di Tromba: non effere Maggiore. in lunghezza di un palmos 

‘behchè ;;come ‘dimoftra l'Imagine feguente «0 n.9 ch 
sis 40 qibel'inb sso 


— Corno vaddappiato. 


| AE Sonatori fiano del,corno molto, più grande, e fono- 
d ro ; Si raccogliè quefto cda doppio ‘giro dopo la bocca del 
Suonatore , fucceffivamente sslargandofi nel fuo progreflo, e ter- 
mina con'una bocca fimile%a: quella delle Trombe fopra defcritte; 

onde rende ‘una voce ftrepitofa $ che ‘fuperaquella degl'altri Srro- 
menti le di iquefta fpecie di corno forfi; parlò Orazio;, quando 
diffe Sat, 6. Cornae sagna Sonare We vincere Tubas + È 


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0% “Lli fopradetti Stromenti y prima che: foffero Inventati ,. fo- 
A ‘leva fupplire il filono ravico. delle conchiglie marine ; det- 
te perciò .dalli Latini Butcine; facendo nella parte inferiore acu- 
minata un'buco:, per poterim'effo tramandare il fiato  firac-. 
conta appreffo Igino, che Tireno figliuolo di Ercole! , il qua- 
le fecondo il. computo: di Saliano morì nell’anno del Mondo 
2854. cominciò a' fonare tal’Iftromentorfatto. dalla natura ,, € per 
fezzionato dall’arte. i î 
Inerendo a quefto coftume , finfero li Poeti; che nelli 
Trionfi di Nettuno in Mare , feftofi li Tritoni fi ferviffero: delle 
Buccine per applaudire al Prericipe loro, e incitare alla Guerra 
li Giganti , li quali fpaventati, credendo, che foffe voce di qual- 
che grande. Animale ;;fi pofero'in fuga; onde reftarono li Trito- 
ni vincitori come riferifce Natale Comite mythol. lib. 8. cap.3. 
Che. perciò Apuleja nel.libro: 4. delle Metam. cantò : azz 
pofim Maria perfiltantes Tritonum cacerve bine conca fonaci levi- 
ter Duccinant ; e più diffufamente Ovidio lib. 1.metam.verf333. 


i Coruleum Tritona vocatus concague fonaci 

» Inffirare jubet > fluttufque © flumina figno ,. 
vio Zam revocare dato, cava: buccina fumitur ill 

“Zortilis in latum, que turbine creftit ab ima 


La figura qui efpofta in atto di fuonare Ia Buccina, tapprefen- 
ta un paftore, poichè fè favola è che fia ftata ufata dalli Tri- 
toni, con verità fi può. dire effere ufata dalli Paftori ,, mentre 
Werfo la fera con.il fuono di effa nelli Campi del Latio,, e altro- 
ve fi richiamano alle ftalle. gl’ Animali. periefli difperfi., imitan-. 
dofì con il Suono rauco il grugnire» d’alcuni ; ed it mugire d’al-.. 
tris li quali allettati vi accorrono... Ciò fù offervato da Columel-. 
la nel cap..3. del fefto © 72 femper crepufeulo fieri debet > ut ad fo- 


nun Buccino pecus, fi quod'in Silva fubftiterit » fepta vepetere con-. 
fiele = A quasi Sila Salfi Sa 


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L Paftore, che fegue, moftra di fuonare un'altro. Stromento 
I frà tutti antichiffimo, detto dalli Latini 7#2i4, e inItaliano Z/24- 
to, fù detto Tibia poichè la prima volta fù formato dalle gam- 
be delle Grui ; fecondo che fcriffe Seneca in Agamennone , rife- 
rito dal Rofina lib. 5. cap. 11. poî fù fatta di buffo, e fecondo 
la relazione di Plinio lib. 16: cap. 36. di canna , e dopo dalli 
ftinchi dell’ Afino ; finalmente di argento, e ficcome fù mutata 
la materia, così fi mutò la forma, e fù di diverfa fpecie,.ciò fi 
cava da Orazio; ove dice. Nor iofsano 


Tibia non ut nunc ovicalcho vintta tubegue 
Eimula, fedtenuis fimplexque foramine parvo 
Adfpirare, © adefle Choriss erat utilis atque 
Non dum /piffa nimis complere fedilia flatu 
e Quo fanè Populus: numerabilis > utpotè parvus 
Et frugi cofufgue verecundufgue coibur - | 


Nelle quali parole, come notò Rofino indicò, che in quat- 
tro cofè era differente dall’ antica, cioè ; che nori era circondata 
di metallo, fecondo che foffe:tenne , e fottile , terzo ) che foffe 
fem plice , quarto, che aveffe buchi ineguali .. Notò lo-fteffo Au- 
tore effere molti, e diverfi li pareri circa la diverfità delli Flauti, 
poiche alcuni offervarono la lunghezza differente, altri li buchi 4 
lt quali fervono per variare il fuono, altri Ja forma . Bafterà accenti 
marne alcuni principali , cominciando dal primo; e più femplice di 
xutti , rapprefentato dal Paftore ; che Jo fuona; motaremo ridurfi 
quefto a quattro forti diftinte perla lunghezza; € hafio lo fteffo nu- 
amero di fette buchi in fila , € uno di fotto , che fi regola dal pollice 
della mano . Uno reride la voce di contralto ; e lungo palmi 2., e 
trè quarti . Il fecondo lungo palmi uno, e mezzo rende la voce di 
oprano, il terzo lungo palmi 3. hà Ja voce di tenore. Il quarto 


lungo palmi 4-5 € mezzo, rendela voce di baffo ; A quefti n ne 
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può aggiungere un’ altro chiamato Ottavino ; perche fuonal’ otta- 
va voce del Flauto contralto ; ed è lungo palmo uno, € due oncie. 
Un’ altro della fpecie medefima fi ufa, detto communemente Fla- 
giolet , overo Flautino lungo circa un palmo, ed hà quattro buchi 
fopra , e due fotto . Per tale diverfità di buchi fortirono varii no- 
mili Flauti ; onde il Flauto fi dice multiforatilis da Apulejo 
da Seneca in Agamennone wyftiforis, e da Sidonio lib.2. Epift. 
Septiforis - i 

Se vogliamo indagare P origine di tal’ IMtromento + altra non 
trovaremo , che l’ inventata dalle Favole , poiche Ovidio finfe, 
che la Ninfa Siringe , trovatafi alla riva d’un fiume, fù mutata in 
canna paluftre ze 2/2 è Pane pateretur; Onde Ovidio nel primo 
delle metamorfofi cantò . 


Panaque cum prenfam fibî jam Syringo putaret , 
Corpore pro Ninphe calamos tenuiffe paluftres 
Dumque ibi fufpirat motufgue in arundine ventus 
Effeciffe fonum tenuem , fimilemque querenti -. 
Arte nova , vocifgue Deum dalcedine captum . 


La ne fece una Fiftola per fuonare, a cui rimafè il nome di 
iringa . 

Ad altra cagione l’attribuifte Lucretio nel lib, 5. ove dice che 
li Zeffiri. i I | 


Cava per Colamorum Sibila primdt - 
Asreltes dacuere cavas inflare Cicutas . 

Inde minutatim dultes didiciffe querelas 
Tibia, quas fundit digitis pulfata canentiune. 


_ ‘Ariftide però orat. in Minervamftimò, che da quefta folle 
inveritato il Flauto, e che ne commetteffe 1 ufo di effo alle mufé > 
ficcome della lira a Mercurio, e della Cetera ad Apollo. 
Tutte belle invenzioni , dalle quali non fe ne cava-la vera c4- 
gione iftorica, come vano è ciò, che racconta il Bulengero nel” 
lib. 2. cap..21. de Theatro , cioè effere ftati alcuni Antichi di pare 
re , non doverfì ufare il Flauto, perche nel fonarlo fi deformava la. 


faccia del Suonatore , mà che altri furono di contrario toa pers 
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il fuono foave, che rendeva; Onde Plauto Sympof. 7. cap. 8. 
{criffe ?%Zia lenit animos, © in aures fe infinuar'infundens vocem Va 
cundam ufgue ad'animum, quem trampuillune ‘efficiunt 3° fi moditm tè- 
muerit , nomin effectu difloluta, © concutiens animos fonis fifula- 
rum ftridulis ; che perciò il Bulengero , notò effere ftato. il Flauto. 
adoperato » iz Templis, in T'heatris , Funeribus, Orgiis y omnium 
penè Gentium affenfa . so 
L’ erudito Senatore di Firenze Filippo Buonarota efprimendo 
il preziofo Cameo del Cardinale. Carpegna; in cui fi rapprefenta il 
Trionfo di Bacco , notò alla:carta 437. che in effo una Centaureffa 
fi vede in atto di fuonare le Tibie ,, ficcome anche fi vede ‘una fi- 
mile efpreffione nel Medaglione di Giulia, e parimente. nel Sarco- 
fago, che è nel Palazzo Farnefe, dove il Centauro fuona la Lira, e 
riferifte , che Fornuto. rende per ragione ,, perche le Tibie foffero 
adoperate da Bacanti, e che l’ ufanza in molti luoghi era di fuo- 

narle, mentre fi vendemiava ; al che allude quel d’ Euripide . 


Rallegrarfi colla Tibia 


Pofar le cure: SaS 
Quando verrà 1° Vva . 


E nella Felta di Tolomeo vi era un Carro carico di Vve ;.che era» 
no pigiate da feffanta Satiri,li quali a fuon di Tibie, cantavano verfz 
della vendemmia. Tutto ciò. Il Senatore.Nel libro delle pitture an- 
tiche delle grotte di Roma , intagliate da Pietro. Santi Bar- 
toli , e illuftrate da Pierro. Bellori nella. parte prima al numero 
4» fi accenna una Baccante , che tiene due Tibie nelle. mani, 
e le ifpira col fiato 5 fcriffe Fornuto:, che le Tibie fi fuonava- 
no nelle fefte di Bacco, per alludere al coftume di quei Popoli, 
li quali al fuono di effe folevano vendemmiare . E però degno il 
motarfi , che tali. Tibie hanso la forma quafi fimile al Lituo., ef- 
fendo: alquanto ripiegate verfo-la.-bocca,.con cui termina: tal’Itro= 
mento ; e non totalmente dritto, come fogliono effere li Flauti, è 
Simili. Una fimile efpreflione fi vede nella Tavola 15, ove fi rap- 
prefenta un Trionfo di Bacco efpreffo in un Cameo del Cardinale 
Carpegna , effendovila figura di un Fauno, che fuona le Tibie fo- 
lite adoperarfi ne’ Baccanali » come dice Ovidio nel terzo delle 
Metamorfofi pra le sine 
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Quid furor Anguigere proles Mavortia Veftras 
cAttonuit ‘mentes ? Pantheus ait erane tantam 
Ere vopulfa valent ? © adunto tibia cornu . 


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Flauto doppio - 


AT On furono contenti gl’ Antichi di ufare un Tolo Flauto , ma 
JN bene fpeffo ne adoperarono due in'un tempo fteflo : fi efpri= 
‘me ciò nell’ Imagine che fegue., ce fi può riflettere alla fu- 
‘periore pofta fotto ilmumero II.del Baccante:in atto di fuonare due 
Flauti. Di fimili efpreffioni.fono piene le Medaglie ,-e li marmi an- 
tichi, fi veda il Sagrificio'in ‘onore .di Silvano ‘efpofto dal Cafali 
part. 3.cap.t. de ff plendor. Urbis Roma; nel Sepolcro di marmo; 
conférvato:nella libreria Vaticana ‘trovato nell’Anno 1702. un mie 
‘glio.in:circa fuori.di Roma, ‘vicino alla ftrada «di Peleftrina nella 
Villa ‘del Signo? Domenico Caballini , con offa dentro mezze bru» 
:giate:involte in-un:pannoteffuto di Amianto , € fù efpofto in ftam- 
pa':dal'Signor Francefco de’Ficoroni ‘erudito Antiquario.. In:effo il 
Coperchio è ornato di figure a baffo rilievo , frà le quali è un Suo- 
natore di doppia Tibia ; intutti quefti però non apparifce la forma 
vera di effa.,-come elegantemente ftà efpreffa nel marmo ‘addotto 
dal Bartolini Tab. 1.num. 4. poiche quefte erano totalmente con- 
giunte, che per una fola bocca erano tutte due animate dal fiato del 
Suonatore.. Una fimile efpreffione fi vede nel capo 26vde-donariis 
di Giacomo Filippo Tomafini prefa.da un marmo ‘antico poffedute 
in Roma da Orazio della Valle I. C., ove fi rapprefenta un Sagri- 
ficio-fatto a Silvano» nu 
Il primo ‘che efprimentaffe quelto doppio Stromento al rife- 

rire d’ Apulejo lib. 1. Florid. fù Hiasni Padre di Martia celebre 
Paftore. Primus Hiagnis { dice egli) in canendo manus difeapedi- 
navit, primus duas Tibias uno fpiritu animarit , primus levis > O de- 
wtrîs foraminibus acuto timnitu gravi Bombo Concentum ir i 
VZZAO i i utt 


| me 64 0 
Plinio però riferi nel ‘lib. 7. Cap. 50.3 che Martia inventò 
Y ufo di tale Iftromento , dopo avere trovato in un Fiume il Flauto 
gettatovi da Minerva . - ra cre n BI 


TERE. I 
Flauto: Traverfier . 


LFlauto fopradetto un’altro fe ne può aggiungere , detto 
Traverfier dagl’Alemanni, lungo palmi tre in circa, ed hà 
Canale quafi ugualmente fteo, ha buchi fette verfo il fine, ed 
uno vicino al principio , a cui fi applica Ja bocca per animarlo 
-col fiato; e fi tiene come fi vede nella figura fotto quefto nu- 
mero efpofta indicante un Soldato in atto di fuonarlo , perchè 
fogliono principalmente ufarlo li Soldati 'Tedelchi ,, e accompa= 
gnare con effo il fuono del Tamburro, fece menzione di tal’Itro- 
mento Giacomo de Vitriaco Cardinale lib. 3. hiltvorient.; /o/edant 
enim fibi facere nomen cum tubis calumellis , fiftula dicitur è noftriss 
nia in bello etiamnum utuntur Heluctiè ; onde fi dice tal Ciufo- 
do fffulutorius calamus . bbiditiso | 
Suole quefto dirfi, ò deltro ; è finiftro , fecondo il mo- 
do , che fi tiene nel fuonarlo, poichè da alcuni fi fuona, te- 
nendofi ftefo verfo la parte deftra., ‘ò vero verfo la parte fini-. 
{tra. Parlò di effo lo Scaligero, riferito da Rofino lib, s.cap. 11. 
e Aldo Manutio lib. 1, Epift. 4. così lo defcriffe : Dextere T'ibie 
erant, que dextra hiffriones (pectabant, finiffrao fcidicet fpeCtatoress 
finifire contra, que finiftra biffriones destra fpeîtatores ; opinor nu- 
sens finiftras raven fonum veddidiffe, dexteras autem acutumz fini- 
fra cnimex ca arundinis parte fiebant, que proxima Terra nafti- 
“‘tur, que enim craffior fit, © foramen latius babebat, guam que lon- 
giuquior è radice.e/t , graviorem fonum reddat , mece/Se eft dentere 
autem è fuperiore arundinis parte febant . Ciò anche fi afferma da 
Plinio lib. 16. cap. 36. Differivano anche nel fuono per cagione 
delli. buchi ; avendone aleuni due ,_ altri trè ; onde il fuono fi 
rendeva più grave , ora più acuto, e fecondo li foggetti rappre- 
fentati nel Teatro fi adoperavano Je Tibie traverfe , circa la 
quale diverfità ,. fi può leggere Rofino nel capo fopradetto , Ce- 
lio Rodigino » e Scaligero nel cap. 10. della Poetica. —_ XXII, 


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N'altra forte d’Itromento ufato per ordinario dalli Paftori,. 
U è quello , che è compofto di molte canne , chiamato vol 
© garmente Ciufolo ,.e dalli Latini Fi/?4/2,.Teofrafto,, € Plinio la 

differo Siringa . La defcrizione di effo fi. hà da Polluce: Fiftula 
ef Calamorum compofitio, lino, © cera conjuntta, aut tumultuario, 
© rudi opere Tibia multe ,finzule paulativi fub fingulis definentes è 
maxima ad minimam arundinem ex altera parte fibi invicem propier 
inequalitatem fuppopti, ut ves non fit abfimilis ale Avis ; quemad- 
modum enim in alapenne fuperiores funt longiores , que fequunturo 
carum ovdo femper decrefcit > Ufgue ad minimam pennam > Îta È 
în Fiftula plures fiunt calami impares cera juntti per ordinem, fen- 
Sim decrefcunt, ut inferiores femper breviores fint . 

Nota il Bartolini, cheal principio fi usò dalli Paftori una 
fola Filtula , poi crebbe a du, pui a fruos mà ineguali » € 
con proporzione 5 onde cantò Ovidio. È 

SE Fiftula difparibus paulatim furgit auenis. 
£ che foffe di fette canne; lo diffe Virgilio eglog.a. 


E/l mihi difporibus fiptem compatta cicutis 

ARGS 21777 PEAS | Sh 
Defcriztone più lunga prefa da Achille Tazio lib. 8. fi legge nel 
Bartolini a cart. 214., il quale riferifce , che nel Palazzo Far- 
nefe fi vede ‘una Fiftola di'dodeci canne, fei delle quali fono 
inuguali e fei uguali, F7/22/2( dice egli) Pluribus è Tibiis:com=. 
patta e, qua fingulis ex arundinibus conftant | Acque arundi= 
nes iple omnes perinde ex tibia una fonum edunt 3 inter Segue. 
ita collocata fut, ut altera alteri ordinatim adbereat , facies 
cwterior ‘pofieriori fimilis babetur Quoniam autem arundinun 
aliam alia-excedit 3. iMud feire oportet altero co capite’ quanid 
prima fecunda faperetur ) tantò fecundam è tertia fiiperari > 
Caterague detnceps proportionens candem fequi . Ex aliero autem 

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capite equales illas inter fé omnes ele ; que omniam media ca 
longiore dimidio minor efî . Eo autem ordine di/pofite arundines 
fherunt, ut equalis effci concentus pofit +. Nòns cum acutiimus fG= 
nus in fublime admodun feratur > &ravifimus auters contra depri- 
matur, ambogue extremas per arundì nes, alter alterun: fCilicet fortiti fint 
interjacentes > alias, que vocum intervalla moderarentur, conftitui ne- 
coffe fuit . Illa cnim fonos impares, fed tamen prò vata portione 
di/linClos nubte, acutaque cum cravibus temperantes in caufa funt, ut 
fnter fe consruant, FA ut egualis demum concentus efficiatur: Ineren= 


do alla forma inuguale Claudiano deftriffe tal’ Iltromento in 
Epit. ver.34» | 


Platano nangue ille fub alta 

Fufùs, ineguales cera tenchat avenas 

Menaliofgue modos, © poMtoralia labris 
Srmura Fentabat relegensorifgae vecurfù 

Difimile tenui variabat arundine VENTUIA è 


E Fatio nel lib. 3. de Leucip. amor. ne accennò il modo tenuto 
nel -fuonarlo come fegue‘voltato in latino > Zorrò filula bee fî 
ori cum quis admoverit , codem prov/us, quo Palladis tibia referturs 
verdm binc digiti modos temperat > illic os manum imitata; 3 hic 
Libicen foramina omnia > uno dumtaxet excepio , per quod [piritus 
excat  obturat s illic filulator arundines alias omnes liberas dimittens, 
uni tantàm, quem guiderà fonum édere velit, os adsovit , qua deinde 
ommi/fa ad aliam atque aliam, prout ad fuaviorem cantum edendum 
fieri per ef , tranplit, coque patto circum arundines labra illius 
sdentidem feruntur. 

‘’—Se di tal’ Iftromerto fì cerca l'origine , e 1° Autore , vi è 
argomento di credere non effere ftata molto antica, poichè nell* 
Iftorie delvecchio Teftamento non nè abbiamò alcuna relazione 
«quantunque lo Scacchi Mirot. 3. cap. 55. ftimi, che nelle fefte 
pubbliche, come nelli giorni $ quando s’ incoronavano li nuovi 
Ré,; fi ufaffe qualfivoglia forte d'Itromento muficale, trà li qua= 
li fi può credere foffe quello, che ora defcriviamo accennato nel 
nome diFiftola; imperocchè dicendofi nella Coronazione di $2- 
Jomone 4. Reg. cap. 11. Et 'a/tendis univeria multitudo pot cum, ©. 


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Populus camentium tibiis, nel Tefto Ebreo fi dice, f/lulantes sita x; 
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Li Scrittori, che ne trattarono , furono di pareri diverfì » 
poichè Apollonio lib. 3. de Deor. orig. dice effere ftato Autore 
Mercurio; altri Fauno , overo Pane , altri Idi Paftore della St- 
cilia con l’Autorità di Virgilio, dicendo. 
Dui primus calamos cera conjungere plures 
asti Inftitutt - i 
Con più lepida narrativa afferì Lucrezio lib.. 5. eflerftato inven- 
tato a cafo, quando le canne agitate dal vento , cominciarono 
a render fibilo , onde li Paftori cominciarono a fuonasle col 
fiato. 
Vi Zephiri cava per calamorum fibila prim 
Agreftes docuere cavas inflare cicutas, 
Inde minutatim dulces didiciffe querelas , 
Tibia, quas fundit digitis pulfata canentum 
Avia per memora ac Silvas faltufque reperta 
Per loca Paflorum deferta Gc. Ds 


Inerendo perciò a quefte favolofe relazioni, fi è efpofta P Imagi- 
ne d’un’Fauno in atto di fuonare la Fiftola fopra defcritta, men- 
tre tal forte d’ Uomini furono falvatici , e abitatori delle Selve. 


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Oboè. 


* Detto Oboè l’Iftromento , che fegue, il di cui fuono mol- 
to grato all’udito, è molto più ftrepitofo del Flauto .;, fuol 
©. effer lungo circa due palmi, e otto oncie, la vacuità interiore è 
| piramidale , e termina in bocca di Tromba ; nella parte , ove 
s'applica la bocca per fuonarlo, è una lingua compofta di due 
parti di canna, che infieme fi riguardano; il Tubo è bucato in 
fette luoghi, e trà il fefto, e fettimo buco ve n’è um'altrolatera= 
le, che fi apre, e ferra con il dito auricolare. ti 
| Un’Iftromento fimile all’Oboè nominato Clarone è ]ungo 
palmi due e mezzo , termina con bocca di Tromba larga oncie 
3+E bucato in fette luoghi nella parte fuperiore, e in uno nella . 
La pais 


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parte oppofta inferiore . Oltre ‘@ queftibuchi ne hà due altri fa- 
terali oppofti; mà non in diametro, li quali fi chiudono, e apro- 
‘n06 con due. molle calcate. con le dita .. quando: bifogna variare 
li tuoni , li quali fono più baffi della voce formata dall Oboè. 
Chi fia ftato il primo.inventore di tal’ Itromeuto non l’hò 
trovato riferito da alcuno fcrittore, ficcome da niuno fù defcritto, 
feno manifefto: non effere.‘antico:,, mà moderno dedotto :dalli 
Flauti, per.avere voce piùcaltà,;e-vigorofa ; neè fi facile a fpie- 
garfì colla penna; come la:comprende Pudito, da cui fi diftin- 
gue, econofce, benchè confufa nelle Sinfonìe con la voce dial 

tri Itromenti Muîficali i con atto 
Prima di terminare quefta narrativa; non:è da laftiarfi P accen® 
nare , che trà gl’Iltromenti, li quali fi fuonano col fiato uno ve n'è, 
(fe bene non molto:adoperato) iliquale volgarmente fi chiama Scia- 
lumò , fuole eferiquefto! fatto di canna:a modo di Zampogna, e 
lungo come Il Flauto , e hà buchi fette 3veioè fei di fopra, eduno 

difotto. 

UU altra fpeciè di Scialrimò dicelì dalli Suonatori Calandro- 
“ine; il'quale hà li buchi, comeli Flauti , e nel principio dell’ im- 
* boccatura hà due molle., le quali premute , dannò il fiato per due 
- buchi oppofti in diametro, dove fi pone la bocca è inferita una 
Zampogna 5 rende quefto un fuono Tauco ; e poco grato , € fi fuo- 
na colle medefime Tegole delli Flauti. Eufébio Cefarienfe de pre- 
par. Evang. lib. 10. cap. 2. ne fece Autore Olimpio , e Marfia 
Fratelli nati nella Frigia Invesitori Cella Fiftola,ficcome della Trom- 
ba dice foffero inventori li Popoli Tirreni fratelli vifsuti in tempo. 
di Cadmo. Polibio nel lib. 4. l’attribuì a gl’ antichi Popoli di Ar- 
° cadia; liqualiJli portarono. melLatio3 ove folamente fi ufavamo. le 


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Zampogne:, dome affermò Dionifio» Alicariiafsto «00 e 04 


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Fagotto , e nezzo Fagotto . 


TX Agl’ Itromenti , che fi vedono efpreffi in mano di due Suo- 

natori, uno è chiamato volgarmente Fagotto , € l’altro mez- 

zo Fagotto ; de’ qualiil Fagotto , altro non è, che .il bafso 
dell’ Oboè , e il mezzo Fagotto il tenore. Il P. Kircher a carte 500. 
del libro Artis magne confoni, & difsoni li nomina .con la parola 
Dulcinum, la quale non hò potuto rinvenire apprefso alcun Autore 
di lingua latina, Nel Glofsario però del folo Du Cange, è regiftra- 
ta la parola di barbara latinità Dulciena y che fpiega è dicendo, ef- 
fere una fpecie mufici cantus dulcioris . Di efsa ne apporta l’ Auto- 
rità di Americo Abate Maifiacenfe , il quale nel foglio 81. della Vi- 
ta di Carlo Magno manuferitta , confervata nella Libreria Regia » 
regiftrò li verfi fegutnu. 


Quidam peluim modicam tinniabant 
Baculo fonos properantes, 
Quidam foutos dulcorabane 
eu ».Adelos fuaves concimentes > 
\ ino Quidam diuphoniam diffonabant 
04° dulci fono diftrepantes ©c. 


Gli Autori della Crufca regiftrarono tale parola, ne altro ag- 
‘giunfero. per fpiegarla, fe non che efsere il Fagotto Iftromento da 
fiato. Ha quefto la forma conforme da noi fù efprefsa,e fimile fi 
«vede apprefso il P. Kircher nelluogo:citato, il quale a carte 501- 
fcrifse come fegue. | - 
 Equidem miror noftros Romanos muficos nullam carum curam ba- 

© Bere s cum nibil Ecclefiaftice mufice iis aptiùs elie pofft s prefertim 
‘tress quatuor , aut quingue tibia focientur dulcino vulcò Fasotto . Eg0 
| certè 19 majoribus Solemnitatidus. Feftivitatibufgue bujufmodi Syrat= 
phonias fubinde fidicino concentui longe praferendas confuerim » prafer= 

- tim Je (tyIo iis appropriato, per. compoftiones exquifitas exhibeantar 
. — Al parere diquelt’ Autore altro non fi può opporre > aa 

1 = coiltu= 


sè 70 de. 
coftume mantenuto nella Chiefa Romana di celebrare le Felte nel- 
le Chiefe , fenza la multiplicità degl’Iftromenti da fuono più con- 
venienti nelle Fefte teatrali , nè perche alcuni fiano ottimi , fono 
ufati per tutto , ritenendo ogni Nazione alcune ufanze loro pro- 
prie, che perciò frequente è 1’ ufo di queft’ IMtromenti nella Ger- 
mania .e raro nell’ Italia. 

Volendofi ofservare la Fabbrica, è quefto Htromento lungo 
cirra trè palmi , compofto diuncannello, il di cui diametro è di 
trè dita, e più largo nel fine, che nel principio . Quefto hà un 
Canale ritorto , per cui s’intromette il fiato dal Suonatore, e fi 
propaga per tutto il Tubo., e fi riflette verfo la bocca del Suo- 
natore, il quale con.le mani, or chiude, or apre li fette buchi 
pofti nella parte fuperiore, e altri trè fituati nella parte inferiore, 
e ne nafce un fuono di tuono bafso, mà foave a maraviglia . 


dg «a a È 
° Serpentoné. 


> nfito anche in Francia , e nella Germania j_ particolar= 
mente nelle Sinfonie della Guerra uno Stromento. di voce af- 
fai balfa, mà che mirabilmente accompagna li Flauti, e gli 
Oboè, volgarmente detto il Serpentone , perche hà quafi la figura 
di un mezzo Serpente , pende quefto dal collo del Suonatore in 
lunghezza di circa trè palmi, che fe foffe fpiegato e dritto , farebbe 
di lunghezza di fei piedi, come riferifce il P. Merfenne. Mentre 
quefto fi anima col fiato, con ambedue le mani, orfi chiudono, 
or fi aprono li buchi fei, che fono ineffo, a fine di poterne varia- 
re il fuono. 

Tale Stromento non fi trova defcritto da niun’Autore antico 5 
forfe perche inventato da’ moderni . Il P. Kircher a cart. 505. della 
mufurgia , così ne parlò. Zazer Zu/irumenta do maximè eminet 
illud , quod ferpens dicitursin Gallia maximè ufitatum , bafso fonan- 
dum maximè Opportunum> quod etsì fagottum fuperet intenfione vo. 

‘cis, dulcedine tamen ab cò fuperatur. Qui plura defiderat legat Mer- 
fenniam ;Fin quì il P. Kircher , il quale dinuovo a carte I la 


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Fonurgia aggiunfe,che fe tal’ 
ò 15. palmi renderebbe tuono maggiore , 
Tubi fabbricati in modo di Chiocciola . 


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Itromento fi fabbricaffe lungo di 10., 
‘uguale a quello delli 


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ZLampogna . 


| *T'Elli due Fanciulli quì efprefli fi rapprefenta il coftume proprio 

di effi di fuonare I{tromenti fonori, chiamati communemen=, 

te Zampogne, è di varie materie, cioè di calami delle Avenes 

di rami di fico, è diLauro , ò di Sambuco con torre l’anima 
interioremolto paftofa principalmente nel Sambuco. 

Si chiama Zampogna dice il Ferrari nella lingua Italiana, € 
dalli latini SazzZ2cina , nome diminuito da Sambuca, e tal’Iftro- 
mento ferve per cantare verfi umili, come dice Perfio fat. 5. Sam- 
bucamcitius coloni aptaveris alto, enotò , che l’Ariofto nel canto 17. 
del Furiofo usò il nome di Sambuca , in vece di Zampogna . 

Ode la fera il fuon della Sambuca. 

Il Cafaàubono fopra Ateneo lib. 14. cap. 8. dille muficam In- 
Mrumentum s quod Sambucam dicchant , Parthis , © Trologoditis 
psulò peft affisnat Euphorion . Il certo è che li Popoli Orientali 
ufarono tal'Iftromento ; d'onde poi l’ufo di efso pafsò alli Greci, 
ficcome il nome. 

Un’ accurata defcrizzione di tal’ Ilromento fi legge nelle 
Mechaniche di Ateneo fatta da un certo Damio. Da quefto Iftro- 
mento Sambuca ne fù originata, dice il Ferrari, Ja vocw Sambucus 
nome di Albero, che avendo la midolla tenera , facilmente fi vvoe 
ta , e facilmente fi poffono fabbricare le Zampogne dette anche 
Sambucine “Sa 

Non molto diffimile dalle Zampogne è l'Iltromento principale 
mente ufato dalli Fanciulli, detto dall’ Italiano Fifchio parola origi- 
nata dalla Fiftola, onde fecondo Papia Fi/folare, è lo fteflo , che 
Sibillare cum Fiftula. Suono comune, e ufitato dalli Paftori dice 
San Tomafo, alli quali nelcanto /epe /ibilus loco fiftula ef, ePlu- 
tatco in Otthone, cum ir 74eatro vifùs efter Qtho, iMudents Pi cx 

| (7 


i “a 72 ee 
fbilabat 5 Equites infigni ploufu vecipiebant s fed rurfum Populus fr 
bilos augebat . Fù fempre il Fifchio INtromento plebeo, Paftora- 
le, e fanciullefto , e ciò anche afferì il Menaggio V. fifchio, i 


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Fi/chi , e. Zampogna diverfa - 


Ono però le Zampogne , e gl’'Iltromenti da fifchiare diverti, 

poichè ‘alcuni compofti di metallo fi adoperano per imitare 
le voci degl’Ucelli dalli Gacciatori, altri fatti di canne per paffa- 
tempo , altri per farne vedere la diverfità della forma. Tale è 
quella quì efprefla tenuta da un Villano , formata d’ una Can- 
na lunga due palmi, e fi fuona per traverfo, terminata in am- 
bedue le’ parti con due bocche di Tromba, inventata a capriccio, 
+ da moderni per paflare il tempo. 


babi. 
Fifchi diverfè. 


N Ella narrativa antecedente della Zampogna fufticale e fan? 
ciullefca fi è accennata la varietà delli fifchi , che nella 
Campagna principalmente ‘fi adoperano dalli Cacciatori. di fo- 
li Ucelli, le voci delli quali fono contrafatte totalmente con det= 
ti INtromenti, che. allettati da effi, e perfuafi effer voci di Ucelli 
fimili, corrono è per unirfi ad effi, ‘e rimangono preda‘, è nelle 
«reti preparate , ò nel vifchio pofto fopra li cefpugli; ove fi na- 
- fconde il Cacciatore, come a tutti è noto, e fono tal’Iftromenti 
‘fabbricati, d:di Ottone, è di offo, ddi legno, e fervono prin- 
cipalmente per contrafare le voci delli Franguelli, delle Lodole 4 
delli Merli; e delli Tordi, e fi fuonano colla bocca. este 
©». Tyn'altro però detto quagliere, con cui s'îmita la voce delle 
‘Coturnici fifuona con le mani, premendo una piccola faccoccia 
di pelle piena di crini di Cavallo ; Itromento quanto facile & 
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fuonarfi, altrettanto ammirabile per l’arte con cui fù inventato. 
Il cacciatore, quiefpofto alnumero XXVIII. moftra di fuo- 
‘ narne uno con la bocca , e altro indicato dal numero XXIX. 
ft}in atto di fuonarne uno colla mano . 


XV ng 
Piva. 


Egue un’altro Strumento confueto a fuonarfi dalli Paftori » 
S detto communemente Piva, da altri Cornamufa, ò vero Cia- 
tamella : che foffe defcritta da S. Girolamo nella lettera a Dar- 
dano l’affermò il Bartolini de»Tibiis pag. 230. il quale riferifce, 
che helli tempi antichi fù formata di pelle:c4z deabas cicatis esci, È 
per primaminfpiratur, fecanda votem emittit; fopra che Salmafio ftimò 
doverfì leggere : antiguis temporibus Dorus quoque fimplex pellis, nane 
Dorus Grecis eft pellis . Dopo furono aggiunti più cannelli ; e fù 
‘detta Nuula , ò vero Nablia dalli Latini dalla voce NuZ/a , 
che fisnifica unaforte di Organo , da Suida defcritto ; altri la dif- 
fero Tibia utricularia; così il Ferrari ; perchè è fimile nella for- 


ma al ventricolo umano . 
uando fi vuole fironare, deve empirfi divento, e poi. pre= 
merlo con il braccio, e governare le canne del fuono colle ma- 


ni, fopra ciò fi legge appreflo il Poeta. 


Copa Syrifca caput Graja redimita mitella 
Crifpum fub crotalo dotta movere latus 
Ebria formofà faltat, laftiva taberna 

Ad cubitum raucos excutiens calamos . 


Fù defcrttto elegantemente un Suonatore di Piva di nome To- 
nio dal Poeta mantovano nella Buccolica, dicendo. * 


Et cum multifori Tonius cni Tibia buxo 

Tandem po cpulas , & pocula multicolorem 

Ventricalum fumplit buscafgue inflare rubentes 
- 


2 74 DE 
Incipiens oculos aperit, ciltifgue lumatisi: 
multotie/que alto flatu, e pulmonibus haufo 
Vivem implet, cubito vocem dat Tibia prefSo 
Nunt huc mune iDluc digito Saliente . 


Effere quefto Iftromento antichiffimo, fi deduce da Suetonio, 
il quale nel capo 54. della vita di Nerone, ne fece menzione, di- 
cendo: Sul exitu quidem vite palam voverat , fi fibi incolumis ffa- 
tus permanfiSet > proditurum fe partà vittoria ludis etiam bydrau- 
lum, © choraulum, © utricolarium . i 
| Non lafciò di farne menzione il Padre Kircher 2 carte sos. 
de Arte Mufica , dicendo: Corzamafà multi prò utriculo famunt. 
Quid utriculus fit , paffim motum eft, Paftorum fcilicet Muficorun- 
| que folamen unicum. dn hoc Infirumento uter înflatus > brachioque 
compre/fuss e filulis cidem annexis animatur s que animate prò va- 
ria claufura , vel apertura ovificiorum , variam reddunt. barmoniam. 
Riferifce.il Ducange ; che in Ibernia fi ufa nella Guerra — 
quefto IRromento ; come afferma Riccardo : 74/0 Jffrumentum 
muficum è mufa ditlum , noftris Cornamufa: ejufinodi Iffrumento , 
mufico prò tuba in bellis > © praliis utuntur Hiberni , ut tefatur 
Ricardus Staniburftius lb. 1. de Reb. Hiber. , è quò ità deleribi- 
ur 3 Vtuntur etiam Hibernici lignea quadam fiffula callidiffimo ar- 
tificio fabricata, cui faccus ex corio compofitus , © lingulis artlif- 
sfimè complicatus adbereftit . Ex pellis Latere dimanat fiftula , per 
quam quali per tubum filtulator inflato collo è © buccis fluentibus 
inflat. Cum pellicula aere fratta turseftit, Inffrumentum vurfus pre- 
mit brachio , Hac împreffione duo alia excavata Jiona brevius fci- 
licet , © longius fonum emittunt grandem, © acutum » Adeft item 
quarta filiula diffinblis locis perforata « quam Buccinator ità articu- 
lorum volubilitate , quà cludendo, quà uperiendo foramina modera= 
ur, ut ex fùperioribus fillelis fonitum , FÀ grandem > feu rvemiffum 
quemadmodum ci vifum erit, facile eliciat, totius tamen rei prora, O 
puppis eR, ut acer per ullam aliam folliculi particulam prater fillu- 
Javum introîtus. pervadat 5 Nam fi quis vel acu puntium in culeo ri- 
maretur, aftum elet de 150 Infrumento 5 Quandoguidem follis 
fubito flavefieret . Hot genus utri apud Hibernos bellica virtutis 
cotex ee conftat. Nam ut alii , milites Tubarum fono , ita ifti bujus 
clangore ad pugnandum ardenter incenauntur 4 
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Acciò aggiunge il Ducange : Eju/modi Inftrumentum invene- 
re Lydi s ut ch apudftholiafen Pindari Olimp.vd. 5. 


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Mufetta . 


Aggiore armonia però fi rende da un'altro fimile Iltro- 
| mento da poco tempoinventato, e ufato in Francia » 
Chiamato Mufetta . Lo defcriffe il fopradetto P. Kircher a carte 
sso. con le feguenti parole . Za doc Inffrumento follis infertas > 
preftus » dilatatufque fifîulas perpetuo animat > innumeris penò ple- 
Etris s fingulis orificiis fitularum correfpondentibus conftat , quibus 
Auledis s mon aliter utitur ac palmulis in sravieymbalo ad orificia 
Sfularia, vel aperienda , vel claudenda, deficiente verò vento , follis 
infra brachium annexus, diffenfufque premitur > ©' ita novus utri 
ventus fuppeditatur ad animandum calamos. Organum vife, non ii= 
mus mirabile, quim auditujucundum . A car. 169- della Fonurgia, 
dice, che è armato di trè. canne, è fiano Flauti » 
Meglio. fi potrà arguire la fabbrica di effo nella figura qui 
delineata . o 
Tal Itromento , che fi fuona colle dita ferrando , ò ap- 
prendo li buchi delle trè canne , fù dal celebre Todino fuonato, 
come gl’Organi colla taftatura, dando il fiato, fecondo il bifo- 
gno » € fupplendo con effi all’ operazione delle dita in modo, 
che il fuono è fimile a quello della Mufetta, mà l'operazione, 
è diverfa. 
Oltre la varietà del fuono , che fi cagiona da quett’Iltro- 
mento , fi può aggiungere la commodità in fuonarlo , mentre 
dandofi fiato all’Otre con il mantice, non hà il Suonatore la fa- 


tica di gonfiarlo col proprio, come fà il Villano la Piva. 


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Organo. 


"gv Rà tutti gl'Itromenti Pneumatici, che è quanto dire yani* 

mati dal fiato, il più artificiofo di tutti, e l'Organo oggidì 
ufato principalmente nelle Chiefe Criftiane , e nelle funzioni 
Ecclefiaftiche con tal nome fignificato , e da tutti intefo ,, ben- 
chè come in altro luogo fù notato , il nome di Organo puole 
figuificare molti Itrumenti Muficali., come fi può dedurre dal 
Salmo 136. ove rammentandofi le lagrime del Popolo Ebreo: 
efule in Babilonia, fi dice : Super flumina Babilonis in Salicibus 
in medio ejus fufpendimus Organa noftra , cioè a-dire diverfi 
Iftromenti Muficali, non effendo verifimile , che: tutti appendef- 
fero alli Salci lIltromento , che: ora s'intende con la parola Or- 
gno «+ . d 
Cirea effo nafce il dubbio, fe nel Vecchio: Teftamento fof- 
fe ufato dagl'Ebrci, nè manca chi l’afferifca; deducendociò dal 
«commandamento fatto. da Dio per bocca del S. Rè David , il 
quale nel Salmo 150. invitando il Popolo .a lodare il Creatore, 
e accompagnare il canto con il fuono,, nomina mole I{tromenti, 
e l'Organo principalmente , dicendo : Zaudare cum in fono Tu- 
bey laudate cum in Pfalterio, & Cythara, Vaudate cum in Tyn- 
pano , © Choro , luudote cum in Chordis , © Organo > Lauda- 
te cum în Cymbalis bene fonantibus omnis Spiritus laudet Do- 
Minum . 

Altri però ftimano; che fia Itromento non conofciuto dagl' 
Ebrei, mà inventato dopo la Redenzione del Mondo ; Ne l'ette- 
re nominato nel Salmo fopraddetto ripugna + poiche S. Agofti- 
no fpiegando le parole del Salmo , Zuudare cum in Chordis , © 
Organo (dice) Cdordas habet , & P/alterium & Cytbara, organun 
autem generale nomen ef omnium Vaforum muficorum , quam 
vis jam obtinucrit. confietudo , ut Organa. propriò dicantur, 
que inflantur follibus » quod genus fignificatum hic effe non 
arbitror . Quod erzo ef in Chordis è © Organo , videtur mihi 
aliquod Organum >» qued Chordas habcear  fignificare voluiffe s € 

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in altro luogo ; /o2um illud Otganuw dicitur » quod gravo ef 
© inflatur Follibus > fed quidquid aptatur ad cantilenam > © cor» 
porcum ef > quo Infirumento utitur qui cantat > Qrganum dici- 
Ur » iI x 
° La fteffa opinione fi d’Ifidoro nel libro 2. orig. cap. 20- > 
‘ove fcrifle Orsunum vocabulum eff generale vaforum ommum mu 
ficorumz Hoc autem cum follis adbibetur alio Greci nomine appel 
lant; Ut autem Organum dicatur, magis; © vulgaris efi confue- 
tudo Grecorum + : 

Mà quanto è cofàcerta ,. che tal’Itromento fia ftato in- 
ventato nell’età pofteriore , altrettanto è incerto il tempo preci- 
fo della fua origine, e come avvertì faggiamente Monfignor An- 
gelo Rocca a cart. 13. de Companis, e Polidoro Virglio nel ca- 
po 8. del lib. 3., di molte cofe non fe ne poffono fapere li pri- 
mi Inventori, e di tal genere fono le Bombarde, el’Organi, gl 
Orologi, e le Campane. i 

Ii Bartolini nel ultimo capo del lib. 3. de Tibiis afferì; che 
Habuerunt veteres Orzg4gnuy yaua vcrto animata coprimebant CONCen= 
tum, quoties digitis contingerentur regule cum Tibiis concinentes 3 € 
fopra ciò vi è un’Epigramma di Giuliano defertore lib. 1. cap. 86. 
Li defcriffe anche Maulio lib. 5. in emendat. Scaligeri , come 
fiegue. i | 


Hinc venient vocis dotes Boreeque fonantis 
‘Garrula que modulis diverfa tibia format . 
Et quodenmgue manu loquitur flatugue movetur, 


Mi perchè non fi fpiega il tempo , rimane anche incerto quale 
fi debba credere. 

Negli Annali di Francia di Sigifmondo art. 823. fi: raccon= 
ta, che fù condotto a Ludovico Pio un Prete Veneziano no- 
«minato Giorgio , il quale ft vantava di poter fabbricare un’Or- 
gano ; e che l’Imperadore lp mandò in Aquifsrano infieme con 
Tenulfo Sacellario ut e4 omzia ad id Inftrumentii neceParia praberen 
zur. Lo fteffo Scrittore nel capo 16. de Translatione Santtorun 
Martyrum Marcellini , © Petri, parlando di quell’Artefice : Hic 
eft 3 dice Georgius Veneticus , qui de Patria fua ad Imperatorene 
venit > © im Aguenfi pulatio Orsanum > quod grecè hydraulicune 


vi 


st 78 de 


vocatur mirifica arte compofuit. Mà ad origine più antica fi deve — 


attribuire tal forte d’Organo detto Idraulico, perchè il vento ne- 
ceffario per fuonare , fi cagiona dall’acqua . Imperciocchè ap- 
preffo Euftatio ferittore più antico fi legge nel libro 17. della 
fua Iliade, che di effo ne fù l’Autore un certo Crefibio Alefan- 
drino- E ciò fi conferma da Plinio nel libro 6. cap. 17. viffe Pli» 
nio nell’Anno 68.dopo la nafcita del Salvatore. 

Ma tutte quefte relazioni fono convinte dal Teltimonio di 
Vitruvio , mentre quefto effendo viffuto in tempo di Cefare Au- 
gufto, cioè anni 46. avanti la venuta del Salvatore, fecondo il 
calcolo del P. Petavio in Rat. temp.ne trattò nel lib. 10. cap.13. 
e afferì effere ftato inventato dalli Greci, ficchè non sò vedere 
con qual fondamento il Bulengero addotto dal Bartolini nel cap.7. 
del lib. 3. poffa avere afferito , che la prima invenzione nacque 
nel tempo di Giuliano Apoftata, come anche affermò Caffiodo- 
ro nellib. 1. mentre dieffo, oltre Vitruvio, ne fecero menzione 
Suetonio, e Sidonio Appollinare citati: dal medefimo Bartolini . 

Conviene dunque dira; chu<fftnde- due fpecie d’ Organi 
uno animato dal vento , prodotto dall’acqua , l’altro dal vento 
«cagionato dalli mantici , l'origine del primo debba anteporfi a 
quella del fecondo, e che dopo effere ftati inventati fiano ftati 
perfezzionati da diverfi Artefici , li quali hanno aggiunto can- 
ne, e regiftri diverfi ,, dalliquali ora fi cagionanofuoni alle orec- 


chie gratiffimi,. che perciò fono Iftromenti affegnati alla Mufica 


delle Chiefe, circala quale, fi racconta, che foffe il primo Au- 


tore , S. Vitaliano Papa viffuto nell’ Anno 660., onde il Platina 


nella vita di lui Scriffe : V/itaZianus cultu divino intentus , © re- 
gulam Ecclefiafficam compofuit, © cantum ordinavit , odbibitis da 
confonantiam (ut quidam volunt ) Organis ; Il Ferrari però riferi- 
‘to dal Oldovino nella vita di Vitaliano, ne dubitò mentre l’ufo 
dell'Organo, non è nella Cappella Pontificia . 

Comunque fia, certo è che nelle Chiefe, ora fi tiene con 
molta lode ; mentre dal fuono. di tal’ Iftromento fi muovono gl’ 
affetti verfo le cofè celefti , e dalla melodia terrena fi arguifce 
quella, che in più luoghi dalla Sagra Scrittura fi riferifce. for- 
mata dagl’ Angioli. 

Rimarebbe a dirfi della mirabile fabbrica di tal’ Itromen- 


to, mà perche l’affunto noftro è. di offervarne la fola Iftoria ; 
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2 79 2 i 

ci rimettiamo a quanto eruditamente ne feriffero il Padre Mer- 
fenne, il P. Kircher, ed altri; e concludiamo conla.defcrizzio- 
ne di effo prefa da un Suonatore riferita dal Du (Gange V. Orga- 
rum > il quale fopra il Salmo 15. così ne feriffe. pt 

Organum itaque e8t quafiTurris tubis fabricato ; quibus Fla- 
vu follium vox copiofifiama deltiatur, © ut modulatio decora  com- 
ponat > linguis quibufdam Uigneis ab interiore parte conftruitur, quas 
difciplinabiliter Magi(trorum digiti reprimentes grandifonam efficiunt, 
© /uavifimam Cantilenam, che perciò Gio: Battifta Doni nel ca- 
po 10. del trattato della Mufica., afferì effer L Organo fenza 
fallo l’Iftromento più capace di ogn’altro di quelle varietà, che 
fi poffono far fentire nella Mufica , rifpetto al gran numero di 
canne, e di filtemi, e regiltri, che fenza molte difficoltà vi fi pof- 
fono accommodare . a carte 20. dice, veramente non vi ha Stro- 
rnento più a propofito perla multiplicità de’ generi , e de' tuoni 
dell'Organo , nel quale in vece di tanti regiftri, che non fanno 
‘alcuna varietà «d’ armonìa , fi potrebbe introdurre detta varietà, 
come da un bel paffo di Tertulliano fi conofce che gli aveva- 
no gl’'Antichi, è da vento ; ò d’acquache foffero , de’ quali gl’ 
ultimi fi chiamavano Orsara bydraulica, e li primi da me fi di- 
cono Orzana Phyfaulica . Il luogo di Tertulliano è quefto nel li- 
bro de Anima . Speéta portentofam Archimedis munificentiam . Or- 
 ganum bydraulicum dico. Alachine tot partes , tot compagines > tot 
itinera vocum , tot compendia fonoram , tot commercia modorum , tot 
acies tibiarum > © una moles crunt omnia. FRI E. 

Si fabbricano gl’ Organi di mole fuperiore ad ogm'altro I{tro- 
mento fonoro, «che perciò fogliono per’ordinario ftabilirfi par- 
ticolarmente nelle Chiefe in modo, ché non fi poffono transfe- 
rire da un luogo all’altro ; onde in Ruma nella Bafilica Con- 
ftantiniana fi ammira quello fabbricato per ordine di Papa Cle- 
‘mente VIII, dal perito Artefice Luca Blafi Perugino , è compo- 
fto di. fedici regiftri, è fiano Clafli di Canne, delle quali la mag- 
giore è di palmi 39. e riceve il fiato da fei Mantici dieci palmé 
lunghi. Ve n° è anche uno fimile nella Catedrale d’ Orvieto, e 
un’ altro in Trento, che dicono effer: compolto di 36. regiftri . 
Di uno prodigiofo , e Vafto fece menzione il Volfano , nel pro- 
emio della Vita di S. Suithuno: riferito dal Du Cange ; con li 
verfì feguenti, 

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Talia © auxi/lis bic organa qualia nunquani 
Cernuntur gemino conftabilita fono . 
Biffeni fupra fociantur in ordine Folles 
Inferiufgue jacent quatuor, atque decene . 
Flatibus ulterius Spiracula maxima reddune 
Quos agitant validi feptuasinta. Viri. 
Bracchia verfantes multo, © fhdore madentes 
__Certatimgue fuos quifgue movet focios 
Viribus, ut totis impellant flamina furfum 
Et rugiat plena Kapfa referta finu. | 
Sola quadringentas , que fuftinet ordine mufas 
Las manusorzanici temperati ingenti - 


Mirabile al certo fù un tale Orsano s mentre era compe- 
fto di 400. Canne, e per dare loto il fiato erano impiegati 20. 
Mantici , € 70. Uomini nel governo di.elfi. . ‘.. 


SRP 
Organo delli Signori Verofpi. 


Iù ammirabile al certo è 1 Organo ; che fi vede collocato 
in Roma nel Palazzo delli Signori Verofpi fabbricato d 
_ — Michele Todini Savojardo infigne perito nella -mufica ; poi- 
che fuonandafi quefto dalle mani dell’ Organifta., corrifponde 
infieme il fuono di un Cimbalo:, e di trè altre: Spinette da’ eflo 
feparate , e con tale artificio, che fi odesla melodia, ora di una, 
ora di due. ora di trè , e anche di tutte infieme a piacere del 
| ‘“Suonatore , che le governa con Îe mani, e con li piedi. Arti. 
‘ ficio prodigiofo, nè ancora penetrato dalli Spettatori. Acciochè 
fe ne concepifca la pofitura di effi , e l efteriore apparenza ne 
riportiamo quì il difegno tale quale fù pubblicato dal P. Kircher 
| nella fua Fonurgìa a carte 167., ove riferifce avere l'Autore im= 
piegati 18. Anni nel fabbuicare tal Machina 


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in cul sono molti Strumenti sonovi fabricati con prodigioso artifizio dd M: ZL T: odino 


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Organo Portatile. 


poffono trasferire da un luogo ad un'altro, benche grane 

di, e di molti regiftri. Tale è quello, che fi adopera nel 

la Bafilica Vaticana fabbricato in queft’anno dal perito Artefice 
Filippo Tefta Romano; che con il benefizio di Ruote fi trasfe= 
rifce dove fi vuole. . bi | ata 
Ne mancano altri affai più piccioli , quali fi poffono, por- 

tare anche viaggiandofi pendenti dal collo, efuonarfi.con la:de- 
ftra girando un cilindro, che armato di denti fupplifce al moto 
delle-dita, come indica la figura quì pofta, in cui fi. efprime un 
Tedefco povero pellegrino, come fogliono alcuni di tal nazione 
girare per l’Italia fonando , e ricevere elemofine.dagl’ uditori e — 


x RX. 
Tubo Cochleato 


*quefta prima claffe d’Iftrumenti fonori. animati dal fiato, 
À fi può aggiungere un Tubo non ufàto da alcuno , mà idea- 
to dal P. Kircher, il quale nel libro della Fonurgia a cart. 110, 
efpofe la figura di un Tubo, come noi quì la riportiamo fotto 
il num. 35. affermando , che ufandofi di figura eliptica fi accre- 
{ce notabilmente la voce di chi l’adopera ;- Imperciochè a carte 
711, prova > che la voce per tale Tubo fi accrefce molto più; 
che per un Tubo retto, che perciò la natura hà fabbricato ne- 
gl’ Animali più timidi il fenfo dell’udito intal forma, come par- 
ticolarmente fi vede nelli Lepri, Cani, e fimili, ne apporta di 
ciò la dimoftrazione ; che quì non hà luogo per ef- 
fere dichiarata . Aggiunge però faggiamente , che tal fabbrica » 
peritum artificem reguireret, non effendo facile fabbricare un tal 
Tubo, che abbia la figura perfettamente eliptica . Soggiunle il 

L mede- 


A Ltri ‘però fe ne fabbricano di mole affai minofe.; che fi 


i è2 82 e 
medefimo Autore 5 che fe tal Tubo fi fabbricàffe di grandezza 
ftraordinaria , fi potrebbe adoperare foftenuto da trè Alte in mo- 
do, che facilmente fi potrebbe raggirare , come dimoftra il di- 
fegno quì pofto. , ria, OS 

Curiofo è poi Îl quefito, chè pone nelcap. 3. del libro pri- 
mo della medefima Fonurgia . Cerca egli fe la voce , è fia il 
fiato-renuto chiufo nelli canali ,‘e fmili Itrumenti per qualche 
tempo; datofi poi l’adito, fi poffa udire dagl’afcoltanti. Pa 
Fù tal dubbio ( dice egli ) propofto già da Gio: Bartifta del- 
la Porta, ‘e Cornelio Agrippa , li quali rifpofero, che così acca+ 
derebbe, onde tale rifpofta fù ricevuta con plaufo , e tale opi» 
nione fù difefa dal Veccherio, da Alefio, ed altri, delli: qualime- 
ritamente fi rife il Kircher, mentre l’efperienza dimoftra il con- 
trario, e la raggione ripugna, poichè effendo il fuono ‘un’ agi- 
tazione di Aria cagionata dall’impulfo del Suonatore , ceffando 


quefto cefla l'agitazione, e per confeguenza il fuono , e crede- - 


re il contrario, farebbe lo fteffo , che credere poterfi con un 
Crivello portare l’acqua da un luogo in un'altro. v 


RESIEEN L 


Tromba Marina. 


El tempo in cui fcrivo fi fà udire per le ftrade di Roma 

un fuone non ufato per l’addietro da alcuno, è cagionato 
quefto dal fiato con cui viene animato , come le Trombe, quel’ 
Itrumento detto volgarmente Tromba Marina ; da altri Trom- 
ba parlante, perchè ufata per lo più in mare, ove da un Va- 
{cello fi parla all’altro, benchè diftante , mentre la voce di chi 
- parla con effa notabilmente fi accrefce . 

Hi quefto Itrumento la forma di Cono, nè vi è determi= 
nata lunghezza , potendofi fabbricare ad arbitrio più, è meno 
lunga , più ò meno larga. Non fono molti anni, che fù inven- 
tato tal’Iltrumento, e come fi riferifce in una lettera Inglefè del 
Cavalier Morland pubblicata, e tradotta nelli giornali delli Let= 
terati di Roma del16y2. fù quefto l’inventore; e ne riferì lare= 
si fabbricarla con dovute proporzioni, ficcome gl’ufi varit 

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Il Padre Atanafio Kircher però nella fua Fonurgia nel = 
po 1. della Sctione 6. afferma effere invenzione più antica, di- 
cendo, che tal Tromba: Nor c/? Aujas temporis IMventura > dr 
id ante plurimos annos Rome ab Aubtore Mufirgie > O 4ujus hi 
bri defiriptum, GS impriffum fuerit; e ne riferifce il modo con su 
fù inventato. Mà lafciando la verità nel fuo luogo , il certo 
che' in quefto tempo in vece di articolare la voce fi anima col 
fiato; onde fi cagiona un fuono ftrepitofo, € benchè rauco pia- 
ce all’udito. > 
Trattò di tal Itromento il Padre Francefco Lana nel libro 
intitolato Magifterium nature, & artis Tom, 2.1ib. 10. L’Altorfio 
nella Prefazione al Mullero. Ne publicò un trattato il Montanari 
col titolo Difcorfo fopra la Tromba parlante ftampato in Venezia 
nel 1715. e nell’Anno 1719. , ed in Lipfia un'altro Gio: Maf- 
tia Haflio , in cui accuratamente efamina di qual forma , € di 
qual materia debba fabbricarfi tal’Itromento, della cul origine 
molto dubita, mentre che nelle lettere annue della Compagnia 
di Gesù fcritte nel 1594. dal P. Sebaftiano Berrettario , ed im- 
preffe in Roma nel1602. fi riferifce effere ftato in ufo un fimi- 
fe Iftromento appreffo i Popoli abitanti le Montagne del Perù, 
ficcome effere ftato ufato dalli Perfiani nella Città d° Hpahan lo 
riferì Giorgio Anderfon, e Volquard Juerfea : mà quanto è in- 
certo quando cominciaffe l’ufo di tal’Iftrumento nel proferire le 
vaci articolate , tanto è vero, che in Roma cominciaffe il fuo- 
no Muficale formato da unFrancefe, edorarinovato da un po- 
vero Mendicante, che dopo il canto forma con effo il fuono, 
che per la novità della voce molto piace all’udito.+ I 
Con qual regola , e di qual materia debba perfettamente 
effere fabbricato tal’ Itromento ne fece un’accurato efàme il fo- 
pradetto Montanari, e dopo lui il fopracitato Gio: Mattia Haf 
fio, ed a quali ufi utilmente fi adoperi ; fi è efpolto nelli Giorna= 
li delli Letterati di Roma del 1672; ; 


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«Corno di. Aleffandro. «go 


Ella ‘Tavola fèguente fi è efpreffo.un Soldato .in atto di 
N fionare un grande Itromento , ed. è quello , che il Pa- 
dre Kircher efpofè nella fua Fonurgia a cart. 132. e lo nominò 
Corno di Aleffandro , ove così ne feriffe.: Alexandrum quoque 
magnum certum Cornu habuiffe tam intenfî foni ; ut illo totum 
Exercotums quamtumois difperfiume,convocatunin prefentem fiferit , 
ac fi fingulis prefens logueretur. Eriferi, che trovandofi nella Li- 
braria Vaticana, leffe a cafo un libro manofèritta ; il di cui tito» 
lo era : decreta Ariftotelis 02 Alexandrum Magnum; e che frà le 
altre cofè in eflo regiltrate, dice aver lette le feguenti parole : 
Faciebat hoc Cornu adeò vebementem fonum > ut co exercitum fuum 
ad centum ffadia ( quorum otto unum miliare Italicum conficiunt ) 
difperfium convocare perbibeatur . Aveva quefto , come apparifce 
nel fudetto Volume, il diametro di cinque cubiti, e la detta figu- 
ra fi vede nello fteffo Volume col titolo: Corzu Alexandri Ma- 
gi > e facendofi fopra le dovute riflefioni, dice il medefimo, 
che poteva udirfi in grandelontananza dalle {quadre de’ Solda- 
ti, prendendo l’efempio dal fuono delcorno bovino4 con cui li 
Paftori, particolarmente nella Germania , richiamano dal campo le 
beftie , che paftolano lontano tal volta più d’un miglio . 


Non effendo efpreffo nel libro fudetto il modo ufato nell’ 


adoperarlo , ftimò l'Autore , che foffe foftenuto da trè Afte in 
modo , che poteffe raggirarfi dal fuonatore verfo quella parte , 
che più piaceva; come appatifce in quelto difegno . 
Di tal’ Ifromento fece anche menzione Olzo Vormio nella 
lettera a Fortunio Liceto fopra il Corno Danico pag. mihi 21. 


XXXVIII. 


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L Giovane quì efpreffo moftra di fuonare un’Iftromento  fat- 
“ro con un palmo di Canna fpaccata, che rende la voce fimi- 
je ad una piccola Trombetta :fi ufa per ordinario dalli fanciulli 
villani, effendo Iltromento facile a farfi nelle Ville. Uno fimile 
fi fà con la Canna paluftre, togliendo una porzione di effa per 
il lungo con ilcortello , inmodo, che refti la vacuità della Can- 
na coperta da una fottile membrana, che tali Canne fogliono ave- 
re, fi fuona con il fiato, come fe fi volefle fuonare una Trom- 
betta ; onde rende voce acuta , e tremolante , in modo , che 
fembra effer fuonato quell’Itromento , che communemente fi di- 


‘ce Sordino. 


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Ciufolo del Villano . 


Roprio è parimente delli Villani principalmente di Abruzzo 
il Ciufolo , con il cui fiwono accompagnano il fuono della 
Piva nelle danze, con le quali procurano dilettare. [i Spettatori, 
alli quali, dopo avere per qualche tempo faltato , e fuonato , 
chiedono qualche ricompenfa con cui mantengono la vita. Il 


fuono è acuto, eftridolo, onde più tofto è nojofo a chi l’ode..: 


de 36 de 
XX XX 
Tromba di Zucca. 


"L Villano ‘quì rapprefentato. fiuona col fiato una Zutca di 
T quelle, ché chiamano lunghe, Tal forte di gente inferifce una 
Zampogna di Canna nella parte più angùfta, etoglie nell’oppofta 
più larga una parte di effa: onde forma quafi Ja-figura di un 
Corno bovino ;' e rende faono rauco-, e ftrepitofo . Li Villani 
di Gaeta fogliono ufarla frequentemente. nella caccia è e nelle 


fefte + 
I ON Rep 


Suono della Brocca. 
QUisr piaccia il fuono fi può dedurre; ed arguire dall’ 


invenzione della gente rozza, che non avendo Iftro- 

menti di mufica, nè perizia per fuonarli, hà faputo però 
inventarne alcuni, con li quali eccita qualche fuono atto ad ac- 
compagnare li Balli contadinefchi, e il canto delli Villani. Ufa- 
no perciò alcuni una Brocca, e per il canale donde fr fà ufcire 
l’acqua tramandano la voce nel corpo vacuo di effa , ora ca- 
prendo, ora aprendo l'apertura fuperiore con la mano, in mo- 
do, che la voce fi varia talmente, che può cagionare una cer= 
ta finfonìa grata, ed atta ad eccitare il canto, c le danze. 


XX XE; 
Suono con il Pettine. 


Ltri formano il fuono fimile a quello d’una piccola Trom- 
A ba » foffiando con la bocca fopra una carta , dietro alla 

quale è collocato un pettine, overo una tavoletta trafo- 
rata con molti piccoli buchi. Soglio no ufàre tal’ Itromenti prin- 
cipalmente li Fanciulli, che fi ricreano, Uri: 


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Prima di paffare all’altra Claffe d’ Itromenti fonori ; non 
farà difutile il riflettere a ciò , che S. Paolo fcriffe alli Coriuti 
nella prima letera capo 15. v. 53: cioè alla Tromba!, che nel 
fine del Mondo fonata: da un’Angelo farà riforgere tutti. li Mor- 
ti; /n momento initbi oculi innovifima tuba » Canet enim tuba, 
O mortui refurgent incorrupti.»: Mà- perchè può parere incredi- 
bile , «che la.voce d’una Tromba poffa effere udita in tutte ile 
parti del Mondo, fi fcioglie facilmente il dubbio dal P. Corne- 
lio a Lapide fopra il capo 21.di S. Matteo ‘al iium. 31, ove. di- 
ce: Ailtet Angelos fuos cum tuba, imo tubis multis toto orbe 
perfonantes , ut omnes mortuos ad vitam cvocent., © od judiciunt 
citent 5 fondato sù le parole dell’Evangelio, ©" wittet Aggelos 
fuos cum tubis, © voce magna © consregabit eleEtes cjus è quatuor 
ventis; onde ceffa la difficoltà mentre fuppliranno molte Trom- 
Dea che in tutte le parti del Mondo faranno fonate dagl' An- 
geli. A ì 

Maggiore difficoltà è il determinare, fe tale Tromba do- 
verà eflere vera Tromba , ò pure con tal nome debba inten- 
derfi un commandamento Divino , come alcuni ftimorono ap- 
preflo S. Gregorio, in vigore di cui tutti li Defonti riforgeran- 
no. A tal dubbio rifponde il medefimo P..Cornelio fopra il ca- 
po 4. della letera- di S. Paolo alli Tefsalonicenfi dicendo , 
che farà Sez/ibilis clansor , © non tubalis formata ab Angelo în 
dere > vel ca folius aeris colliffione vel potius per veram tuba ; 
come ftimò $. Anfelmo in Elucidario , ed altri. Imperochè Cri 
fto, e San Paolo fempre uforono la voce di Tromba, la qua- 
de è un Iltromento Idoneo a formare fiono da poterfì udire in 
parti remote, benchè a noi non fia manifefto di qual forma, e 
di quale materia doverà effere tal’ Itromento. 

Un'altro dubbio fi può proporre circa tale materia come 
riferifce il citato Autore, cioè in qual modo potrà effere udita 
la voce della Tromba , fe el’Uomini faranno morti nelli Se- 

olchri. Mà dottamente rifponde il P. Cornelio , che Audiezt 
ideft fentient > refurgendo > ac fî audirent vocem Filii Dei , qui 
vocat ca que non funt quali ca que funt. Imperochè tal Trom- 
ba farà come ftimano molti Santi Padri un Iltromento morale 
per la Refurrezione, per mezzo di cui Crifto; Operabitar, reft- 


reCtionemficut verba confecrationis funt Inffrumenta tranfuftantiaa- 
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zionis. Perciò lo dice Itromento'morale, imperocchè: Mor zecef- 
fe videtur huic Tube tribuere vim phificam fufcitandi montuos. 

A ciò , aggiunge il P. Francefco Suarez 3.part. queft. 55. 
‘art. 1.che li.Morti dopo effere rifufcitati udiranno tale Trom- 
ba ;. poichè il«riforgimento fi farà. in un’iftante, mentre finona- 
rà la Tromba: in modo , che ‘perfeverando il fuono pofla effe- 
‘e udito, è almeno potranno udire le parole feguenti , ve2//e 
ad Fudicium + Imperciochè tal Tromba intimarà , e chiamarà tut- 
ui ad'effere giudicati; che perciò dice la. Chiefa : 7u2e mivum 
Spargens fonum, per fepulchra regionum > coget omnes ante Tronuma 
Tutto ciò il P. Suarez. ! | 


CL'ASSE:TI 


Degl Iffromenti fonori per © 
ba Tenftone. 


Iconofciuti gl’Itromenti, dalli quali: fi rende il fuono per 
il fiato, fi paffa alla feconda claffe di quelli, che'rendo- 
no armonìa per la Tenfione, poiche fono armati di corde, 
le quali ftirate , quando fono percoffe rendono it fuono . Ine- 
rendn dunque alla divifione di Caffiodoro lib: de mufica, ove 
dice : Organorum aliud percatitur, aliud intenditur> aliud inflatur. 
Percutiuntur acctabula @nea, vel orgentea, tenduntur fides> qua ple- 
Flro percufie mulcent aurium fenfium, inflantur tibie calami , or- 
gono , È cetera , que fpiritu agitata in fonum vocis animantur. 
Numeraremo dunque gl’ Itromenti della feconda claffe., li 
quali intenduntur, A tal’efame ci fà buona guida il P. Kircher 
nella fua Mufurgia con ridurli a cinque clafli , ove a carte 453. 
diffe, che la prima contiene quelli , li quali fi compongono ex 
abacis mamuariis , gue claviaria vocant,, ut Clavicymbala , Cla- 
vicordia , Spinetas Monucordia. La feconda contiene, gue manu- 
briis in oblongi colli morem protenfis, e quefti utriufque minifferio ma- 
nus Jonari folent , ut Teftudines, Tiorbe, Pandora . Nella terza fh 
contengono quelli, gue manubriis quidem conftant, fed areu, È 
ennis incitontur , ut Viole , feu Cheles, omnis generis, © Cyihara. 
La quarta comprende , que omni aQaco , © manubrio VP 
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atriufygne monus mini[lerio immediatò fonantur, ut. Harpe > 0) P/al- 
seria. Nella quinta finalmente fi numerano » 74 mixtana guar 
dan vationem cx omnibus habent s ut Lyra Germanica > que abaco 
‘tonftat 3 © loco arcus utitur rota. Con quefta divifione ll rende- 
rà più facile V'efame di.ciafcuno, » . . È sala 


KIEL: 
Cimbalo. 


Cee dunque dalla claffe; che contiene. gl Iltromen- 
ti fonati cor ta mano , in primo luogo, è da confiderarfi 
sil Cimbalo, detto da molti Gravicemzbalo. Di quefto fece 
menzione il S. Rè David nel Salmo 150: ove ‘invitò: a) lodare 
Dio con tal’ Iltromento :*Laudare cum «ini “Cimbalis. jubilationis 3 
inà perche la parola Cyasba/um 5 è molto. 'equivoca.; € fi può: 
dubitare di quale Itromento parlaffe., delcrivendolo .S. Ago-. 
Stino: Cyrsdala ( dille ) invicem fe tangunt , ut benè fonent > ideo è 
quibufdam Vabiis noffris comparata fini. Lo Sponio nella felfione 
prima art. de Cymbalis, efponendo alcune figure di donne, che 
ballano, fonando un tal Itromento , dice: Cyada/4 e/îe Infiru- 
mentas que ifte Saltatricule geltant, utrumpue cum altero conca- 
tiunt audabter3 afiero quòd ca videam labris afimilari . 

Mì tal Iftromento fignificato col nome di Cembalo dagli? 
Autichi a fuo luogo doverà riconofcerfi.: per ora balti I’ inten- 
dere, che tal nome è ftato trasferito dalli Scrittori moderni, 2 
quell’ Iftromento » il quale armato di.corde di metallo rende 
il fuono per mezzo di alcuni, che. dicono faltarelli uniti 
alli cafti, quando quefti dalla mano del Suonatore fi percuotono. 
“. Per effere Iltromento afsai noto. non occorre  deftriverlo 
diffafamente, e balta folamente fare ‘trè principali rifleffioni , la 

cimia è circa la difpofizione delle corde, la fecondacirca fe cor- 
de medefime,la terza fopra la varietà delli fuoni: fono primiera- 
mente le corde in numero di 49. di metallo , e non d’ inteftini 
di Animali. Onde l' Iftromento, che di tal forte di corde è ar- 
Mato , fù detto da Gulio Firmico lib. 6. cap. 31. /rener vu y 
ideft Infrumentum muficum cui vice Nervorum infunt eree chor- 
dule ; mà tal voce conviene anche alla Lira, che di tali corde 

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fuol effere armata ;; onde lo fteflo ‘Scrittore diffe, Mafcos>fuciunt 
qui lyre arenervos dulci modulatione percutiunt. Ne folamente fox 
no di metallo le corde, mà hanno diverfà eftenfione ,\e lui» 
ghezza; e a proporzione della maggior 3 ® minore eftenfione 
fono anche di maggiore; ò minore groflezzay: dal che ‘procede 
una grande varietà di voci fonore, che perciò trà tutti gl'I&ro- 
menti di quefto genere tiene il primo luogo. 
Gio: Battiftà Doni a carte 58. così ne fcriffe. 

li Clavicembli; quando fi facciano di trè tuoni, e taftature, 
fi potranno diverfificare in due maniere con la {tefla materia 
delle corde per tutto, e con diverfà.j fe ciafcun'averà le corde 
della ftefla materia, la diverfità confifterà non folo in'eflere più 
e meno tirate, c aver la tratta più lunga, ò più corta, mà più 
baffa, © più alta dal fondo, e-in‘pettinatura ‘più ciuda ,. è più 
dove percofla più. prefto, è lontano dal ponticello ; è: fimil al- 
tre differenze , che fi potrarino ‘agiuntare alla natura de’ modi 
con fare, che il regiftro Dorio abia il fuono ordinario del Cla= 
vicembalo &c. si o lia 

«« Effere ftato inventato tal’ Iftromento da un cetto Niccolò 
Vicentino , lo riferì il Doni neldibro de Mufica ‘alla carta quar- 
ta, ed effervi ftati aggiunti molti itafti, e molte divifioni. Vi- 
veva tal’ Autore in tempo del Cardinale Ipolito! d’'Elte fuo Me. 
cenate, cioè circa l'Anno 1492. fotto Aleffandro- VI. 


pdf VS arno 
«Cimbalo Verticale » 


A fteffa difpofizione , e qualità di ‘corde: fi offerva' nell’ 
Ù. Iftromento feguente ; ‘il quale è differente dal primo perla fi- 
| tuazione dellè parti ; inventato per maggior :commodità 4 
poichè è «collocato ‘verticalmente , onde ilifuono fi propaga 
meglio , e occupa fito' minore, e ferve per ornamento della Ca- 
mera in cui fi conferva : Da chi fia fata tale difpofizione in 
ventata nonl hò potitto rinvenire, ficcome nelracconto del Leti 
fi riferì effere ftato il Vicentini inventore del Cembalo, mà du= 
bito. che più tofto foffe da quello perfezionato . A 


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Ono anche-li Cembali del genere fopradetto di forti diver- 
$ fe, ufandofila medefima difpofizione in tutti delli tafti, e delli 
Saltarelli mà .variandofi il numero delle corde, e la difpo- 
fizione di ‘effe +. In Italia è comune quello. detto comu» 
nemente Spinetta , la quale alcune volte hà folamente. dicidot- 
to tafti, c rende fuoneacutiffimo. Sogliono communemente f0- 
nare tal forte d’ Iftromento Ie donne , che perciò il Pittore le ha 
efpreffe in quelte tavole. Delle varie taftature di quefti diffufa- 
mente trattò il P. Kircher nel libro 6. della mufica iftrumentale 
part. 2. Cap. 1., e il Merfennes onde a, noi non apartiene il rife- 
rirle . di i 
-3î, Una forte d’Ifromento fi adopera detto Sordino ; ‘e diffe» 
rente dalla Spinetta per la qualità del fuono, perchè in quefta le 
corde toccate dalle penne delli Saltarelli'rendono fuono acutos 
‘e armonico; nel fordino 1 Corde fono folamente battute dolce» 
‘mente dal faltarello : orde.fi rende un’ armonia forda, e. fave, 
che appena fi ode dal Suonatore . | 


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TY Afflando alla claffe, che contiene gl’ Itromenti compofti dicors 
p po fonoro detto communemente la Teltudine ; e di manico are 
mato di corde, -efi fuonano conambedue le mani, una delle qua» 
li governa le cordefopra diverfi fpazii del manico nelle taftature,e con 

“ l’altra fitoccano le corde, accichè rendano iFfuono 5 {i offervi in 
primo luogo quello chiamato dagl’ Italiani 77orZ4 , dalli Latini 
T'eftudo , benchè quefto fia nome generale , con cui fi fignifica 
11 corpo dell’I(tromento vacuo, così detto dalla forma convefsa 
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E dunque queft'Itromento di figura efpreffa nella fua ima- 
‘gine . Perchè fi dica 77or22., niun Scrittore l’afferma, e probabil 
mente tal nome deriva dalla parola ZarZitos , voce barbara fe- 
condo il Teforo della Lingualatina, in cuifi fignificalira di gran» 
dezza maggiore dell’altre, e l’usò Ovidio di genere feminino,ove 
fcriffe Epift. 21. I | n 
»_.___ Mon fatit ad Lacbrimas Darlytos ulla meas. % 
11 P. Kircher riferifce nel capo 2. de Mufica inftrumentali, che 
la T iorba prefe il nome da un Napolitano’, ‘che. aggiunfe cor- 
de alla Lira: contiene tal’ Iftromento nove cordé doppie; c una 
femplice. 0 ASA E pria 


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| Arcileuto: <<. 


Alla 7iorZa nacque l’Atcileuto; Tnftrumento non vfato da- 
# gl Antichi; mà *fventato (dalli moderni , poichè comin» 
sciata fi ad ufare la 77arZa , nn nehile Tedefco detto Girolamo 
Capfperger la perfezionò aggiungendovi un collo più lungo èoîf 
otto ‘corde femplici, e’ fette doppie con-pa corda più delle al- 
tre fottili detta Cantino , fono le fopradette corde, nonidi Mè- 
tallo, mà d’inteftini d’ Animali , e dfferiftano nella groffezza, 
e fi percuotono con la mano deflia , premendo con la finiftra 
wariamente le medefime nel collo dell’Iltromento , il quale frà tut- 
ti di tal genere è il più armonico per la varietà delli fuoni che 
rende . > 
Aggiunfe il Merfenne trovarfi alcuni Liuti detti Chitarroni, 
Ji.quali hanno corde di metalloin un braccio , ei nell’altto d’in- 
zeftini e alcune volte avendone alnumero di 40. ; molte. delle 
quali benchè non toccate, concepifcono tremori. .e rendono fuo» 
no. Il manico di quefto Iltromento può effere di quattro. ; è 
ginque piedi lungo. po cori sarta 


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tRà gl'Itromenti , che fi fuonano ; è con le deta , ò con 
il'Plettro forfì il pìù antico è la Cetera ; imperocchè fe fi 
cftervano le narrative delli Poeti, l'invenzione , € Pufo di ella 
fi ‘attribuito a Mércurio .. Lyra dicitur è Mercurio primdra inven- 


ta; feriffe Iidoro de originibus , poiche quando ritornato il Nilo 


‘nel fuo letto dopo avere inondato l'Egitto, fù trovata da Mer- 
‘ curio una fpoglia di Tartaruca, in cui effendofi inariditi li ner- 


vi dell’ animale putrefatto , refero quelli il fuono per- 
colli che furono dal vento , onde a fimilitudine di quella Mercu- 
rio compofe la Lira , e la donò ad Orfeo, il quale feppe sì 


bene fervirfene con il canto y ‘che le piante, e lifafli lo feguiva- 


no da effo allettati per goderne 1 armonìa , e per efla poi fù 
“numerato tal’Iftromento frà le conftellezioni del Cielo. 


| ‘Di .effa dottamente parlò il P. Riccioli nel fuo Almagefto parte 
prima pag. 406. Lira ( dice egli ) Sivè v4/tur cadens , vel diferens, 
P/alterium > five bec dyra fit Apollinis , five Horphei juxta Quidii 
met. 10. continet Stellas în Ptolemeo 10. quos videlicet funi chor= 
de în Pfalterio decachordo. At in Bajero funt 13. în Klepero II. quas in- 
ter fulcentifima,© prime magnitudinis ct illa,gua dicitur Fidicula fe 
lucida lyre . Et pag. 481 .Lyram fopticordem ad imitationem feptem pla- 
aetorum inventata ab Apollinesvel adimitationem feptiftellit Plejadun 
è Mercurio excogitatam tradit ab Hygino UD. 2.Vitruvius lib.5. cap. 
Abique Daniel Berbarus , © Gulielmus Philundersidem Ficinus in Pla= 
tonem de furore poetico Glarcamas lib.2.Dodecachordi cap.8.8 13. Gui= 
do Arctinus in SR Volla in lib. Plinii cap.22. Oc. 
1 Prima però di confiderare meglio quelt’'Itrumento conviene 
avvertire, che molti confondono la Cetera con laLira, e ftima- 
no'effere il medefimo Inftrumento , come faggiamente avvertì 
il Bulengero de Theatro lib. 2. cap. 37» NNonnalli autem partim 
Cytbaram, Liram, chelim teffudinem idemiefle sco fortò è quòd Xo- 
mopbon Sympof. dixerit Cishara cecinit, Lyra cum tibiis confonante, 
W camtovits © Atenco lib. 14» accipiens Lyram: Citbora secinit > È 
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più chiaramente l’ accennò Euftatio citato dal medefimo Bulen- 
gero, ove fcriffe:Te/lane tefludinis ingentem.fubito , feu manubrio ad- 
dito , © cordis intentis Mercurius Lyram aptavit , quam Apollini 
dono dedit , ut fe redimeret , cum aliquot ex ejus bobus furatus 
effet. Bione però fù di parere, che la Cetera fofle inventata da 
Apollo , e la Lira da Mercurio. 
| Mià tutte fono belleinvenzioni di poetiche fantafie ; mentre 
dagli oracoli infallibili fi sà che l'inventore della Cetera fù Ju- 
bal, il quale come fi afferma dalfagro Iftorico nel 4. della Genefi 
fuit Pater canentium Cythara , © Organo i Vero bensì , che da 
tali parole: non fi hà evidentemente è che Jubal foffe inventore 
della Cetera, benchè foffe Padre di quelli, che l’uforono, non 
. però fi può negare effere ftato in quella età l’ufo della Cetera, 
e fimili Iftromenti. | sti 
Fondato sù quefta autorità confermata: da Giufeppe Ebreo, 
il P. Kircher adduffe la raggione, percui la-Cetera poteffe effere 
il primo Itrumento.; facilmente inventato: /uven/422 chordarune., 
dice egli nel capo 4. del libro 2. de arte Confoni , & diffoni. 
Uri facile fuit ita queque vetufifimum ePe > © primevorum tem- 
«porum nemo dubitare debet , cum cnîm wibil adeo neceMarium ft 
quam filorum ad omnia compingenda ufus, omnis antem quorumcune 
que filoruu extenfio gratum quemdam fonum excitet , ew varia au- 
tem. tenfione chordarum varii naftantur font, nibil facilius fuit viris 
-onufurgis hac experientiaprius edottis Infirumenta tandem omnis ge- 
meris adinvenire s © quidem cytbtaram polichordam ante Diluviuse 
fuiffes facra mos docent littere 
Di quale forma foffe l’ antica Cetera non è fi facile a fa» 
perfi. Probabile però deve ftimarfi , che con il tempo da varii 
Suonatori fi riducefse a forma migliore $ ed a fuono più armoni= 
co, aggiundendofi in effa il numero delle corde . nè 
S Girolamo nella lettera fcritta a Dardano ftimò + che la 
Cetera foffe fabbricata, come la letera Delta; Vitruvio fcriffe efle- 
re formata della grandezza d'una Tartaruca marina, e che a tal 
corpo. foffe :aggiunto un manico Iungo ‘un cubito ,.e che 2 
quefto corpo Mercurio trasferifle le corde ufate nella Lira ; la 
quale era formata di due. corna di Capra aggiuntavi. una traver= 
fa per poterle in effa affigere; come fi vede efpreffa in molte me- 
daglie; e. marmi. antichi. Chi defidera leggere più dia 
è (* 


. 092, 95, e 
te defctitte le parti della Lira , legga il Bulengerornel:capo- 33. . 
del libro fopra citato» tor | 1 
Non mancò chi feriffe efferfi da Mercurio addattate alla, Li- 
‘ra trè fole corde , e tanto»diffe Ifidoro Cherdas. primus Merca- 
vius'excogitavit fdemqaeprimus neruos fonum firinxit 5 e aggiunge 
che foffero nominate corde dal cuore: quia ficut pulfus eft. cordiso 
in pebtore ita pulfias chorde in Cythara. | 
-“*LirGreci affermano, che la figura di Cetera fi fatta da Ce-, 
pione fcuolaro di Terpandro . Altri ftriffero , che Apollo fofle. 
l’inventore della Cetera., e che folle fimile al petto umano , € 
che poi ne procedeffero diverfe figure, e con diverfità di cor-, 
de, come fi vedrà negl’ altri Itromenti., onde vi fono le Ce- 
tere dette Tedefche, altre Francefi, Inglefi, Spagnole, Turche-, 
fche 5 e Perfiane, le quali tutte armate di corde, fi fuonano , ò 
con le'dita ;'ò con il plettro , e tutte poffono effere comprefe; 
con il nome di Cetera ; ‘effendo in tutte quelle la parte , che: dalli. 
Latini fi dice Teltudo , vacua» nella: parte interiore ; €. diverfa. 
nella forma, donde procede la' varierà: dell'armonia . La Cete-. 
ra dunque antica fù da molti adoperatà armta di fole trè cor= 
de, nelle quali, come' riferifce Diodoro Siculo lib. 1, cap. 2. 
fi accennavano trè ftagioni dell’anno, e alrrettanti tuoni, cioè, 
l’acuto ‘per Eftate ,. il grave: per l’Inverno , il mezzano per la 
Primavera , e Scaligero nel cipo 4%. del libro. primo. della. poeti=. 
ca afferifce , che a Corebbo figlio di Ati Rè de Lidi aggiunfe la 
quinta corda . Ne furono poi. aggiunte fette. da Terpandro 
alle quali Simonide aggiunfe l'ottava. Timoteo la nona, fe cre- 
dere dobbiamo a'Plinio > che cosìfcriffe nel.capo 4.\del libro 6. 
e lo fteffo riferì nel capo 40: il Bulengero aggiungendo , che 
S. Girolamo riferì effer armata di\24. corde... | 
Nel Teatro però della vita: umana firacconta, che uu ta- 
le Timoteo Milefio celebre Mufico, che vifle in.tempo di Alef- 
fandro il grande, aggiunfe alla Cetera la corda,decima , e un- 
decima. Nella Cetera commnne , che oggidì fi ufa fi numerano 
dicifette corde, le quali fuonate col plettro rendono una foavif- 
fima armonìa. dà £ Resp: 
_ Non farà cofa ingrata l’offervare la varietà delle Cetere 
antiche come fi trovono efpreffe in varii marmi , € fono quelle 


quì pofte nella Tavola , come le pofe il Merfenne a cart. (e dall' 
ro- 


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ifromenti atmonici; e il Kircher anche parla: d'efla il Pigmie 
nio de Servisa cart. 158., ove dice poterfi conofcere le parti; che 
“compongono le lira cioè: Zazerza , acumina, bracchia, bumeri,, fea- 

puhe > pettimes > modulum, ©' timpanum. 0 © |. (aa 
uindi non è meraviglia fe dagl’Antichi dediti al piacere; 
e-alle delizie , era folita ufarG la Cerera nelli Conviti: come 
riferifce Plutarco Symp. 7.cap. 8. Cyrara jam olim etate homeri. 
adbibita eft inconviviis, 0 amicitiam confuetudinemque ad co anti- 
quam non debet diffolvere , fed Cytbaredis folis utendum eSt ut lu 
Clum, © funebrem complorationem. contilenis fummoveant , canca- 
tes bene Ominata quod bominibus bene epulantibus commendata fint. 
Ne farà difcaro concludere quefta narrativa con ciò , che. 
riferifce Strabone , nel libro 6. Cioè , che in Geraci Città della; 
Calabria fi vedeva già una Statua rapprefentante un Cittadino 
infigne Citaredo detto Eunomio in atto di fuonare la Cetera fo-, 
ra cui era una Cicala, e ciò in memoria di un accidente: cu- 
riofo, cioè che mentre fuonava a gara con Ariftone Mufico fi rup-. 


e una corda della Cetera ; mà fopravenendo quell’ Animale ,; 


fupplì con la fua voce al fuono,'che mancava. i 
©. na fimile Statua fù collocata in Delfi con un’ Epigramma 
regiftrato nel quarto libro degl’ Epigrammi greci:,. e un'altro ne; 

ubblicò nel libro primo fotto il numero 22. la dotta mufa deli 
P, Carlo d'Aquino quì riferito con li, verli feguenti. 


Stridula voce nemorum > pofiguam modulamine dulci 
Supplevit dotte fila vecifa Lyra 
Hic demum vitam pofuit ‘cantumgue canora. 
.. Ne mortis titulos folus baberet Olor è 
Hoc major Cygnum per longa filentia vite. 
© Credibile «/}, forum mam didiciffe melos 
Hec contra Jlridens cum diwerit ante cicada 
Funcribus faîto e/t nunc philomela fais. 


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forma di cui .-è poco differente dalla Mandola , mà è di mole 


molto più grande; è armato di otto corde di metallo ; e fi fuo- 
na con la penna, e rende grata armonia . 


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Cetera Tedefta. + 

Egue un'altro Itromento poco diflimile detto Cetera Tede- 
{ca dal P. Kircher, forfi perchè ufata frequentemente nelle 
parti della Germania. Hà quefta forma diverfa, ed è fornita di 


fole dieci corde , e rende fuono foave, chine fia l'Autore non 
è riferito da Scrittore alcuno. A 


E Ino 
Chitarra Spagnuola. 


P Andura fi dice dalli Napolitani l’ I{tromento feguente sla 


Hitarra,ò Cetera Spagnuola è detto l’Iltromento qui efpreffo ; 

forfi perchè frequenternente ufato in Spagna, fù efpreffa una 
donna in atto di fuonarlo ; effendo ufato anche dalle: Donne . 
Tiene cinque corde doppie, le quali fi fogliono percuotere: con 
la mano a tempo di battuta, Òò pure toccate con la punta delle di- 
ta : onde rendono fuono più foave.. | 

Curiofo è il dubbio , che quì fi potrebbe proporte circa la 
Cetera riferita nel quinto capo dell’Apocaliffe , ove S. Giovanni 
dice aver veduto 24. Vecchioni, li quali ftavano avanti il 
Trono dell’Agnello,badenzes finguli Cytharas fias,ficcome delle altre: , 
riferite dal medefimo nel capo 14. dicendo: vorem quam gudivi ficut 

N Cytha- 


MN. 98. èfe 
Cytharedoram Cytharizantium in Cytbaris fais: Che nel Cielo dal- 
li Beati fi ufino Iftromenti dì Mufica ‘non è da crederfì ; fi 
può bensì dedurre effere ivi una equivalente melodìa, con cuifi 
cantino le lodi a Dio, a noi indicata con termini di fenfibili In - 
ftromenti, tra li quali furorio. nominate le Cetere effendo il fuo- 
no di effe foaviffimo, ed armoniofo in fommo grado. 


Ap) gp 
Lira di Apollo. 


Bo in quefta* figura Apollo creduto Dio dagl 
Antichi Idolatri, come folevano efprimerlo , cioè Giovane, 
con la finiftra tenente una Lira cotonato di alloro , € veftito di 
tela d’oro , è di colore celefte . Nella Lira , che finfero eflere 
ftata da lui'inventara, fignificarono l’armonìa delli Corpi Cele- 
fti. Finfero anche li'Poeti , che al fuono di effa foffe fabbrica- 
tà Da RI Troja, come cantò Ovidio nella lettera di Elena 
@a Paride... 


Ylion adfpicies formatague turribus altis 
Monia phebex [irutta camore Lyra . 


Scriffe Paufania, che fi moftrava come prodigiofo unfaffo , ove 
Apollo depofitò la fùa Lira, dal contatto della quale diventò fo- 
noro, onde qualunque volta era percoffo rendeva il fuono fimi- 
lea quello della Lira,mà a noi bafti aver quì efpreffa la forma della 
Lira di effo, communemente delineata nelli Marmi, e pitture 
antiche, nelli quali fi vedono efpreffe anche l’altre quì pofte, ri. 
‘ ferite. dal Kircher, dal Merfenne, e dal Pignorio . Differo al 
cuni effere la detta Lira armata di quattro corde con le quali fi 
additavano gl’Elementi , altri ch'erano fette, per fignificare l’ar- 
monla-delli ferte Pianeti. | 


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— Mandola. 


L piccolo Ilttomento' quì efpreffo , detto volgarmente Man- 
dola, e dalli Latini Mandora,. hà..folamente quattro corde, 

e rende fuono molto aclito.. Un fimil Iftromento trovo eflere 
ftato ufato dagl’Affiri, mà di trè corde , e chiamato Pandora . 
Giufeppe Laurenti nell’ Amaltea Onomaftica afferma ;i che nel 
nome di Pandura fia fignificato l’Iftromento;detto dall'Italiano Re- 
.bechino . Se quefto foffe l’Itromento ricordato da Ifidoro ap- 
preffo Varrone; ed altri,. è cofa molto ‘dubbiofa. Sono tanti li 
-diverfi termini, con li quali. gli antichi Scrittori nominarono 
gl’Iftromenti fonori, che fi rende impoffibile poterli diftingue- 
re, ericonofcere, maffime che fono diverfe le forme d’un mede- 
fimo Iftromento ufato ‘da diverfe Nazioni. FEES 
Sia di ciò efempio la narrativa di Lampridio nella vità di 
Eliogabalo, ove dice : /p/e cantavit, faltavit dd tibias , tuba cecinit 
pandurizavit, Organo modulatus eft. Molto più ofcura è la nar- 
rativa di Americo de Pejerato Abate Moifiacenfe nella vita di 
Carlo Magno regiftrata in un codice manoftritto fotto il numero 
1543. nella regia Libreria riferito da Du Gange alla parola La440/4. 


Quidom ( dice egli ) Baudofam concordabant 
Plurimas chordas cumulantes. 

Quidam triplice cornu fonabant , 

Quedam foramina inclaudentes \ 
Quidam choros confonantes o 

Duplicem chordam perftridentes 

Quidam taborellis rufticabant 

. Greffum fonum permittentes 

Quidam cabreta vafconizabani 

Lovis pedibus perfaltante> 

Quidam Lyram:, © tibiam properabant 
 Prolixas vinsulas:/ic gerentes 


N2 Qui- 


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Quidam Rebecam arcuabant, 
Muliebrem vocem confingentes Ge 


Dalle quali voci, ò barbare > Ò improprie è impoffibile il potere 
intendere quali foffero gl’Itromenti fignificati & / i 


LEV, 
. Chitarrino. 


R Idicola è la figura feguente fatta capricciofamente dal Pit- 
N tore, alludendo però al vero, mentre rapprefenta un Ma- 
ginaro In atto di fuonare un piccolo Chitarrino, armato ‘alle vol- 
te di quattro ‘alle volte di fèi corde s. è communemente fi ado- 
pera dalli Marinari Napolitani , allora ‘che ftanchi dalle Opera- 
«zioni marinarefche prendonò ripofo in qualche Lido , ed hanno 
-riftorate le forze con ilcibo. Non rende armonia molto grata, 
a un fuono ‘acuto > di cui il feno delle perfone rufticali fi 
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Cola/cione. 


Ei figura feguente rapprefenta una donna Tufca in atto di 
fuonare un’Itromento di trè corde; molto ufato nella Tur- 
chia , e principalmente dalle Donne . In lingua Araba fi chia- 
ma Dambura , in Italia Colaftione è come fi dice dagl’ Autori 
della Crufca. Frequentemente anche fi fuona niel Regno di Na- 
poli , battendofi le corde col plettro, è con una penna. Rende 
un fuono rauco, effendo le corde molto lunghe. e la teftudine 
di piccola mole, come fi vede nell’ imagine prefente , prefa dal 
dibro pubblicato in Parigi , e difegnato in Coftantinopoli per 
ordine di Monsù Ferrajol ftato ivi Ambafciadore del Rè di Fran- 
cia . Suole eflere lungo tal volta fei piedi nel manico diftinto 
in fedici tafti, alle volte è armato di fole due corde. Hi 


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"Imagine feguente è in atto di fuonare un’Iftromento fimi- 
L le nella figura al Violino , mà per la grandezza , che hà. è 
nominata Viola. Il manico di effo è lungo la terza parte di tut- 
to l’Itromento , ed hà quattro corde come il Violino , mà più grof- 
fe affai; ficcome larco è molto più lungo . Quando fi fuona fi 
foltiene dal Pavimento nel modo quì efpreflo, n 


Li. Vinafi gh 
Violone . 


On la fteffa attitudine fi fuona quello; che fegue, e quìfi 

efprime in atto dieffere accordato dal Suonatore: fi chiama 
Violone, perch’è più grande della Viola, edhà fèi corde, con le 
quali fi fà maggiore armonia, che nella Viola. 

Un'altro della fteffa fpecie fi ufa da alcuni armato di otto 
corde , che fù inventato dal Signor Conte Sommerfet Inglefe 
peritiffimo nella Mufica , come riferifce il P. Kircher pag. 486. 
Artis mogne confoni , © difoni . Qual'IMtromento dalli Latini 
fi efprime col nome Vitula , è Vidula, è Violla ; onde li Sona- 
cori di effo fono detti Vitularii. 


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L’ Accordo. 


Iù di tutti è Armonico ilfesuente detto l'Accordo ; non fo- 

lamente perchè è di mole più vafta , mà perchè è armato 
di dodici corde, ed anche di quindici, delle quali dall’arco fè ne 
isa due ; e trè aflieme. Il P.Merfenne lo chiamd' Lira mo- 

erna+ | | 

| Tutte quefte forti di Viole fono ftate inventate  dalli mo- 
derni, nè nelli Monumenti antichi ne hò trovato efprefio alcu- 
no, ficcome nella Sagra Scrittura non fi nominano, e folamen- 
te fi parla di Cetere, di Lire &c. Se poi contali nomi fiano flate 
efprefle le Viole è cofa incerta: | 


| Lintercolo , ò Sordino. 
Pe "Imagine feguente è in atto di fuonate coll’arco un picco» 
410 Iftromento , detto dalli Latini Lizferc4/4s per la figura, 


che hà, dice il P. Kircher, fimile ad una barchetta. Sordino lo 
dicono gl’Italiani, e fi fuole adoperare mentre fi balla. 


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Ale è l'Itromentò tenuto dalVillano, che quì fi è efpref 


fo a cavallo d’un Giumento in atto di cantare, doppo che 
per qualche tempo fi è ricreato con il fuono.. 


LE Sii 


Monocordo . 
M Onocordo fi chiama l'Ifromento, che fegue, perchè è 


armato di una fola corda , benchè anche ne abbia un’ale 
tra più corta, le quali però fi fuonano coll’arco feparatamente + 
Parlando di effo il Kircher a carte 487. dice: «Quod uz notiffimune 


eft ita fupervacameum effe vatus fum cidem explicando tempus tes + . 


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IM Pn. 
Tromba. Marina. 


*U° efpofto con quefto nome un’Iftromento diverfo fuonato 
[2 con il fiato, mà con l'ifteffo nome fi efprime. il feguente 
fuonato con l’arco , ed armato con una fola corda groffa , la quale 
con il pollice della finiftra del Suonatore fi và premendo a tempo 
in varii luoghi del manico, per eccitare tuoni diverfi , li quali 
fono in tutto fimili alla voce della Tromba ; perciò chiamata 
Tromba Marina, effendo l’ufo di effa frequente nel Mare, fen- 
za la fatica di animarla col fiato. La forma di effa fi vede nel 
difegno quì pofto , Il Glareano nel.capo 17. del libro primo e 

molto 


I 9? 104 2@ 
molto di quefto Iltromento , affermò effere la lunghezza di effo 
di cinque piedi, e per l’ordinario di forma triangolare, aggiun- 
fe che anche tal volta hà due corde con le quali meglio Tipuò 


De 


imitare la-voce della Tromba... 
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«Salterio Turchefco . 


I cfpone qui una Donna Turca prefà dal medefimo libro del 
Ferrajol in atto di fuonafe un’Iftromento quadrilatero pofto in 
iano Orizontale pieno di corde di metallo ; le quali fi toccano con 
le dita. E° quefto fimile al Salterio oggidì ufato , della di cui for- 
ma , che fuol effere quafi triangolare , fi ùfa anche dalli Turchi . 
Se tale fofle il Salterio riferito nelle fagre Carte, ove fi dice 
nel Salmo g1./z decacordo P/ulterio cum cantico în Cythara; &nèl Sal 
mo 143. Des canticum novumscantabo vibisin Pfalterio decacordd p/a 
fam tibi. Dalle quali parole fi deduce, che appreflo gli Ebrei fi. 
ufava un’Iftromento chiamato Salterio , il quale era armato di dieci 
corde, propter numeruni decalogi Tegis , alludendofi con effo alli 
dieci Precetti dati da Dio a Moisè , come avvertì S. Agoftino. fa- 
pra li Salmi. 

Indagandone la forma Ifidoro fcriffe, effere la differenza del 
Salterio dalla Cetera, perchè : Zewww i//ud concavum unde fonus 
redditur, © deorfum feriuntur chorde , © deftper fonant, Cythara 
autem è contra concavitatem ligni inferius habet.. Mà dicendo ciò 
pare che convenga «al Cimbalo ,. e non al Salterio . 

Defcrivendolo S. Girolamo riferito dal Bulengero nel cap. 
43» del libro 2. de Teatro afferma; che foffe difigura d’ urio ftu= 
do quadrato; incuieranotefe dieci corde; mà benche il S.Dot- 
tore confermi , che nel Salterio erano dieci corde, non fpiega a 
baftanza qual forma aveffe dett’Iltromento . Il P.Kircher nel; li- 
bro 2. de mufica Hebreorum, ove riferifce molt’ Iltromenti mufi- 
cali, ufati dagl’Ebrei, fotto la lettera A. a carte 49. efpofe la fisura; 
che afferma aver prefa da un Codice antico della Libraria Vatica- 
ma, edè appunto come il defcritto da S. Girolamo:j mà Jo fteflo 


Autore alla carta 495. efpofe un’ Iftromento di forma triangolare 
con 


di alterio Turchefco 


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terium Irumentum fidicinum, fi peritam manum fortiotur tale cft, 
sit mulli alteri five barmonicarum varictatem proportionum , fre har. 
moniofi foi infignem amenitatem fpettes , cedere videatur ; Forma 
ut bic vides et triangularis , chordas habet De. e feguea defcrivere 
1 ordine delle corde divife in trè filtemi diverfi, ciaftuno delli 
quali poffono, e fogliono dupplicarfi, e anche triplicarfi, onde ne 
nafce un'armonia fingolare. Afferma'anche,che nel tempo in cui feri- 
veva era in Roma un Muftco infisnè, nominato D. Gio: Maria Ca- 
nario , il quale aveva, e fonava un tal’ Itromento. 
‘Gio: Battifta Doni nel fuo Trattato della muficaalla carta 7. 
dices chefi ferviva d’un’Itromento di forma quadrangolaré con 
2. corde di metallo proporzionatamente equidiftanti, e. ugalmen- 
ce lunghe accordate al unifono , nel quale conl’ajuto d’ un Ponti- 
cello triangolare; obliquamente pofto , qualfivoglia intervallo fi 
può dividere in quante parti uguali fi defidera... Al qual’Itromento 
{ dice ] forfi converebbe il nome di Magadide ufato Jagl’Antichi, 
che fi avvicina a quefto. Sin quì il Doni ; il parere del quale par- 
mi non poterfi approvare; poiche cercando io che cofa fi fignifi- 
chi nella parola Magadide,trovai che dal DuCange erudito Scritro- 
re delle voci latine fi buone,come barbare offervali effere voce origi- 
nata dal greco , fignificante quella parte della Lira ; ove il Plettro 
percuote le Corde, e cita Pietro Diacono de Viris illaftribus Ca- 
fin. cap. 28. ove f{crifle. Canutus etiam B. Mauri compofuit , in qui- 
bus qui vult artis grammatica tramitem, © Monochordi fonori Ma- 
gade reperiet notas, e nel Teloro della lingua latina fi dice, chela 
parola //Zagas Mogadis, five Masadium Gguifica Inffrumentum mu- 
ficum, © è tabula quadrata conftans leviter convexa intentis in ca Cy- 
thare fidibus , e fi aggiunge che al parere di Budeo fi fignifica an- 
che quella ‘parte della Lira, #7 qua plettrum illiditur, ubi percujfio 
fit chordarune manu destra. bp: 

Poffono quefte opinioni facilmente conciliari , poiche col no- 
me di Salterio , fi può intendere quel’ Iftromento di figura paralel- 
logramma, come è quello efpreffo fotto quefto numero, nel qua- 
le però le corde col bencfizio di due ponticelli formano la figura 
triangolare , onde ne nafce la varietà del fuono, per la minore, ò 
maggiore eftenfione delle medefime, e fi può fabbricare l’ Iftro- 
Into in modo ; che abbia la figura triangolare , come da molti fi 
vfa. O Si 


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Si fuole queft'Itromento fonare conle dita, ricercando con effe 
le corde nel modo che fi ufa nell’Arpa; e nelle Tiorbe; e in Turchia 
l’ufano frequentemente le Donne fedenti fopra cufcini; come quì fi 


rapprefenta è 


LXIV. 
Plalterio diverfo » 


N° altro modo fi ufa nel fuonare il Salterio;il fuono di cui rie- 
{ce non menofuave, percotendofi le.corde con due bacchet- 
te lunghe circa un palmo, e fottili, nelmodo indicato nella figura 
pofta fotto quefto numero, che raperefenta una povera fanciulla 
Tedefca, la quale nel tempo in cui fcrivo fi vede per le contrade 
«di Roma; onde: molti fono allettati ad ‘apprendere l’arte di fo- 
narlo, mentre è ugualmente facile , e dilettevole .. Frequente è 
1 ufo di tal’ Itromento nella Germania, e fi ufato dagl’ Arttichi, 
onde ‘appreffo Ateneo nel lib. 4. cap. 24. fi legge , che un tal’ 
Aleffandro Citerio lo perfezionò,aggingendovi moltecorde, e che 
divenuto vecchio dedicò quefto fuo I{tromento nel Tempio di 
Diana Effefina; acciochè ne rimaneffe alli Pofteri la memoria del- 
la di lui Perizia. 
Immortale rimarrà;( fenza dubbio ) la Perizia con cuifuona 
il Salterio il degno Sacerdote, e Cittadino di Città di Caftello 
D. Florido Ubaldi, il quale effendofi dilettato per qualche 
tempo di fuonare varii Stromenti , pofcia ‘applicatofi al fuono 
del Salterio ., in cui aggiunfe molte corde fino al numero. dî 
29., e fonandolo in forma d° Arpa ; fece udire tutte le confo- 
nanze, che fi odono nel Cimbalo , ò fi arpeggi con le dita ;, ò 
‘-fi percuotino le corde con le bacchette. Tal’ Iftromento non ha 
grandezza determinata, variandofi fecondo il coftume del Paefe, 
‘ò il gufto di chi lo fuona. L’ordinario ufato in Italia, è lungo 
circa trè palmi, largo poco meno didue. 


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Lira Tedefca. 


I ufa principalmente nella Germania un? Iftromento chiamato 
S dal P.Kircher a carte 1486. Lyra meridicorum, e dal P. Mer- 
fenne Lira delli Ciechi, poiche per l’ordinario è fonato dal- 
le povere donne, e gente ruftica , come fi rapprefenta in:quefta 
Imagine d’una povera donna Tedefca ,' che girando per l’ Euro- 
pa fi procaccia il vitto con l’ elemofina fattale dalle perfone; do- 
po, averla udita fonare . L’ Iltromento è come la figura lo rape 
prefenta, armato di quattro corde di groffezza inuguali , ftefe 
fopra la teftudine , e ftirate per mezzo delli piroli., vogliamo 
dirli con il Tofcane Bifcheri > mà in modo che paffano fopra. 
una ruota di legno duro, e unta di cera , premendola ; la quale 
( dice ) il Merfèenne fupplifte all’ arco con cui fi fuona il Violino, 
e fimil’ Itromenti | 
Preparata in tal modo quefta forte di Lirà , fi gira con la 
mano deftra la ruota , fopra cui fono ftefe le corde » e quefte 
rendono il fuono girando la ruota , e acciochè fia variala voce 
fi premono con la mano finiftra alcuni tati, li quali mentre toc- 
cano le corde cagionano fuono più, è meno acuto, onde fi for- 
ma un'armonia grata all’ orecchio. Chi ne foffe l' Autort s cin 
quel tempo inventata Lira tale ; da niuno è riferito. 


.° 


Li VT ia fel 
Arpa. 


° Iftromento qui efpreffo di figura quali triangolrre; e para- 


i 3 ERO quafi alla lettera greca Delta poco fi nia al” 
‘3, molto nella Germania, e con ragion iche iVi TI. 
conofce la fua origi > gione poich 


ne. E nominato dalli Latini Cinnira + Harpe. 
O 2 dalli 


©? 108 è@ 
dalli Tedefchi, non per altra ragione ( (criffe Papia ] fe non per- 
che fù inventata a Gente HMarzorzm , li quali come dice il Bau- 
drandi fono Popoli della Mifia inferiore detta Maifsen, nella qua- 
le fi numera la Città Capitale detta Arpi., e fecondo Abramo 
Ortelio fi nomina 4/ograd; ‘fotto il Dominio del Duca di Saf. 
fonia. Suole effere alta cinque piedi , e fuole avere trè ordini 
+ di corde , che in tutto fanno il numero di 75., come ferifse il 
Merfenne. | S 

Il Menaggio dell’ origine della lingua diffe effere Arpa 
Iftromento mufico così detto dal antico ‘Tedefto Harpan, 
onde nel ‘Salmo 146. , ove fi dice 2/a7ite® Deo -nofiro in Cytbara, 
nella verfione. Saffonica s° intende tal’ Itromento . Aggiunge 


anche, che la voce. Tedefca haarpan''procede dall’Arpi Greco; 


che vale quanto fpada adunca a guifa di falce, a cui fiaffomi- 
glia l'Arpa, vasti | 
«Li Francefi fa chiamano Lira s mà Fortunato. nel lib! 7. 
carm. ‘8. la diftinfe ove, diffe. de if 
1 + Romanifgue Lyra ploudet tibi, Barbarus Horpa, 
, Grecus achilligca Crotta britanna canet. 
La defcriffe ‘anche il Dante nel Paradifo al verfo 14. 


“E come Lyrd, © Harpa in tempra tefà' 
© Di molte vorde fà dolce’ tintinno. 


E diffe il vero 5 poichè le cotde ‘di effa fono in numero co 


piofo, e fi fuonano da ambedue le mani oppofta luna all’ altra . 
Si perfuafe Ottavio Ferrari , che l’ Arpa fia l’antico Iftro- 
mento detto Sambuca, fondato forfw nella, Lezione 29. del Tur- 
nebio , il quale con l’autorità di Porfirio fopra l'armonia. di To- 
jomeo fcriffe : Sambuca trianzulum ‘Infîrumentum ef , quod ex ine- 
qualibus longitudine, ficut © craffitudine mervis efficitur . Le :corde 
però , che ora fi ufano fogliono effere di Metallo . Effere procedu- 
ta. dalla Lira 1° affermò Scaligero fcrivendo a Manilio pag. 4254 
e ftimorono alcuni, che quando fi dice ch’ era fonata dal Santa 
Rè David la Lira, fi debba intendere 1’ Arpa , che perciò com- 
munemente fi dipinge in atto di fuonare Mea Rn "i 
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Un? altro Iftromeuto di * genere fi.riferifce dal P. Mer- 
fenne , con il nome di Ciftro di. forma poco differente dalla Gereso 
ra, e dice effere poco ufato in Francia, avere undici cor ui 
17.tafti; li quali fono di Metallo, effere diftribuite le corde in 
4. ordini delli quali il primo , terzo, e quarto ne contiene tre, 
il fecondo due . Non effendo ufato nell’ Italia > fi tralafcia la 
figura di eflo. 
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Un’ altro poco, è niente ùfato parimente ne riferifce CO 
nome di Pandura, voce che, dagl’ Autori viene appliacata 2 di- 
verfi Iftromenti, quelto ‘hà la figura quafi tonda, € il ponte che 
foltiene le corde è obliquo in modo , che le corde fono ine- 
guali nella lungezza, fogliono quefti effere, è di Metallo , Ò di 
Argento , ele più groffe ritorte come le.funi. 


LR wa Po 
Violino. 


T N'altra Claffe di Cetere-fi può offervare , le quali. fi 
comprendono dalîi Latini ‘con it nome Cheles, overo Vio- 
la, e nell’ Italiano fi dicono con nome più, ò meno diminuti» 
vo, fecondo che mérita la maggiore 4, òÒ minore grandezza di efli, 
cioè Viola, Violino, è Violone &c.Le parti di queft’ Iftromen- 
ti fono il corpo , è fia teftudine, e il manico , a cui fi apen- 
dono le corde . Quefte fi fuonano radendole con arco fornito 
di crini della coda di Cavallo, e nel manico fi premono conla 
mano finiftra in vari luoghi dal Suonatore , in modo che vario 
fi rende il fuono di effe. Ed è varia la forma , e qualità di 
talItrumento , come varii fono li coftumi delle Nazioni. Qui 
faranno efprelli quelli, che in Europa principalmente fi adoperano 
con alcuni altri ufati da altre Nazioni non meno diverfi , che 
curiofi. Trattò di tal genere ‘d’ Itrumenti, dottamente il P. Mer- 
fenne Religiofo minimo di San Francefco di Paola nel libro com 
‘pofto in lingua Francefe ,. e'poi Latina, Gio: Battifta Doni infi- 
gne mufico del fecolo paffato feriffe. un’ Volume fopra la Lira 
Barberina, mà non lo pubblicò con'la Stampa. 
Cominciando dunque dal Violino Itremento . notiffimo ; È 


ufato 


“è IIO 2 
ufato molto in Italia ; hà quefto. la figura efprella fotto quefto 
numero, che moftra effer fonato da un’Uomo nel modo da tutti 
ufato , mentre guarda la carte delle note per regolare bene la 
finfonia . Tal’ Iltromento è armato di quattro corde , e rende 
fuono molto acuto . | 


LXVIII 
Viola d’ Amore. 


JN altro fimile Itromento fi ufà d' alcuni s ‘e fi chiama 

/g. Viola d'Amore, nè hò pututo indagare la cagione; per 
cui gli fia ftato impofto tal nome . In altro non differifce dal fo- 
pradetto , che nelle corde , perchè fotto le corde d’inteltini ve 
ne fono altrettante dì Metallo, le quali benche non toccate dall’ ar- 
Ss » rendono un fuono aflai dolce » Che accrefce l'armonia delle 
ratio” \ 


LX TX: 
Violino Turcbefcho . 


Sano li Turchi fivonare con l’atco fimile a quello , che fi ado- 

pera nella Viola fopradetta, un’ Iftromento equivalente 
armato di due corde. Sono quefte ftefe inun manico affailun= 
g0, divifo in taftature,per le quali fcorre la mano finiftra , e paffano 
Je dette corde fopra un corpo vacuo di figura quafi tonda, mà 
di piccola mole, quale farebbe un gran cocco , ò zucca medio- 
cre che fegata in una parte, fia coperta di pergameno, come 
fi ufa nelli Timpani; ò Timballi da guerra. Per poterlo poifo- 
ftenere immobilmente nel tempo che fi fuona, è appoggiato in 
terra cor un'appendice di ferro gentilmente lavorato , e rende: 
un. fuono fordo , mà grato , che perciò fi è delineato un Tur-. 
co in atto di fuonarlo . In lingua Araba fi chiama Chemena. 
Uno fimile\fi ufa dalli Perfiani detto Kamaantfich. Re 


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.* imagine di perfona Perfiana quella, che fegue in atto di fo- 

È nare un’ Iftromento triangolare ufato in quel Regno poco dif- 

ferente dal Salterio ; e fimile ad un’ antico Ebreo riferito dal 

P. Kircher. Si fuona con la punta delle dita, come l Arcileuto , 

è con il plettro , come la Cetera. Rende una foave ‘armonia non 

inferiore a quella del Salterio ufato in Europa , e firifexifce nell 
Iftoria delli fuoi viaggi da Engelberto Kempfero. 0 00° 


LXKXI 
Violino Perftanò.. 


Ra gl’IMtromenti fonori ufati dalli Perfiani riferiti nell’ Itorîa 

delli fuoi Viaggi da Engelberto Kempfero è indicato fotto il 

numero 19. Un Iftromento piccolo , e con la tefltudine tone 
da , alla quale è unita un’ altra molto più piccola, e minore della 
metà. Il collo è corto, armato di quattro corde fi fuona con l’ar- 
co, come il Violino. wi» 


L XLI 
Timpano. 


L’ IMtromenti, che Seguitano rendono il fuono per mezzo 
delle percoffe date loro , ò con lemani del Suonatore, 

ò permezzo d’Iltromenti,ò per effere affieme battuti:Ne tutti 
hanno luogo nelli concerti muficali, mà bensì , ò nella guerra; ò 
nelle Fefte ; alcuni in Funzioni Sagre altri. in profane ; nè 
tutti da tutti fi adoperano , ma fono proprii di alcune Nazioni ; 
e fi ufano in certe determinate Funzioni , come fi vedrà, efponen- 
dofene alcuni delli più ufati; poichè in quefto genere fono fi varii, 
e fi copiofi, che non viè parte del mondo , ove non fia quale 

a che 


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che Itromento fonoro ivi familiare ; e fpeflo poco diffimile l'uno 

dall'altro , ne merita di effere a parte defcritto . 
Merita frà tutti gi’ Ntromenti pèercofli il primo luogo il Tim- 
pano , detto d’ alcuni Timballo , d’ altri Tamburro ; mà perche 
con quefti nomi fono chiamati diverfi Itromenti, di quello quì 
fi parlerà , il quale frà tutti è fenza dubbio il più antico, perche 
di efso fi fà menzione nel capo 31,;e 27. della Genefì s overfì 
parla d’allegrezza, e di Felta. Cur ionorante me fugere volwifti, 
‘mec indicare mihi, ut profeguerer Tecum gaudio è & canticis ; 6 
-tympaniss © cytharis  difse Laban a Giacob » i quali fecondo-il 
‘computo del Saliano vivevano nell’ Anno 2199. dopo la creazio- 
“ne del mondo . Così parimente nell’ Efodo cap. 15. dopo che 


gli Ebrei paffarono il Mare Roffo , © reftò feppellito in efso 1° 


Efsercito di Faraone , Maria forella di Aron, fumbfit tympanuna 
in manu fua, egreleque fune omnes mulieres pot cam Tympanis, 
O choris, quibus pracinebat dicens Canamus Domino &c. Dalle quali 
parole fi deduce ; che il Timpano»fofse Itromento proprio delle 
Donne. | \ 

Ciò fi conferma in più luoghi della Sagra. Scrittura , leg- 
gendofi particolarmente vel capo 18. del primo delli Rè ; che le 
«donne cantorono con li Timpani le Vittorie del Rèé David: Por- 
vo cum veverteretar percufso Philifico David, ogrefsa funt mulie- 
ves de univerfis Vrbibus Ifrael cantantes chorofg: ducentes în occurfina 
Saul Regis in T* ympanis latitie Oc. | 

Commentando quefto paffo il P. Sopranis cerca qual forte 
d' Iltromento fofse il Timpano, e conclude efsere cofà chiara, 
mentre ancora oggidì è ufato dalle Donne, che perciò nel Salmo 
67. fono chiamate Typazifirig 0 0 

Con tutto ciò non fi ha fufficiente indizio della forma I -- 
della grandezza del medefimo . Volendolo defcrivere Ifidoro"nel 

libro 2. cap. 21. Yywpanum ( difse ) e/? pellis vel corium lino cx 
“na parte extentim, lo ftefso difse S. Agoftino fopra il Salmo 67. 
Tympana funtex corio ficcato,® cxtenfo, e ciò s° intende inquanto al- 
la materia,che della forma non vi è a più fedele efpreffione di quel- 
la che nelli marmi antichi, e nelle antiche medaglie fi vede 
efpreffa . Il Pignorio de Servis ne apporta due, nelle quali {i ve- 
de Cibele, che tiene il Timpano, la di cui forma prima facie cri-= 
Drum veferens su non immerito legamus in judicio Cui, © Pi= 
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Tympana habet Cybele, funt © mibi tympana crebrò . 
Noi quì efponiamo un'antica figura, prefa dal trionfo defcritto 
da Giufto Lipfio, la quale tiene il Timpano ornato di fonagli , 
forfì ‘perchè in tal’ allegrezza fi accrefceva il fuono , € fi davano 
maggiori fegni. di plaufo , 


LXXIIL 
Altro Timpano moderno. 


N° folamente alli Timpani fi aggiungevano nelle fefte altri 
Iftromenti fonori. MA nel giro di effi, come notò il Pi- 
gnorio pag. 173. de Servis , fi addattavano laminette di metal- 
lo , onde con le percoffe date dalla mano fi eccitava fuono — 
maggiore. Tale coftume fi è ritenuto. per il corfo di molti fe- 
coli fino alla noftra età ; mentre in tutta I’ Italia, ed altrove 
fuole effere adoperato tal’ Iftromento , chiamato volgarmente 
Tamburro ; e fi ufa per lo più ‘dalli‘Contadini, e perfone ru- 
fticali nelle danze, e canti foliti a' farfi dalle Donne, che pers 
ciò ne fù efpreffa una di tal forte in atto di fuonarlo ballando . 
Quindi notò il Taffoni citato dal Menaggio, non effere quefto 
Iltromento militare , mà muficale , ufato dagl’ Antichi  nellî 
Sacrifitii ,, nelli Trionfi , e nelle Fefte ; onde il Bocaccio nella. 
Metamorfofi feriffe , quefti celebrati in Tebe, ornatiffima terra 
alle fue Deità i fuoi Sagrifitii, venne a tempi fuoi, e quivi 
fuonati i Tamburri , e irauchi rami, edi tintinnanti baccigni in. 
fegno de’ fuoi -trionfi fi adornò delle ufate Corna &c. 
Si rapprefenta quefto Itromento in molte medaglie , e mar-. 
mi antichi, é «particolarmente in un trionfo di Bacco efpreffo 
in un raro Cameo poffeduto dal Cardinal Carpegna, ed illu- 
ftrato con molta erudizione dal Senatore Filippo Buonaroti, no- 
bile Rampollo della ftirpe del famofo Michel’ Angelo nel libro 
da lui pubblicato fopra molti antichi Medaglioni offervati nel 
Muféeo del medefimo celebre Porporato. Nè farà difcaro il ri- 
ferire quanto egli regiftrò fopra tal’ Iftromento nella carta 436. 
con le feguenti parole: fi vede una Baccante ( nel fopradetto 
trionfo ) la quale hà uno di -quegl’'Iftromenti detti in Tofcana, 
oral P | = dove 


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dove vi fono molto in ufo, particolarmente nel Contado; Cem- 
bali. | 

Erano quefti adoperati, come fi vede dalla Centaureffa del 
noftro Cammeo» e da una Baccante di'‘baffo rilievo citato di 
fopra, negl’orgi , e-baccanali , ed erano fatti d’ un' cerchio a 
cui era tefa una pelle. Vi attaccavano qualche volta de’‘fonagli, 
come fi vede in quello portato dal Sign.Bartoli, che ha il fondo 
dipinto , come ufa anche oggi, d’una Tigre , tal’ ora come fi fà 
altresì adeffo nel cerchio in certi buchi , è tagli, vi mettevano 
alcune piccole , e fottili lamine di rame infilate con un fil di 
ferro fermato a traverfo di quei cagli, di modo che fonando, e. 
battendo con le mani il Cembalo venivano:a rifiuonare $ e così 
ne porta uno Leonardo Agoftini nella parte 1. alnumero 12. ca- 
vato da una corniola. | pitcr 

In quelt’altro Cammeo antico di vetro del noftro. Mufeo 
della grandezza del difegno, in cui Bacco ftà a giacere sù una Ru- 
pe in feno ad una delle fue Nutrici, con una Tigre a lui confa- 
crata accanto, e frà due Fauni vedefì fotto, e nel mezzo è frà 
due Tirfi quefto medefimo Cembalo, che pare adornato di fo- 
glie di Pino , mà forfe faranno laminette lunghe legate infieme. 
per il medefimo effetto, che abbiam detto di fopra, fervivano i 
fonagli, e quell’alere lamine infilate per taglio . S. Agoftino vuole, 
che gl’antichi chiamaffero quefti Iftromenti  Cropitacoli de’ quali 
fà menzione Ateneo; mà fembra più tofto che foffero detti Tim- 
pani, i quali, fecondo fi legge, erano ancora adoperati nelle fefte 
di Bacco, e fi fuonavauo altresì con la palma , è punta della 
mano, come fi vede nel Cammeo, e baffo rilievo, onde Catullo: 

Plangebat alte proceris Timpana palmis . | 
Ederano perciò leggieri, e femplicemente compolti di un cerchio; 
edi una pelle tiratavi fopra , fecondo quello del Coro delle Bac- 

ganti appreffo Euripide : i 
Da Quefto Cerchio, con la pelle ben tirata, 
| Me V hanna trovato è Coribanti . | 


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LXX IV. 
I Tamburro Militare. 


Y Stromento di guerra , ed'anche ufato nelle fefte è il feguen- 
I te fuonato da un Soldato ; detto dagl’Italiani Tamburro ; dif- 
ferifce dal Timpano, benchè fia compofto di pelle ftirata fopra 
un cerchio ; è fia caffa tonda di legno, perchè è di gran lunga 
più grande, ed è coperto. di pelle in ambedue Je parti . Si de- 
fcrive quefto nel teforo della lingua-Latina con le feguenti paro- 
le : Zympanum eft Inffrumentum ex una parte membrana claufum 
inter vacuum, quod baculo percutitur; mà tal deferizione è man- 
cante, poichè è coperto, non in una fola,. mò in'ambedue le par- 
ti di membrana , e fi percuote con due baftoncelli, c non da 
uno folo come a tutti è noto. 

E’ quì da notarfi una ftrana proprietà di quefto Itromento 
riferita dal Panciroli a carte 285. dubitando però molti, cioè, 
che fe il Tamburro è coperto in una parte di pelle di Agnel- 
lo, e nell'altra di Lupo, fionandofi quefta, l’altra d’Agnello fi 
rompe ; e fe fiano due ‘Lamburri, uno delli quali fia coperto 
di pelle di Agnello; e l’altro di pelle di Lupo, perchotendofi 
ambedue, fuonarà quello del Lupo; e non renderà 
lo di Agnello, La cagione di ciò non hà quì luo 
inveftigata . sn RE 

Si deve bensì riconofcere l’origine di tal nome s e perchè 
fi chiami Tamburro. Dice il Ferrari v. Tamburro s che molti con 
lo Scaligero credono, che Tamburro fia parola Arabica traman- 
data alli Spagnoli . Così Tudor ; e Timpol , e da quefte voci 
nate le altre Tiballi, Timpani, e Tamburro, è citato Aiche Ts 
Scaligero dal Menagio. Hi/pani ab Arabibus magnum Tympanun 
f È - 

Altembor , fimul cum tpfà Arabica appellatione acceperunt. Il Voffio 
‘de vit. ferm. diffe : 7° amburinum Tympanum, ex Gallico Taborini » vet 
Tambour :han quo Hi/pani Tamburo . Videntur Galli > © Itali acce- 


pie n < anis 5 illi ab Arabibus, quibufum conveniuni in hoc Perfe 


-. E' commune tal'Iftromento a diverfè Nazioni, particolarmen= 


Pa te 


fuono quel- 
go di effere 


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te nella guerra ; non tutti però lo adoperano fimile affatto 7 
poichè maggiore è quello ufàto dalli Tedefchi , minore fi adope- 
ra in Italia ; diverfo anche è il modo di fuonarlo , percuoten- 
dolo alcuni con maggiore velocità, altri con maggiore gravita » 
e fecondo la diverfità delle Funzioni, che fi accompagnano con 
tal fuono . Diverfe anche fono le fonate , e tal volta fonando- 
fene molti ‘affieme è tale lo ftrepito , che non è poffibile l’udi= 
xe de voci di chi parla alle perfone vicine. 


Tal forte di ftrepito fit accennato negl’Atti di Lodovico VII, — 


Rè nel capo 8. riferito: dal Du Gange ». Clamabant , © ululabant , 
© /atrabant ficut canes Tympanis € Nacchariis © aliis fimili- 
bus Inftrumentis borribiliter refonabant‘Ufino ciò principalmente 
Ji Turchi, allora che dato:il fegno della Battaglia; fi fcagliano 
contro l'Inimico, accompagnando. con ftrida , \ed urli il rauco fuo- 


no delle Trombe, elo ftrepito delli Tamburri, credendo così di 
fpaventarlo . 


Diego cv. 
Timballi. 


(a figura che fegue moftra di fuonare due Tamburri , mi” 


molto differenti dalli defcritti, poichè non fono fabbricati 
di legno, mà di rame, nè hanno la figura di cilindro come gl’ 
altri , mà di femiglobo, coperto di pelle , che fi percuote con 


due baftoni corti, e nodofi nell’eftremità come martello tondo . 


Tal'Iftromento rende fuono ottufo ;, e mefto, e communemen- 
te fi adopera ftandofi a cavallo, e con le percoffe del Suonato= 
re fi accompagna il fuoriò delle Trombe, che perciò fi ufa nel- 
le {quadre delli Soldati a cavallo , e talvolta uno folo , come 
l’ufano li Soldati detti Dragoni, ed altre volte fè ne adoperano 
due, come fogliono li Soldati detti Corazze. |: 

Per diftinguerlo dal Tamburro ufato dalli Soldati a piedi 5 
gl’Autori della Crufca fo nominarono Naeccara, ed altri Crotalò . 
Pietro della Valle nella lettera felta confermò tal voce, màcom= 
munemente in Italia fi chiama 7%w44//. Il Sanuto nel capo 20, 
del libro 2. part. 4. feriffe : Sunz quatuor Tubatores Ti gun Ti- 

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Liatores, © gui fciant pulfare Naccharas , T'ympana , feu Tambura . 


Il Du Gange affermaefferetftato inventato tal’Itromento E Tur- 
chi, e poi trasferita in Italia. 


LETEVE 


Iò fi‘:può: dedurre anche da'una curiofà efpreffione. ftampa- 
E ta in'Parigi per ordine di Monsù Ferrajol ftato Ambafcia- 
dore del Rè in Conftantinopoli , ‘il quale fece delineare gli abite 
delle. perfone foggette! all’Imperio Ottomano . Si vede perciò in 
un foglio: l’actompagnamento fatto! ad una Spofa' nel trasferirfi 
alla cafà dello Spofo , e in'effo un Turco s che percuote il Timballo 
foftenuto da un Servitore fopra le fpalle nel modo , che fi rap- 
prefenta fotto. quefto numero , ed unitamente vi è chi fuona un 
lungo flauto come fù efpreffo fotto il numero XIV. 


Rie O en a E 

«0 Zamburro: degl’ Africani. 
Naltra fi pecie di Tambutro motto ridicolo fi 
A rito nellIftoria. del Congo deftritta dal P.Fo 
mandini, Capuccino... E? quefto forinato! dì 


Incavato:,, e coperto folamente nella parte: fù 


ftraftina per terra pendente dal collo frà le gambe , fi percuo- 
te con un legno, oy ero con li pugni ,, e fi accompagna quell’ot= 
tufo rimbombo. con vl; > © mugiti mentre fi combatte nel modo 3 
che moftra la figura» cs 


uno Ul efli . L’Iftromento fi chiama. 
Neomba , overo Insombas= SÈ 


legge 3 tifes 
Itumato ‘Ala- 
un tronco di albero 
periore dî pelle, fi 


LXXVII 


el 118 de 


Tamburro Africano. 


Elle Relazioni delli viaggi fatti nell’Indic Orientali dagl' 
N Olandefi , fi-legge, che alcuni Indiani. nell’Ifola di Bigi 
ufano alcuni Timpani da loro inventati, trà li quali uno è fatto — 
dilegno fcavato ; un'altro è compofto di una gran Zucca, ove- 
ro borfa di pelle di Bue gonfia di vento ;: nella quale pongono varii 
fonagli ; e poi la percuotono con un legno, in:modo., che fi eccita 
un fuono rauco, e fenza alcuna finfonìa, grata all’orecchio.. 
oi Le due imagini pofte con quelto:numero-fapprefentano l’uno; 
el'aluo, è a | 


i Lol RR ‘end 


Tamburro Perfiano: 


Spofe Engelberto Kemfero nelle Relazioni delli fiuoi viaggi 
i per la Perfia, molti Itromenti fonori ufati in quel Regno, trà 
li quali fotto il numero 12. riferifte un Tamburro formato di figu- 
Ya ovata, fimile ad un Barile, coperto. di: pelle in ambedue le parti 
oppofte. Quefto fi porta appefo alcollo, e fi batte a vicenda 
con ki pugni della mano, come fi eddita nell’imagine quì pofta!» 


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Tubo Timpanite 


On quefto nome 'efpreffe it P. Rircher ‘un’ Itromento da 
4 guerra ideale, con cui affermò poterfì udire il on 
diftanza molto grande. Poft egli ‘alla carta 135. i o- 
nurgìa la figura di'un Tubo ;' che fuppone fabbricato di lect 
palmi di lunghezza, e trè di diametro in figura di Tromba; x 
foggiunfe ; che fe alla: bocca di effo fi unirà un'Tamburro CO= 
perto in ambedue le “parti | di pelle ;il e. conforme al folito fa- 
rà percoflo , crefcerà il fuono in médo; che farà udito in gran- 
de diftanza; onde fi potranno dare li fegni a: molte fquadre dî 
Soldati divife in un campo molto fpaziofo: 3 ‘e nél tempo! ftefle 
farle operare ini iuna guerra. ni inpg sie 


306 Lig Blair «ip 
to amburro Cinefe. 


EI Tomo quarco ‘delli Viaggi di Gio: Francefco Gemelli 
nella carta 239. fi efpone un fo 


1 elp toglio in cui rapprefentafi la 
pompa con cui comparifte in pubblico il Rè della Gina ; e frà 
li molti precedonò 24. Tamburri indicati ‘dalla lettera G., mà 
molto diverfi da quelli , chè fi ufino in Europa . Quì fi vede 
la figura ,.che. noi efponiamo ‘in ‘atto di portarlo , Si foftie- 
ne- tal’ Iltromento dalle fpalle del Suonatore con un groffo cor- 
done tenuto con la mano finiftra pendente fotto il petto. E° fab- 
bricato di due lamine tonde di metallo , € la fuperiore hà un’ 
apertura:tonda nel mezzo, per cui rimbomba il fuono quando fi 
percuote dalla mano deftra con una verga di‘metallo, e perchè 


come dice. il Gemelli, fono 24» Suonatori ; fi cagiona uno ftrepito 
molto grande, AR dt, 


LXXXII, 


cala 0120 | @@ 
Timpano: L'apponico . 


N T.EIMufeo del Rè di Danimarca deftritto da Oligero Ja- 
Ni cobéo parte 2. fe, 2. numero 101. fi riferifte un Timpa- 
no fuperftiziofo ufato nella Lapponia, parte della Norvegia; € 
fi deferivescome fegue.. E° quefto formato. di legno incavato di 
figura ovale e coperto «di membrana tirata con nervi tinti di 
colore roffo. Nella membrana fono fparfè ‘imagini di falfe dei- 
ti, ce di varii animali, fi foftiene dalla mano finiftra con un ma- 
nico, mentre la deftra lo percuote con un batocchio formato di 
offo in forma della lettera T. che chiamano martello. lungo incir- 
ca fei-dita.. Sopra tale membrana aggiuagono una laminetta' di 
metallo legata negl’angoli con catenella.,ie quando voglibno in 
dovinare alcuna cofa; percuotono con gran forza la membrana 
‘în modo, che quella laminetta falta ora in uma parte, or in un 
altra, e ove fi ferma, ftimano effere ‘indicato-ciò , che voglio- 
no indovinare, efpreflo prima nella membrana. 
Un'altro quali fimile neriferifce nel medefimo luogo in cui pin- 
gono col fangue cavato dalle vene del petto, e molto è ftimato da 
quella:barbara Nazione.IlPontano:così lo deferiffe nellaCorografia 
di Danimarca a carte 691 Lappones fi quando quid'in'exterissac remo 
tioribus evis agatur fcire cupiant,Tympanum ad cum ufum paratum fi 
munt hoc extrinfecus omne genis animalia habet «depitta, © encane 
imponant ranam > atque\igni ‘admotum inconditum sedentes Doatum 
« malleo ovichalceis annulis ornato s coufgue contando pulfane, domec-éxa= | 
aimes decidentes s atque ita bovis aliguot  veldie integros vellfubinde 
‘diutius prò {patio, quod conficiendam habent ;' ratione:exanimes 
facenti Vigilantes cuneta s que ipfi, © aliis quorum nomine eran 
amandati. intelligere defiderani s exatte ad unguem veferunt. Bi 
dopo-tal narrativa; aggiunge » che fe mentre il Suonatore ftà 
tramortito:;,: alcuno  ardifce toccarlo , refta affatto ‘morto ; on- 
de ogni uno fe ne aftiene . Di tale fuperftiziofo Iftromento! nei 
pone la figura l’Oligero . E dello fteflo ne fece menzione il Vor 
‘ mionelfuo Mufto, | d 


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L Villano quì efpreffo (tà ia atto di fuonare un’Ifromento 
ufato in Italia nel tempo delle Vendemmie. E quefto forma- 
to di un vafo di terra cotta, pignatta, ò fimile, il quale ficuo- 
pre con carta pecora nel modo , che fi fà il Tamburro', mà 
prima, che ad'eflo fi adatti, fi inferifce un baftoncino,_ e ftret- 
tamente legato con la detta carta pecora , la quale mentre fx 
alza , e fi fpinge con violenza verfo il fondo del vafo , come 
fe fi voleffe piltare in un mortaro , rende un gran fuono , mà 
tauco, che per l’ordinario viene accompagnato con il fuono del 
Corno bovino ,: e con effo formano balli li Villani deputati at 
laglio dell'Uva nelle Vigne. Fù riferito quefto Jitromento anche” 
dal P. Merfenne, SATTA 


LXXXIV. 
n Sifiro. 


“ All’Icalia facciamo paffaggio in Egitto perriconofcere ivi un. 

7 celebre Iftromento, e mifteriofo appreffo gl’ Antichi, ora però 
non. più ufato . E’ quefto nominato .S/fr0, e fù deftritto da Apu- 
lejo ‘nelle .Metamorfofi lib. 1. AErezws crepitaculum s cui percangu= 
Sam laminam in modum baltheì recurvatam trajette medie pauce 
virgula crifpante brachio tergeminos iGtus, reddebant “arcutum /o- 
num. Ne trattò il Cafali nel capo 24. de Rit. ver, Fgypt.. e 
più diffufamente ne pubblicò un dotto difcorfe il P. D, Bernat- 
do Bacchino Monaco di S. Benedetto . La figura quì efprefla, 
prefà da un marmo antico; è di donna » che .tiene in mano il 
Siftro, poichè communemente l’ufavano le donne Égiziane nelle 
danze, che facevano in onore della Dea Îfide:, che perciò fo- 
levano dipingere tal Dea tenente in mano il Siltro > comesrife- 


Q_ L'ufa- 


rifce Apulejo. 


9 122) è@ 

L’ufarono anche gli Ebrei la di cui materia afferì lo fteffo 
Apulejo lib. 11. era dimerallo , e talvolta d’argento , e anche d'oro . 
Tal’ufo fi legge nel primo delli Rè cap. 18. 6. Porro cum reverte- 
retur percuffo Pbilifico Dovjd,osreie funt mulieres de univerfis ur- 
bibus Ifrack camtantes > Chbrofgue ducentes in occurfitm Saul Regis 
in Tympanis letitie > © in Siftris. ch 


Fra tal'Iftromento mifteriofo appreffo igli Egizii ; ‘poichè’ 


come riferifce Plutarco, il Siftro indicava il crefcere , ed il ca- 


lare ‘del Nilo, e credevano anche, che con ilfuono dieflo fi po-. 


neva.in fuga il Tifone, e fi percuoteva dalli Sacerdoti rali nel 
capo, e veftiti di bianco: onde Marziale nel libro 12. 


‘Linigeri fugiunt colvî , Jrffratague turba 
‘Inter adorantes cum ftetit Hermogenes 


Riferifcono alcuni, che fi adoperavano anche în guerra + ‘onde. 


Virgilio.8.Eneid.-parlarido di Cleopatra ‘in guerra. 

Regina în puppi patrio vocat agmina Siftro . 
Errarono alcuni afferendo effere ftata la figura del Siftro fem- 
pre la medefima: poichè, come notò il fopradetto P. Bacchino, 
fù varia, benchè la parte fuperiore fù fempre curva, e ovale; 
il che fù offervato anche dal Pignorio nel libro erudito de Ser- 
vis, e indetta parte alcune volte fi lafigura di'un Gatto, aven- 


do la faccia di Uomo, e nella parte laterale la figura d'Ifide, 


ed'altre volte in luogo del Gatto «era la figura d’une Sfinge. 

Le Verghe inferite in effo perlo più erano quattro, trè nel- 
la parte fuperiore ., «ed una nell’ inferiore , altre volte  era- 
no fole.trè.., Fù defcritto anche tal Itromento dal P. Kircher 
nel.tomo primo dell’Edipo ‘a carte 224. ove {criffe le felte «d’I&- 
de come fegue: Sacerdotes dic Calia peragendis inffisuto Civi- 
tatis platcas aberrantes vagabantur fummis gemitibus > O ejulatio- 
nibus:, mortem Ofiridis in memoriam revocantes plangebant , vefliti 
Ionga caque linea toga geftabant fra caput flatuam Anabis , dex- 
tra ramun de abfinthio marino , vel pino, in finiftra filrum Inftru- 
mentum fonorum, & perftreperam, ‘quo Esyptit maximè diebus fe- 
(Bis utebantur, vel ad Populum in plantta continendam vel 04 ge- 
nios malignos avertendos.. I 

L'ufavano anche li Romani 4 alli quali dall’ Egitto fù tra” 

dusia mMan- 


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‘mandato il culto d° Ifide ; onde appreffo SUI * Pa pira 
crudeltà di Commodo; il quale obbligò il Popo han TE 
il petto con il frutto del Pino 3 u/Qque ad LASA È tia 
‘barbara crudeltà 4 ftimò il citato P.. Bacchino, che 1 a fo 
Siftro trovato vicino alla via Aurelia , € confervato RE i 
dell’erudito Monfignor Leone Strozzi , effendo nel 5 DEE A 
di effo una Pigna , efpreflione non mal veduta nelli Siltri Lg 
SOI cagione poi per cui nella parte fuperiore il Siftro fia di 
forma arcuata 4 fix accennata da Plutarco: nel libro. de Hide, È 
Ofiride , cioè per fignificare il Cielo: della Luna ; fab quo 078- 
nia ob cemerationem > O ‘Imterit une concuttuntii » dice egli... Le quat- 
tro verghe fignificano- li quattro Elementi ,, le trè fuperiori il Fuo- 
co, I’ Acqua, € lAria,. l’inferiore laTerra.. Sopra gl altri Sim- 
boli fi può leggere il medefimo: Plutarco , qui bafterà ui 
la figura in piccola mole ; e nella fua ‘vera quella. del. noftro 
Muféeo , nella Tavola 59. al numero primo . 


be. 


T A figura, che fegue di Donna in atto di ballare, fuo- 
es un’lftromento ufato dagl’Antichi., percuotendolo con'una 
verga.di ferro, mentre la mano finiftra lo foftiene pen 

dente +. Qual fia il vero nome di effo non fi afferma da niuno 
-Autore, almeno con certezzà . Gl’ Autori della .Crufca lo de- 
feriffero , dicendo effere un Cerchio , overo Triangolo di me- 
tallo, in cui fono inferiti alcuni anelli parimenti di metallo det- 
to dalli Latini Crota/4m , ‘e dagl’ Italiani Macchere , mà perche 
con tali termini trovo anche fignificar@ altri Stromenti;;, fi rende 
dubbiofà la fpiegaziane . Cimbulo fù: detto: dal Pignorio nel libro 
e Servis, ove-a carte 162. ne pofe due. figure, una di forma 
triangolare, 1 altra femicircolare . Quefta che quì fi apporta fi 
vede efpreffa dallo Sponio , e in altri marmi antichi . 3 
Alcuni Pr hanno, confufo', dicendo effere l'antico Siftro. 


2 Ebreo; 


| 92 124 DE si 
Ebreo j mà il P.Kircher parlando nel libro délla mifica deg'Itro- 
menti ufatidagl’Ebrei ne adduce»un’ imagine a'‘carte sr. d'Itro- 
mento poco diflimile , e circolare. Si può dubitare fe tal I&ro- 
mento, fia {tato. indicato ‘con il nome ‘di Cimbalo, nel libro pri- 
«mo: delli Paralipomeni capo 15. m. 16: ove fi legge : Dixitque 
David Principibus Levitaram , ut comftituerent de fratribus fis 
‘cantores in Organis muficorum , mablis videlicets © lyiss © cyw- 
Lalis ut refonarent in excelfi fonum letitie . Mentre che poco 
appreffo fi dice; che li Cimbali'erano di metallo: ‘così al n.21, 
«L'orro cantore» Emanz Fofepb, © Ethan im cymbalis entis con- 
‘erepantes 5 ‘e fe bene:per Cimbali fi poffono intendere. anche li 
“Vimballi, delli. quali parlammo, nulladimeno vi è motivo di 
credere :foflero Iftromenti diverf , li quali battutti rendeffero 


fuoni , ed accrefteffero la finfonia, come puotè .effere quefto:. 


Germania; mà fenza gl Anelli. 
FR I 
Cimbalo antico. 


Si ufa quel’ Ifromento nella Safsonia 'ed in'altre parti. della 


nu 


ff A fe dubbiofo è il nome , con cui dobbiamo chiamare 
il fopradetto Iftromento, non fi può dubitare, che il no- 
me di Cimbalo convenga ad un’ altro» ufato. anticamente 
melli balli; e nelle fefte delle Donne Ebree, ed Egiziane. $i veda 
Ja figura ‘prefente prefa dallo Sponio in atto di percuotere con 
ambedue le mani ‘due Vafi, ò dir vogliamo Scudelle concave di 
metallo dette comunemente dagl’Autori Latini C/w24/4. Defcri- 
vendoli il Pignotio a carte 163. de Servis. Erart dice wanubria- 
ta > vel anfata inextima convexitate, © ombabus manibus appreben- 
debantur, © reddebant tintitum, qui proprius Cymbalorum erat; 
onde Catullo Arg. 65n f cn 
Planzebant alii proceràs tympana palmis, 
| i Aut tereti temues timnitus ave ciebant. 
E Vigilio lib. 4. Georg. | b sn 
Timnitufque ciey © Aotris quate cymbala circum &i 


oasi age 


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2 125 e . E 
Si folevano tali Stromenti ufare dagl’Antichi nelli Sagrifizii in 
‘onore delli Dei, onde Arnobio lib. 3. Metam. 
Etiam me eris tinnitus quaffationibus cyimbolorum ? Etiamme tyia= 
panis? Etiamne Simphoniis. Quid efficiunt crepitus fcabillorum , al 
cam cos audisrint numina > bomorifice fecum cxiftiment aîtum >, © 
ferventes animos irarum oblivione deponani ? 

Avevo feritto tutto ciò, quando mi venne alle mani un 
Volume pubblicato in Utrech da Federico. Adolfo Lampe con 
molta erudizione Greca, e Latina, tutta fpettante alli Cimbali 

‘degl’ Antichi. Lo diftingue in trè libri., nel primo delli quali 
avverte, ché per la parola Cimbalo; s'intende qualfivoglia cor- 
po fonoro , con cui fi cagiona qualche ftrepito, è fia di metal- 
to, è. di legno, è di ferro , € fimili.. Nel fecondo efamina la 
forma di ell, e conclude dicendo, che propriamente il Cimba- 
to l'aveva circolare; e concava. Afserifce., che fofse I{tromen- 
to antichifimo, e'fà inquifizione degl’ Autori, dalli quali furono 
inventati diver Cimbali, li quali anche fono fignificati con la 
parola Crotalo, overo Scabillo . Nel terzo libro tratta delli Ri- 
ti, con li quali fi ufavano dagl’Antichi tali Stromenti , tanto fa- 
gri, quanto profani; finalmente conclude con indagare la cagio- 
ne per cui ordinariamente erano fabbricati di metallo, e per cui 
erano formati con forma circolare; e per non ripetere quì ciò, 
ch'egli ferifse , bafterà accennarne qualch'altro comprefo con il 
nome ftefso di Cimbalo. neo 
» 


| Li XX. XV 
Altri Cimbali . 


(I chiamatono le Donne deputate a fuonare tal’Htromento Cya- 
balifirie, e in molti marmi antichi fi vedono efpreffe , nelli 
quali fi rapprefentano le fefte fatte in onore di Bacco. Ne 

fù una fola forma di effi, mà varia, che perciò quì fi aggiunge 
vuna Baccante Cimbaliftria ,, con Iftromento alquanto diverfo dal 
primo ..Il Pignorio ne apporta di trè forti a carte 166, le quali 
però tutte convengono nell’ effere. vafi sferici concavi . Si. fuo- 
Bua nano 


92 126 06 
nano percuotendofi l’uno con l’altro, come feriffe Amalario For- 
tunato lib. 3. cap. 3. Cywbala invicem tansuntur , ut fonent ideo 
à quibufdana labiis noftris comparata funt . 


DX NW TE 
Cimbali desl Armeni . 


All’ufo profano delli Cimbali fuonati in onore di Bacco , e 

di Cibele, procedè il fagro,. principalmente nell’Armenia,, 

ove quando fi celebra la Santa Mefla dalli Cattolici Vefco- 
vi, afliltono alcuni Miniftri ,, veltiti con Camifte bianco , come 
rapprefenta quì la figura, li quali accompagnano la Mufica de- | 
gl’ altri con le percoffe. di due Cimbali, li quali variano alquan- 
to dalla forma antica ,, poiche fono più tofto. fimili a due-piatti 
foliti adoperarfi nelle Menfè, benche più larghi nel giro-efterio- 
Te, e poco incavati nel mezzo. Si tengono quefti con: due cap- 
pii, è cordicelle inferite nel centro, ei fi percotono. affieme con 
colpi diftribuiti a (EMmpo: 4 ‘più Ò meno: gravi, onde fi rende va- 
rio ; e grato all’orecchio il firono. Cymbala (diffe S. Agoltino in 
Pfal. 150. } /@ invicem tarigere , ut fonent 5 che perciò fempre fo- 
no fignificati in numero plurale , e fi nominano con la parola 
«ra , onde Petronio Arbitro : Zatrans ymbaliffria, © concrepans 
«ra, e Catullo : Leve tympanum remutit, cava cymbala concrepant. 
Caffiodoro afferma, che tal’ Itromenti fi folevano fabbricare an- 
che di argento, acciochè il fuono foffe più grato. 

Altri quafi fimili fi ufano dalliPerfiani;. come riferifce En- 
gelberto Kempfero nella Relazione delli fuoi viaggi a carte 740.3 
ove ne pone la figura , e così li defcrifle : Cywdale perampla Sind- 

Si ditta , quibus in menfis utimur fisuram referentia , fed minori 
diféo majori margine, © gibba facie manubrio inftrutta,, quo tene= 
ri, © 42 invicem collidi valeant.. Differifcono dunque quetti dagl. 
antecedenti ufati dagl’ Arment nella grandezza, e forma. 

Effendofi efprefli queft'Ifromenti nominati Cimbali,, come 

«li defcrifle Iidoro lib. 3. orig.cap.21. cioè, che : erant manubria- 
ta, © amfata in extima convexitate, © concufsa Jonitum edebant 
qui timnitus proprie dicitar. Non è da lafciarfi un’ offervazione » 

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circa quefta parola CymZalum, la quale come notò il Du Gan- 
ge fù adoperata per figuificare la piccola Campana , con cui li 
Monaci anticamente erano chiamati alla Menfaà , ed era appe fa 
vicino al Refettorio, e citò il Durando lib. 1. Rat. cap. de MII. 
e nelle Croniche dell'Abate di S, Truùdone lib. 9..pag, 643. Lan- 
franco în Decretis pro ordinat S. Beneditti cap.1. fi dice: Cantata 
Nona exeat Prior , ad percutiendum Cymbalum . Hebdomadarii co- 
quine, © coteri qui fervituri funt, ad injuntta iti officia, ed al- 
trove, gui Nonacantata pulfito Cymbalo è Priore, pergant omnes 
ad Refettorium . | 

Tali Stromenti fono anche chiamati Sc227/7 , e così Sve- 
tonio in Calligula cap. 54. ed alcuni s'interpretano Crepitaculz, 
cioè due corpi, che battuti affieme rendono qualche forte di fuo- 


no, mà quelto è nome troppo generico , come appreflo: fi ve- 
xlrà. | | ; 


EX CTX. 


Crotalo delli Maroniti , 
e Armeni. 


Iferifce il Sipontino un’Itromento fonoro ufafo dalli Maro- 
niti, Armeni, edaltri Popoli Orientali : Luod ( dice ) ma- 
nu pulfatur laminis quibufdam ex ererotundis fonum ex colli- 

Sione reddentibus. Si dicono 7ipia dalli Siri, li quali anche l’ufano, 
efono varii nella forma, poiche alcuni fono compofti d'una lami- 
na orbicolare, nella di cui circonferenza fono congiunti alcuni pic- 
coli Sonagli di metallo , li quali mentre fi agitano pofti fopra un' 
afta, rendono una grata armonìa. L’ufano li Cattolici, princi- 
palmente; quando fi moftra nella Meffa la Sacra Euchariftia, e fi 

| tengono dalli Miniftri del Sacerdote veftiti di Camifce , affiftenti in 
ambedue i lati del Celebrante nel modo efpreflo in quell’imagine. 


xXC. 


9 128 2 
I X_C. ; 
Iftromento fagro degl Armeni: 


Ccompagnano gl’ Armeni nelle Funzioni fagre le Sinfonìe 
delli Cimbali fopradetti con il fuono d’una Scudella di me- 
tallo, ò fia Campana fimile a quelle , che per l’ordinario 

fono pofte negl’Orologii privati; percotendola con una verga di 
ferro con colpi più, ò meno gagliardi, e con intervalli di tem- 
‘po in modo, che fi forma una Sinfonia non meno grata , che 
devota . L'invenzione di tal’Iltromento probabilmente fi può cre- 
dere effere derivata dall’Egitto, ove tali Stromenti fi ufavano in. 
onore della Dea Ifide. Simili anche l’ufavano in onore di Cibele, 
a cuis’attribuifcono li Cimbali, e fimili corpi fonori, — 


La 
I/tromento Affricano . 


| TNa forte di Cimbali ufano gl’Africani del Congo; comeri- 
ferifte nella fua Iftoria nel libro primo a carte 157: il P. For- 
tunato Alamandino , che fi dice Lozg2 . E° quelta fimile 
CER egli) a due quafi Campanelli fimili alli Corni, efono di 
erro. Quefti fi fuonano percotendofi con un piccolo legno, e fi 
ufano dagl’ Ufficiali di guerra, particolarmente dalli Popoli det- 
ti Ginghi, e l’ufano con fuperftizione , e nel fabbricazli vi me- 
fcolano fangue Umano . 


XCII. 


Rei, saliti ittica a 


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Imile all’ antecedente è un'altro Iltromento adoperato dalli 
medefimi Barbari , ziferito, ed efpreflo dal medefimo Autore 
nel luogo fteflo, e come rapprefenta la figura quì pofta . Mo- 
ftra quefta di percuotere con un legno un quali Campanaccio 
fimile a quelli , che in Italia s*appendono al collo delli Bovi, mà 
di figura quadra » da cui fi rende fuono ftrepitofo » mà rauco. 


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Caftagnole. 


N' altra fpecie d’ Itromenti fonori fù ufata dagl’ Antichi; 
ed erano quafi fimili alli Cimbali già detti, mà di mole 
molto più piccola, come apparifce nelli marmi antichi, e. 
in una figura di baccante quì efpreffa prefà dallo Sponio. 
Tiene quefta in ambedue le mani alcune Scudellette di me- 
tallo, Ie quali fi-percotevano affieme, e con le percoffe di effe fi 
univano li falti nelle Danze celebrate in onore delli Dei - Tal 
forte difuono fi efprime da Eufebio Autore Greco citato dal Bu- 
lengero cap. 19. del lib. 2. de Theatro icon la parola CrembaXizeia . 
Che vuol dire te/fas, 6 conchilia, & offa fimul impellere în fat 
tatione © fonitum quendam geftu ac ritbmo carentem reddere . 
Naccare le nominò il Ferrari , ed il Suggerio, li Spagnuoli 
le dicono Ce/fagnetas è € tutte furono comprefe col nome Areza- 
Qulum , Ò | 
Mà per qual ragione , nonè così facile a rifaperfi > poiche fe 
indaghiamo il fignificato di quelto termine AterabzZum abbiamo 
da Ifidoro nel libro 2. cap. 4. riferito dal Du Gange, che fignifi- 
ca Scurellam acetariam , e quali DET » Quod acetum Io sti 
che 


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che fignifica anche una forte di mifura. Nella Sagra Scrittura di. 
ce la Glofa fopra il capo 25. .dell’Efodo fignificarii as rotundun 
ubi vinum juxta Altare affervabatur . Nel teforo della lingua Lati- 
na fi cita Plinio è che dice mel libro Ir. cap. 34. fignificarfi da tal 
voce una mifura , ‘cioè la quarta parte dell'’Emina. Inoltre fi di- 
ce, che : Acecabula funt velati quidam caliculi in 05 pifcibus,gui mol- 
les appellantur > mà non efprimendofi da quelte fignificazioni li 
fudetti Stromenti ., fi deve concludere efferfi con abufo eletto 
tal nome-dagl'Antichi per non sò qual fimilitudine ida effi rico- 
noftiuta ; poiche, come notò Quintiliano lib.8. capo 6. fpefle vol. 
te la fimilitudine uccommodat momen fJuun non babentibas quod in 
promptu e), e poi foggiunge, mille funt bec © acetabula > guid- 
quid habet > © pixides cujuftunque materia fint . | 


XCIV. 
Ifromento delli Cofti : 


Sano Iftromenti poco differenti in Egitto li Preti Cofti fi 
matici, € ribelli alla Chiefa Romana, quando celebrano .i 
loro Sagrifizii , poiche ‘accompagnano il canto delle Ora- 
zioni col fuono , è per dir meglio {trepito di certi Scudellini di 
metallo, larghi quanto una moneta Romana detta Piaftra, e ad- 
datati per mezzo d’una ftaffetta,, uno al pollice, altro all’in- 
dice della mano, ‘Si percuotono quefti ‘affieme , e fenza melodia 
alcuna fi empie la Chiefa di tal fuono .; effendo molti infieme, 
li quali gl’ufano. Tal'Iltromentoinliagua Arabica, fi dice Zauc). 


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Naccare delli Turchi. 


Ttavio Ferrari fpiegando la parola Naccara ferie : Veterume 
Cymbalum » Sphera ftilicet dimidiata > que allifa conjunge- 
patur s © fonitum ciebat , quale Inftrumentum etiam apud Tur= 
cas hodie vigere accepimus, e difle il vero , poichè: la Figura quì 
efpofta d'un Turco in atto di ballare, tiene tal forte d' Iftromen- 
ro in ambedue le mani ,, il quale però è alquanto dillimile a quello, 
che communemente fi adopera in Italia ,, detto Caftagnole , fori 
dalla figura fimile alla Caftagna . Altri le differo Graccare è ò a 
nelle» che ufano li Spagnuoli , nominate Co/f4egretas ,, compo- 
fte di due quafi Scudellini di buffo , uno delli quali fi adatta al 
ollice » l’altro al dito medio della mano, e nel ballare fi percuo- 
rho allinea 
Se fi cerca l'origine di tal’Iftromento, certo è, che procede 
dagl’ Antichi Cimbali di fopra fpiegati. Altri i: , che 
foffero trasferiti in Italia dalle Fanciulle Gaditane . Tanto diffe 
Petronio: «Gaditane mulieres crotuliftrie hune fonitum cdebant > © 
Giovenale È PART, a AA o 


Expettas , ut Gaditana canoro 
Incipiat prurire choro . 


e i di parere, che fi inciaffe tal 
E molti fono ‘| parere, che ft cominciaffe tal fuono con battere 
affieme le Cere raccolte nella Spiaggia del Mare, onde poi 
{ij tramandò it coltume alli Fanciulli di fare ftrepito con alui fi- 
mili Suomenti + Sia 


R 2 XCVI. 


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Ifîromenti F anciul) Gobi 


vOme fi vede nelle figure feguenti di due Fanciulli , uno 

C delli quali percuote con la mano deltra due pezzi di majoli- 

ca, ed un'altro rifponde alle percoffe con battere a tempo 
due faffi allieme. Altri fogliono in luogo di rottami di majolica. 
ufare pezzi di Conchiglie, altri offa fpolpate , e fimili. 

Cromata furono chiamati da alcuni, come dice lo Sponio alla 
Tavola 44., ove efpolè una figura di giovane in atto di batte- 
xe conlamano certe offa, ed aggiunfè , che fi ufava ciò, principal- 
mente nelle Spiaggie di Cadice dalle Fanciulle Spagnuole , che 
perciò Marziale. 18 


Edere laftivos. nd Betica crumati gelass 
Et Gaditanis ludere dotta modi. * 


£ contal nome fi efprime tuttociò , che percuotendofi con am- 
bedue le mani » cagiona qualche forte di fuono ; benche non 
fiano per fe ftefli fonori gl’Iftromenti adoperati. 

Ufafi tal coftume non folamente dalli Fanciulli, dice Otta- 
| vio Ferrari, mà dagl’Uomini in Milano, principalmente in tem- 
po di Carnevale, poichè: Turde perfonatorum incedunt , qui uni 
warmen precunti cateri fuccinunt  teftsfgue , five Naccaris, © Cro- 
valis Cymbalifgue adfirepunt , que Cipollate appellantur è Cymba- 
Gs quafî Cimbolate . | 

Il percuotere li Safsi 1’ uno con altro fi antico coftume 
afato nella Navigazione, come afferma Xenofonte nel libro 11. 
‘citato dallo Scheffero de te navali : Lapidum concuffione bortate- 
yum pro voce dit , ed indagando fe anche con le fole mani fiecci+ 
tava fimile ftrepito Dionifio Gottofredo lib. 1. $. 4. l’affermò, 
e fi confermò poi dal Alciati lib. 1. cap. 44 | 


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XLVI: 
Spaffa penfiero . 


Eila claffe delli Crotali, e fimili Htromenti fi può nume- 
rarne uno poco ufato, € perciò proprio delli fanciulli , € 
gente Villana, avendo fuono poco grato, nè fi cerca molta pe- 
rizia nell’adoperarlo . Non lafciò di defcriverlo il P. Merfenne 
nel fino libro armonico con le feguenti parole : Hoc Za/frumento 
multi fatis feliciter utuntur > cujus brachia femicirculo juntta lin- 


gulam includunt, quèm ubi digito in puntto C. percufferis, bom- . 


bum fis auditurus, qui bombos Apum, Vejharum , atgue Crabronum 
emulatur. Galli hoc Infrumentum vocant Trompe,® Rebube. Dentibus 
illius brachia. folent apprebendi , ut lingula digito percuffa oris: cavo 


refonet. Il fudetto Scrittore lo dille Cym24/um orale . In Italia 
fi dice Spaffa penficie; cd aggiunfe, che fervendofene molti di . 


varie grandezze fi renderebbe una curiofa armonia ; fempre: per 


rò farebbe di fuono ottufo, e.tremulo , da conciliare più tofto . 
fonno , che diletto. La forma di effo fi vede efpreffa nelnume- 


ra quì aggiunto con la figura d’un Villano in atto di fuonarlo, 
we VETTE 
Xilorgano . 


Oftra fa figura feguente di percuofere con una vergaal- 

cuni piccoli Cilindri foftenuti da due fili, e difpofti con 
proporzione , in modo, che dalla maggiore, ò minore lunghez- 
Za di efli fi renda fuono anche diverfo , e percoffi 2 tempo 
fi eccita armonia molto grata più; è meno, fecondo la materia 
di cui fono fatti li fuderti Cilindri ;. e:fecondo il maggiore , e 
minore numero delli medefimij imperocchè y come feriffe' il Pa- 
dre Kircher a carte 518. fi poffono fabbricare di'legno duro , 
di metallo, di terra cotta, ed anche di verro ; il:medefimo ne 


efpoft la figura di uno compofto di dodici degradati: con pro- 


Pol 


52 134 © 
porzione , fecondo che richiede un triangolo acuto , la di cui 
bafe prefcrive la lunghezza del primo . Benchè tal’ Itromento 
fia antico vedendofi efpreffo in alcuni marmi , nulladimeno non 
l’hò trovato efpreffo con nome particolare . Il medefimo. Padre 


Kircher lo nominò Zy/orsandr ; voce non ufata da Scrittore al-. 


cuno Latino , e mi perfuado voleffe ferivere Xylorsanum , che 
fignifica Organo di legno; mentre di effo parlò. . In Tofcana 


ove fi ufa, fi nomina Timpano, nome molto generale, come: 
di fopra fù notato. 


XCIX. 
 Yiromenio per l' Api. 


D All’armonìa cagionata dagl’Itromenri fin quì efpofti fac- 
| clamo. paffaggio ad altri, che poffono: dirfì più toftoxtre- 
pitofi , che fonori. Tutti però inventati per confeguire qualche: 
‘fine fuperiore al mero diletto dell’orecchio . 


Tal è lo ftrepito: che fi cagiona dalli Villani con le per= 


toffe date a qualche vafo di rame, per allettare le Api a fer- 
marfi negl’Alvearii loro preparati, cofà quanto gioconda a ver 
derfi tanto difficile per conofcerne ia ragione. 

Che la Mufica piaccia, ed alletti gl’Animali itragionevoli 
non è cofa nuova nella natura è che i Pefci fiano allettati, e 
Chiamati dal fuono, lo fcriffe Plinio riferito dal Kircher part. 6. 
della Fonurgia , e' tutto il dì sefperimenta col pefce Spada nel 
Mare di Meffina. Di molti Uccelli lo riferì Iidoro Orig. lib. 2. 
capo 16. echi più defidera legga un’intierocapo 17. dellib.'2, 
fopra quefta materia regiftrato nel Trattato de Tibiis dall’Erudi- 
co Gafparo Bartolini . 

À noi bafti l’avvertire , che con il fuono ftrepitofo di un 
vafo di.rame percoffo fi radunano le Api negl’Alvearii * onde 
Virgilio nel 4. della Georgica configlia il Contadino a farfi udi= 
re con tal fuono, acciocchè le Api non partano dalla fia Villa» 

Timnitufgue cie> © matris quate Cymbala circ 
p/a concident medicatis fedibus, ipfe 
Intima more fuo fefe in cumabulo condent . cu 


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Mà quanto è vero, che con tal fuono tornano le Api. negl’ Alvea- 
xii donde partirono, altrettanto è incerto, fe a ciò fono indot- 
te, Ò per il diletto diveffo; d'pure per lo fpavento dal mede- 
fimo cagionato . 3 

Diverfi fono li pareri sù queto dubbio delli Scrittori, (ti- 
mò Ariftorele lib. 9. hift. cap. 40. che ciò' fia effetto di allegrez- 
za, e diletto concepito: Gaudere fonitu Apes videntur (dic egli ) 
quapropter tinnitus aris comvocari ‘cas in Alvenm ajunt . Varrone 
però fù di contrario parere ;. onde nel lib.3. eircum tinniendo ere 
perterritas, quo volueris perduces. Lotteflo diffe Columella capo 3. 
lib. 9. parlando di uno fciamo di Api: Cum eruperit cris ftrepitu 
coercetr, nam flatim fono tervitum vel în fratice vel dn editiore Syl- 
va fronde confidet, È è veflizatore preparato vafe reconditurz co- 
me fu deferitto da Claudiano de Sent. Conful. Honor. 


—— LQuols Abolja quaflans 

Hybleis procu! ere fenew revocare fisgaces 
Zinnitu conotur Apes, que foonte relittis 
Defcivere favis — 


Si oppofe a quello parere il P.Lacerda ne? fuoi Commentarii fopra 
il lib.4. della Georgica,edafferì, che tal’effetto fi doveva attribui- 
re altimore, edallo fpavento. Certo è ( dic'egli ) che l’Api te- 
mono li tuoni , e allo ftrepito di effi &naftondono nelle loro 
celle, ficchè tornando a quelle, quando odono ilrimbombo del 
Metallo, fi deve credere, che per uguale motivo finaftondino, 
che perciò Virgilio usò la parola Cordent, in cui viene fignifi= 
cato il timore, e non l’allegrezza i 00.» | 
Mà come fi potrà da noi penetrare la verità di quelto ef 
fetto prodigiofo , mentre parmi, che fi poffa dire con S. Agofti= 
no nelcapo 15» 44 firatres i Erenzo ; mentre il Filofofo Ariftodemo 
amnis multis infudavit , noturam Apis inveflizare, mec Jinaliter po- 
tuit. Bafti riflettere con Plinio lib. TI.cap.5» che nelle Api prin- 
cipatus, © jure pratipua admiratio debetur, econ ragione, perchè 
come notò Ariftotele lib. 3, de penerat. cap.10. Nor vides quan- 
ta fubtilitas fit Apibus ad fingenda domicilia quanta laboris obeun- 
di concordia . Piccolo animale, mà utiliffimo all'Uomo, che per- 
Ciò S. Gio: Crifoltomo in Pfal, 50. l'antepofe al Payone. ela 
abie- 


2. 136 0@ 
abjeClius'Apes dille, quid Pavone pulchrius uter autem praffantion® 
Apis ne an Pavo s non dubium quin Apis. Pavonem de medio tol- 
le nihil detrimenti attuleris è Ape de-medio tolle > © ingeus 
utilitas adempta ertt 

Altre doti ‘dell’Apî fi potranno leggere appreffo il P. Bar- 
toli nelicapo 7: della Povertà contenta. Arnoi balti concludere 
con ciò, che ammirò il Teologo Nazianzeno orat. in Theol che 
Api nelli. loro.Alvearii lavorano fenza mano, onde per mara- 
yiglia efclamò : Quis Euelides lincis que nujguam funt, contem- 

landis ‘intentus > O in demonfirationibus follicite laborans has 
poffet imitari. Che perciò dell’Iftromento da fuono efpofto , ben- 
chè Paftorale, e da Villa; fe ne deve fare molta ftima mentre 
è sì utile all'Uomo. . , ARIE 


C. 

Suono di Batam. 
On meno ftrepitofi fono litrè Itromenti, che feguono ufa- 
ci nella Batavia; im tutta l’Ifola Giava foggettata dagli Qlan- 
deli nell’Anno 1619. come riferifce il Baudrand nel fuo Lexico 
Geografico . Ufano quelli Barbari Paefani, quando devono pub- 
blicare qualche ordine del loro Principe , percuotere un gran Ba- 
cile di Metallo fonoro, nelmodo ; che in Europa fi opera con 
il Tambùrro , onde rimbombando per le contrade il fuono , fi 
raduna il Popolo per udire ciò , che s’intima , Sele percoffe fia- 
no fatte con arte, ed a tempo. di Mufica ben regolata non {i 
riferifce dall’Itorico , il quale defcrifle li viagsi degli Qlandefi a 

quell’ Hola. | ;i cati Sa pa 


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Altro diverfo . 


"TElla medefima Relazione fi vede delineata fa figura d'un 
| Indiano , che fegue , fedente in atto di percuotere con 
ambedue le mani armate di legni nodofi quattro Bacili di Me- 
tallo pofti in fito Orizontale fopra un banco, e fono riferiti con 
le feguenti parole : Delizeatio pelvium quos pulfant , omnemque 
Mifitara Simili harmonia tundunt, © in hifte regionibus fit în tur- 
ribus , © Campanis refonuntiam optimam dantes > quia ex capro 


Fup funt . 
"Ig Se 
Altro diverfo. 


Aggiore certamente deve ‘effere lo ftrepito cagionato da 


i quattro altri Bacili più grandi, li quali pendono da una 
Trave verticalmente ,' e liberi dal contatto d’ogn’altra cofa, quan- 


do a tutta forza delle braccia di quei barbari , fono a vicenda 
percoffi con baftoni nodofi, come moftra la figura fotto quelto 
numero efpofta . Tale finfonia fi ufa in vece di Tamburri , € 


Trombe nella guerra; è nelli Tripudii, c fefte più folenni. 


ia Tita a 
Campanello al collo del Reoi 
TO RÀ gl Itromenti fonori , e ftrepitofi tutti fi ‘vincono dalle 
. Campane oggidì ufate nell'Europa; e altre parti del Mon- 
no in diverfe funzioni tanto facre, quanto civili, e profane, e 


perchè la diverfità di effe è sì grande, che noh può determi- 
narfi, mentre fatte fecondo l’idea varia degli Uomini, nè fi può 
S 


facil- 


Sè 133 dl 

facilmente faperne 1’ origine, per averne qualche chiara notizia 
“ le diltingueremo tutte in due Clafli, una delle quali comprenda 

le piccole, e l’altra le grandi: 
Che l’ufo delle piccole foffe appreffo gl’antichi Ebrei, non 
Ye ne può dubitare, mentre come fi racconta nell’Efodo nel Ca- 
po 28. prefcriffe Iddio a Mosè il fabbricarle d’oro , per mifte- 
riofo ornamento delle vefti Sacerdotali, e fi conferma nel 45.dell’ 
Ecclefiaftico : Crz2xi2 /7lum tintinnabulis aureis plurimis în giro da- 
re fonun in vete fur. Quindi ne fù tramandato l'ufo a tutte le 
parti del Mondo, e ve ne fono infinite relazioni. di 
Apollodoro lib. de Diis , racconta , che fi ufavano dalli Sa- 
cerdoti di Proferpina, e dalli Sacerdoti della Siria, lo dice Lu- 
ciano nelli fuoi Dialogi. Che Augufto li poneffe nella fommi- 
tà del Tempio di Giove Capitolino, lo racconta Svetonio. e Plinio 
nel libro 36. cap. 13. racconta effere ftati pofti nel fepolcro del 

Rè Porfena acciochè rendeffero fuono agitati dal vento. 

Scorrendo gl’anni poîteriori, egl’Annali più Sagri trovare- 
mo eflere itato commune l’ufo di efli appreffo li Monaci antichi. 
Riferifte il Merfenne cap.1. num. 17. de rit. antiq. Monach. che 
trà li modi con li quali erano fvegliati li Monaci, acciochè an- 
dalfero a cantare le lodi a Dio, fi adoperava il campanello chia» 
‘mato S942/a, overo Campanula, qua fratres excitabant ut babetur 
in vita S. Benedibli Abbatis Ananienfis; e nelli Rituali di S- Grego- 
rio fi dice nel libro 2. cap. 1. Re/ff autem inferuit parvum tintin- 
nabulum , ut ad cjus fonum vir Dei cogmofteret quando fibi Romanus 
panem preberet . Nel fècolo 4. della Religione Benedettina fi 
legge: Primitus quom fisnum boris noEturnis pulfatur în Fratrum 
dormitorio fquillam tangere juffit , ut prius Monachorum consresa- 
tio ovationibus propria refiderent per loca . Così parimente dice il 
Merfenne: /y Fontanellenfi Mlonaferio 0d Matutinas Vigilias de 
prefato Apofolo Andrea perfolvendas nofler Porretarius WNolam pul- 

fovit pro Fratribus excitandis.. 
Si potrebbero empire molti Volumi, fe fi voleffero riferire 
gl’ufi delle piccole Campane sì appreffo li Gentili , come ap-> 
reffo li Criftiani Religiofi, nè d’una fola forma fi fabbricavano 
dagl’ Antichi. Si veda la Tavola quì aggiunta, ove fono delinea- 
‘ti alcuni Campanelli antichi; e confervati nel Muféo del Colle- 
gio Romano , e fi conofterà ciò che fi dice. La grandezza pa» 

rimen- 


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rimente fù fempre varia nelli tempi moderni. Bafterà qui accen- 
narne alcune di mole ftraordinaria , e tal’ è quella riferita da, 
Monfignor Angelo Rocca nel trattato delle Campane a carte 53 
ove dice , che in-Parigi nella Chiefà dedicata alla B. Vergine è 
una Campana di pefo di quaranta mila libre, 1a quale per effere 
fonata richiede 24. Uomini , e in tempottranquillo fi ode fette 
miglia lontano 3 mà di mole molto maggiore , è quella che Mon- 
fienor Majoli riferifce nella fua Opera intitolata Dies caniculares 
alla parola metalla,. e cita il P, Ferdinando Mendes della Com- 
-pegnia di Giesù, il quale feriffe nell’anno 1554. effere:nel Pegù. 
una Campana di Bronzo; la di cui circonferenza è di palmi 45- 
;e, di diametro diciafette . la quale sraudezza ftimò il Majoli fu, 
perare a tutte l'altre, che inEuropa fi trovano, mà s° ingannò: 
fe fi riflette alla Gampana riferita da Giovanni Struys nel libro 
deili fuoi Viaggi, cioè che in Mofca Città Capitale della Mo- 
fcovia è fituatà in una Torre una Campana, che pefa trecento- 
a quattro milla libre, e che è larga 23. piedi, e groffa 


ue, e che per fonarla ft richiedono cento Uomini > Cinquanta 
per parte , nè fi fuona che in alcune Solennità, e nelle comparfe 
d’ Ambafciadori . Trà li modi con i quali queft’Htromento ff'ado- 


pera » bafterà quì ricordarne uno profano a pochi noto , riferito 
da Girolamo Maggio in un Opufcolo da Ini feritto nella prigio- 
ne, nella quale dalli Turchi fù chiufo dopo l’efpugnazione di Ro- 
di, ove egli viveva. 


Cita egli Zonara Autore Greco 


> il quale nella fua Iftoria 
racconta ; che anticamente era coftume di condurre li Rei al Pa- 
tibolo con un Gampanello pendente dal collo, a fin, che cami- 
nando. quello trà il Popolo non toccaffe alcu 


no inavedutamen- 
te, poiche fi farebbe ftimato contaminato, dove che fentendofi 
il fuono del Campanello ciafcuno poteva difcoftarfi, e dare libe- 
ro il paffo al mifero, che lo portava nel modo s Che moftra l’ima- 
gine. 


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CIV. 


mè 140 € 


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Campanello del Clero. 


A L' Ufo profano fi può foggiungere un? altro Sagro di pic- 


cola Campana pratticato in Roma dal Clero di alcune Ba-" 


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filiche nelle Solenni Proceffioni . Compatifce quelto con 
‘ ordine dopo un Confalone fabbricato a modo di Padiglione da 
guerra, a cu precede un’ Uomo veftito di.biatco ; che portan- 
do inalberata una piccola Campana. continuamente la fuona.a 
tocchi. Quando cominciaffe tal’ufo nella Chiefa Romana, non è 
così facile a dirfi, poiche per quanto iò abbia'efaminato gl’An- 
tichi Rituali; altro non hò trovato, che fi pratticava nel 1570, 
come riferifce il Turrigio avere ‘ritrovato in. um antico Codice 
della Bafilica Vaticana, ove fi racconta la Proce(fione fatta ‘nel 
giorno delle Rogazioni con le feguenti parole : Prima:entrò. la 
. Croce, dopo il Sinicchio ; overo ‘infegna di S. Pietro:3) conta 
Campanella , li Cantori &c. Un'altra Relazione £i legge nell’ or- 
dine Romano ftrirto da Pietro Amelio Sagrilta di Urbano V., il 
quale raccontando la Canonizazione di S.. Brigida , in tempo di 
Bonifazio IX. circa P'andio.1390. dice. Papa deftendit ad ‘Eccle- 
fiom S. Petri cum toto Clero cum Cruce pluvialibas , 6. Canipara 
proceftonaliter Gc. Più antiche memorie non ho trovato . Quale fia 
itato il motivo di tal? ufo, fi può «dedurre!ida ciù icheoferilfe 
l’eruditiflimo Durante. nella fpiegazione!della»parola »vA/artyria,, 
© Ecclfia, ove diffé, che nel Padiglione fi adombra l'antico Ta. 
bernacalo , .il-quale fi trasferiva da ud diogoad un'altro; mene 
tre il Popolo Ebreo pellegrinava per varii Paefi . Nel quale 
Tabernacolo li Sacerdoti erano diftribuiti , e ciafcuno aveva il 
proprio luogo , e notò il. Fivizano nel.capo 15. del libro 3., 
che la Chiefa militante in'terra fi: paragona ad un’ Efercito, che 


continuamente combatte contro gl’ Inimici Infernali; per trovare . 


poi il ripofo nella Patria Celefte, che perciò precede una Cam- 


pana in luogo delle Trombe, ufate per commandamento sirio 
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dalli Sacerdoti della legge Mofaica, con le quali fi davanoli fee 
gni a tutto il Popolo Ebreo . du 

Quì fi pone la figura di quello , che con tale Campanella 
precede al Clero , la quale è piena di miftero , benche derifo 
dagl Eretici, e Inimici della Chiefa Romana. | 


C V. 


‘ Carroccio. 


Lt ufo delle Campane piccole ne foggiungeremo un° altro 

di Campana maggiore .pratticato già in Italia , e ora non 

più ufato . Era coftume nel Secolo paffato di portare 10 

una machina mobile una Campana ; con cui fi davano li fegni 
alli Soldati, come ora fi fà con la Tromba. Viene riferita tale 
ufanza dal Maggi capo 13. de/Tintinnabulis, ove dice: £/l igiter 
feiendum fuperioribus feculis , nec admodum vetuftis temporibus 
Exercituum Imperatores in caftris, quali in quadam Civitate ambu- 
Jatoria, aut Turricula Campanaria ex liono identider ambulatoria, 
uti confuevifle 3 e qua tintinnabulum admodum magnum penderet, 
cam in hoftem prosrediendum aciegue conflicendum effet. Quefta 
Machina ; che. fi nominava Carroccio, fù deferitta da Francefco 
Suerto Antuerpienfe nelle Note fopra il libro de Tiptiznabolis, 
la quale defcrizione fù riferita da Antonio Cavaliere Cremonefe 


_ nel capo 13. della defcrizione di Cremona; tradotta in latino da 


0 142 (00 

pana appellata Nola ; MNefus autem aducere ) nifî publico Detreto , 
mec minus mille quingentis ad cuffodiam ejus netlicibus firenuis, © 
Panoplia , ac bipennibus cgregie munitis , propò ctium duces omnes, 
ac militis Prefetti, Tibicines otto multique ad.rem divinam Sacer- 
dotes Te. Quì noi efponiamo la figura del fopradetto Carroccio , 
efpreffa dal Maggi, e dal Macri v. Carroccium p.130. Il Villani 
anche lo deftriffe nell’ Iltoria di Fiorenza lib. 6. cap. 27., e dice, 
che tale Campana era chiamata //erzizella 

Rimarebbe a dire fopra l’origine, e ritrovamento delle Cam- 

pane grandi; poiche è gran controverfia frà li Scrittori, circa 
il tempo, e gl'Artefici da cui furono inventate di mole grande, 
quale fi vede, principalmente in quelle, che fervono nelle Chie- 
fe per il culto Divino, e anche fi adoperano dalli Magiftrati per 
fignificare al Popolo le loro Leggi . i x 

Per non cffere proliffo in tale materia, Bafterà accennare ciò 
che fcriffe il Baronio all'anno 885., cioè che 1 ufò delle Came 
pane grandi cominciò appreffo li Greci , quando Orto Patritio 
Doge di Venezia mandò in dono a Michele Imperadore dodici 
Campane, le quali furono collocate nella Torre di S. Sofia ;mà 
da ciò non fi deduce chi ne foffe 1’ Autore . Polidoro Virgilio 
afferì effere ftato Sabiniano Papa, di cui Panvino friffe : Hic Pa- 
24 Campanarum ufum invenit, jufftgne , ut 0d boras Camonicas, 
O Iifarum Sacrificia pulforentur in Ecclefia . Mà ciò prova l’ufo 
Ecclefiaftico folameute , introdotto da Sabiniano . 

Convengono molt’ Itorici nell’ afferire , che S. Paolino fof- 
fe il primo nel porle nella Chiefa di Nola è di mole ftraordinaria, 
e di forma prefa dagl’ Antichi. Si nega però dal Cardinale Bona, 
e dice non effervene fondamento certo per crederlo . Valfrido, € 
Strabone, li quali viffero in tempo di Carlo Magno, cioè circa 
Anno 800. quattro fecoli dopo S. Pavolino dicono, che le Cam- 
pane traffero il nome da Compania, Provincia dell’Italia . ove 

furono inventate, perciò dette anche Vele da Nola, Città della 
Compagna, ove la prima volta furono fabbricate, e il Cardinale 
Baronio pag. 116. afferma; che tal nome Campana cominciaffe 
ad effere ufato per fignificare le Campane maggiori, l'Anno 760.» 
fegno che in tal tempo fi fabbricarono ; e ufavano . 


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Organo di Campane . 


* ficopiofo , e mifteriofo il fitonare le Campane , che per 
È. fpiegarlo fi richiederebbe un’Volume ben grande . Silegga 
Monfignor Angelo Rocca , che difufamente ne fcriffe un' 
erudito trattato, e quì bafti notare brevemente ciò, che nelca- 
po quinto fi legge, cioè che le Campane per antico, e lodevole 
ufo fi benedicono , e fi confacrano ‘conforme alla formola prefcrit- 
ta nell’ antico ordine Romano , che perciò comenotò lo fteffo Roc- 
ca non fi doverebbero fonare daaltri, che dalli Chierici, ve- 
ftiti di Cotta; che fe pure {i permette il fonarle alli Laici , ciò 
proviene dal non poterli muovere le «grandi Campane per il pe- 
fo, che hanno fuperiore alle forze delli Chierici, per l’ordinario 
di età puerile, e non robufta. 

Quindi è da vituperarfì l’abufo di quelli , che fi fervono 
dalle Campane confacrate, e unte col Sacro Crifima in ufi pro= 
fani, e inFefte Teatrali. Non così fe le Campane non fiano con- 
facrate, e ne abbiano folamente la forma; che perciò lodevole 
è la Sinfonìa, che in alcune parti della Germania, e della Fian- 
dra fi rende dagl' Orologi qualunque volta fi accenna l’ oracom- 
pita col benefizio delle Ruote, e delli Peli, dalli quali ricevo- 
no il moto. Si veda il Rocca, da cuifi riferifte l'armonia dell' 
Orologio di Liegi, ficcome i Organo compafto di 33, Campane, 
riferito dal medefimo, che fi fuona con talti, come gl’ Organi, 
e li Cimbali difpofte come egli la moftra , ed anche fi riferifce 
dal Maggi; c dal Merfenne; e qui noi lo poniamo . 


CVII. 


52 144 de 
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Campanaccio del Villano. 

D imitazione delle Campane inftituite per ufi Sacri, era- 
A gionevoli fù inventata una forte di Iftromento compofto 

per lo più non di metallo ; mà di ferro; perciò di fuono 
rauco , e ottufo , detto communemente Campanaccio . Di tale 
Specie fi fuole appendere al' Collo d’ Animali Bovini se ‘delle 
Bufale, ficcome nel tempo del Carnevale {i ufà dal volgo per 
applaudire, overo burlare le perfone mafcherate . Quì è l’ima- 
gine d’ un Giovane plebeo in attò di fare ftrepito con-tal’ INro- 
mento , da cui I° orecchio non prende ' diletto alcuno > poiche. 
rende fuono ftrepitofo ; e ingrato. 

Tale fi ufava nel Secolo paffato $ principalmente in Roma 
dalle perfone ; che giravano per la Città in Carrozza , accom- 
pagnando quelli, li qual avevano ricevuta la laurea del Dotto- 
rato nell’ Archiginnafio , detto la Sapienza. Il quale coftume, 
Siccome dava notizia al Popolo ditale promozione ; ugalmente 
conciliava le rifa di chi lo riccordava . Per qual: cagione ciò fi 
pratticafie, e donde avefle l'origine quefta ridicola ufanza, non 
l'ho potuto rinvenire ; mà bensì efferfi abolita per ragionevoli - 
motivi , richiedendo la laurea confetita alli Dottori plaufi più 
nobili, e decorofi; onde nelli Bandi pubblicati per il buon go- 
verno di detta Univerfità, fi legge come-fegue. 

Item fi proibifce , che nefluno ‘ardifca portare , è fonare 
Campanacci ; è altri fimili Itromenti dietro quelli, che fono ad= 
dottorati fotto pena di 50. Scudi d’oro, e di effergli trattenuto 
il Privilegio di Dottore, a chi confentirà a queftaindecenza con 
altre pene contro quelli, che cortraveranno ad arbitrio di det- 
to, Signor Dottore. A. 


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Verga di metallo. 


On il fuono delle Campane fi può unire quello; che fen= 
C za Campana fi ode con artificiofa invenzione riferita dal P. 

‘ Kircher nella fua Fonurgia acarte 155. fi appende ( dice) 
una lamina, ò Verga di metallo ad una corda di Violone, e fi. 
pongono le eftremità di effa con due dita nelle orechie, in mo- 
do , che penda in mezzo di effe. Or fè la Verga farà percofla 
con un ferro da qualch’uno, rimbombarà nell’ orecchie un filo= 
no, come fefi udiffe una grande Campana; e quanto maggiore 
farà la Verga di metallo, tanto maggiore farà il fuono . Di tal* 
effetto altra ragione non affegna , che il tremore del corpo fo- 
noro ; il quale fi trafimette alla corda, e da quefta al Timpano 


dell’ udito, ove li Muftoli percofli con velocità , edimpeto ftra- 
ordinario cagionano effetto prodigiofo . L’ Imagine rapprefenta 
4 modo di tal’ ufo, E 


CIX. 
Campana delli Greci. 


Uanto-è frequente l’ufo delle Campane grandi sa; 
ani e piccol 
Qpr li Cattolici, tanto è aborrito nelli Regni ont: 
ti all Imperio del Turco: inperochè fino dal tempo che 
Saladino Sultano entrò in Gerufalemme, furono atterrate tutte le 


Campane , non folamente in quella Metropoli, màin tutti; 

Ma tti luo» 
ghi, ove era l’ufo di effe. Il motivo di quel’ empia I RIRRIGHE 
dice il Rocca nel capo primo, fi pane fi può 


ice il il ù perche con le Cam 

più facilmente convocare il Popolo , e procurare fedizione , ò 

pure per non effere fimili alli Criftiani. i 
Quetto fteffo coftume è imitato dagl’ Eretici, dice il Duran 

te nel primo de Ritibus. Hyowomotti, 


46 O ceteri bujus feculi Here 
ICI , n indi : # 
tici Campanis bellum indixerunt. Eas enim franzuni , 6 commi- 


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muunt, Saracenos imitantes qui ut Platina in Urbano II. feripfit, 
capta Hyrofolima Campanas in primis à Sucris Turvibns dejecerunti 
mà perche fi avviddero effere neceffariò-dare qualche volta alcuni 
fegni al Popolo, € intimare Ie ore fuccellivamente del giorno, 
furono foftituiri alcani ; li'quali dalla cima delle Torri gridaffero, 
e intimaffero le pubbliche Funzioni. 

Alle voci degl'Uomini foftituirono li Greci foggetti all’Imperio 
Ottomano un’ Iltromento di legno , riferito dal Maggi , che per» 
cuotono con due martelli di ferro, e chiamand.Sizzzzdre, è pure 


fi fervoro di una lamina di ferro, percoffa con un martello pa- 


rimente di ferro, e lo dicono Hagie/idero, che fignifica SazStum 


ferrum, e con il fuono di quefto chiamano il Popolo alle Chie-. 


fe. 
_ Si conferma quefto coftume da Monfignor Allatio nel libro 
de Templis Grecorum,ove defcrive, tal’Ilromento , con le feduen- 
ti parole 3 Sucerdotes Greci ligneo Infrumento ad Gracos in Eccle= 
fo convocandos utuntur, ideft licnune binarum decempedarum longi- 
tudine, duorum digitorum craftitudine , latitudine guotuor , quinti 


optime dedolatun non fiflum > out vimofiim, quod manu finiftra me- 


dim senens Sacerdos, vel alius dextra malleo ex codeme liono curfina 
© binc inde trafturrens mod) în unam partem modò ‘in alteram propò, 


vel'sinus abipfa finifira, ita lignum diverberat , ut ita ittum nune 


Plenum > une gravem, nunc acutum, nane crebrirs , nunò extenfune 
edens perfetta mufices fcientia auribus fuavifime moduletur. 

Si offervil’ Imagine del'Trattato del Maggi:qui efpofta; Lo 
fteffo Allazio riferifce effervene un’ altro fimile di grandezza {mi- 


furata, cioè qualche volta largo. fei palmi , uno: groffo ;\e.201.. 
lungo , che con catene fi appende nelle Torri,e fi. percuote.con . 


pefante martello. . 


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| capo 3» della regola ) voce tube ad colle 


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N° altro Itromento più piccolo, fi ufa parimenti dalli Gre- 

ci riferito dal Maggi , efpreffo come nella feguente Imagi- 

— ne apparifce. Ne tal’invenzione fà cofà nuova appreffo li 
Greci ;, poiche come auvertì il Cardinale Bona l’ ufavano in tem- 
pi molto antichi, e ciò apparifce nel Concilio Niceno » fecondo 


att: r., e nellibro delli Miracoli di S. Anaftafio Martire, fi lege 


ge'@ehe avvicinandofi le di lui Reliquie a Cefarea , tutti li Cit- 
tadimtio, Ziera fucra pulfantes obviam fatti. funt , e l’ Autore della 
Vita di S. Nicone, detto Metancita fcrifle, 0° Ziai pulfotione om- 
nîs Fratres convocdt . 


— Il tempoperò in cui queft’ ufo cominciaffe è incerto , poi- 


che furono ufati altri modi dagl’ antichi Criftiani nel convocare 
il Popolo . Il Baronio ftimò,, che li Veftovi fi ferviffero delli Cur- 
fori, mà che refa la quietè alla Chiefa dopo Conftantino , fi ufa- 
vano altri pubblici fegni. S. Pacomio nella fua regola, coman- 
come fù da Dio comandato a Moisè . Cu audieritis ( dice nel 

Cham vocantis ftatim egre- 


diatur c-dello fteflo coltume fece menzione Climaco nel grado 19. 


Legno delli Coffi. 
Ell’ antico coftume fopradetto ritengono qualche: fegno Îî 


Cofti Scifmatici, abitanti nel Egitto . ‘ePaefi citconvicini, 
mentre neltempo della Meffa affiltono con una Versa dî 


Tegno duro, lunga palmi cinque in circa, e large quatro deta ; è 
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pure con una longa un palmo, che tengono con Ja mano finiftra 


fopra un manico inferito nel mezzo; e forma la figura della le- 
tera Taù, e concolpiinterpolati la percuotono con piccolo mar- 
tello, onde nelle loro-Chiefè fi eccita un gran romore , poiche 
ufano tal’ Itromento molti, li quali intervengono , tanto Laici, 
quanto Sacerdoti, e Miniftri Sacri. Si chiama tal’Iftromento in 
lingua Araba /Vacus. Nacus anche chiamano gl’ Armeni, le pic- 
cole Campane, che battono, mentre cantono nelle Chiefe, co- 
me per fedele relazione hò faputo dal Padre Gabriele Sacerdote 
Monaco Maronita, molto tempo vifuto nell’ Egitto. Agl’ Itro- 
menti di legno » che fopplifcono alle Campane di metallo , fi 
poffono aggiungere le Campane di pietre, le quali comevraccon- 
ta l'Ortelio fogliono gl’ Abiffini fabbricare . 


elogia 


Crepitacolo di legno nella 
Chiefa Latina . 


E folamente fi percuotono li legni nella Chiefa Orientale, 

ma anche nella Latina 5 a certitempi però, e non in tut- 

| te le Funzioni, cioè folamente dalla quinta feria fino al Sa- 

bato della fettimana Santa , facendofi dalla Chiefa fofpendete, 
e tacere le Campane, come a tutti è noto. 

Efaminò la cagione di quefto Rito Monfignor Rocca nel ca- 
po 25. del fuo trattato fopra le Campane, e notò le medefime, 
che adduffe il Veftovo Guglielmo Durando nel libro 6. del fuo 
Rationale al capo 72., ove diffe. Taccionole Campane per figni- — 
ficare, che nel tempo della Paffione tacquero gl’ Apoftoli in effe 
additati, con le parole. / omzem terram exivit fonus corum , 6 
în fines orbis terre verba corum ; poiche ritirati nell’ Orto, pre 
zriftitia dormitaverunt. Si danno però fegni con percoffe di tavola 
per fignificare l'umiltà di Crifto ; fecondariamente fi percuote la 
Tavola, perche con tal fuono fi eccita timore . Terzo fi per- 
“ cuote il legno fofpefo col martello anche di legno per fignificare 
Crifto fofpefo nella Croce , poiche egli fù il legno , TOI 

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fecus decurfus aguarum, e pendè nel legno della Croce. Si Re 
cuote con il folo legno , perche Crifto folo tando in Croce DR i- 
cò. Quarto fi percuote con il legno fignificandofi per eH0,1 L 
gno caufa della prevaricazione di Adamo. Quinto Leone: c 
Campane, e noni legni per fignificare il filenzio degl Apo o” 
li, e negl’altri Itromenti di fimonò minore le Donne , le Tua L 
nel rempo della Paflrone non fi nafcofero , mà feguitorono Crifto 
fino alla Croce. Tutto ciò il Durando t DA 

Che perciò varii fono gl’ Iftromenti di legno, conli quali fi 
eccita il romore nelli giorni fopradetti ; La figura quì pofta ne »: 
tiene uno con la mano fatto d’ una Tavola, fopra cui fono accom- 
modati alcuni ferri , dalli quali viene percoffa , mentre con Ja - 
mano fi raggira orin una parte , or nell’ altra la medefima . Ufan- 
za però introdotta contro ragione , mentte in tal’Itromento detto 
volgarmente Trich Trach, e dalliLatini Crepitaculum , dovereb- 
be effere tutto di legno per la ragione fopradetta. Ditale forti 
? ufanoli PP. Ca 


puccini in tuttol’ Anno, quando la notte fano 
chiamati al Coro per cantare il Matutino . 


COXST.T:T 
Altro diverfo . 


ff Igliore è quello, che fotto quefto numero fi 


n modo 


CRIME » la quale alza- 
O PIIMIErO » percuote con violenza una 
Caffa vacua , onde ne rifi n viole 


paure 


CXIV. 


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CX.IV. 


Matracca . ; 


Aggiore ftrepîto cagiona il feguente Ordegno , ufato in Spa- 

gna , e nel Regno del Meffico nel detto tempo in luogo 

delle Campane , che perciò pofto nella cima delli Campani- 
«li fi ode per tutta la Città. Viene chiamato Matracca., e confi- il 
fte in una Ruota tal’ volta di dieci palmi di diametro, la di cui 
circonferenza è armata di martelli di legno mobili, in modo che 
nell’effere girata la detta Ruota fucceflivamente percuotono alcu- | 
me Tavole inferite ftabilmente , come denti nella circonferenza. 
della Ruota , e meglio fi può intendere con vedere il difegno, 
che con farne più lunga defcrizione. E quefta raggirata da ‘un’ 
Uomo molto robufto , benche tutti queft’Iftromenti, come de- 
putati a Funzione fagra , doverebbero effere fonati dalli Chieri- 
ci, e conabito Clericale, effendo il fonare le Campane Offizio 
degl’ Oftiarii, come notò il Cardinale Bona pag. 191. dicendo ® 
«Quos decet filperpellicio indutos ePe dum figna pulfani, quia mu- 
mus fui ordinis exercent 5 ficcome nel Teftamento Vecchio appar- 
teneva alli Sacerdoti, uf 7uba clungerent ad convocandum Popa- 
dum. | i 


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Ruota Fiaminga. 


Sano nella Fiandra per traftullo li Fanciulli uno Sromento 
ftrepitofo , che in quella lingua fi dice Het Upelfpel, figni- 
fica lo fteffo, che giuoco del Cerchio . Si compone que- 

fto con un Cerchio di legno; attorno cui fi appendono molti Cam- 

panelli , overa Sonagli, nel centro di effo è un Cannello lungo — 
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circa mezzo palmo, il quale è foftenuto d° alcune cordicelle uni. 
.te alla circonferenza del Cerchio, onde rapprefenta una Ruota 
di Carro. Inferifcono nel detto Caniello un baftone poco più lun- 
go di trè, ò quattro palmi, che tenuto in mano foftiene il Cerchio, 
in modo, che giri fopra if Pavimento ;*onde mentre corrono a 
gara, quafi voleffero guadagnare il Pallio, e fi raggira il Cerchio 
fopradetto ,, rendono li Campanelli un continuo fuono , onde {pe 
fo 1’ ufano pertraftuilo nelle pubbliche Strade, e nelle Cafe pri- 
vare, " 
CM Wet 
Bacioccolo . 


pi alcune parti della Toftana , ufano li Fanciulli, e gente di 
Contado un’ Itromento di legno tornito, che chiamano Ba- 
cioccolo , confifte quefto inv un’ Vafo., è Scudella , che tenuto 
nella mano finiftra fi percuote con colpi, a tempo diftribuiti dal- 
la deftra armata con batocco, parimente dilegno tornito in for- 
ma di piftello,, fimile a quello:, che fi ufa nelli Mortari di bron= 
zo; lungo mezzo palmo in circa , e fe bene il fuono non è ar= 
monico, nulladimeno piace alla gente educata con rozzi coftumi, 
| non effendo cofa deforme nel'mondoi, che non piaccia a qualch! 
uno, | 


pini. CA WII 
Fanciullli con il Trìch Track. 


\ All’ Ecclefiaftica ufanza li Fanciulli ammaeftrati ,, non 
per motivo di dett’effequio, e pia confiderazione circale 

. ,. Funzioni della Chiefa, ma per traftullo fogliono nelli gior- 
ni di Paffione ufare martelli di legno di varie forti, eccitando ro- 
more fuori, e dentro le Chiefè con intollerabile abufo . La figu- 
ta quì pofta ne rapprefenta uno di effi. | 
Ò CXVIII. 


9 152 2 
CXVIII - 
Altro fimile: 


nel numero feguente un'altro, che tiene un martello nella 
finiftra , mentre con la deftra raggira un’ Iftromento ftrepi- 
tofo , € A ri orechie $ detto volgarmente Raganella 
«compofto d’ una Latota deritatà, che mentre fi raggira alza una 
lingua dilegno , che volendo tornare al fuo pofto percuote il 
dente , € così fuccefsivamente gl’ altri , onde fi cagiona il ro- 
MOFLC e 


n 


GX IX, 
Donna con Fanciullo . 


Ue altri Stromenti fonori , mà meno ftrepitofi , e molto 

grati alli Bambini, fono li due efprefsi fotto quefto nume- 

«mero », con li quali le Nutrici. fogliono  raffrenare 
il pianto di quelli, con agitarli. Quello tenuto dal Bambino ha 
la figura di piccolo Tamburro, e in ambedue le parti è coper- 
to di pelle di Agnello, è pieno di piccoli faffetti , onde mentre 
viene agitato, fi percuote la pelle, e.rende un piacevole tinnito 
all’ orecchie fanciulefche, ficcome l’altro, che moftra prendere 
dalla Nutrice , il quale è come un globo compofto di vinchi | 
fottili, in cui fi racchiude un piccolo Sonaglio ‘di metallo, che 
al moto della mano rifponde con il fuono , è cagiona al Pargo- 
letto un grato diletto, e ammirazione, mentre non vede donde 
it fuono proceda. | FO | 
I Nè è cofa nuova, che con tal’arte fi faccia ceffare il pian- 
to, e fi rallegrino li Bambini, mentre fappiamo che a tal’ effetto 
fi adoperavano dagl’ Antichi il Siltro, e fimili Stromenti fono-. 
ri. Lo diffe Marziale nel libro 14. 


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Si quis ploratur , collo tibi Vernula pendet 
|; Hec quatiat tenera garrula fiffra manu. 
nelle quali parole notò il P. Juvanci, che la voce Vernula , fi- 
snifica un Bambino nato da una Shiava. — Ze | 
Simili Itromenti furono da alcuni chiamati: Crumata ; co-. 
| me dice lo Sponio a carte 44.. ove efpofe una figura di un Gio- 
vane in atto di. battere alcune ofla.. 


‘Ifromento d' African , 


Agl’ Iftromenti ufati per traftullo dalli Fanciulli paffiamo ad 
D uno, che nell’Ifola di Batam fi adopera da quelli Barbari 
nelle danze da’ effi celebrate . Si formano quefte da quantità di 
Uomini; e Donne ripaîtiti in Chori , e mentre alcuni cagiona- 
no ftrepito*di.varii fuoni, gl’altri faltano , e ‘con varii atteggia= 
* mentidella perfona fi raggirano , ‘formando urli più tofto. pro» 
prii di gente invafati da’ Spiriti, che di perfone ragionevoli. 
come fi chiami il prefente Iftromento qui efpofto , e fi vede 
.efpreffo nelle Relazioni delli Viaggi , fatti dagl’ Olandefi nelli 
Paefi Orientali non fi dice, mà: folamente vi è di effo la feguen- 
te Defcrizione. fdt +» | 
Delincatio Tripudii cum Virorum , tum mulierum ad fonitum. 
aliguarum arundinum fipra quas lamella calybea popta eff Organi 
modo, aut Clavicymbali quibusin cantu utuntnr , bracchia, 0° pedes 
extendendo, totumque corpus contorguendo , more canum, nel che è 
d’avvertirfi , che le Canne difpofte in modo d'Organo ; cioè 
degradate con proporzione nella lunghezza , fono di grofsezza 
traordinaria, e fuperiore a quelle d’ Europa , poiche il diametro 
di molte è di mezzo palmo, e fi chiamano Bambù. Servono que- 
{te in molti uf, e per laloro robuflezza foftengono pefi gran- 
di nella maniera; che in Italia fervono le ftanghe delle Lettiche. 


V > GXXT: 


sia 154 20 
CER XI 
«Iffromento detto Marimba. 


Rà sutti però gl'Iltromenti ufati nell’Affrica dalli Barbari — 
del;Congo s ed altri, ‘ed indi tramandati al Regno delBra- 
file in America, il più foave è quello chiamato Marimba: 
Lo deftrifle nella fua Itoria di quel Regno il P. Fortunato Ala- | 
mandino Capuccino nel libro primo a carte 332. come fegue . E° 08 
compofta la Marimba di'quattordici, è quindeci Zucchette Ui- 


fpofte in confonanza, e ben collegate frà due regoli con la boc- + 


ca all’ingiù , turate-con fottile corteccia. Nella parte oppofta era. 
vi in ciafcuna di effe una Tavoletta di legno , larga circa due on- 
“ cie,ed un palmo in lunghezza, che percoffa dalle dita del So- 
natore , mentre fi alza, e fi abbaffa forma un’arivonia gf CHE 
non difpiace.. Aicuni in vece delle dita le percuotono ‘con ba- 
ftoncelli . “DEA 

Quelto modo Si dimoftra nell’ Immagine quì efpofta d'un 
Brafiliano Moro, in atto di fonare la Marimba, che porta per. 
dente dal'collo, è copiofa di Tucchette difpofte come le Canne 
dell'Organo; poiche come quefto fi compone in Buropa, è cono 
più; è con meno Canne, ‘così la Marimba nel Brafilc. | 


do pe 
Ifromento Indiano . 


N curiofò Itromento è riferito dal P. Merfenne a carte 2 28. 

[ dell’edizione Francefe , e cento undici della Latina , mà 

fenza nome ; che dice effere ufàto dagl’ Indiani, nè fpie- 

ga quali fiano. Prendono quelti[ dice egli ) una Canna grofla; € 

lunga vvota nella parte interiore, e all’eftremità di quefta uni- | 
fcono due groffe Zucche apperte nel fondo, le quali, ficcome la 

Canna, fi dipingono , ‘ed ornano con arabefchi, anche d’oro. 


Sopra la Canna fi diftribuifcono cinque piroli, li quali tengono 


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ftirate altrettante corde di nervo . Preparato tal’ Iftromento fi 
porta fopra la fpalla dagl’ Indiani ; li quali con le dita armate 
con punte di ferro percuotono con debiti fpazii di tempo le cor- 
de, ond: rimbomba il fuono nelle Zucche, e rende un'armonia, 
che molto diletta quella. gente. | 


GX Xx EFFE 
Trich V. arlach . 


Ome è quefto, con cui il volgo Napolitano fignifica un’ 
{ftromento inventato dalla gente popolare. E quefto come - 
fi è efpreffo nella Tavola prefente , compofto di trè mar- 
telli di legno, alquanto incavati nella parte, che fuole percuo- 
tere. Sono quefti inferiti in due traverfe , in modo che quello 
di mezzo fia fempre immobile, e gl’ altri due lateralmente collo- 
cati, e mobilmente inferiti nella Traverfa inferiore, onde pof- 
fono dalle mani del Percuffore agitarfi, in modo , che arrivino 
‘‘a percuotere il martello » collocato in mezzo immobilmente . Si 
percuote quefto Con gl altri due , con li dovuti fpazii di tem- 
o, econ colpi più, òè meno grevi , fecondo che ricercano le 
Leal s perl’ ordinario fatte con altri Stromenti , al-fuono delli 
uali fi unifce lo ftrepito delli fopradetti martelli, alli qualizacciò- 
che la Sinfonìa riefca più grata, fono uniti alcuni Sonagli , dalli 
vali i forma un fuono capricciofo , che fè di notte fia udito, 
non fi può arguire da qual’ Iltromento fi formi . 


DE 156 de 
GX XIV 


Tadiano in ballo. 


L Moro qui efpreffo Cittadino dell’Affrica fi vede in atto di 

ballare, e infieme fonare, ò più tofto fare ftrepito con due 
Zucche, raggirandole, e sbattendole' in varii modi, e perche fo- 
gliono eflere piene di Sonagli, ò pure di breccie, rendono uno 
ftrepito più toito ingrato , che armoniofo , nulladimeno nonaven- 
‘do quegl'Uomini falvatici cognizione d’ Itromento migliore , ufa- 
no ciò, che loro fù fuggerito dalla fantafia. (7 


I Donna Brafiliana in ballo. 


; A S! dilettano le Donne Mare, che vivono nelRegno del Bra- 
file di ballare, e accompagnare li gefti della perfona , con 

un fuono cagienato da un’ Itromento fatto dalla Natura. 
Crefce nell’ Indie Occidentali un frutto detto Ahovai , il quale è 
quafi fimile alle Mandole, ‘ed ha una fcorza duriffima i Della pol- 
pa di quefto , fogliono li Paefani fervirfi per uccidere le perfone 
odiate , effendo foftanza piena di umore velenofo . Della fcor- 
za ne fabbricano maniglie, e collane infilzate, con cordoni di 
bombace ritorta, e le ligano alle braccia , e alle gambe in modo 
che faltando:, e facendo gefti nel ballo, quefti frutti fi percuo= 
tono P un’ l'altro, nel modo che in Italia fi pongono li Sonagli 
di metallo alli piedi delli Cavalli ò delli Ballarini, e così godo- 
no di quel romore cagionato dalle percoffe di tal frutto . Fù 
quefto efpofto nella Tavola nona da Michele Ruperto Beslero 
nel fuo Gazofilacio delle cofè naturali è ove ne fcriffe come fe- 
gue. 


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Fruttus Avboris Abovoì ditte mirabiles > nucleus prefentif 

Sfimum et Venenum , quod inderum incole în odio conjugali Viri 

Ouoribus infenfi, O contra umores viris indignata propimare mon ve- 
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rua collifione nolarum » ac tintinnabulorum inftar fonitam edunt, hine 
in faltationibus ad majorem animi bilaritatem cruribns > O brac- 
chiîs teffuram banc fecundom naturalem magnitudimen deltmeatane 
allisare confuevere . | | 


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IRromento fonoro del Madre. 


Al Regno del Brafile ,, pafsiamo a quello del Madurè in 
D in altro luogo rammentato , ed ivi offervaremo un qua- 

fi fimile Iitromento , ufato da quelli Gentili nelle Joro 
danze compofto non di frutti, mì di Sonagli di metallo, 
formano con quelti quali una Corona, ò vogliam dire Collana, 
e tenendola raccolta in una mano mentre ballano, la gettano 
da una mano all’ altra , onde mentre l'un” l'altro fi percuotono,. 
rendono una certa armonia grata all’ orecchie di quelli Barbari ; 
aMuefatti atal fuono . Si offervi la figura in atto di ballare, € 
meglio fi concepirà quanto fi è fritto. paga 


CXXWbLs 
Scabillo degl Antichi. 


O ftrepito, che fi fuole cagionare con l’Iltromento detto di 
fopra» agitato con la mano , fi foleva anticamente fare con 

il piede, particolarmente dalli Sonatori nelle Scene , pol- 

che fotto le Scarpe aggiungevano una fola di legno, e alcune 


«wolte di ferro, e con percuotere il Suolo , davano fegno a' So- 


natori, e ballarini in quel modo, che ora chi prefiede alla Mu- 
fica fuol darlo con la mano, e volgarmente fi dice dare la bat- 
tuta, ciò l'abbiamo da Plinio Jib. 2. epift.14. Hoc infiniti clamo- 
res commoventar cum Alefochorus fisnum dedit. 

Fù di parere Salmafio, che tali Scarpe di legno foffero det- 
te dalli Latini Scabella, poiche tal’ Iltromenti erano fottopofti al 


piede, 


i i «e 158 @ 

piede, come li Scabelli alla perfona fedente ye furono anche det- 
ti Scabilla, di quefti fece menzione Cicerone pro Celio. Fucit ali- 
quis e manibus deinde Scabella comcrepant, auleum tollitur. E pe- 
rò gran controverfia frà gl’ Autori » fe debba iatenderlì con tal 
nome l’ Iftromento fopradettto , è pure un’ Htromento fonato 
col fiato , efaminò quefta controverfia il Bartolini capo 4. del lib. 
3. de Tibiis. Mà non fi può dubitare che fi ufaffe, mentre nel- 
le Statue antiche fe ne vede fa forma, e tale fi efpofe dal Ru- 
benio de re veftiaria» e dal medefimo Bartolini Tab. 3. fis. 2. 


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 Crotalo del Mendico. 


sì Rà gl’Itromenti ftrepitofi più tofto, che fonori, è una Cla. 
fe di quelli detti dalli Latini Ctotali, con la qual voce fi 
allude alla voce dell’ Ucello Onocrotalo ; rauca e poco 
grata . Furono quefti in variî modi compoftij mà propriamente 
fecondo che afferma lo Sponio nella Tavola 43. Crocalur cft 
arundo fciîa confirutta Niudio ut fonet , fî quis ipfam quatiot ma- 
nibus.Crotalis utentes femine Crotalifirie vocabantur. Si ufavano 
tal’ Itromenti nelle Fefte , e giuochi pubblici. Riferifcono al- 
cuni, che foffero inventati in Sicilia pèr imitare la voce del Cro- 
talo . Ariftofane chiamò Crotalo Uomo loquace, e importuno. 
L’Imagine qui addotta rapprefenta un Mendico in atto di 
battere un legno fpaccato, il di cui ftrepito fupplifce alla voce, 
con cui eforta a fouvenire alla fua povertà: In Italia otdiriaria- 
mente fi fervono di tal’ Iftromento quelli Mendicanti , li quali 
chiedono Elemofina per amore di S.Lazzaro per le Chicfe a lui 
dedicate , 


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> 159 de 
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. Religiofo fvegliatore . 


N° altra forte di Crotalo fi ufa nella Religione delli Padri 

Minori Offervanti di S. Francefto, per fvegliare, e chia- 

mare al Choro quelli, che ripofano 5 E quefto un legno 
fegato per il lungo molte volte , in modo » Che battendofi con 
effo le porte delle Celle, eccita ftrepito, e fveglia chi dorme. 
'Tal’ufo non è nuovo nelle Religioni, poiche il P. Martenne de 
antiguis Afonachorum Ritibus tom. 1.lib. 1.cap. 1., ove riferifce 
varii modi , con li quali erano fvegliati li Monaci, acciochè an- 
daffero al Coro a cantare le lodi a Dio , dice al numero 15, 
che molti erano fvegliati : Ygwes crepitaculo è mà non dice di qua- 
le forma foffe tal’Iftromento. Conferma poi la fua narrativa, di- 
cendo: Mine Leo Iaperator in Panegyrico de S.Foanne Chrifoffo= 
| mo . His adbuc dubitantibus excitantur ad Afatutina cantisa ligni 
pulfibus, noftri quogue Einfidienfes Adomachi ad fonitum ligni far- 
vexifle lecuntur in confitet. German. num. 4. î 

Da tale Rito antico , fenza dubbio è proceduto il coftume 
dei legno fpaccato , che ferve per fvegliatore alli Religiofi fo- 
pradetti, ufato come fi dimoftra nel’ imagine qui-efpofta, anco 
daifi Padri Capuccini , quando la mattina fono chiamati al Co- 
ro, LA 


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Capuccino , che prcuote una 
. Tevola. 


| Ltri modi con fegni diver furono ufati dalli Mo- 

‘ naci antichi per deftare dal fonno quelli, che dormiva- 

no, accioche fi radunaffero nel Coro . Furono riferiti dal 

fopradetto Martenne,nè farà diftaro il rifaperli.Solevano (dice egli ) 
nel 


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nel luogo fopracitato , alcune volte li Superiori fregliare fatendo’ 
romore con la perfone, come fi legge nell’ Omilia di S. Gio: Cri- 
foftomo 59. al Popolo di Antiochia. Così faceva S. Ausbreberta, 
Abadefla , S. Corbiniano &c. Secondo erano fvegliati da qualche 
voce, come fi legge nella Regola di S: Patomio .‘ Terzo col rumore 
di qualche legno battente. Quarto con le percoffe date con un mar- 
rello alle Porte, come fi legge nell’Iltoria Laufiaca cap. 104:nella 
Vita dell’ Abate Adolio. Excestatorio malléo pulfubat Cellas omnium: , 
cos congregans ad oratoria . Lo fteffo dice Caffiano lib. 4. Inftit.. 
cap. 12. Quinto con ilfuono di un Campanello. Sefto col fuono 
della Campana Maggiore della Chiefa . Settimo con il battimen- 
to delli piedi fatto dal Priore , come fi legge nella Regola del - 
Monaftero Floriacenfe. Ottavo con le percoffe d’una bacchet- 
ta, e ciò fi riferifce nella regola del Monaftero Corbejenfe. Fi- 
nalmente alcuni Deputati a fvegliare , chiamavano prima l’Aba- 
te, intonando Domize Jabia. mea aperies, il quale levatofi da let. 
to chiamava gl’altri Monaci , e con efsi andava al Coro. 
._‘Inerendo a quefte antiche ufanze Monacali, li Religiofi Ca- 
puccini, come amantifsimi della povertà volontaria, per convocare 
i fuoi Alunni alla Menfa, fogliono percuotere una Tevola con 
un legno nodofo ; come dimoftra 1’ Imagine qui pofta ; ufata an- 
che quando arrivano al Convento li Foraftieri , acciochè alcuni. 
Deputati poffano efercitate con efsi atti di Religiofa Carità , in 
follievo delli patimenti fofferti per il viaggio. 
CXXXI. 
Frufta del Cocchiere. 
Alli colpi dati fopra una Tevola di terra cotta , paffiamo 
a quelli, che fogliono darfi all’ Aria con un lungo flagel- 
lo ufato nel guidare una Carrozza tirata , è da quattro, 
ò da fei Cavalli, e talcofa fi adopera dalli Fanciulli per traftul- 
«lo, e per udire il rumore che con effo fi cagiona nell’ Aria. 
Non perciò fi deve ftimare Itromento Fanciullefco, mentre non 
è credibile quanti fpiriti ecciti in tali Beftie , onde però a tale 


fine fi adopera, non per percuoterle. Ebbe quefto l’origine, fe 
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«fior prima 5. almeno nel tempo in cui Romolo fabbricò Roma, 
‘e il Girco Maffimo nel luogo ‘affegnatogli dal Rè Tarquinio , 
‘come riferifce il Panvino de Circo lib, 1. cap.:9. mentre ‘in effo 


£ correva con Carrette tirate, è da due Cavalli, come ‘inventò 
Criftene Sicione» 942 primus ‘bimos equos jugavit », ‘cofgue ifinzulos 
cx utrague parte vinculo applicuit -, «diffe ‘Plinio lib.-7. cap. 58. è 
‘pure da quattro, «come raccoritò il medefimo Plinio, aggiunti da 
EFri&tonio Rè «di Atene — rammentato «da Virgilio ‘neliterzo «della 
Georgica» 


Primus EriEtonius currus, © “quatntor aufus 
%ungere ‘equos vapidifque rotis infeffere viflor: 


E poi Romolo fece vedere quelto accompagnamento in Roma, 
come diffe Tertulliano citato dal Panvino ‘nel capo nono de 
Circo; ‘onde poi fi ‘correva da molti, ‘anche Imperatori, riferiti 
dal ‘medefimo Panvinonel'capo 12. e ‘perche ‘ciafcuno procitra- 
va di vincere. ‘è riportare le acclamazioni ‘delli ‘Spettatori -, fi 
‘ufava tal’ I{tromento., ‘con ‘percuotere li Cavalli nel Corfo. Ciò 
fù accennato ‘da Virgilio, ‘ove ferie lib. 3. Georg. verf. '103, 


Nonne vides , cum precipiti certamine campus 
‘“Corripuere è ruuntque effi carcere ‘currus. 
“Cum fpes arrette juvenum'exultantiague baurit 

Corda pauor pulfans, iMli inffant verbere torto, 

Et proni dant lora», volat ‘vi fervidus axis. 


O pure come diffe nel libro quinto dell’ Eneidi verf. 144. 


Mon tam pracipites byugo certamine campune 
Corripuere » vuuntque effi carcere currus, 
Nec fic immiffis auris undantia lora 
«ConcufSere jugis» pronigue in ‘verbera pendenti 


Ne folamente fù adoperatala frulta ‘per percuotere li Cavalli, mà 
anco per animarli al corfo con il folo romore di effay'eccitato 
nell’ Aria» E quefto ‘effetto fù accennato dallo fteffo Virgilio nel 
quinto dell’Eneide al verfo 377. ove deferilfe il commandamento 

X fatto * 


fatto da Enea ad Epitide ‘Ajo di Afcanio fu6 Agtiuolo 3 acciochè 
celebraffe con alert Fanciulli un Tormeo a Cavallo ‘in’onore di firo 


Padre Anchife defonto di "ep 3% 


Vade age, © UAfcunidf jam puerile pdritane | 
Asmen babet fecum > curfifgue‘infirusiv equorini 


Ducat Avo turmos , © fee oStendat in armis: 
Onde a tale commandamento .. 


Poftquam omnes Leti concelum oculofgue firoruns 
Luftravere in equis fionum ‘clamore vocatis 
Epitides longe dedit , infonuitgue flagello .. 


Per qual ragione poi da tali colpi, e fchioppi cagionati nell’ Aria 
fiano animati li Cavalli al corfo, non è fi facile a dirfi, ficco= 
me per Qual cagione fiano: per. il fuono della Tromba eccitati 
li Soldati alla Battaglia. 


EXXXUPE 
Sonagli adoperati nelle Chiefe. 


A Hli fopradetti Iftromenti fe ne può: aggiungere:un’ altro, il 
. quale doveva effere numerato con li Sonagli , ò piccoli 
Campanelli .. E queto compofto: d’ una Ruota , nella di 
cui circonferenza fono molti Sonagli , ò piccoli Campanelli ,. la; 
quale in alcune Chiefe fi fuole ufare,. quando fi moftra al Po- 
polo nel Sagrifizio della Mefla il Santifimo. Sacramento .. 11 det- 
to Iftromento è appefoal muro-della Chiefa , e fi fuona dal Chie- 
rico fervente, girandofi con una cordicella appefa fuori delcen.. 
tro della Ruota in quel modo , che fi gira col piede la Ruo- 
ta, che ferve per dare il taglio alli ferri dalli Rotator, onde 
fi cagiona una grata armonìa. 
In Roma fi ufa principalmente dalti Religiofi Minimi Fran- 
cefi, e dalli Franceftani Scalzi Ibernefi. 


CXXXIII. 


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CXXXIII. 


Stromento ftrepitofo ufato in Campagna dalli Villani partie 
‘colarmente in tempo delle vendemmie. Prendono quetti trè 
Cucchiari di legno, due delli quali uniti fi foftengono con 
la mano finiftra, e con la deftra armata del terzo Cudehiato. I 
percuotono con intervallo di tempo , e con percoffe più è me- 
no gagliarde, onde fi eccita uno ftrepito , benche poco fonoroy 
grato però alla gente rozza, che non sà ufare altrofuono, per 
‘accompagnare il canto ufato in detto tempo. 


CXXXIV. 
Timballi Perfiani. 


TX AI fopracitato Kemfero fi riferifte , che nella Perlia olere 
D di Timpani di fopra scitati , fi ufano due piccoli Timballi 

di metallo coperti di pelle bovina > € fi percuotono tenen= 
dofi appefi alla Cintura ,. con regola di colpi , onde rendono 
piacevole armonia. Sono detti Tamburri del Falcone , poiche 
con il fuono di effi fogliono richiamare nella Caccia li Sparvie- 
ri, dopo che hanno fatta la preda degl’ Uccelli , al pugno del 
Cacciatore sin quella guifa , che in Europa fi opera con il Fi- 
fchio . fa: va 


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Spada percoffa :- 


Y L Soldato qui efpreffo. moftra di percuotere: con le-dita del. 
I la mano deftra una Spada sfoderata,. foftentita dalla finiftra,. 
e perche non. riceva nocumento dal’ taglio di efla le tiene 
armate con.punte di ferro, fatte a guifa di ditali. in effe inferi- 
ti. Il fuono, fe fi eccita con: percoffe date con. regola , e. inter-. 
vallo di tempo debito, piace molto all'orecchio . Benche- fi fia 
efpreffo un Soldato armato, è però da faperfì , che. in Napoli fî. 
ufa tal’Iftromento per le ftrade dalla gente del: volgo , particolar=. 
mente in tempo di notte, in cui maggiormente fi ode l’armonia.. 


CXXXVI. 


ISfromento: Cinefe. 


Ella relazione: delli fuoi Viaggi Gio. Francefco Gemelli ,. 

N efpone un’ Iftromento fonoro , con il fuono-del quale li. 

Cinefi accompagnano lo ftrepito- delli TFamburri nel. cor-. 

teggio di quelRè ,. quando fi fà vedere in pubblico . E quefto. 

formato d’alcunne laminette di metallo ,, che percoffe.a tempo. 
rendono una grata finfonìa . 

Con tutte le fopradette efpreffioni di Sonatori ,. avendò or-. 
nate le Mura del Gabinetto armonico , ceffai di farne altra mag- 
gior: ricerca ,. onde finifco la Relazione ,. aggiungendo folamen-- 
te la narrativa degl’ Iftromenti Muficali » con cui conclufe nel: 
capo ultimo la Defcrizione delMufeo.Settaliano. il Dottore Pao- 
lo Maria Terzago; eriferì tutti quelli, che ivi fi trovavano in- 
ventati in gran parte, e compofti-dal Sig: Manfredo,. onde così 
{criffe. Sono nel primo Gabinetto: quattro Sordelline , che con. 
te Canne rivolte: d? Avorio a. forma di Rofa , con quaranta.talti;. 
come verghe, e quefti di. argento. fopradorato , e. CREO E 

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tefte di Leoni , altre con le Canne di Ebano, altre di Bubbalo, 
e fimili fatte da detto Signore. Per fonare quefte, tiene fotto il 
braccio deftro un’ Otre coperto di Velluto nero trinato d’oro, e 
fotto il braccio finiftro un piccolo Mantice ricamato d’argento, 
onde alzando uno, e deprimendo l’ altro braccio , dà il fuono al- 
fe Canne di effe Sordelline , e ritrovando ‘con la fommità delle 
dita, e con l’cftremità di quelle, «con varie parti del palmo delle 
mani in un medefimo tempo molti di quelli tafti, ò verghe d' ar- 
‘Zento Con Moto, € «proporzione «tale .che rendono all’ orecchio. 
armonìa fingolare, e fuor dell’ ufitato delicato concerto , arri- 
‘ vando fin alla quarta alta finfonìa, molto grata. La feta, ed ul- 
tima «è perfettiffima ha quattro-Canne cariche di 56. tafti,, la quar- 
«ta delle quali Canne, quale fà la feconda ottava, fi» invenzio- 
ne particolare del:Signor Manfredo, il quale trovò maniera di 
dare con effa un non sò che d’ armonia inefplicabile allo Stre- 
mento della Sordellina, con.che pare non pofli ricevere maggior 
perfezione. | 

Seguita 1 occhio a vedere altra varietà d’Ifromenti Muf&i- 
«cali-curiofi, cioè due Ciarammelle all'ufanza di Napoli, quali G 
finonano parimenti con Mantici. 

Altre due alla Pugliefe .col contrabaffo alla finiltra, il :Sopra- 
no alla deftra, ed altra di mezzo a terza., quarta, e quinta pae 
simente con Mantice. 

Due Biflauti-con ottava., e terza. 

Un Biflautino , è Fiafoletto con ottava . 

Tre altri Flauti in uno fà 1’ ottava baffa , e l’altro fa la 
quinta, e terza , Iftromento ftravagante, invenzione , e fattura 
del Signor Manfredo. 

Otto Flauti grandi affai a concerto, lavoro celebre del Graffi. 

Quattordici altri Flauti grandi a concerto con fua caffa pu- 
se lavorata da Artefice pregiatifsimo . 

Altri dieci Flauti a concerto , parimente con fua caffa con 
la quarta più bafla. 

Un concerto Corilta di Flauti, opera del Signor Manfredo 
che in tutto volle di sè far prova. È 

Alcuni Fiafoletti alla Francefe doppj di quarta alta. 

Una Zampogna , è armonia di Flauti diftinti a cinque Can- 
ne di buflo, tutti di fuono diverfo capricciofifime, quali han- 

cp XxX 3 no 


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no la fegola principale in 4. in 5. in 3.ed$,, opera del medefi- 
mo Signore. | 

Un'altra Zampogna, ò armonìa di otto Canne, che fi riu- 
niftono in una fola più grande a baffo contiauo proporzionata 
mirabilmente . 

Un concerto di dieci Muficali Cornamufè con il tenore, e 
Soprano, che tutte unite ufano in Francia, con quali fi forma 
un? armoniofo concerto .. 

Un gran Serpentone alto due braccia , e nell’eftremità 
largo quafi un palmo, quale forma un baffo tanto rimbomban- 
te, che pare dia moto alle mura della Stanza. 

Trè Cornetti, frà quali uno d’ Avorio d’ ogni foavità. 

Quattro Concerti di Traverfe, ò vogliam dire Piferi all’In- 
glefe , uno de’quali è di Corifta, un’ altro. di legno Indiano li- 
fcio , e odorofo con i bafsî  fpezzati ,, ed armati di lama d’ar- 
gento , il terzo con tutte le parti fpezzate di voci con tuono più 
baffo , l’ultimo è di voce più alta .. Tutti mano: del Crafsi, Ar- 
tefice infigne. Ì 

Vedefi un’altra di mano del Signor Manfredo a. contrabafsi, 
e contrabattitori in buffo. 

Trè Fagotti, è vogliam dire Dulcine uno: Corifta ,, l’altro 

di quarta alta ,, e l’ultimo dî quarta baffa molto. dolci. 
Un concerto di Pifari,, cioè due Soprani, due Tenori un baffo, 
gl' altri vanno declinando fino al mezzo ,. ficchè formano una pi- 
ramide, e ftando efsî baftoni legati frà sè compoca diftanza bat- 
tuti con un martelletto di legno, rendono tal confonanza,, qual 
rende molto gufto all'orecchio. 

Un Cembalo all’ Africana carico: circolarmente: di Rotelle a 
due a due di ottone » e di Sonagli d’argento , che girato , e 
battuto con la mano rifona un non sò che di allegro. 

Altri Itromenti più ufitati fl tralafciano: per non ftancare 
il Lettore. STA 
Sin quì il Terzago concludendo cen Te paroie di Orazio . 

Segnius irritanti animos demiffa per aures,guàm que funt oculis 
fubjetta fidelibus, mentreche non poffono piacere ugualmente gl’ 
I{tromenti Muficali riferiti con la narrativa , come rendono appaga- 
to l'orecchio, animati con il fiato,, e con la mano + 


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DELLE MATERIE. 


A 
Ccordo. qual Stumento 
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Api, perche ubidifcono al fuo- 
no. 125 
Armonia caufata dalli Martelli 
d’ un Fabro. I 
Arpa defcritta . 
Automati diverfi . 2. e feg. 
B 
Bacioccolo Iftromento di le- 
gno. — 151 
Brafiliana in ballo. 156 
Buccina Marina. 59 


C 


Cam panello alCollo delReo.134 
Ufato in diverfe Funzioni. 138 
Ufato dal Clero. 140 
Campana di forma diverfa. 138 
Imitata con verga di metallo.143 
Grande da chiinventata. 14.2 
Delli Greci quale : 145 
Campanaccio del Villano. 144. 
Proibito nelle Lauree Dottora- 


li, 144 


Canto perche ufato nelli a 
rali. 


‘Ecclefiaftivo qual debba ra 


36 
Impugnato dagl’ Eretici. 37, 
Dachi introdotto. 42. 
Cantori del Tempio . 13 


Carroccio , che fignifichi, 141. 
Cetera . 93 
Da chi inventata . 93 
Di qual forma foffe 1° antica. 94 


Ufata nelli Conviti. 95 
Collocata nel Tempio . 96 
Tedefca. 96 
Se ufata in Cielo. 96 
Caftagnole . 129 
Cembalo anticho. 124. 
Altri diverfi . 164. 125 
Degl’' Armeni. 127 
Che fignifichi . 89 
“Armato di corde da chi. 99 


Verticale. 90 
Cieala fupplifce ad una ns 


della Cetera. 9 
Chitarra Spagnuola . 96 
Chitarrino. 100 
Ciclopi vedi Fucina. 

Ciufoli paftorali. 65 85 
Cilarone. 68 
Colafcione,. 100 
Comedie col canto ; 23 


mè 168 e@ 


Convitiferviti da’Fanciulli. 28 


Celebrati col canto . i 25 
Corno Bovino ferve di Trom. 
ba é > 52 
Nella Caccia. 56 58 
Delli Turchi. S7 
Raddoppiato . 58 
Di Aleffandro quale, 84. 
Cofti ufano legni in luogo di 
Campane . 147 - 
Crotalo del Mendico, 158 
Altro ° ) I 23 
Degl Armeni, 127 
. Cuchiari di legno. 163 
D 
David Profeta promotore del 
fuono. 22 
Duillio celebra trionfo ogni 
dì. 22 
F 


Fagotto,e mezzo fagotto. 69 


Fanciullofi diletta delfuono.152 


Fifchi diverfi . 72 
Flauto ufato nelli Funerali. 31 
Perche bucato. 60 
Stia origine favolofa . 61 
Se debba effere ufato. 61 
Efpreffo in marmi antichi. 62 
Doppio. 63 
Da chi inventato. 63 
Traverfier quale. 64. 
D. Florido Ubaldi infigne nel 


fuono del Salterio . 107 


Fucina di Vulcano ftuopre la 


Mufica. LI 
Funerali celebrati col fuono. ‘28 
Con quali Itromenti. ‘20 
Frufta del Cocchiere. 161 

G 


Gabinetto armonico deftritto. 1 
Giuochi celebrati con Mufi- 


Cn, 122 

Guerre colfuono . 37 
Ì x 

Iftromenti perle Api. 134 
Delle Vendemmie. 121 
Affricano. 128.153.154.156 
Altro diverfo , 124 
Fanciullefco. 132 
Sonoro perla tenfione, 38 


Difficile a defcriverfi . 9 
Degl'Ebrei difficili a riconofcer- 

ii. IO. 14 
Degl'Ebrei quali foffero. II 
Adoperati da Salomone, 12 
Sonori, elorodivifione. 15 


‘Se convengano nel canto Eccle- 


Riprovati da alcuni. 41 
Proibiti da S. Atanafio. —43 


Itromenti del Madurè. 157 
Nella Galleria del Sig. Setala in 
Milano, 165 


dî 169 2% 


L. 
Legno in A Tg diCampana.145. 


Delli Cofîti .. 147. 
Nella Chiefa latina .. 143. 
Lira di Apollo quale .. 97 
Tedefca.. 107 
Lituo ufato ip guerra ». 35. 

Defcritto . 54 


reno: nella Colonna. Traja- 


NA « 59: 
M. 

Mandola .. 98: 
Marimba +. 154 
Matracca è 150: 
Monocordo .. 103; 
Muffeta. 85. 
Mufe defcritte. a 
Scolpite da 3. Artefici.. 6. 
Mufica conofciuta. nella Fucina: 

di Vulcano .. 1 
Inventata per lodare Dio.. 5.7. 
Grata atutte le Nazioni: 16 
Nelli Giuochi .. 22: 
Nelli Conviti .. 25; 
Nelli Funerali >. 26. 


In effi conviene più che nelli” 


Conviti. 43; 


N 
Naccare delli Turchi.. 135 


Navigazione fatta colfuono. 74. 
Nenia , che fignifichr.. 28 


. Portatile .. 


0) 
Oboè, che fia «. 67 
Organo di Campane è è. 143 
Se fia antico . 67 
Supera tutti gl’ IMtromenti.. 79 


.  Mirabile in Cafa. delli Signori 


Verofpi .. 80. 
8I 


Da chi introdotto. nella. Chie-- 
fa CA 44 


> de 
Pandora fpiegata. 96 
: Piva,e fua fabbrica .. 73 
. Pompa delli Funerali riforma- 
ida 30: 
I Q 
Quagliere o 72 
s: 
Sacrifitii con Mufica: Ta 17 
E perche... 20 
Salterio Turchefto ». 104. 
Diverfo .. 106 
-Perfiano.. III 


Sinfonia nella mole adriana. 50 


Scabello .. 157 
Scialumò + 53 
Spinetta .. 9I 
Spaffa penfiere .. 133 
Svegliatore .. 159 
Suono dilettali Bambini. 152 
Di Batam x 136 


Fate 


2 1790 26 


Fatto con la Brocca. 86 
Col Pettine. 86 
Che fia. GA 
Nelli Trionfii,. | °° 20 
Nella Navigazione , 24. 
In Guerra. 23 


Con quali Iftromenti. — du 

Fatto da un’ Angelo diletta S. 
Francefco . 44, 
Suonatori Deputati per li Sacri- 


bi fitil. 19 
Sonagli nelle Chiefe. 163 


Spada percofla . 164 
T 
Tamburro militare. TS 
Turchefco. 112 
. Affricano. 117 
Diverfo . 117 
Perfiano. 118 
Cinefe. 119 
Lapponico. 120 
Timballi. 116 
Timballi Perfiani. 154 
Tiorba . g1 
Tubo Timpanite . 119 
Tromba ordinata da Dio. 45 
Di qual forma. 46 
Antica Romana. 47 


‘ . Perche ricufata da Minerva. 47 


Efpreffa nel Campidoglio. 46 
Con effa fi convocava il Confi- 


glio . 48 
Doppia . 49 
Spezzata » 49 
Da chiinventata . 49 


Ufata in Ecitto | 59 
Curva den 3 da 
Ebrea di qual materia. 51 
Antica fpiepata . 53 
Perfiana. PGETSTAGIA 
Dei Madurè, sid 
Cinefe. 57 


Marina fonata con la voce. $2 


Altra fonata con l’Arco. Tor. 


Se fia antica . 82 
Da chi inventata. 82 
Trombetta di canna - 85 
Di Zucca. 86 


DelGiudicio univerfale quale.87 
Trich Varlach. e dI:55 
Tavola battuta dal Religio- 


| Vv 
Verga di metallo imita le Cam? 
pane. 145 
Violino. 109 
Turchefco. - 110 
Perfiano. SII 
Viola. : TOR 
DiAmore. 110 
Violone . 101 
Xu 
Xilorgano . 133 
pol 
Zampogne diverfe, 73 


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, dì 171 206 cui 
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Tamburro fonato dal Turco. 


On è tanta la varietà de colori, che riconofcefi nell’ Iride; 
che fecondo Virgilio lib. 8. fine. ver. 701. 
Mille trabens varios adverfo /ole colores 

Quanta fe ne vede nella multiplicità delli Stromenti fin quì 
addotti , particolarmente nel Tamburro ch’ora proponiamo, che 
tra i molti altri folamente varia nel modo di fonarlo . Si fuo+ 
na dunque dalli Turchi nella maniera efpreffa tenendolo pen 
dente orizontalmente dalla cintura, e percotendolo con la de- 
ftra armata d’un baftone, e con la finifira d’una verga. 

Prima, di paffare ad altro non farà diftaro il rifapere ciò che 
ha riferito il P. Giampriamo noftro Milsionario mandato dall’ 
Imperadore della Cina in Italia per negozj occulti . Riferifce 
dunque effer nella Città di Pechino due ben ampie Torri al- 
te circa 200. palmi , e ripartite in due. contignationi . Sono 

uefte deputate al governo politico delle ftazioni notturne, che 

erciò folo la notte s° adoprano, percotendofi in una d’ effe da 
gente deputata una gran Campana , e nell'altra un gran Tam- 
burro di diametro circa 18. palmi; onde fi cagiona un gran 
fracaffo ; è il maggiore artificio è , che effendo così grande la 
pelle del Timpano fi compone di più pezzi in modo, che fem= 
bra effer una fola pelle. i | 


CX XE REVETL- 
Tam Kim. 


# E Ra i fioni ufati nella Cina , e fignificatici dal fopradetto 
P.Giampriamo alcuni ne LIOPO LO più nobili , e nell 
Ita- 


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sé 172 è@ 
Italia curiofi, Tale è quefto chiamato Tim Kìfî. Applicano al- 
la bocca per animarfi col fiato un (piccolo , e corto tubo uni- 
to ad una fcattola rotonda, che al di fopra in giro rachiude 12. 
15. 0 20. buchi, dentro a quali inferite s° inalzano altrettante 
eguali canne fottili quanto una penna da ferivere e di grofla 
corteccia, che lavorate imitino le canne dell'Organo . Regolafi 
il fuono con aprire , e ferrare le feflure delle fuddette canne . 


CEXKIE 
Altro Iffromento Cinefe.. 


S I fono efpofti at numero 100. tre Iltrumenti di Batam com- 
pofti di baccili, che tra di loro fi diverfificano folo nel 
modo d’effer collocati , ora ne. rapprefentiamo uno di quefti 
molto diver adoprato nella Cina . Dentro ad uno Scrigno 
fofpefi reltano a 3. , 0.4. ordini 12. piccoli e piani baccili di 
rame , che percolfi a tempo con un bafltoncello rendono. un 


grato fuono all’ orecchio. — 


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C Osì vengon dette da’ Cinefi due tazze di rame,che alquanto 
i forate in mezzo communicano.con l’aria percolfa il fuono 
a due palle di fimil materia, che ftagnate reftano. dietro come. ma- 
nico a quelle. Sonanfi fimili tazze da quei Popoli particolar- 
mente dalle Donne Indiane di male affare , che le percuotono tra di 
loro, comele Baccanti percotevano il loro Cembalo efpreffo al nu- 
mero 86. Mentre fi è rapportata una di quefte nel loro abito aflai 
curiofo , farà bene darne d’effo qualch e notitia. Portano un cor- 
petto di corte maniche lungo fino a’ fianchi, attorno a quali cingefì 
un panno fermato con nodo. S'ornano la metà de’ bracci con gio- 


je; le ditade’ piedi conanella,, eil labro di fotto con unaperla, 


come anche ambedue l’ orechie CXLI. 


VIII IZZATZA 
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Aliro Iffromento Cinefe . 


Ortano pendente ful petto è © foftenuto da due regoli un 

Cilindro, clie' armato in eguali diftanze di varie traver- 
fe, move con quefte , mentre girafi, il battocchio d’ un Cam- 
panello , che vien fofpefo dalla finiftra fopra d’effe . Leggafi 
1 Itoria dell'Ambafcerìa alla Cina ‘degl’ Qlandefi . 


GEXÌ4L"P E 
Altro Cembalo antico . 


TL Cembalo rappiefentato fotto quefto numero fu ufato da- 
gl’ antichi nelle danze , che celebravano alla Campagna in 

onor di Bacco . Vien quefto compofto da una lamina di rame 
rotonda, e concava , attorno alla quale pendono fette Cam- 
panelli da altrettanti anelli . Si foftiene allorche vuol fonarfi 
con mettere la mano nell’ apettura circolare , ch° è nel centro 
della lamina. Un tale confervafi nel Mufèo del Collegio Roe 
mano + Pietro Bartoli ne rapporta la figura cavata da un’anti- 
ca lucerna, in cui rapprefentafi un Giovane nudo, con un’Otre 
di vino in fpalla, e nella deftra il detto Stromento, che allu- 
de all’antico coftume di radunarfi in un prato gl’Agricoltori,e mefli 
in mezzo vari otri pieni di vino , ed unti al di fuori con olio vi 
faltavano fopra a fuono di quefto Cembalo , venendo derifi da° 
circoftanti quei che» nel faltarvi fopra cadevano ; e riportando 
l Otre in premio quei ; che con deftrezza danzando vi fi reg- 
geano . Così Virgilio al 2. della Georgica . - 

Premiague ingentes pagos © compita circur 

Thefeide pofuere s atque inter pocula leti 

Mollibus im pratis umetos faliere per utres. 
Altra fimile Imagine del detto Cembalo adoperato dalle Bac- 
canti è rapportata in una lucerna da Pietro Bellori nelle fue 
note, ed altra ne abbiamo dal Mercuriale nel fuo libro de 

2 Arte 


9 174 8€ 
Arte Gymnaftica cap. 8. lib. 3. Ligorio afferma d’averne rica» 
vata una fimile figura da un’antichiffimo Sepolcro d’un Poeta 
Corsico nella via Tiburtina preffo Roma. 


CX LITE 
Tromba della Florida. 


S! rapprefenta un Barbaro della Florida Provincia dell’Ame- 


rica Settentrionale con una forte di Tromba, che fi ufà da 
quei Popoli nelle Fefte loro più folenni. Formano quefti un 
tubo di tre palmi in circa di lunghezza con una corteccia d’ 
albero, che ritorceono feguitamente , e inanellano in fe ftelfa 
a fpira con tal’ arte però che vada a poco a poco slargandofi 
fenza che prenda la forma delle noftre trombe nella loro eftre- 
mità . Non ha altre aperture, che quelle delli due capi oppo- 
fti, trà lun, e altro de quali fono appefè per tutta la lun- 
ghezza con altretanti fili varie lamine d’oro, d’ argento , € 
bronzo di figura ovale , acciochè quefte. col loro moto , e 
confenforendino maggiore l‘armonìa . Vedafi Giacomo le Moyne 
nella Storia della Florida. | ‘Raggi + 


GX:Lba: 
i Marimba de Cafti. 


| Re fuoni rapportiamo: ufiti da quei della Cafreria , ché è 
parte del Regno di Monomotapa fotto. gradi 15. del Po- 
lo antartico. - 

Il primo è una forte di Marimba, benche non del tutto: 
diverfa da quella efpofta.nel numero 121. pag. 154»Così vien 
defcritta da un Padre della Compagnìa di Giesù ftato più melî 
in quella Cofta, e udita più volte. fonare in Goa da quei Ca- 
tecumeni Catri nella folennità di qualche Santo . E’ incredibile 

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la deftrezza, con cui quefti Popolirapprefentati al naturale nel- 


la figura propofta nelle loro danze l’adoprino. Formano una 
piccola caffetta di leggier legno alta 3. dita , longa un palmo 
e mezzo in circa con la fua rofa in mezzo. A capo di queta 
v' è il Ponte compofto di due pezzi, che uniftonfi in angolo: 
fu quefto poi, acciò reftino follevate fermano 7.ò 0. lamine di 
ferro, che terminate in egual linca verfo la mano del Sonato- 
re slarganfi sù la loro eftremità in tante linguette, e premen-. 
dofi quefte col pollice d’ ambidue le mani vengono col lortre- 
more a rendere grato fuono. | 


CXKL UV. 
Arco de Cafri. 


L fecondo è un’Iftromento quanto diverfo da qualunque, 

altro tanto dilettevole al pari d’ogn’altro. Ornano difio- 
ri i due capi d’unarco, da’ quali vien diftefa una, e più cor- 
de diftribuendole una fuperiore all'altra ; indi raccomandate 
con altra corda nel mezzo del detto arco, le percuotono con 
la punta d’ una penna di cigno ripiena nel groffo d° effa di 
piombo , ò di legno , e ornata fimilmente di fiori, fonagli, 
e lamine. Preparato così l’Iftromento con la finiftra prendono 
l'arco in tal modo ; che il pollice dia Ie dovute confon- 
anze col tafteggiare la corda di mezzo premendola più , òme- 
no fuori dell’arco, ed armano la deftra della penna , che men- 
tre batte in diverfe parti delle corde fecondo il tuono , che 
devono rendere, oltre all’armonia delle corde, eccita un’ acuto 
romore ne’ fonagli, e lamine , di cui và ornata. Tanto con- 
ferma chi ha veduto, e fentito tal’ Iftromento. 


fititi: 


CXLVI. 


2 176 “00 
Violino de Cafri. 


I: terzo chiamiamo Violino per qualche fimilitudine , che 
ha con quello. Segano in mezzo per il largo una Cucuzza 
ben lunga, e groffa, fopra la quale già prima votata tirano una 

elle, che fermano nella di lei circonferenza . Attaccafi ad effa, 
acciò ferva di manico un rozzo regolo lungo circa due palmi, 
a cima del quale conun bifcaro tengono tirata ùna corda, che 
ftefa per tutta la pelle ben forte la legano all’ eftremità della 
Zucca, ed alzano con piccol ponte. L° arco con cui fonano 
tal’ Inftromento non fi difcofta da quello del noftro Violino , 
come vedefi nell’Imagine . 


CXLVII 
Zucca . 


Rigi Tomaffo Ariot alla pag. 17. dell’ Iftoria della 
Virginia parte dell’ America ufarfi da quei Popoli per 
liiromento di fuono una Cucuzza. Così la defcriffe . /Zagno 
aliguo periculo liberati Afari , vel Terra, vel bello defunti , in 
letitie ficnumsingentem Sfruunt ignem, circum quem affident pro- 
mifiuè viri È femine manu gereniesfruttum quemdam imftar peponis 
aut cucurbite votunde quem pulpa © granis exemptis , Japillis 
aut craffiuftulis quibufdam granis implent , ut majorem ftrepitun 
edant, bacillo deinde optatum tenentes, atque comentes fuo more o febi 
congratulantur. Se ne fervono ancora nelle fefte folenni , alle 
quali convengono i Popoli circonvicini veftiti nella più ftrana 
foggia, che mai poffano, come rapprefenta 1° Imagine qui po- 
fta. Nella Florida ; accompagnano il fuono di quefta Cucuzza 
con le percoffe d'una mazza fopra d’una pietra quando cele- 
brano le fefte di qualche riportata vittoria fecondo il Moyne 
| pag. 


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| dg 177 ®© 
pag. 16. che ne rapporta la cerimonia, e ne deferive il fuono 
con quefte parole. Ex adser/o ad aver extremum tres viri geni- 
bus flexis fedent quorum unus clavam utrague manu tenens planune 
Zapidem percuttt » ad finzula Magi verba refpondens è eius latera 
cloudunt alii duo, fingulis manibus fruttum berbe cujuf2ara , cu- 


curbite aut peponis inflar crefîentis tenentes , quem ficcatum > f@- 


pernò © infernè aperiunt, medul'ague È feminibus cxemptis, la- 
pillis aut granis implent baculogue transfixo agitantes tintinabu 


Torum modo crepitant, patrio vita camentes per Afagi murmura + 


GX LV E 
Palla di Bronzo . 


Onfervafi tra le molte, ed ingegnofe machine del Siy. D.An- 
C drea Chiarella un’antica palla di bronzo dorato. Monfignor 
Leone Strozzi vago di faperne l’artificio ordinò , che fi fegaffe in 
mezzo , effendo faldata con argento, mentre non v'era chi fapefle 
darne contezza . E? quelta compofta di tre palle di bronzo,una in- 
tiera, ed è la prima efteriore A che foftiene la feconda, e per mez- 
zo di queftala terza con un piccol perno in ambidue i fianchi. So- 
no quefte due divife in due altre parti, e ciafcuna d’effe in più den- 
ti BC. e tutte rachiudono una piccola palla D, che, nel battere 
in quei denti, eccita un grato fuono . Si fono efpreffe le parti di 
quefto ingegnofoIftrumentozacciò più facilmente fi poffa compren- 
dere. Econ ciò reltachiufo il noftro Gabinetto + 


IL FINE. 


| ERRORI 


| fuonare 


iu operibus 
| in Afdepio.. 
modelationum 


; | fed Scion 


Creo 
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Î Tricordam 

tuono 
| riodulum 
Sarifiti 


| carcere 


| canca 
bymos 


‘| unicode vita ed honeftate 
«| mutriviffet 


| antifonarum 


1/efafquefremunt 


| Turbevuunt ri 
| Quid furor ADE 

i Pantheus 

i | cordis 


| meruus 
che a Corebbo 


si i /tridula voce 


Cygnun 
| dotte. 


4 


| 
| 


| 
| 


sn 


l'’Tricordum 


CORREZIONI: 


fuonare 

in operibus 

in Afclepio 
modulationum. 
fed Sicion 
ferrea 

guxtà : 


fuono 
modulum . 


{Sacrifitii 
‘| carcere 


cavea 
hymnos 


| &honeftate 


nutriviffet ... 


antiphonarum Sanò 


fremunt 


‘[Turbaruit : | 
Quis furor: Anguigene 


Pentheus:. 
chordis 
nervis: 


che Corebbo pub) 


VOX i; 
*Gicnumi® is; 
dote. 


47 MAT 


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24 | Arti 0 i 
FATINA: PAR